Quando si dice che il popolo Usa è la prima vittima delle guerre delle multinazionali, non si dice, però, di quali efferatezze si sono sempre macchiati i suoi soldati, a partire dai massacri di pellerossa e delle loro mandrie di bufali, lasciate poi a marcire, fino al Vietnam e ai giorni nostri. E ricordo anche il massacro degli eroici carabinieri di Biscari, assassinati il 14 luglio 1943 dagli americani, dopo essersi arresi, con le mani in alto, durante la battaglia per la Sicilia, eseguendo gli ordini del gen. George S. Patton“Non fate prigionieri”:
« Se si arrendono quando tu sei a due-trecento metri da loro, non badare alle mani alzate. Mira tra la terza e la quarta costola, poi spara. Si fottano, nessun prigioniero! È finito il momento di giocare, è ora di uccidere! Io voglio una divisione di killer, perché i killer sono immortali! »
(George Smith Patton)
Questo articolo di Maurizio Blondet, del 21 dicembre 2015, porta la confessione di un ex marine, Emanuele Vince e deve essere conosciuto perché l’unica speranza di salvare l’Occidente e, forse, l’umanità intera sta nella improbabile ribellione del popolo americano alla sua schiavitù e alla sua aberrazione.
Emanuele Vince
“Penso alle centinaia di prigionieri che abbiamo catturato e torturato in centri di detenzione improvvisati guidati da minorenni venuti dal Tennessee , New York e Oregon . Mi ricordo le storie . Ricordo vividamente i marines dirmi dei pugni , schiaffi , calci , gomitate , ginocchiate e testate agli iracheni. Ricordo i racconti di torture sessuali: costringere gli uomini iracheni a compiere atti sessuali su se stessi reciprocamente mentre marines gli tenevano i coltelli contro i testicoli, a volte li sodomizzavano con i manganelli “.
Vincent Emanuele è stato in Irak fra il 2003 e il 2005, nel primo battaglione del Settimo Marines. Adesso, ossessionato dai ricordi, ha preso coscienza di una realtà intollerabile: noi americani abbiamo commesso “il peggior crimine di guerra del XXI secolo”. Siamo noi la potenza mostruosa nemica dell’umanità e della civiltà, siamo noi quei “nazisti” contro cui ci avevano insegnato a vigilare – e non abbiamo vigilato, perché a farlo siamo Noi.
Ci vuole coraggio a leggere quel che l’ex Marine rievoca.
“Quelli di noi che appartenevano alle unità di fanteria hanno avuto il piacere di fare retate di iracheni durante i raid notturni, legando le mani con lo zip di plastica, mettendogli il sacco nero sulla testa e scaraventandoli nel posteriore dello Humvees e dei camion mentre le loro mogli e i loro bambini cadevano in ginocchio e piangevano. A volte, li prendevamo di giorno. Il più delle volte non opponevano resistenza. Alcuni tendevano le mani quando i Marines gli spegnevano le cicche in faccia. Li portavamo ai centri di detenzione, dove sarebbero stati tenuti per giorni, settimane e anche mesi. Le loro famiglie non sono mai state informate di dove li tenevamo.
E quando li rilasciavamo, li portavamo sul camion lontano dalla base operativa avanzata nel mezzo del deserto, a miglia e miglia dalle loro case. Gli tagliavamo le fascette che li legavano, il sacco nero dalla testa, e li facevamo andare. Qualcuno dei più disturbati dei nostri Marines gli sparavano colpi del mitragliatore in aria e vicino ai piedi – così per ridere – così loro scappavano, ancora piangenti per il calvario subito nel centro di detenzione, sperando di essere stati liberati. Per quanto tempo saranno sopravvissuti, là nel deserto? Dopotutto, non importava a nessuno di noi.
“La nostra capacità di disumanizzare gli irachene cresceva dopo le sparatorie, era stupefacente.. molti marines passavano il loro tempo libero a scattare foto dei morti , spesso mutilando i loro cadaveri per divertimento o frugando i loro corpi gonfi con bastoni per farsi due risate. Siccome gli iPhone non erano disponibili al momento , diversi marines sono venuti in Iraq con le fotocamere digitali . Queste telecamere contengono una storia non raccontata della guerra in Iraq, una storia che l’Occidente spera che il mondo dimentichi: filmati di massacri sfrenati e numerosi altri crimini di guerra, realtà gli iracheni non hanno il privilegio di dimenticare
Durante i pattugliamenti nella provincia Al-Anbar gettavo fuori dal gippone le confezioni delle razioni consumate…non posso fare a meno di ripensare a ciò che raccoglievano i bambini piccoli che i nostri Marines bersagliavano con i resti di questi pacchetti. Non gli gettavano solo i dolcetti che fanno parte della razione. Li bersagliavano con bottiglie piene di piscio, pietre, stracci, qualunque rifiuto. Allora non pensavo a come ci avrebbero ricordato nei libri di storia, pensavo a fare un po’ di spazio nell’Humvee gettando ai ragazzini i rifiuti. Solo anni dopo, avendo seguito un corso di storia all’università, e avendo sentito il professore parlare della “culla della civiltà”, ho ripensato alle confezioni semi-consumate di razioni MRE di cui abbiamo sparso la Mesopotamia.
