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4777.- Spagna: 83% dei contagiati sono vaccinati

Uno stato di paura

Siamo stati ridotti ad avere paura dei nostri governi, a raccattare notizie a casaccio per avere una chiave di lettura, a considerare i nostri diritti sacrosanti di esseri umani come permessi a tempo determinato – fino al prossimo decreto settimanale – e vorrebbero che li votassimo. Dice bene Laura Dodsworth: “Viviamo in Uno stato di paura“.

Non vedo alcun candidato!

Non vedo alcun candidato!

Maurizio Blondet  16 Gennaio 2022 

I dati spagnoli rilasciati dal Centro de Coordinación de Alertas y Emergencias Sanitarias (CCAES), organo sotto la direzione del Ministero della Salute. Calcolando i totali ne risulta:

  • CONTAGI TRA VACCINATI: 892.223 (83%)
  • CONTAGI TRA NON VACCINATI: 179.846 (17%)
  • OSPEDALIZZAZIONI VACCINATI: 17.757 (77%)
  • OSPEDALIZZAZIONI NON VACCINATI: 5.424 (23%)
  • TERAPIE INTENSIVE VACCINATI: 1.986 (70%)
  • TERAPIE INTENSIVE NON VACCINATI: 870 (30%)
  • DECESSI VACCINATI: 1.731 (79%)
  • DECESSI NON VACCINATI: 471 (21%)

https://www.byoblu.com/2022/01/15/luc-montagnier-fermiamo-subito-vaccinazione-di-massa/

credete ancora agli articoletti di Open? (Io sì, ed anche alla Ronzulli)

Fonte: https://www.mscbs.gob.es/profesionales/saludPublica/ccayes/alertasActual/nCov/documentos/Actualizacion_537_COVID-19.pdf (pag.14)

Anche Israele si ribella

Wow, il più grande ospedale di Israele attacca direttamente il Ministero della Salute dal sito ufficiale!

Traduzione dei punti principali: 

Omicron rappresenta un rischio minimo 

Nessun paziente Covid in terapia intensiva sotto ossigeno

La maggior parte dei “ricoveri Covid” non sono dovuti a Covid 

Test di massa e quarantene sono folli

Ha ragione Montaigner: Voi novax salverete l’umanità

“FERMIAMO SUBITO LA VACCINAZIONE DI MASSA”, L’APPELLO DEL NOBEL MONTAGNIER. CAMBIANO TUTTE LE CARTE IN GIOCO?

Dalle ore 15 alle ore 18, a Milano in piazza XXV Aprile, si è svolta infatti una importante manifestazione organizzata da “Per l’Italia” con Paragone-Italexit. Per la difesa dei diritti Costituzionali e contro la gestione dell’emergenza sanitaria del governo, e il Green Pass. Presenti diversi ospiti che sono intervenuti sul palco, tra questi l’ex pilota Marco Melandri e il dottor Donzelli. L’ospite più atteso è stato senz’ombra di dubbio il Premio Nobel Luc Montagnier. Di seguito la trascrizione del discorso:

Il discorso di Luc Montagnier

Ci sono delle immagini, straordinarie anche per me, di piccoli batteri anche a livello intestinale, che sono pieni di virus. E questo è un combattimento tra i batteri e il virus, che vanno sconfitti anche con l’alimentazione corretta e l’igiene. Non è soltanto il vaccino a curare, ma la combinazione di cure che eliminerà questa malattia. C’è stato un’enorme errore strategico, è stato sintetizzato qualcosa e isolato, un enorme errore di strategia. Contrariamente a quanto era stato detto all’inizio, questi vaccini non proteggono assolutamente, e questo sta venendo fuori piano piano. Questo è riconosciuto a livello scientifico da tutti oggi. Non sono soltanto gli esperimenti scientifici a dirlo, ma anche tutti i malati sui quali sono stati analizzati gli effetti a provarlo. Invece, di proteggere com’era stato detto, può addirittura favorire altre infezioni. La proteina che è stata utilizzata nei vaccini per questo virus è in realtà tossica, è un veleno. Il vaccino non è nato per uccidere, ma per proteggere e ci sono stati tanti morti, anche giovani sportivi che hanno problemi importanti, per colpa di questo vaccino. È un crimine assoluto dare oggi questi vaccini a dei bambini.

“Fermiamo la vaccinazione di massa”

Può causare anche malattie nervose al cervello, molto gravi. A causa di effetti a lungo termine di questo vaccino, ci sono tantissime persone che stanno morendo. Patologie neurologiche possono verificarsi anche a partire dalla prima dose, e non solo dalla seconda. Ancora oggi, nessuno può prevedere quante di queste persone che sono state vaccinate ora, avranno in futuro dei problemi neurologici importanti. Chiedo a tutti i miei colleghi di fermare assolutamente la vaccinazione con questo tipo di vaccino. I medici oggi sono perfettamente informati di quello che sto dicendo, e dunque dovrebbero intervenire subito perché ne va di mezzo il futuro dell’umanità. Tanti paesi si sono dimenticati delle cure, non esiste soltanto il vaccino, esistono dei farmaci che non sono stati utilizzati e che funzionano benissimo, come gli antibiotici.

“I non vaccinati salveranno l’umanità”

Dipende da voi, soprattutto dai non vaccinati che un domani potranno salvare l’umanità. Solo i non vaccinati, potranno salvare i vaccinati. Vaccinati che dovranno, in ogni caso, interpellare i centri medici per essere salvati. Bisogna evitare di ascoltare e di dare voce a chi non ha titolo di poterlo fare e lasciare parlare la scienza. Ripeto: sono i non vaccinati che potranno salvare l’umanità.

All’inizio le grandi multinazionali farmaceutiche erano molto interessate ai vaccini per una questione economica. Questo adesso li ha sorpassati e dobbiamo tornare al rispetto della verità scientifica. Bisogna seguire attentamente l’evolversi della situazione clinica, soprattutto dei vaccinati con 1, 2 o 3 dosi, perché ci sono studi scientifici che riguardano proprio gravi patologie al cervello. E bisogna sopprimere quella nebbia che si è abbattuta sulle notizie scientifiche. È importante che la medicina e la verità scientifica appaiano precise nei media e nel mainstream.

“La ricerca scientifica non si ferma”

Soprattutto per le persone che hanno altre patologie, come il cancro ad esempio,  è molto importante che non vengano vaccinate, perché c’è un alluminio che entra nelle cellule ed è super cancerogeno ancora di più e quindi invece di  curare i malati li fanno morire ancora prima. La ricerca continua, e anche io con tutta la mia équipe continuo a fare ricerche su questo virus. La ricerca non si ferma, non siamo ancora arrivati al dunque.

L’uomo vincerà se si concentra sulla legge della natura e solo su quella. Ogni cittadino è libero e deve seguire anche le idee politiche, approfittate delle prossime elezioni per esprimere il vostro parere.

Cosa direi a un giovane oggi? Dovete assolutamente agire, ognuno di voi, e trovare la verità nascosta dietro le menzogne. Viva la libertà”.

Queste le parole di Luc Montagnier nella lunga giornata di Milano.

