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6128.- Mossad e Shin Bet, al Cairo, fissano la linea al Qatar e alla CIA. Ombre su Netanyahu e appello di Abbas.

Breve nota di Mario

Acclarato che sia il potere di Hamas che di Netanyahu regge sopratutto sulla vendetta, che Tel Aviv non intende retrocedere nei propri confini, quale altra via se non il genocidio e la diaspora dei palestinesi possono garantire a Israele un percorso di pace e, al mondo, la stabilità del Medio Oriente? Questi morti: i patrioti, i terroristi e gli innocenti, non siano morti invano. C’è concordo sulla soluzione dello Stato palestinese, ma ci sembra prioritario che l’ONU decida i confini di Israele. Può solo pensarlo? Sono in ballo due potenze nucleari: Israele e l’Iran. Alle spalle, c’è chi alimenta la guerra della NATO alla Federazione Russa e la guerra di Putin all’Ucraina. Entrambe impediscono a Washington e a Mosca di dettare, insieme, condizioni a Tel Aviv e a Teheran. Tutto il mondo è in agitazione: dall’Armenia, al Mar Rosso, alle Coree, a Taiwan. Potrebbero? Su tutto ciò sorvola la banalità di Tajani, che, tardi, ma punta al nocciolo della questione: “Da Israele reazione sproporzionata, troppe vittime civili che non c’entrano nulla con Hamas”. In questo momento, mentre l’inverno volge al termine, nella Striscia, ci sono 14°, poche nuvole, pochissimo cibo, acqua, niente elettricità. C’é l’odore dei morti, magari, di mamma e papà.

Appello dell’Anp a Hamas: “Accettate l’accordo con Israele, i palestinesi vanno salvati dalla catastrofe”

anp hamas

Da Il Secolo d’Italia, di Luciana Delli Colli, 14 febbraio 2024

Continueranno per tre giorni i colloqui al Cairo tra Stati Uniti, Israele, Qatar ed Egitto per cercare di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio dei detenuti palestinesi dopo che, finora, i negoziati non hanno portato a risultati. A scriverlo è il New York Times citando, a condizione di anonimato, un funzionario egiziano. Il tenore dei colloqui finora è ”positivo”, ha spiegato la fonte. Anche il Times of Israel ha parlato dell’estensione dei negoziati, mentre un lungo retroscena di Haaretz ha gettato ombre sulla volontà del premier Benjamin Netanyahu di arrivare davvero a un accordo. Intanto, il presidente dell’Anp, l’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, oggi, ha lanciato un appello a Hamas affinché accetti un accordo per fermare la guerra.

I negoziati al Cairo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi

I negoziati sono stati aperti al Cairo da una delegazione di vertice, guidata dal capo del Mossad David Barnea, accompagnato dal capo dello Shin Bet, Ronen Bar. I due funzionari hanno incontrato il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e il capo della Cia William Burns. Poi hanno fatto rientro in Israele. Il tavolo ora proseguirà a livelli inferiori. Egitto Qatar e Stati Uniti stanno cercando ancora una volta di raggiungere un cessate il fuoco più lungo per la Striscia di Gaza. In cambio, gli ostaggi ancora nell’enclave palestinese dovrebbero essere liberati, così come alcuni detenuti palestinesi nelle carceri di Israele.

L’appello dell’Anp a Hamas: “Accettate l’accordo per salvare il popolo palestinese dalla catastrofe”

Oggi il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas, ha rivolto un appello a Hamas, che è suo rivale politico, affinché accetti un accordo con Israele per fermare la guerra nella Striscia di Gaza. ”Chiediamo al movimento di Hamas di accettare velocemente l’accordo sui prigionieri per risparmiare il nostro popolo palestinese dalla calamità di un altro evento catastrofico con conseguenze terribili, non meno pericolose della Nakba del 1948”, ha detto Abbas, citato dall’agenzia di stampa palestinese Wafa. Il presidente dell’Anp ha poi ”invitato l’Amministrazione americana e i fratelli arabi”, ovvero i mediatori di Egitto e Qatar, ”a lavorare diligentemente per raggiungere un accordo sui prigionieri il più rapidamente possibile, al fine di risparmiare al popolo palestinese il flagello di questa guerra devastante”.