“Gli occhi caldi e vitrei dei bambini iracheni perennemente mi perseguitano, come è giusto che sia. I volti di quelli che ho ucciso , o almeno di quelli i cui corpi erano abbastanza vicini per esaminarli , non potranno mai più fuggire dai miei pensieri. I miei incubi e le riflessioni quotidiane mi ricordano da dove ISIS viene e perché, precisamente, ci odiano.
NAzi Marines
Non solo la gente innocente è stata catturata di routine, torturata, imprigionata; ma ne abbiamo anche inceneriti a centinaia di migliaia, milioni secondo alcuni studi. Soltanto gli iracheni capiscono il puro male che è stato rovesciato sulla loro nazione. Si ricordano la parte che l’Occidente ha avuto nella guerra tra Irak e Iran, durata otto anni; si ricordano le sanzioni di Clinton nel 1990, sanzioni che hanno provocato la morte di 500 mila persone, in gran parte donne e bambini. Poi è venuto il 2003 e l’Occidente ha finito il lavoro: oggi l’Irak è una nazione devastata dalle fondamenta, la gente è avvelenata o mutilata, l’ambiente è diventato tossico per l’uranio impoverito. La scala della distruzione che l’Occidente ha inflitto in Medio Oriente è assolutamente inimmaginabile per la stragrande maggioranza delle persone che vivono nel mondo sviluppato. Questo punto non può nascosto quando in Occidente ci si sente fare la domanda ingenua: “Perché ci odiano ? “. Dopo 14 anni di “Guerra al Terrore”, una cosa è chiara: l’Occidente è bravissimo nel fomentare la barbarie e creare stati falliti. L’ISIS, l’abbiamo fatto noi. Ed io ho contribuito a crearlo”.
E’ forse inevitabile che il rigetto di queste atrocità che sono stati costretti a fare venga dai militari. Negli ultimi tempi, s’è fatto notare fra questi l’ex colonnello della Us Army Lawrence Wilkerson, che è stato consigliere della sicurezza nazionale nonché del segretario di Stato Colin Powell sotto Bush figlio (quando il potere reale era in mano alla setta neocon, ebraica, che condusse le guerre per Israele). Oggi ha detto in una trasmissione televisiva:
“L’impero è gestito dall’uno per cento della popolazione, se non meno, in questo paese, che costituisce essenzialmente una plutocrazia . ‘ [ … ] Gli ufficiali militari appena vanno in pensione dall’esercito, sono assunti dai produttori di armi, o dai media per rendere i media pro-guerra. Gli Stati Uniti sono sempre più orientati, primo, ad aumentare il potere, secondo, a diventare ricchi. Lo scopo della politica estera statunitense è quello di sostenere il complesso che abbiamo creato nello stato di sicurezza nazionale che è alimentato, finanziato , e continuamente potenziato dall’ interminabile guerra”.
L’establishment, dice Wilkerson, è corrotto in modo irreparabile. “L’Impero non ne ha mai abbastanza. Questa è la natura del potere imperiale: essere insaziabile. Non ha mai uno status quo stabile . Ha uno status quo sempre più instabile .”.
L’intervistatore gli chiede cosa si può fare per cambiare questa corruzione. La risposta dell’ex funzionario di Stato netta, ed incredibile: “Una forte minoranza, o anche maggioranza, dei cittadini statunitensi devono levarsi in piedi e dire: ne ho abbastanza . Questo significa fare una rivoluzione? E sia”.
Naturalmente non succederà. Ma anche in questi cittadini sta nascendo la coscienza: il nazismo contro cui questa generazione deve opporsi, “siamo noi”.
Abby Martin interviews retired U.S. Army Colonel Lawrence Wilkerson, former national security advisor to the Reagan administration, who spent years as an assistant to Secretary of State Colin Powell during both Bush administrations. Today, he is honest about the unfixable corruption inside the establishment and the corporate interests driving foreign policy. Hear a rare insider’s view of what interests are behind U.S. wars, the manipulation of intelligence, the intertwining of the military and corporate world, and why the U.S. Empire is doomed.
E noi europei siamo complici. Abbiamo partecipato alla guerra mondiale al terrore. Abbiamo solo eseguito gli ordini.