Come  il Corriere della Sera  ha dato  la notizia:

Montagnier, le follie antiscientifiche del premio Nobel: «I non vaccinati salveranno l’umanità»

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di Stefano Montefiori

La parabola del professore che isolò il virus dell’Hiv. Oggi gira l’Europa con l’assistente-compagna Suzanne ed è da anni un paria nella comunità scientifica internazionale

4757.- Covid, risarcimento per medici senza protezione: sentenza Spagna

Per l’Italia, ricordiamo la sentenza N. 307/1990 della Corte Costituzionale sui risarcimenti da obblighi o anche semplici raccomandazioni vaccinali.

12 gennaio 2022

La decisione a Valencia: fino a 49.000 euro per i medici contagiati e ricoverati. Quasi 50.000 euro di risarcimento ad alcuni dei 153 medici che in Spagna hanno affrontato la fase iniziale di pandemia covid senza le adeguate protezioni personali. La decisione di un giudice a Valencia attribuisce fino a 49.000 euro ai medici rappresentati nell’azione legale avviata da un sindacato di categoria.

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La notizia rimbalza dalla Spagna sulle principali testate internazionali, dal Guardian al Newsweek. Tra i 153 dottori, riceveranno 49.000 euro quelli che nei primi 3 mesi dell’emergenza sono stati contagiati durante il proprio lavoro e sono stati ricoverati. Chi ha dovuto lavorare senza adeguati dispositivi di protezione e non è stato infettato sarà risarcito con 5.000 euro. I medici costretti all’isolamento riceveranno 15.000 euro. Chi è risultato positivo ma non ha avuto bisogno di cure mediche otterrà 35.000 euro. La Comunidad Valenciana, che dovrebbe versare i risarcimenti, ricorrerà in appello.

4754.- Svolta in Spagna: il piano per trattare il Covid come una comune influenza

Da Il Giornale.it, di Alessandro Ferro, 10 Gennaio 2022

La Spagna è il primo Stato Ue a cambiare la visione della pandemia: basta con la conta di contagi e ospedalizzazioni. “La tratteremo come un’influenza comune”.

Svolta in Spagna: il piano per trattare il Covid come una comune influenza

La pandemia sta cambiando. Per questa ragione si cerca di cambiare il modo di vivere e convivere con il virus. È questa l’idea che circola in Spagna per voce del primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, che ha affermato come sia arrivato il momento di monitorare la pandemia in maniera diversa. “La Spagna mette a punto un sistema per monitorare il Covid come influenza comune”, titola il quotidiano El Pais. “Abbiamo le condizioni per aprire, gradualmente e con cutela, il dibattito a livello tecnico ed europeo, per iniziare a valutare l’evoluzione di questa malattia con parametri diversi da quelli che abbiamo fino ad ora”, ha affermato Sanchez in un’intervista alla radio Cadena Ser. Come si legge sul giornale spagnolo, I protocolli stanno diventando più permissivi e anche le restrizioni perchè la maggior parte di persone ormai hanno avuto contatti con virus e vaccini, li stanno proteggendo dalle forme gravi della malattia.

Trattamento “sentinella”

Il prossimo passo che ha in mente il governo spagnolo sarà quello di iniziare a curare le varianti del Covid in un modo più simile a quello che si fa con l’influenza: si smette di contare i casi e testare ogni minimo sintomo. L’obiettivo è osservare Sars-Cov-2 come una qualsiasi altra malattia respiratoria. Le autorità sanitarie spagnole stanno lavorando da mesi a questa transizione per mettere a punto un piano per abbandonare gradualmente la sorveglianza universale del covid e passare a quella chiamata “sentinella”, quello utilizzato per anni contro l’influenza. “Invece di denunciare ogni caso di Covid che viene rilevato nel Paese, cosa insostenibile nel lungo periodo, verrà scelto in modo strategico un gruppo di medici delle scuole primarie o dei centri sanitari, unito agli ospedali, per fare da testimoni”.

L’obiettivo sarà quello di creare un campione statisticamente significativo distribuito in punti chiave, come si fa con le indagini, che permetta di calcolare come si diffonde la malattia, la più lieve e la più grave, non più tramite un conteggio numerico dove sono inseriti tutti i casi ma un conteggio da cui vengano estrapolati i numeri più significativi. Scomparirebbe, quinti, la conta degli asintomatici e di chi non finisce in ospedale, per intenderci.

“Ci lavoriamo dal 2020”

Questa strategia è stata già pensata nell’estate 2020, all’indomani della prima tragica ondata di Covid-19 in tutto il mondo. Per ovvie ragioni, la Spagna non ha potuto attuarla (come nessun altro Paese al mondo) fino ad oggi. Un cambio di passo, però, è pronto. I responsabili del Centro per il Coordinamento delle Allerte e delle Emergenze Sanitarie (CCAES), quelli del Rapporto Allerte, dove sono rappresentati i tecnici di tutte le comunità autonome e quelli del Centro Nazionale di Epidemiologia (CNE) hanno in programma diversi incontri per discutere di questo cambiamento di filosofia: quando e come verrà attuato.

“Ora, data l’enorme trasmissibilità del covid, è una sfida molto grande rispettare rigorosamente i protocolli di sorveglianza universali, sta diventando impossibile”, spiega a El Pais Amparo Larrauri, capo del gruppo di sorveglianza per l’influenza e altri virus respiratori al CNE. “Infatti, i protocolli hanno già cominciato ad allentarsi e non sono più richiesti i test dei contatti diretti dei positivi se ad esempio non presentano sintomi”, sottolinea. “Di fronte a questa nuova realtà, stiamo lavorando al passaggio dalla sorveglianza universale a una sentinella di infezione respiratoria acuta lieve nelle scuole primarie e grave negli ospedali”. 

È chiaro che non può essere cambiato tutto dall’oggi al domani. “Abbiamo impegni internazionali – relativi alla notifica di tutti i casi – e i sistemi sentinella devono essere consolidati”, conclude Larrauri.

4709.- Quasi nessuna correlazione tra tasso di positività e livello di copertura vaccinale in Ue

Questo è l’Economist che lo ammette. Questi sono i morti totali, non “covid”, in eccesso della media dal 2020. Chi ha avuto meno morti di tutti ? La Svezia ! Chi più morti totali di tutti ? L’Italia ! (poi c’è l’Europa dell’Est un disastro, la loro sanità è terribile…)

Ammesso che si possano comparare i paesi, e su base quotidiana, i dati Covid_19 di Italia e UK di oggi 28 dicembre fanno riflettere: 1) Italia: 78mila contagi e 200 morti 2) UK (tutto aperto): 129mila contagi e 18 morti.

Analisi comparativa nei Paesi Ue

Sono stati analizzati i dati forniti dall’EDCD. I risultati più sorprendenti si ottengono comparando la situazione dei contagi in Romania (considerata dai media il worst case, per la sua scarsa copertura vaccinale), con quella dei Peasi più virtuosi. Si stanno studiando i dati sui casi di Covid in Europa.

Portogallo, Malta e Spagna (i 3 Paesi EU a maggiore copertura vaccinale) hanno registrato nelle ultime 2 settimane un tasso di positività maggiore del 43,35%, del 57,25% e del 24,97% rispetto a quello della Romania (copertura vaccinale pari alla metà dei 3 Paesi citati).

