Archivi categoria: Referendum 20.9.20

3392.- IL BRACCIO DI FERRO FRA LE ISTITUZIONI E LA COSTITUZIONE, PASSANDO PER LA PAURA E L’IGNAVIA

Di fronte al potere politico e finanziario del mondo globalizzato, la democrazia è insufficiente se non è sostenuta da una coscienza comune. Nessuna Costituzione può quanto un popolo coeso intorno ai propri principi identitari.

Mi dicono che chi grida “Al lupo! al lupo!”, prima grida, semina il terrore e la confusione, poi, morde e ci divora. Penso al sogno europeo, al disastro economico portato dal rapporto di cambio con l’euro, all’errore ricorrente dell’accompagnarsi ai tedeschi: Roma non ha insegnato niente. Penso ai problemi che pesano nelle menti e nei cuori. La tristezza, deprimente, è data dalla sfiducia per questo governo, dalla gestione strumentale della pandemia, così dichiarata e, forse voluta, perché i dati che leggo sul virus sconfessano la dichiarazione di questa emergenza, sicuramente strumentale: 16,8% positivi su tamponi a marzo e 4,15% oggi; 3.856 in terapia intensiva a marzo e 387 oggi. La mortalità, nelle ultime due settimane di maggio, è stata inferiore agli anni passati. “Il COVID-19 è uno dei virus che causano la polmonite comunitaria. Non è il solo e lo farà per molti anni, ma parleremo di convivenza e non di emergenza. Ho detto pandemia strumentale perché così appare per la gestione del potere che ne viene fatta derivare, le assurde nomine e assunzioni di favoriti, esperti così numerosi da non poterli interrogare e, ciò, malgrado esista l’apparato dello Stato. E la compressione dei diritti costituzionali? Una gestione del potere contraddittoria, ma coerente con gli obbiettivi del Nuovo Ordine mondiale, come testimonia il favore per l’invasione da parte di genti lontane anni luce dalla nostra civiltà e, ancora, contraddittoria con la libertà accordata loro, di fatto, di non osservare le regole precauzionali per il contenimento dell’infezione virale. E, qui, gli ordini, verbali o scritti, contrastano con la sottoscrizione avvenuta della Convenzione di Montego Bay, dove il diritto alla difesa dei confini, significa anche difesa dell’Ordine Pubblico e, perciò, il blocco navale della Libia non può essere definito un atto di guerra, come, invece, affermò un ignorante (piddino) in televisione. Non è tutto. Dovete sapere: In Grecia, in seguito a un’operazione di intelligence e antiterrorismo, 33 membri delle Ong, tra cui 19 tedeschi e alcuni della nave Sea Watch, sono ora sotto accusa per TRAFFICO DI ESSERI UMANI, SPIONAGGIO E ORGANIZZAZIONE CRIMINALE: ci sarebbero, infatti, le prove del loro coordinamento con gli scafisti. Sea Watch 3 è la nave della capitana Carola Rackete, che il 26 giugno decise di sfidare le regole imposte dal decreto sicurezza-bis e speronò una nave militare, ridicolizzandoci.

Il conflitto fra lo Stato democratico e il potere.

Il governo di una minoranza, sempre più minoranza, ma sempre più ardita, procede, impavido, nell’occupazione del potere con atti amministrativi non sottoposti al vaglio del Parlamento, come, invece, succede con i decreti legge. È una violazione della Costituzione, che, per tutti i casi straordinari di necessità e di urgenza, impone, già, il decreto legge, immediatamente esecutivo e da convertire entro 60 giorni con legge ordinaria. Ritengo che il governo Conte, due volte voluto dal Presidente della Repubblica Mattarella, stia imponendosi con dei veri e propri atti d’imperio, incostituzionali secondo il nostro sistema. Non risponde al Parlamento. Lo dicono la vicenda del segreto apposto ai verbali del Comitato tecnico esecutivo; la mancata risposta alla seconda carica dello Stato sulle fondamenta della proroga dello Stato di emergenza, la nessuna considerazione per le innumerevoli proposte avanzate dall’opposizione (maggioranza di fatto), cui non riconosce pari dignità. Con questi due ultimi presidenti, abbiamo avuto cittadini di serie A e cittadini di serie B, e non si tratta di una divisione di natura politica – Viene a mente il noto detto di Alberto Sordi! – Il governo va dritto alle scadenze del 2023, per perpetrarsi e giungere ad un’altra rielezione, impossibile, del Capo dello Stato: 14 anni! Impossibilità dichiarata dagli atti dei padri costituenti, dopo il voto ad hoc espresso sotto la presidenza dell’on. Umberto Elia Terracini, raro esempio di comunista non fazioso né venduto, fondatore di quel partito dell’odio e dell’astio sociale, costi quel che costi! A proposito di questo padre costituente e senatore, a 74 anni di distanza, sono attualissime le sue parole pronunciate durante i lavori dell’Assemblea Costituente; parole che riguardano la rappresentanza democratica e il recente referendum costituzionale. Bisogna sapere cosa disse durante la seduta per la Costituzione del 18 settembre 1946.