Il retroscena di Haaretz sulle intenzioni di Netanyahu

Secondo un’analisi del quotidiano israeliano Haaretz, però, a non considera un accordo come una priorità sarebbe prima di tutti Netanyahu. Il giornale riferisce che il premier avrebbe concesso alla delegazione guidata da Barnea un margine di manovra limitato, proprio perché non avrebbe fretta di arrivare alla sottoscrizione del patto. Il capo del governo israeliano, si legge nell’edizione web, continuerebbe a insistere sul fatto che le pressioni militari alla fine porteranno a un accordo con condizioni migliori per Israele, indipendentemente dalle proteste delle famiglie degli ostaggi, che oggi per altro, in una delegazione di circa un centinaio, si sono recate all’Aja per denunciare formalmente Hamas al Tribunale internazionale per crimini di guerra. Haaretz ricorda anche che Tel Aviv ha definito inaccettabili finora le richieste avanzate da Hamas, sottolineando il fatto che a confermare che lo stesso Netanyahu non creda molto a un accordo in questa fase ci sarebbe anche l’assenza nella delegazione volata ieri al Cairo del generale Nitzan Alon, capo dell’unità dell’esercito incaricata di raccogliere intelligence sugli ostaggi. Il quotidiano, inoltre, ha richiamato anche il pressing degli Usa contro la linea aggressiva di Netanyahu, il quale però l’ha confermata rilanciando l’offensiva a Rafah.

Tajani: “Hamas vuole una reazione dura di Tel Aviv per isolarla”

“Noi siamo amici di Israele, abbiamo condannato con grande fermezza ciò che è accaduto il 7 ottobre, abbiamo riconosciuto il diritto di Israele a difendersi e a colpire le centrali di Hamas a Gaza perché quello che è accaduto è stata una caccia all’ebreo: sono scene che hanno provocato una giusta reazione”, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, sottolineando anche che “noi però abbiamo come obiettivo la pace, vogliamo che ci sia un cessate il fuoco perché non bisogna permettere a Hamas di raggiungere il suo obiettivo”, che è quello “di mettere Israele in un angolo”. “Hamas sta usando la popolazione civile come scudo. Hamas vuole che Israele abbia una reazione ancora più dura per poi dire ‘isoliamo Israele’. È il disegno di Hamas. Non bisogna cadere nella trappola di Hamas”, ha quindi avvertito Tajani, sottolineando che ”senza uno Stato palestinese rischiamo che Hamas diventi l’unica speranza per i palestinesi”, ma ”Hamas è una organizzazione militare terroristica”.  Il vicepremier, quindi, ha ricordato che “l’Italia è protagonista in tutte le iniziative politiche” volte a mettere fine ai combattimenti tra Israele e Hamas e che è ”importante sostenere il dialogo in corso al Cairo tra Stati Uniti, Qatar, Israele ed Egitto per la sospensione dei combattimenti, aiutare la popolazione civile palestinesi e liberare gli ostaggi”. ”Netanyahu sta usando la linea dura, ma è nell’interesse di tutti lavorare per una de-escalation”, ha proseguito il titolare della Farnesina, che questo fine settimana a Monaco di Baviera incontrerà anche i ministri degli Esteri dei Paesi Arabi “con i quali potrò consolidare il dialogo”.

5790.- L’allineamento strategico e militare sino-russo prosegue. Grazie Biden.

Il modello Ucraina per Taiwan: come cambia la difesa contro la Cina, anche se le questioni Taiwan e Ucraina sono completamente diverse e non possono essere sovrapposte tra loro

Taiwan military missile shooting exercises

Da Insideover, 17 luglio 2023, di Federico Giuliani

Da quando la Russia ha lanciato la sua offensiva contro l’Ucraina, la tensione mediatica su Taiwan è salita alle stelle. Il motivo coincide con il rischio, vero o presunto, che la Cina possa, presto o tardi, emulare quanto ha tentato di fare il Cremlino con Kiev, lanciando a sua volta un colpo di mano per conquistare un territorio sensibile. Nel caso specifico, stiamo parlando della riannessione dell’isola – definita dal governo cinese “provincia ribelle” – alla madrepatria. 

Gli analisti militari elencano date su date per ipotizzare quando potrebbe scoccare l’ora x, mentre Pechino continua ad avventurarsi in manovre militari sempre più perentorie nello Stretto di Taiwan. Dato il contesto in ebollizione, e il continuo parallelo fra il caso ucraino e il dossier Taiwan, a Taipei e dintorni hanno iniziato a prendere sul serio la guerra in Ucraina. Al punto, ha sottolineato il Guardian, che le autorità taiwanesi avrebbero iniziato a considerare come un modello la strategia – fin qui rivelatasi efficace – adottata da Kiev per arginare l’avanzata di Mosca. 