Per apprezzare ancora di più il risultato, considerate che la Romania è ritenuto (come detto) il Paese con la situazione sanitaria peggiore (Bassetti: in Romania, situazione disperata), mentre Spagna e Portogallo sono ritenuti esempi virtuosi per l’elevata copertura vaccinale.

Considerate altresì lo scarsissimo numero di terze dosi in Romania (nessun dato disponibile nel database ECDC), da contrapporre ai buoni risultati finora raggiunti da Portogallo, Malta e Spagna (21% in media), tra i primi a iniziare la somministrazione del booster.

Altro Paese ora considerato virtuoso è la Germania, alla luce del “successo” del lockdown dei non vaccinati. Ebbene, il tasso di positività in Germania è 10 VOLTE (+909%) maggiore di quello della Romania e più del TRIPLO (+236,81%) di quello della Bulgaria (cop. vacc. del 27,5%).

In pratica, i contagi corrono molto di più in Germania, nonostante le misure reclusive e la maggiore copertura vax, rispetto non solo a Romania e Bulgaria, ma anche alla Svezia, Danimarca e UK, dove viene concessa più libertà ai cittadini, indipendentemente dallo status vaccinale.

Non fa eccezione l’Italia che, nonostante la copertura vax doppia, il più alto numero di III dosi somministrate, greenpass sui luoghi di lavoro, e supergreenpass, registra un tasso di positività maggiore del 43,6% rispetto a quello della Romania.

Dall’analisi dei dati ECDC per 30 Paesi EU, non emerge nessuna correlazione (o meglio, lieve corr positiva) tra tasso di positività e livello di copertura vaccinale anti COVID19. I Piani vaccinali sono falliti. 

4515.- Un piano strategico per il Mediterraneo è la risposta ai flussi migratori.

Stiamo dicendo che sia l’Unione europea sia questo decantato Governo Draghi, sia la sua opposizione, stanno affrontando separatamente i problemi dello sviluppo dei Paesi africani del Fianco Sud allargato, cioè, del Mediterraneo e del Sahel e i flussi migratori. Draghi, partendo dalle politiche agricole, anche quelle comuni dell’Ue, dovrebbe proporre un confronto fra Italia, Francia e Spagna e, poi, almeno con Grecia, Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, per cooptare, infine, Israele, Turchia, Libano e – se Dio vuole – Libia. L’obiettivo potrebbe essere un’area mediterranea di Libero Scambio. Questo quadro consentirebbe di dare un senso e coordinare le politiche economiche ed energetiche del Mare Mediterraneo facendo fronte alle prossime aperture delle rotte commerciali dell’Artico. Consentirebbe anche di affrontare meglio l’azione di penetrazione della Cina.

Niente di nuovo!

Roma è ancora un cammino da seguire.

Verso l’area euromediterranea di produzione e di libero scambio

Il mercato comunitario è il primo importatore mondiale di prodotti agricoli e rappresenta l’obiettivo commerciale delle grandi aree di produzione agricole.
Il mercato comunitario è il primo riferimento di destinazione dell’export agricolo sia per l’Italia che per i Paesi terzi mediterranei (PTM). Entrambi subiscono la concorrenza delle aree emergenti. L’impatto della liberalizzazione potrebbe quindi essere consistente sotto il profilo dell’accesso ai mercati.

L’apertura di un’area di Libero Scambio fra i mercati mediterranei fa crescere le nostre e le loro economie; crea opportunità di investimento nei Paesi africani ed è l’unico vero contrasto possibile all’immigrazione incontrollata e sempre più incontrollabile, come gli avvenimenti di oggi sulle coste italiane e sui confini della Grecia e della Polonia dimostrano. Le cause della migrazione sono numerose e vanno da sicurezza, demografia e diritti umani fino al cambiamento climatico, ma ciò porta gli africani a emigrare è, senz’altro la mancanza di opportunità che fa capo all’attuale sistema di sostegni e di sfruttamento del Fondo Monetario Internazionale: un handicap per le economie africane, che ne limita lo sviluppo. L’Europa possiede le risorse tecnologiche e l’Africa è una terra ricca. Dobbiamo crescere! e l’Italia si faccia capofila di una politica Ue di stretta collaborazione sul piano diplomatico, militare ed economico fra i Paesi mediterranei. Solo una politica attiva dell’UE di libero scambio, di investimenti e di partenariato, attuata fra gli Stati dell’area mediterranea può raggiungere questo obiettivo.

Sbaglia chi vuole blindare ancor di più l’Unione Europea e chiede il blocco navale. Il blocco, sostenuto da alcune parti politiche, è inattuabile, guarda all’emergenza, ma non risponde a una visione aperta in tutti i sensi.

Questo non sta avvenendo, complice l’ignoranza che grava sulla politica. Per governare i flussi migratori dai paesi africani, infatti, è necessario comprendere le cause che li determinano. Quindi, va bene contenere il fenomeno migratorio, ma guardando alle cause e alle possibili soluzioni. L’apparente cecità dei governi europei, invece, avvantaggia i forti interessi delle multinazionali occidentali, ma anche della Cina che, dai primi anni Duemila, è diventato il principale attore in Africa, mirando a un approccio molto concreto: vale a dire, risorse naturali in cambio di infrastrutture essenziali, come strade, dighe, ferrovie, porti, investimenti negoziati a condizioni rischiose per chi li riceve. Va da sé che lasciare che la Cina si impossessi delle risorse e delle infrastrutture africane è un suicidio per l’Africa e per l’Europa.

Se dicessimo che i paesi europei e più in generale i paesi occidentali hanno un impatto sull’economia africana e, perciò, dobbiamo rimodulare le nostre economie coordinandole con quelle africane, saremmo sul giusto binario. Guardando al bilancio Ue, una buona metà è dedicata al sostegno all’agricoltura. Questo costituisce di fatto un freno alle esportazioni africane. Se ora dicessimo che gli agricoltori italiani, francesi, spagnoli devono limitare le loro produzioni per fare spazio a quelle dell’Africa bianca, saremmo accusati di eresia. L’obiettivo da proporsi, allora, è: “Portare gli imprenditori agricoli europei a investire sulle coste africane”. Gli imprenditori italiani hanno dimostrato di saperlo fare, e bene, al tempo delle colonie. L’importante è che, oggi, non arrivino per ultimi. Il Mediterraneo è la nostra storia.

“Aiutiamoci a casa loro”

Lo slogan “Aiutiamoli a casa loro” non sia soltanto un auspicio mosso dalla solidarietà tra stati, o dal mero interesse di ridurre i flussi migratori: impossibile! Lo slogan deve essere “Aiutiamoci a casa loro”. Bisogna e sottolineo “bisogna”, che i “canali” attraverso i quali devono essere gestiti questi aiuti (e i come) non devono essere intergovernativi perché la crescita si rivelerebbe sicuramente fragile, molto legata all’andamento dei mercati, sopratutto, a quelli delle materie prime (Ho presenti le condizioni del Mali, primo produttore mondiale di cotone); sarebbe facilmente frenata da fattori politici.