” – il numero dei componenti un’assemblea deve essere in certo senso proporzionato all’importanza che ha una nazione, sia dal punto di vista demografico, che da un punto di vista internazionale”– “la diminuzione del numero dei componenti […] sarebbe in Italia interpretata come un atteggiamento antidemocratico, visto che, in effetti, quando si vuole diminuire l’importanza di un organo rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni”
– “se nella Costituzione si stabilisse l’elezione di un Deputato per ogni 150 mila abitanti, ogni cittadino considererebbe quest’atto di chirurgia come una manifestazione di sfiducia nell’ordinamento parlamentare”
– “quanto alle spese ancora oggi non v’è giornale conservatore o reazionario che non tratti questo argomento così debole e facilone. Anche se i rappresentanti eletti nelle varie Camere dovessero costare qualche centinaio di milioni di più, si tenga conto che di fronte ad un bilancio statale che è di centinaia di miliardi, l’inconveniente non sarebbe tale da rinunziare ai vantaggi della rappresentanza”
– “le argomentazioni contrarie […] in realtà sembra che riflettano certi sentimenti di ostilità, non preconcetta, ma abilmente suscitata fra le masse popolari contro gli organi rappresentativi nel corso delle esperienze che non risalgono soltanto al fascismo, ma assai prima, quando lo scopo fondamentale delle forze anti progressive era la esautorazione degli organi rappresentativi rappresentativo s’incomincia sempre col limitarne il numero dei componenti, oltre che le funzioni”.

La sfiducia verso il Capo dello Stato e verso il Governo – e non è che il Parlamento e i partiti ne escano indenni e chiamo in causa e alla sbarra l’art. 49 della Costituzione – nasce anche dalla mancata informazione ai cittadini sui tanti aspetti, di importanza fondamentale, di non facile comprensione, di quel referendum; il cui motivo ufficiale, ribadito dalla grancassa mediatica, era un risparmio irrisorio, tutto da verificare, alla luce delle leggi costituzionali correttive, a venire, per gli aspetti gravissimi di incostituzionalità (art. 3 Cost.) e, anche, delle 300 assunzioni sostitutive di consiglieri parlamentari, attuate testé per concorsi. Un taglio, una diminuzione della rappresentanza parlamentare, ma non del Parlamento, perciò, inutile. Peggio, si confusero le già povere e poche opinioni, frammischiando il livello costituzionale a quelli di minor pregio della propaganda elettorale per le elezioni amministrative. Una ferita maramaldesca per la democrazia già oppressa e per quanti l’hanno a cuore, come chi scrive.

Ma la sfiducia diventa rabbia se penso a una medicina, propagandata dalle troppe voci del regime e basata sui tamponi, che fotografano solo l’istante; basata su una presunta crescita virulenta del virus, che sappiamo attenuare nel tempo la propria aggressività, grazie alla crescita dell’immunità di gregge e, anche qui! immunità la cui crescita è ostacolata, invece, dai limiti imposti ai contatti, dalle mascherine, laddove non necessarie.

Non vedere i figli, toglie senso anche alla morte.

La sfiducia corre in ogni campo: dalla sanità, alla giustizia, alla difesa dei confini, dei lavoratori catturati da un rais, alla difesa della società, con le sue regole e tradizioni, alla scuola. Qui, mi fermo. Incapacità, ignoranza relativa, presunzione – dopo un primo tempo, delinquenziale – emergono dalla situazione della scuola, come dalla politica in generale di questo governo. Cito il disastro idrogeologico dei giorni scorsi: mancanza di una seria politica del territorio, l’asinità della politica estera esemplificata dal rapimento dei pescatori siciliani, la corruzione dimostrata da infiniti casi, per esempio, dal contratto ladresco per i banchi a rotelle e, sopratutto, dal “Caso C.S.M.”, riduttivamente e volutamente circoscritto e chiamato “Caso Palamara”, che chiama, in primis, la responsabilità del Capo, sia dello Stato sia del C.S.M., infine, ma per modo di dire, cito l’acquiescenza di tutto l’apparato dello Stato a una gestione, che non chiamo politica, continuata e destinata a perpetuarsi fino alle ossa di questo popolo orfano dello Stato e fatto cornuto, felice e contento, dalla politica. Viva il Re! o meglio, come dicono i veneti: “Finché ghe n’è, Viva il Re! ‘Co ghe n’è più, Viva Gesù! Ma sorge, avanti agli occhi la figura riprovevole, a me odiosa, di Jorge Bergoglio, detto il papa, che bacia i piedi e si affratella a chi bestemmia contro Dio e la sua chiesa, che permette di far guerra contro i cristiani e di vincerli. Elisabetta Gardini mi ricorda la tragedia disumana degli anziani, lasciati morire senza il conforto e la vista dei propri cari. In una diretta, mossa da amore, cita: Non vedere i figli, toglie senso anche alla morte. Siamo orfani di tanto, per colpa anche nostra.