Certo, per molti taiwanesi l’ombra di un conflitto con la Repubblica Popolare Cinese rimane ancora oggi una prospettiva lontana, che peraltro aleggia nell’aria da quasi 70 anni. Il governo taiwanese, guidato da Tsai Ing Wen, ne è consapevole. Ciò nonostante, l’esecutivo non ha perso tempo e si è subito mosso lungo due direttrici parallele per scongiurare di dover alzare bandiera bianca in caso di reale minaccia dalla Cina. Da un lato, Taiwan ha continuato a rafforzare le relazioni con Washington e il blocco occidentale, ricevendo dall’amministrazione Biden armi ed equipaggiamenti militari, tra missili e sistemi di mine antiuomo Volcano; dall’altro sta studiando molto attentamente le gesta dell’Ucraina.

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Cina e Russia muovono le ma nel Mar del Giappone: si rafforza l’asse Russia-Cina

Da Insideover, 17 luglio 2023, di Federico Giuliani

Non sappiamo ancora quando prenderà il via la Northern/Interaction-2023, l’esercitazione militare congiunta organizzata dalla Cina e alla quale parteciperà anche la Russia. Sappiamo però che le operazioni saranno guidate dal dal Comando del teatro settentrionale dell’Esercito popolare di liberazione (Pla), con sede a Shenyang, e che si svolgeranno nel Mar del Giappone, concentrandosi sul “mantenimento della sicurezza dei corridoi marittimi strategici”. 

“Questo esercizio congiunto mira a migliorare il livello di cooperazione strategica tra le forze armate cinesi e russe, nonché a rafforzare la capacità di entrambe le parti di salvaguardare congiuntamente la pace e la stabilità regionali nell’affrontare varie sfide alla sicurezza”, si legge in una nota diffusa dal ministero della Difesa di Pechino. 

Il quotidiano cinese Global Times ha fatto presente che si tratta della prima volta che la Russia dispiegherà forze aeree e navali per partecipare a simili manovre. La stessa fonte, peraltro, riferisce di cinque navi da guerra e quattro elicotteri cinesi che hanno già lasciato la base navale di Qingdao, nella provincia di Shandong, per partecipare all’esercitazione. Del gruppo fanno parte incrociatori Qiqihar Guiyang, le fregate Zaozhuang Rizhao, e la nave da rifornimento Taihu, quest’ultima con a bordo i quattro elicotteri.

La convergenza tra Cina e Russia

Bloomberg ha fatto presente che il presidente cinese Xi Jinping ha fin qui evitato di oltrepassare le linee rosse tracciate da Washington, evitando di armare la macchina da guerra russa in Ucraina. Nonostante questo, la Cina si è comunque più volte avvicinata all’esercito di Mosca attraverso l’impegno diretto in manovre militari ed esercitazioni congiunte.

Numeri alla mano, se ne contano sei soltanto lo scorso anno, ovvero due terzi di tutte le esercitazioni effettuate da Pechino con potenze straniere nel corso del 2022. Cinque delle esercitazioni hanno avuto luogo dopo che Vladimir Putin ha lanciato la sua offensiva in Ucraina; quattro erano bilaterali, mentre a due hanno partecipato altri avversari statunitensi, tra cui Iran e Siria. 

Dal punto di vista cinese, l’allineamento strategico e militare con il Cremlino è fondamentale per controbilanciare il potere degli Usa, desiderosi di ampliare e rafforzare la loro presenza nell’Indo-Pacifico. Ricordiamo che gli Stati Uniti hanno recentemente firmato un patto di difesa con le Filippine, aperto un’altra base a Guam e stretto ulteriormente i rapporti con altri partner locali, già in orbita Nato, come Australia, Giappone, Corea del Sud e Nuova Zelanda.

Mappa di Alberto Bellotto

Un messaggio politico

Anche se le esercitazioni tra Russia e Cina sono generalmente di scala inferiore rispetto a quelle organizzate tra gli Stati Uniti e i loro alleati (per capirsi: Usa e Filippine hanno recentemente tenuto le loro più grandi esercitazioni con oltre 17.000 soldati), le manovre sino-russe sono cariche di significato politico. Intanto perché queste, quando si svolgono ad esempio nei pressi del Giappone, aggravano la situazione diplomatica con uno Stato con il quale sia Pechino che Mosca hanno una disputa territoriale da risolvere. E poi perché Tokyo e Seoul possono essere considerati due fedeli alfieri di Washington nell’Asia-Pacifico.