Bruxelles deve soltanto creare le condizioni affinché gli imprenditori europei, insieme alle istituzioni finanziarie, possano investire le loro risorse in partenariato con gli africani, con obiettivi comuni e con reciproco vantaggio. Ciò dovrebbe segnare il futuro dell’area mediterranea e del Sud Europa, ricordando che i processi di sviluppo sono, per loro natura, lunghi e complessi.

4288.- I vaccini Moderna ritirati fanno due morti in Giappone. Perché?

Due o due milioni che differenza fa? È un caffè amaro quello di stamattina. Alla fine, tirando le somme, nel nome della salvezza, ha prevalso il detto “mors tua, vita mea”: non importa quanti moriranno se si salveranno a milioni. “Muori prima tu!” direi.

È una strage, ma più ancora conta il danno procurato da questi colossi finanziari alla società, alla morale delle istituzioni: non solamente della sanità, ma di tutte, dalla politica, alla sicurezza, ai media.

Quando si ragiona su grandi numeri, purché ci sia profitto, vale tutto e il contrario di tutto: si salvano vite e si procura la morte. Semplice, il denaro non ha un’anima, ma tutto corrompe. La finanza non è più uno strumento, ma è un tumore, a suo modo innocente, perché capisce soltanto le leggi del suo profitto e, senza il profitto, muore.

Il progresso, che ha messo tutto a fattor comune, ha fatto di questa umanità un gigante debole, senza morale, che manda messaggi senza amore, neppure per i propri figli. Abbiamo dato enfasi ai principi e trascurato le loro tutele.

Le Big Pharma hanno deviato dalla loro missione. La colpa è nostra, ma devono essere nazionalizzate. È impossibile farsi dominare da simili mostri. Nessuna sanzione sarà abbastanza per i nostri e per i loro vertici. Punto!

IL FATTO. Alcune dosi erano contaminate da particelle metalliche, da cosa e perché?

L’articolo di Scenari economici, postato da Giuseppina Perlasca ieri 28 Agosto 2021

I vaccini Moderna ritirati fanno due morti in Giappone

Due persone sono morte in Giappone dopo aver ricevuto dosi del vaccino Moderna da un lotto che è stato sospeso in via precauzionale dopo che alcune delle fiale sono state contaminate con materiale estraneo sconosciuto.
Le vittime erano uomini sulla trentina, ognuno dei quali ha ricevuto la sua seconda dose di Moderna da uno dei tre lotti di produzione sospesi giovedì, ha detto sabato il ministero della Salute. Sono in corso le indagini sulle cause dei decessi.

Il lancio in Giappone di oltre 1,63 milioni di dosi è stato interrotto dopo che il distributore nazionale del vaccino, Takeda, ha avvisato il governo del materiale estraneo scoperto in 39 fiale inutilizzate. Tutte le dosi contaminate sono state prodotte in uno stabilimento di Madrid gestito da un’azienda spagnola Rovi, che ha affermato che le fiale in questione appartenevano a un lotto spedito esclusivamente in Giappone.

La composizione della sostanza estranea non era immediatamente chiara. Tuttavia, il canale televisivo giapponese NHK ha riferito che alcune dosi erano contaminate da particelle metalliche, citando fonti del Ministero della Salute.

I vaccini dei lotti eventualmente contaminati erano stati inviati a 863 siti di vaccinazione in tutto il Giappone.

1,6 milioni di dosi di vaccino Moderna Covid ritirate in Giappone dopo che materiale estraneo trovato in alcune fiale.  Taro Kono, il ministro responsabile della campagna d’immunizzazione del Paese, ha dichiarato venerdì che sono già state effettuate più di 500.000 vaccinazioni utilizzando le dosi dei lotti in questione. “Non sembra che ci siano seri problemi di sicurezza a questo punto”, ha detto Kono.

Tuttavia, Moderna ha annunciato un’indagine sulla questione e il regolatore dei farmaci dell’UE, l’Agenzia europea per i medicinali (EMA), ha lanciato una propria indagine per determinare se l’offerta europea è stata influenzata.

4010.- Un’altra invasione, un altro naufragio, ma l’Europa non può accogliere l’Africa

6mila migranti dal Marocco a Ceuta. E un altro naufragio al largo di Sfax


I.Sol. martedì 18 maggio 2021. Da Avvenire.it

 Sulla spiaggia di Tarajal la Spagna ha schierato l’esercito e usato gas lacrimogeni contro i migranti arrivati via mare. 2.700 sono state rimpatriate. Davanti alla Tunisia almeno 24 dispersi6mila migranti dal Marocco a Ceuta. E un altro naufragio al largo di Sfax

Ma il salvatore di bambini è sempre lui?

L’esercito spagnolo è stato dispiegato a Ceuta, enclave spagnola in Marocco, in seguito all’arrivo di circa 6mila migranti dal Marocco, entrati via mare nelle ultime 24 ore senza che le autorità marocchine intervenissero. “L’esercito spagnolo è sul confine come deterrente, ma ci sono enormi quantità di persone sul lato marocchino pronte a entrare”, ha dichiarato Juan Jesus Vivas, presidente-sindaco di Ceuta, a radio Cadena Ser, parlando di “invasione”. 
Sulla spiaggia di Tarajal sono arrivati veicoli blindati e soldati inviati da Madrid. Nel frattempo, il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska ha dichiarato che 2.700 persone sono state rimpatriate sinora in Marocco. Ha promesso “tutte le misure necessarie” per metter fine alla crisi migratoria, assicurando che nessun minore dei 1.500 arrivati nell’enclave è stato rimandato indietro e la loro situazione sarà valutata. Secondo El Pais, il flusso di arrivi iniziato martedì è diminuito, ma via mare continuano ad arrivare persone, spesso con sintomi di ipotermia, fa sapere El Pais.

Stando al ministro dell’Interno, Fernando Grande-Marlaska, solo 86 persone migranti sono riuscite ad entrare nell’enclave spagnola in Marocco.

Reuters

Reuters

Naufragio a largo della Tunisia, almeno 24 dispersi

Almeno 50 migranti sono annegati in un naufragio al largo di Sfax mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo dalla Libia all’Italia. 33 persone migranti sono state salvate l’organizzazione umanitaria della Mezzaluna Rossa tunisina.
In un secondo momento il portavoce del ministero della Difesa della Tunisia, Mohamed Zekri, ha aggiunto che altre 33 persone sono state salvate dai lavoratori di una piattaforma petrolifera. La barca, ha spiegato, è affondata al largo di Sfax, dove navi della marina sono state inviate a cercare le persone disperse. 

Flavio Di Giacomo, portavoce dell’ufficio di coordinamento per il Mediterraneo dell’Oim, aveva in precedenza parlato di almeno 50 dispersi e solo 33 sopravvissuti, tutti provenienti dal Bangladesh.

Due imbarcazioni con 88 e 95 persone sono a rischio naufragio in zona Sar maltese. A lanciare l’allarme è Mediterranea Saving Humans, spiegando che le due imbarcazioni “distano l’una dall’altra solo 15 miglia nautiche e il mercantile Maridive 230 è a sole 10 miglia nautiche distante da entrambe”. 
“Forte vento, onde alte e mancanza di acqua e cibo da due giorni richiedono un soccorso urgente”, aggiunge l’ong.

