La prossima guerra avverrà nella cibersfera
Dalla guerra aerea dei droni alle operazioni di contrasto nello spazio cibernetico. Un cyberattacco statunitense ha paralizzato la capacità dell’Iran di colpire le petroliere. Lo afferma il rapporto ripreso dal New York Times, dove si afferma che l’attacco è avvenuto il 20 giugno in risposta all’abbattimento da parte dell’Iran del drone statunitense.
Secondo il New York Times, che ha citato alti funzionari americani, lo scorso 20 giugno, gli Stati Uniti hanno effettuato un attacco informatico contro l’Iran al fine di abbattere un database utilizzato per interrompere il traffico marittimo nel Golfo Persico. Secondo il rapporto, gli iraniani stanno ancora lavorando per recuperare le informazioni critiche perse a causa dell’operazione. Secondo quanto riferito, il database consentiva a Teheran di localizzare e prendere di mira le navi nel Golfo.
L’attacco contro il gruppo di intelligence delle guardie rivoluzionarie iraniane era inteso come rappresaglia per l’abbattimento di un drone militare americano nello spazio aereo internazionale sullo Stretto di Hormuz da parte di un missile terra-aria iraniano a metà giugno, secondo quanto riferito da un funzionario americano ed è stato messo in atto dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump avrebbe ordinato e poi annullato una risposta militare contro Teheran, in ciò a causa delle pressioni effettuate dai governi di Russia, Cina e India.
Gli attacchi informatici sono facilmente percepiti come azioni meno aggressive della tradizionale guerra militare, in parte perché non causano danni visibili o vittime e in parte perché è difficile individuarne l’origine e spesso rimangono avvolti nel segreto.
Secondo il rapporto, l’attacco ha suscitato non poche contrarietà ed è sorto un dibattito all’interno dell’amministrazione Trump sul fatto che i suoi costi abbiano superato i suoi benefici: una vittoria di Pirro, insomma.
Infatti, l’azione ha rivelato agli iraniani il tipo di accesso che gli agenti americani avevano avuto nel sistema islamico del Corpo delle guardie rivoluzionarie e nelle loro reti di comunicazione, alcune delle quali sono state, ora, dismesse, com’era logico prevedere.
Al contrario e il rapporto non manca di rilevare che l’attacco non ha suscitato una risposta dall’Iran, la cui attività informatica contro gli Stati Uniti è rimasta alla sua consueta intensità. Gli Stati Uniti stanno anche attenti a mantenere l’attività informatica al di sotto della soglia di guerra, hanno detto al Times i funzionari, descrivendo l’attacco come parte di una battaglia in corso.
US News, Haaretz
Un esempio: Sventato grande attacco iraniano con droni esplosivi contro Israele
Le forze di difesa israeliane (IDF) hanno sventato un grande attacco iraniano contro Israele che sarebbe dovuto partire dal suolo siriano.
Lo ha reso noto ieri sera il Primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che è anche Ministro della Difesa.
L’attacco iraniano contro Israele era stato organizzato dalla Forza Quds dei Guardiani della Rivoluzione Islamica (IRGC oppure Pasdaran) e doveva avvenire per mezzo dell’uso di droni riempiti di esplosivo i quali si dovevano schiantare contro obiettivi in Israele.
Grazie al prezioso lavoro della intelligence israeliana, il comando dell’IDF è riuscito a conoscere in tempo i piani iraniani e con un attacco chirurgico su una base iraniana nei pressi di Damasco è riuscito a distruggere i droni che dovevano colpire Israele.
Secondo il portavoce delle IDF, il colonnello Jonathan Conricus, il piano iraniano ordito dalla Forza Quds era pronto per essere messo in pratica ed era imminente.
L’Intelligence monitorava da mesi le attività iraniane in Siria dopo che alcune fonti avevano riferito del piano iraniano.
Ieri sera il Premier Netanyahu ha riunito d’urgenza i vertici delle IDF presso il Ministero della Difesa a Tel Aviv per discutere delle contromisure da prendere contro questo tipo di attacchi che possono essere devastanti.
«Questo era un piano significativo e di altissimo livello» ha detto il portavoce delle IDF «organizzato nei minimi dettagli da diversi mesi e poteva essere davvero devastante».
Le forze di difesa israeliane hanno deciso di innalzare ulteriormente il livello di guardia in tutto il fronte nord.
Alcune batterie di Iron Dome nonché di missili Patriot sono state “riposizionate”. Il comando IDF non esclude infatti che il rischio sia ancora reale nonostante la distruzione dei droni iraniani che dovevano attaccare Israele.
Di Sarah G. Frankl, 25 agosto 2019. Rights Reporter