La Northern/Interaction-2023 può essere vista come una chiara risposta di Cina e Russia ai tentativi dell’amministrazione Biden di lavorare più a stretto contatto con i partner regionali in preparazione ad un possibile conflitto con Pechino su Taiwan (uno scenario che rappresenta una potenziale minaccia tanto per Xi quanto per Putin).

Ricordiamo che la Russia aveva già partecipato nell’agosto del 2021 all’esercitazione Western/Interaction-2021, nella regione autonoma di Ningxia, nel nord-ovest della Cina: era la prima volta che Pechino invitava forze straniere a partecipare a esercitazioni militari strategiche sul suo territorio. Dal 2018, inoltre, la Cina ha partecipato a diverse esercitazioni organizzate dalla Russia: Vostok 2018Tsentr-2019 e Kavkaz-2020. L’allineamento strategico e militare sino-russo prosegue.

4535.- Taiwan sospende le vaccinazioni BioNTech con la seconda dose per i ragazzi di 12-17 anni a causa dei problemi di miocardite.

Taiwan sospende la somministrazione della seconda dose Pfizer nella fascia 12-17 per il rischio miocarditi. l’approvazione per gli under 12 è sospesa fin quando non sarà risolto il problema. Il CECC afferma che l’approvazione dei vaccini COVID per i bambini sotto i 12 anni non sarà presa in considerazione fino alla risoluzione del problema della seconda dose.

Di George Liao, Taiwan News, Staff Writer, 10/11/2021

Taiwan halts 2nd-dose BioNTech vaccinations for ages 12-17 amid concerns of myocarditis

(CNA photo)

TAIPEI (Taiwan News) — Il capo del Central Epidemic Command Center (CECC) Chen Shih-chung (陳時中) ha dichiarato mercoledì (10 novembre) che un gruppo di esperti ha deciso di sospendere la somministrazione di seconde dosi del vaccino COVID Pfizer-BioNTech (BNT) ai bambini di età compresa tra 12 e 17 anni. anni tra le preoccupazioni, può aumentare il rischio di miocardite.
Sono stati segnalati casi di miocardite (infiammazione del muscolo cardiaco) e pericardite (infiammazione del rivestimento esterno del cuore) dopo la vaccinazione BNT di bambini di età compresa tra 12 e 17 anni. Secondo le statistiche statunitensi, il rischio che i giovani soffrano di miocardite dopo aver ricevuto la seconda dose di BNT è 10 volte superiore rispetto alla prima dose, ha riferito CNA.

In alcuni casi è possibile una guarigione completa della miocardite, senza reliquati per il cuore. In altri, al superamento della fase di massima acuzie, può seguire un danno permanente con compromissione della funzione cardiaca e conseguente scompenso cardiocircolatorio cronico. Un ottimo servizio reso ai bambini!

Alcuni paesi hanno modificato le loro politiche in merito alla somministrazione dei vaccini COVID-19 agli adolescenti. Ad esempio, Hong Kong è passata da due dosi di BNT a una sola dose per le persone di età compresa tra 12 e 17 anni. Il Regno Unito ha fatto qualcosa di simile, raccomandando una sola dose per i bambini tra i 12 ei 18 anni, secondo CNA.

Chen ha affermato che il Comitato consultivo per le pratiche di immunizzazione (ACIP) del Ministero della salute e del benessere ha deciso di interrompere la somministrazione di seconde dosi di BNT a questa fascia di età per due settimane, durante le quali esperti e medici dei Centri per il controllo delle malattie (CDC) esamineranno i 16 casi di miocardite tra adolescenti, verificatisi dopo la vaccinazione BNT, prima di prendere una decisione definitiva sull’opportunità di procedere con la seconda dose.

Anche i dati internazionali saranno consultati prima che venga presa la decisione finale, ha affermato il capo della CECC, aggiungendo che attualmente i bambini di età compresa tra 12 e 17 anni vengono vaccinati con due dosi in tutto il mondo, tranne a Hong Kong e nel Regno Unito.
Per quanto riguarda l’approvazione dei vaccini COVID-19 per i bambini di età compresa tra 5 e 11 anni, Chen ha affermato che la questione non verrà presa in considerazione fino a quando non sarà risolto il problema della seconda dose con i bambini di età compresa tra 12 e 17 anni.