Nelle ultime settimane si sono verificati annegamenti al largo delle coste tunisine, con un aumento della frequenza dei viaggi in Europa dalla Tunisia e dalla Libia verso l’Italia a causa del miglioramento del tempo.

Più di 60 migranti sono morti nelle ultime settimane in incidenti simili al largo delle coste tunisine.
L’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Acnur, afferma che quest’anno meno di 23.500 persone hanno attraversato il mare verso l’Europa, con la maggior parte dei nuovi arrivati ​​che sbarcano in Italia e Spagna dalla Tunisia e dall’Algeria.
L’Acnur stima che 633 persone siano morte o disperse in transito quest’anno.

Ansa

Ansa

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha annunciato che andrà nelle enclave di Ceuta e Melilla, dopo che circa 6mila migranti sono entrati in poche ore a Ceuta dal Marocco. Lo ha riferito El Pais. Sanchez, che ha informato il re Felipe VI della situazione, ha avvertito il Marocco che la Spagna difenderà le frontiere nazionali: “Saremo fermi di fronte a qualsiasi sfida, di fronte a qualsiasi eventualità e circostanza”.
Voglio comunicare a tutti gli spagnoli e in particolare a quelli che vivono a Ceuta e Melilla che ristabiliremo l’ordine il più rapidamente possibile“, ha detto Sanchez in conferenza stampa.

“L’integrità di Ceuta come parte della nostra nazione, la nazione spagnola, la sua sicurezza e la tranquillità dei nostri compatrioti e residenti sono garantite dal governo spagnolo con tutti i mezzi disponibili”, ha aggiunto. “In qualità di presidente del governo, ho sempre creduto fermamente che il Marocco sia un paese partner, amico della Spagna, e dovrebbe continuare ad essere così. La cura delle nostre relazioni è sempre stata parte della politica estera spagnola, anche del mio governo. E così dovrebbe continuare a essere. Il mio desiderio è rafforzare ulteriormente questo rapporto di amicizia”, ha aggiunto Sanchez.

Perché è esplosa la crisi umanitaria a Melilla?

Il ministero degli Esteri spagnolo ha convocato l’ambasciatore del Marocco in Spagna Karima Benyaich, dopo l’arrivo massiccio di migranti nelle ultime ore nell’enclave di Ceuta. L’ambasciatrice del Marocco in Spagna ha avvertito Madrid che “ci sono azioni che hanno conseguenze”, nel giorno in cui migliaia di migranti hanno superato la frontiera marocchina e sono entrati nelle enclavi spagnole in Nord Africa di Ceuta e Melilla. La dichiarazione di Benyaich, rilasciata a Europa Press, appare un’allusione all’accoglienza offerta da Madrid a Brahim Ghali, il capo del Fronte Polisario, la milizia che contende al Marocco il Sahara Occidentale, ricoverato a Logrono per curarsi dal Covid-19. “Ci sono azioni che hanno conseguenze e bisogna assumersene la responsabilità”, ha dichiarato Benyaich. “Ci sono atteggiamenti che non si possono accettare”, ha aggiunto la diplomatica, la quale ha sottolineato come le relazioni tra “nazioni vicine e amiche” debbano basarsi sulla “fiducia reciproca, che va costruita e alimentata”. Benyaich ha poi definito “inusuale” la rapidità con la quale è stata convocata e non ha escluso di poter essere richiamata a Rabat, in Marocco, per consultazioni.

La crisi migratoria si somma dunque a quella diplomatica scatenata dall’accoglienza in Spagna del leader del Fronte Polisario, Brahim Ghali, ricoverato a per essere curato dal Covid. Il governo spagnolo aveva addotto spiegazioni di carattere umanitario che però non hanno soddisfatto Rabat che l’8 maggio scorso aveva minacciato di trarre le conseguenze di quanto accaduto e aveva contestato il mancato preavviso.

Dal canto suo il governo spagnolo nega che il Marocco abbia aperto le frontiere ai 6mila migranti che si sono riversati a Ceuta come rappresaglia per aver concesso a Brahim Gali, leader del Fronte Polisario, malato di Covid, di curarsi in Spagna. Lo scorso 27 aprile il ministero degli Esteri di Madrid aveva confermato di aver accolto “per ragioni umanitarie” il capo dei miliziani che contendono al Marocco la regione del Sahara occidentale. Il ministro responsabile delle politiche migratorie, Josè Luis Escriva, ha assicurato che l’arrivo dei migranti non ha nulla a che vedere con il ricovero di Ghali in un ospedale di Logrono. “Le autorità marocchine dicono che non c’è una relazione e io suppongo che credano in quello che dicono”, ha affermato il ministro, il quale ha assicurato che le autorità marocchine avevano collaborato per evitare che venisse superato il muro di Melilla.

Il consiglio dei ministri spagnolo ha approvato il versamento di 30 milioni di euro al Marocco per sostenerlo nel contrasto all’immigrazione illegale. La somma, si legge su El Pais, era già stata stanziata ma il via libera al versamento è arrivato solo oggi, mentre Ceuta è esplosa una crisi umanitaria con 6mila richiedenti asilo giunti nelle ultime 24 ore. Gli aiuti sono destinati a finanziare i costi di pattugliamento e vigilanza delle frontiere marittime e terrestri. Il Marocco sottolinea spesso di non avere mezzi sufficienti per contrastare i flussi migratori irregolari e chiede spesso sostegno economico. Rabat stima in 434 milioni di euro i costi annuali della lotta all’immigrazione clandestina. 

L’appello della commissaria europea agli Affari interni sulla gestione delle crisi migratorie

“Ieri almeno 6mila persone sono arrivate a Ceuta. Dobbiamo fare tutto il possibile per salvare vite ed evitare questi viaggi pericolosi. Abbiamo bisogno del nuovo Patto sull’immigrazione e l’asilo per gestire e salvare vite e mostrare solidarietà con i Paesi coinvolti. Come le 24 imbarcazioni con 2.100 migranti che sono arrivate a Lampedusa soltanto in due giorni la settimana scorsa. Almeno 600 erano minori non accompagnati. Chiedo agli Stati membri di aiutare queste persone e che si aiuti l’Italia con i ricollocamenti. Più di 600 persone sono morte quest’anno nel Mediterraneo”. Lo ha affermato la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, intervenendo nella plenaria del Parlamento Europeo.© RIPRODUZIONE RISERVATA

4006.- Perché la Spagna ha schierato l’esercito contro i migranti (e l’Italia no)

Premettiamo sempre che una immigrazione fuori controllo, alla Lamorgese, ma fosse solo lei! nuoce alla stabilità e all’ordine sociale degli italiani e degli europei e nuoce e nuocerà anche ai migranti, che solo in pochi possono e vogliono intraprendere un cammino di integrazione.