3354.- Referendum Costituzionale 2020 senza quorum: perché l’affluenza minima non serve

REFERENDUM INCOSTITUZIONALE. Fra le tante altre violazioni della Costituzione, citiamo quella dell’eguaglianza nel diritto di voto (art. 3 Costituzione). CHE VINCA IL NO O VINCA IL Sì NON C’È STATA ALCUNA INFORMAZIONE SU TEMI COSì COMPLESSI E FONDAMENTALI. Non stupiscono i primi dati sull’affluenza al 6-7%, dove non c’è voto politico per le amministrative e al 12-14% dove, invece, c’è l’Election Day. Il divario è destinato a permanere. Se approvata, la legge sarà , comunque, applicata fino alla sua dichiarazione d’incostituzionalità e di votare non se ne parlerà fino al 2023, tra il tempo per pubblicare una nuova legge elettorale e il semestre bianco. Presidente Sergio Mattarella, era questo che voleva?

La riforma sul taglio dei parlamentari segue l’iter speciale previsto per le leggi di modifica alla Costituzione: la consultazione popolare serve ad approvare o a respingere una modifica già passata due volte in ciascun ramo del parlamento

di Gabriele Genah

Referendum Costituzionale 2020 senza quorum: perché l'affluenza minima non serve

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Quello per cui si vota oggi e domani è un referendum di tipo confermativo, così chiamato perché serve a confermare — o a respingere — una modifica costituzionale già approvata dal parlamento. La riforma prevede la riduzione del numero dei parlamentari, che passerebbero da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato. (Qui trovate le ragioni del sìqui quelle del no). 

Per modificare la Costituzione — come in questo caso — è infatti necessario seguire un iter particolare, diverso rispetto all’approvazione delle altre leggi; un iter disciplinato dall’articolo 138 della Carta stessa: «Le leggi di revisione della Costituzione e le altre leggi costituzionali sono adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione». Questo iter è stato seguito anche dalla riforma sul taglio dei parlamentari, che va a modificare tre articoli della Costituzione, il 56, il 57 e il 59. 

REFERENDUM ED ELEZIONI: UNA GUIDA

È sempre l’articolo 138 a definire cosa succede una volta superati i quattro passaggi nelle Aule: «Le leggi stesse sono sottoposte a referendum popolare quando, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. La legge sottoposta a referendum non è promulgata, se non è approvata dalla maggioranza dei voti validi». 

(Il referendum si sarebbe potuto evitare solo se la legge fosse stata approvata, nella seconda votazione, da ciascuna delle Camere a maggioranza di due terzi dei suoi componenti: ma in questo caso la maggioranza dei due terzi non è stata raggiunta, e a fare richiesta del referendum sono stati 71 senatori, un numero superiore a un quinto dei componenti di Palazzo Madama).

La parola passa dunque agli elettori, che domenica e lunedì dovranno scegliere se votare Sì (e approvare il taglio) o No (e respingerlo). 

La particolarità di questo tipo di referendum è che — come indicato dall’articolo 138, che parla di approvazione da parte della «maggioranza dei voti validi» — non è previsto alcun quorum: quindi il risultato sarà valido a prescindere dal numero di voti espressi, e in particolare anche se non sarà raggiunto il 50% + 1 degli aventi diritto al voto. 

È questa la principale differenza rispetto a quanto succede per esempio nel caso del referendum abrogativo, che è un atto singolo con il quale si abroga una legge in vigore e per il quale è previsto un quorum di partecipazione minima come forma di garanzia. Nel caso del referendum confermativo invece tale garanzia è rappresentata dal fatto che la modifica costituzionale proposta ha già superato un doppio passaggio in ciascuna Camera, quindi la consultazione popolare si pone all’interno di un procedimento più ampio.

Se il risultato della consultazione sarà positivo, il Capo dello Stato promulgherà la legge. In caso contrario, è come se la legge stessa non avesse mai visto la luce e l’esito della consultazione viene pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.20 settembre 202