La storia insegna che le frange estremiste non sono né di destra né di sinistra e comodano, invece, e spesso sono pilotate dal potere. Si parla da mesi di un piano eversivo potenzialmente mortale per la democrazia tedesca e per tutta l’Unione Europea. Gli elementi a capo di questa estrema destra tedesca sono rimasti nell’ombra, le prove della macchinazione sono sparite e, allora, mi chiedo: a chi fanno capo e quale il loro vero obbiettivo? Per converso, mi chiedo anche: Possiamo parlare veramente di democrazia in Europa? È vero o no che la BCE, che detta il ritmo dell’economia, quindi, della politica degli stati membri è una banca centrale privata; che la Commissione è obbediente ai poteri finanziari globalisti? In che rapporto con i valori e gli stati sociali dei popoli europei si pone la politica di austerità? La destra estremista, tutti gli estremismi, non hanno spazio nel sentire di noi cittadini, ma la crisi politico-sociale che attraversa l’Unione ben può sfociare in un conflitto civile se non si trovano la forza e gli uomini capaci di imprimere una svolta alla governance finanziaria, di nominare una costituente che rimetta al centro del sistema i cittadini; che garantisca di poter manifestare per i propri diritti senza dover scendere nelle strade ed essere mutilati o, peggio, uccisi. La violenza della repressione contro i Gilet Jaunes dice di no. Vedremo quale sarà la risposta il 26 maggio. Mario Donnini
L’articolo di Andrea Gaspardo, del 25/02/2019, per DifesaOnline :
“Con il procedere del tempo, la crisi politico-sociale che sta interessando la Germania ha cominciato ad evolversi in qualcosa di molto pericoloso per la sicurezza e la stabilità dell’intera Europa. Uno dei fantasmi che disturbano il sonno dei decisori politici, sia Tedeschi che Europei in generale, è quello del ritorno al potere di quella destra estremista che, storicamente, aveva trovato terreno fertile di crescita proprio in Germania negli anni ’30 e ’40 del secolo scorso con l’avvento al potere del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori (NSDAP) guidato da Adolf Hitler.
Negli ultimi anni, l’estrema destra tedesca ha fatto nuovamente parlare di sé, e non solamente per i successi elettorali ottenuti sia a livello locale che federale dal partito AfD (Alternative für Deutschland – Alternativa per la Germania), ma anche per una serie di preoccupanti scandali riguardanti l’infiltrazione all’interno dell’istituzione che, più di ogni altra, dovrebbe rappresentare il baluardo della democrazia tedesca: la “Bundeswehr”, le “Forze Armate Federali”.
In verità, la Bundeswehr non è nuova a scandali di questo tipo; già nel corso della Guerra Fredda, l’istituzione militare si trovò sotto pesante scrutinio a causa della scoperta di reti clandestine legate al mondo della sinistra eversiva facente capo alle “Cellule Revoluzionarie” (Revolutionäre Zellen) oppure alla “Frazione dell’Armata Rossa” (Rote Armee Fraktion). Oggi, apparentemente, il pericolo viene da una direzione diversa.
Come anticipato dal magazine tedesco “Focus” nel novembre 2018 (v.link), a conclusione di un’inchiesta durata oltre due anni, la polizia ed i servizi segreti tedeschi sono “apparentemente riusciti” (il condizionale in questo caso è d’obbligo) a sventare un complotto neo-nazista all’interno delle forze armate che aveva il suo “epicentro” addirittura all’interno del “KSK Kommando Spezialkräfte” (il Comando delle Forze Speciali). Secondo l’investigazione della polizia, non meno di 200 membri del KSK (il 18% dell’intera unità!) sarebbero direttamente implicati in un piano eversivo chiamato in codice “Giorno X” che, anticipando un collasso politico-sociale del sistema paese, prevederebbe una sorta di “resa dei conti” interna durante la quale i commandos avrebbero dovuto individuare, sequestrare e giustiziare sulla pubblica piazza una lista di “nemici del popolo”, tra cui: l’ex-presidente Joachim Gauck, il leader del partito “Die Linke”, Dietmar Bartsch, il ministro degli esteri Heiko Maas, la vice-presidente del Bundestag, Claudia Roth (Partito dei Verdi) e molti altri politici, giornalisti ed attivisti dei diritti umani. Tuttavia, nonostante l’arresto e la confessione di alcuni “pesci piccoli”, è probabile che ben difficilmente le autorità potranno procedere contro la “truppa” perché, allertati da una spia presente all’interno del MAD (Militärischer Abschirmdienst), il Servizio di Controspionaggio Militare, sembra che i commandos siano riusciti a far sparire le prove più compromettenti a loro carico. Pare che il “simpatizzante neo-nazista” infiltrato nel MAD sia poi stato preso, ma non é sicuro che, ad oggi, sia intenzionato a collaborare.
La capacità che hanno dimostrato gli elementi dell’estrema destra tedesca di infiltrarsi all’interno dei corpi militari d’élite e dei servizi segreti dello stato tedesco e lo strabismo sinora dimostrato dalla politica e dall’opinione pubblica, non solo in Germania, ma anche nell’intera Europa nella corretta valutazione di un piano eversivo potenzialmente mortale per la democrazia non depongono a favore dello “stato di salute” delle istituzioni e dei mass-media del nostro continente.”
Foto: Bundeswehr