Queste considerazioni di Alessandro Cipolla sulla crisi di Ceuta che leggerete forniscono il destro alla discussione. I punti focali delle conclusioni sono: Il Governo Draghi, stando ai fatti e ai numeri, favorisce l’immigrazione clandestina e i porti italiani sono aperti alle ONG né più né meno come con il governo precedente. Il messaggio che si vorrebbe far passare è che la Spagna e il Marocco, come l’Italia e la Tunisia, hanno stipulato un accordo sui respingimenti, ma l’Italia e la Libia no. In particolare, tra Spagna e Marocco è in atto una crisi diplomatica perché la Spagna ha ricoverato in un suo ospedale il leader degli indipendentisti marocchini. In primo luogo, con tutta l’assistenza sanitaria data alla Libia, probabilmente a chiunque, con la Missione Ippocrate e a Roma, più che di crisi diplomatica, potremmo parlare di guerra. In secondo luogo, risultano oltre 785 milioni spesi dall’Italia per sostenere un accordo che, senza fermare le morti in mare, ha consentito il respingimento in Libia di 50 mila persone, di cui 12 mila solo nel 2020. … Senza disegnare nessuna soluzione di medio-lungo periodo per costruire canali sicuri di accesso regolare verso l’Italia e l’Europa. L’accordo Gentiloni – al Sarraj, del 2 febbraio 2017 tra i due Paesi, ufficialmente “Memorandum d’intesa sulla cooperazione nel campo dello sviluppo, del contrasto all’immigrazione illegale, al traffico di esseri umani, al contrabbando e sul rafforzamento della sicurezza delle frontiere tra lo Stato della Libia e la Repubblica Italiana”, è stato detto accordo della vergogna, perché la Libia non rispetta alcun diritto umano. Il rappresentante dell’ONU in Libia lo ha confermato proprio quando Mario Draghi il 6 e 7 aprile 2021 si è recato a Tripoli, fra l’altro, per continuare a chiedere il blocco delle partenze dei migranti via mare. Il rapporto dell’ONU parla di torture, stupri e uccisioni, di mercato delle vacche della politica interna e lo dimostra il fatto che il nuovo presidente non riesce ad affermarsi nemmeno con le tangenti. Ricordiamo che l’accordo si raggiunse “nell’ambito della crisi europea dei migranti e della seconda guerra civile in Libia e prevedeva che il governo italiano fornisse aiuti economici e supporto tecnico alle autorità libiche (in particolare alla Guardia costiera), nel tentativo di ridurre il traffico di migranti attraverso il Mar Mediterraneo, mentre in cambio la Libia si impegnava a migliorare le condizioni dei propri centri di accoglienza per migranti”. Sulla Guardia costiera libica e sulle sue collusioni con i trafficanti di uomini molto si è scritto e, di recente, un nostro motopesca è stato fatto segno a raffiche di mitra da una delle motovedette ex Guardia di Finanza che gli donammo. L’accordo, volto al contenimento delle partenze dei migranti, anziché essere aggiornato, si è rinnovato automaticamente per altri tre anni. Le considerazioni che ne possiamo trarre sono che la politica estera è una cosa seria; che dove non c’è stato, non c’è legge e vale l’uso della forza; che non soltanto di una crisi diplomatica con la Libia, dobbiamo parlare, ma di sospensione di ogni forma di cooperazione e di schieramento dell’Esercito e della Marina Militare, senza guardare in faccia a nessuno, libico, turco e trafficante che sia. Diversamente e fino a prova del contrario, così ci piace. Una ultima nota: Erdogan sarà, anzi è, un dittatore, ma conosce quali sono gli interessi in politica estera del popolo turco. Sulla questione democratica, invece, ultimamente non si può dire che i turchi debbano invidiare gli italiani.

La Spagna ha messo in campo l’esercito per riportare in Marocco i migranti arrivati nell’enclave di Ceuta: ecco perché Madrid lo può fare e l’Italia invece no con chi sbarca sulle nostre coste.

Perché la Spagna ha schierato l'esercito contro i migranti (e l'Italia no)

 Di Alessandro Cipolla, Money.it , 19 Maggio 2021

La Spagna ha messo in campo anche l’esercito per fronteggiare gli arrivi record di migranti a Ceuta. Più della metà delle 8.000 persone che hanno varcato il confine, facendo a nuoto i 500 metri che dividono il Marocco dall’enclave di Madrid, sono stati rimandati già indietro.

Emblematica è la foto del neonato salvato in acqua da un membro della Guardia Civil, visto che sarebbero oltre 1.500 i minori giunti a Ceuta. Tutto nasce da un’autentica crisi diplomatica tra la Spagna e il Marocco.

Il Governo marocchino infatti si è detto più che irritato dal ricovero causa Covid in un ospedale spagnolo di Brahim Ghali, leader degli indipendentisti della Repubblica Democratica Araba dei Sahrawi.

Rabat così potrebbe aver in qualche modo permesso l’arrivo in massa di migranti a Ceuta come in una sorta di ritorsione verso la Spagna, con Madrid che per tutta risposta ha schierato l’esercito a Ceuta per mettere in pratica i respingimenti.

La decisione da parte del Governo spagnolo, guidato dal socialista Pedro Sanchez, in qualche modo cozza con l’obbligo di accoglienza messo in atto dall’Italia quando si verificano sbarchi sulle nostre coste.

Dal punto di vista normativo, l’azione della Spagna è comunque legittima. Nel 1992 Madrid infatti ha siglato con il Marocco un accordo che prevede che i migranti di qualsiasi nazionalità provenienti dal paese africano, possono essere rimandati indietro entro un massimo di dieci giorni.

Da allora i respingimenti sono quindi la prassi, ma questa volta il clamore è dovuto al numero record di afflusso di migranti in poche ore. Non sono mancate però negli anni le critiche da parte di diverse organizzazioni imanitarie, ma una sentenza dello scorso novembre da parte della Corte Costituzionale iberica ha ribadito la legittimità delle espulsioni.

L’Italia questo non lo può fare per i migranti provenienti dalla Libia, che non viene considerata dall’UE un porto sicuro, anche perché manca ancora un accordo del genere con Tripoli: in ballo c’è solo il memorandum del 2017 voluto dall’ex ministro Minniti.

Un accordo bilaterale invece lo abbiamo con la Tunisia, tanto che nel 2019 circa 7.000 migranti sono stati rimpatriati tramite aereo, ma considerando anche i confini nostrani (marittimi e non terrestri) non è possibile per noi schierare l’esercito per respingere chi prova a entrare in Italia.

3962.- Ristoranti e coprifuoco: le riaperture nel resto d’Europa

Oggi, 27 aprile, la maggioranza aritmetica che sostiene il Governo ha bocciato l’Ordine del giorno di Fratelli d’Italia che chiedeva l’abolizione del coprifuoco. La Lega Salvini si è astenuta e si riserva una trattativa a maggio, peraltro prevista. Troppi galli nel Centro Destra! Più o meno, tutte le nazioni europee stanno seguendo dei confinamenti parziali. A Mosca non è in vigore alcun coprifuoco. È stato rimosso a fine gennaio.

25 Aprile 2021, di First Online

L’Italia ha riaperto gradualmente dal 26 aprile, ma come si muovono i nostri partner? Via libera in Uk, cauta la Germania, la Francia riparte a metà maggio.

Ristoranti e coprifuoco: le riaperture nel resto d’Europa
Centri sociali e ANPI sono esclusi dal coprifuoco?

Sulle riaperture l’Europa procede in ordine sparso. L’Italia, come è noto, ha iniziato una graduale riapertura di bar, ristoranti e negozi non essenziali a partire da ieri lunedì 26 aprile, ma non ovunque (solo nelle Regioni gialle, quindi qualcuna rimane fuori) e confermando comunque il coprifuoco alle 22, oltre che tutti i protocolli di sicurezza e l’utilizzo solo degli spazi aperti per bar e ristoranti. Ma come si stanno regolando invece i nostri partner (o ex partner) europei?

REGNO UNITO

Il Regno Unito è il Paese più avanti di tutti, grazie soprattutto ad una campagna di vaccinazione che è stata finora molto più veloce: nel Paese di Boris Johnson oltre il 16% della popolazione (circa 67 milioni) ha già ricevuto la seconda dose, e durante la campagna è stato imposto un rigido lockdown che si è chiuso lo scorso 11 aprile. Dal 12 aprile, dunque, in Inghilterra e in Galles tutti i negozi, compresi i pub che erano rimasti chiudi dal 4 gennaio, hanno potuto riaprire le saracinesche. Un po’ più cauta la Scozia, che ha aspettato come l’Italia il 26 aprile, mentre l’Irlanda del Nord riaprirà entro il 30. In Uk la riapertura è totale: non c’è coprifuoco serale, rimane il divieto di assembramenti.

GERMANIA

Approccio diverso per la Germania, dove la campagna vaccinale ha già raggiunto (almeno con una dose) la metà della popolazione over 60, ma il virus continua a far paura. Al momento il Paese è già parzialmente aperto, ma proprio pochi giorni fa il Parlamento ha approvato nuove misure d’emergenza che saranno valide fino al 30 giugno. Si tratta in particolare del cosiddetto “freno d’emergenza”, cioè ogni qual volta in una data regione si registrerà un’incidenza settimanale superiore a 100 nuovi contagi per 100 mila abitanti per 3 giorni di seguito, verranno chiusi negozi, strutture per il tempo libero e verrà introdotto un coprifuoco dalle 22 alle 5. A partire da 150 nuovi contagi dovranno chiudere anche i piccoli esercizi, mentre da 165 in su toccherà a anche scuole e asili nido.

Anche lo sviluppo della medicina territoriale in Germania fa la differenza

In Germania il 22% degli 83,2 milioni della popolazione è stato vaccinata due volte e il 7% una volta. Il 95,3% dei 25,5 milioni di dosi consegnate domenica 18 aprile sono state iniettate entro giovedì 22. La quota maggiore è coperta dal “Comirnaty”, preparato di Biontech/Pfizer, che è il preparato più diffuso, con circa 17,6 milioni di dosi. Sono state inoltre consegnati quasi sei milioni di dosi di “Vaxzevria”, il preparato di Astrazeneca, e 1,9 milioni di dosi di “Covid-19 Vaccine” di Moderna. Fonte Istituto Robert Koch, 23 aprile 2020.

FRANCIA

La Francia è il Paese con la strategia più simile all’Italia, anche se rimandata di qualche settimana. L’obiettivo è riaprire gradualmente a partire dal 15 maggio, ma il presidente Emmanuel Macron non lo ha ancora ufficializzato anche se a marzo aveva promesso di dare un segnale in quella data. Già da prima però, da ieri 26 aprile, si è torneti alla scuola in presenza per asili ed elementari, e poi dal 3 maggio toccherà alle scuole superiori, con la possibilità per queste ultime di proseguire parzialmente a distanza. Il 15 maggio oltre a ristoranti ed a negozi non essenziali dovrebbe toccare anche ai musei. Il coprifuoco in Francia è particolarmente severo: deciso su base regionale, è in vigore dalle 19 alle 6. Quanto ai vaccini, giovedì 22 aprile è stata superata la soglia dei 12 milioni di prime dosi somministrate. I francesi sono 65 milioni. Circa il 20%.

SPAGNA

In Spagna l’8% della popolazione (46,9 milioni) ha già ricevuto la seconda dose di vaccino anti-Covid, quindi circa 3,8 milioni di persone. Le restrizioni sono spesso decise su base regionale, ma a livello nazionale pure in Spagna si respira aria di “liberi tutti”: il premier Pedro Sanchez ha già annunciato che lo stato d’allarme per la pandemia, approvato a ottobre 2020, scadrà il 9 maggio e non sarà rinnovato. Già da qualche settimana bar e ristoranti hanno avuto la possibilità di riaprire, anche se è tuttora in vigore il coprifuoco dalle ore 23 alle ore 6.

ALTRI PAESI E COPRIFUOCO

In ordine sparso anche gli altri Paesi, soprattutto sul coprifuoco che è un tema che sta molto dividendo in Italia e non solo. In Austria è dalle 20 alle 6, ma è scaduto o scade tra il 24 aprile e il 2 maggio, a seconda delle regioni. In Belgio è dalle 22 come in Italia, e lo sarà fino all’8 maggio. In Olanda il coprifuoco dalle ore 22 terminerà domani 28 aprile, mentre in Portogallo negozi e centri commerciali sono aperti fino alle 21, bar, ristoranti e pasticcerie fino alle 22,30, facendo decadere di fatto il precedente coprifuoco che era in vigore dalle 22 alle 5. Più restrittiva la Romania, che al contrario ha deciso di recente di anticipare la chiusura alle 20. Liberi tutti in Russia, dove non è in vigore alcun coprifuoco. A Mosca è stato rimosso a fine gennaio dal sindaco, con totale libertà di riapertura di ristoranti, bar e locali notturni.

ALLORA, PARLIAMO DI RUSSIA

La Federazione Russa è la nazione più grande del mondo e contava 144,4 milioni di abitanti nel 2019.

Da Sicurezza Internazionale -Luiss

“Il 23 marzo, le autorità russe hanno dichiarato che, nonostante la seconda ondata, non avrebbero indetto un secondo lockdown nel Paese. La vice primo ministro della Federazione Russa, Tatyana Golikova, ha spiegato, durante un’intervista al canale RT TV, perché il governo avesse deciso di prendere tale decisione. Golikova ha chiarito che una chiusura totale come quella del marzo 2020 sarebbe stata “un duro colpo” sia per l’economia, sia per i cittadini. Pertanto, è stato stabilito che la priorità assoluta è da attribuire alla campagna vaccinale e alla produzione di farmaci per garantire la copertura a tutti i cittadini. Durante l’intervista, Golikova ha sottolineato che, una volta ottenuta l’immunità di gregge, prevista entro agosto, il governo potrebbe valutare la cancellazione dell’obbligo di indossare la mascherina sia nei luoghi chiusi, sia in quelli aperti. Il giorno precedente, il 22 marzo, il ministro della Salute del Paese, Mikhail Murashko, aveva rivelato che la Russia prevede di vaccinare, entro la metà di giugno, oltre 30 milioni di cittadini.

Il calendario delle vaccinazioni in Russia è stato introdotto, il 16 dicembre 2020, dal Ministero della Salute. Tra i pazienti prioritari rientrano individui affetti da malattie croniche, il personale medico, scolastico e dei servizi sociali. A seguire, il vaccino spetta ai conducenti dei mezzi pubblici, agli ufficiali delle forze dell’ordine, ai volontari e al personale militare. La priorità di terzo livello è stata data ai funzionari pubblici, agli studenti maggiorenni e a persone soggette a leva militare. Successivamente, dopo aver vaccinato le categorie a rischio, il governo ha lanciato, il 18 gennaio, una campagna di vaccinazione di massa per tutti i restanti cittadini, i quali possono scegliere uno dei tre vaccini registrati nel Paese, lo Sputnik V, l’EpiVaCorona e il CoviVac.”

LA SITUAZIONE VACCINALE IN RUSSIA

La diffidenza verso la vaccinazione anti Covid è molto diffusa in Russia, circa un quarto dei russi.

L’articolo di Sicurezza Internazionale continua con la situazione dei vaccini sviluppati nella Federazione Russa. Ci interessa perché il PIANO NAZIONALE DI PREPARAZIONE E RISPOSTA A UNA PANDENIA INFLUENZALE 2006, al punto 7.2.3., prevedeva che in Fase di Allerta (non di Emergenza) bisogna:

  • Stimare il numero di dosi di vaccino pandemico necessaire a livello nazionale, in modo da garantire la prelazione;
  • identificare le modalità di approvvigionamento nazionale dei vaccini (numero di dosi nel periodo), la loro distribuzione e lo stoccaggio;
  • assicurare la capacità produttiva nazionale.
Il Gam-COVID-Vac (in russo: Гам-КОВИД-Вак, nome commerciale Sputnik V è un vaccino sperimentale. Utilizzando la strategia della doppia vaccinazione con vettori virali differenti, Sputnik V si è dimostrato efficace nel prevenire la malattia. Testato su più di 18mila volontari, ne è risultata un’efficacia superiore al 95%

“Il primo vaccino sviluppato in Russia è stato lo Sputnik V, nominato in onore del primo satellite sovietico inviato nello spazio. È stato scoperto dal Centro nazionale russo per l’epidemiologia e la microbiologia, il Gamaleya. Il presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, l’11 agosto 2020, ha annunciato l’approvazione normativa del vaccino. Con il 91,6 % di efficacia, confermata anche dai dati pubblicati, il 2 febbraio, dalla rivista scientifica The Lancet, lo Sputnik V si colloca tra i tre farmaci che garantiscono la protezione più alta contro il virus.

Il secondo, l’EpiVaCorona, è stato scoperto il 13 ottobre 2020 dal Centro di virologia e biotecnologia Vektor, situato a Novosibirsk. Il mese successivo, nel novembre 2020, il Ministero della Salute del Paese ha autorizzato a condurre gli studi su un massimo di 6.000 volontari con età superiore a 60 anni. I risultati positivi hanno permesso di iniziare la produzione di massa già a marzo. L’EpiVaCorona è un vaccino peptidico che, a differenza dello Sputnik V, non trasporta agenti biologici. Il farmaco è costituito da frammenti di proteine virali, anche noti come peptidi, che vengono sintetizzati artificialmente. Grazie ad essi, il sistema immunitario riconosce il virus e lo neutralizza.

Con il CoviVac, il numero di vaccini sviluppati dalla Federazione Russa è arrivato a tre. La registrazione è avvenuta prima del completamento della terza fase dei test a causa dell’emergenza sanitaria. Secondo la stampa russa, tale risultato è stato possibile grazie agli ottimi risultati raggiunti nelle prime due fasi di verifica. Il ministro dell’Istruzione e della Scienza russo, Valery Falkov, ha annunciato, giovedì 25 marzo, l’avvio della produzione del CoviVac.”

2682.- GUERRA CIVILE IN SVEZIA, MA È UN SEGRETO!

Alejandro Augusto Stephan Meran, il 29enne dominicano la belva nera che ha sparato ammazzando due poliziotti a Trieste

Stoccolma è stata scossa da tre esplosioni in una notte la scorsa settimana. Ma le esplosioni non hanno nemmeno fatto notizia. Con l’aumento della violenza, il governo del paese sembra più preoccupato di minimizzare il problema invece di affrontarlo.
Tre esplosioni in una notte sarebbero notizie in prima pagina in qualsiasi città del primo mondo. Ma quando Stoccolma è stata svegliata da più esplosioni in una notte, la scorsa settimana, la trasmissione notturna dell’emittente nazionale SVT è stata silenziosa, relegando invece la notizia alla sua copertura web. Uno degli obiettivi, una chiesa siriana ortodossa, era già stato bombardato due volte l’anno scorso.
Ma in Svezia, le esplosioni non fanno più notizia. Nel 2018 ci sono stati 162 attentati denunciati alla polizia e 93 segnalati nei primi cinque mesi di quest’anno, 30 in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Il livello di attacchi è “estremo in un paese che non è in guerra”, Crimine Il commissario Gunnar Appelgren ha dichiarato a SVT l’anno scorso. L’uso delle bombe a mano è anche un fenomeno puramente svedese, senza che nessun altro paese in Europa ne riferisca l’uso a un livello simile, ha detto un responsabile della polizia alla radio svedese nel 2016, un anno dopo che gli attacchi sono stati registrati per la prima volta.

Le granate usate provengono quasi esclusivamente dall’ex Jugoslavia e vengono vendute in Svezia per circa $ 100 al pezzo. Ma mentre nel Kosovo sono state lanciate solo tre bombe a mano tra il 2013 e il 2014, in Svezia dal 2015 sono state utilizzate più di 20 ogni anno.

Più in generale, gli omicidi sono aumentati in Svezia, con oltre 300 sparatorie riportate l’anno scorso, che hanno causato 45 morti. Sebbene i tassi di omicidi fossero in calo dal 2002, hanno iniziato di nuovo a crescere nel 2015, così come gli stupri e le aggressioni sessuali, che sono più che triplicate negli ultimi quattro anni.
Non chiedetevi perché.

Un recente studio dell’Università di Difesa svedese ha messo in guardia sul fatto che il sistema giudiziario svedese non è attrezzato per sorvegliare le società parallele che si sviluppano nei quartieri degli immigrati, e il quotidiano Dagens Nyheter ha sottolineato che il 90 percento degli autori di spari in Svezia appartiene alla prima o alla seconda generazione di immigrati.

Non ve lo dicono, ma in Francia la guerra civile c’è già.
Parigi: una quindicina di migranti appicca incendio per tendere agguato ai vigili del fuoco che sono stati bersagliati con proiettili e molotov, insieme ai poliziotti arrivati in loro aiuto.


A Barcellona, le belve vestono i panni della polizia, come a Parigi.


E in Italia?
Per ora, Alejandro Augusto Stephan Meran, il 29enne dominicano la belva nera che ha sparato ammazzando due poliziotti a Trieste si è fatto girare le palle in carcere e ha lanciato una “lavatrice” contro le guardie penitenziarie.
PREPARATEVI !