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4514.- Crisi migranti in Bielorussia, si rischia il conflitto armato. Lukashenko: “Non ci inginocchieremo all’Ue”

Una breve premessa. Questa crisi migratoria ai confini dell’Unione europea e della Polonia, è iniziata questa estate. Attualmente, sono circa 2 mila i migranti ora accampati al confine con la Bielorussia (quanti il Governo Draghi ne lascia sbarcare in Italia in due giorni). La Polonia li ha respinti a centinaia ma, alcuni di loro hanno varcato il confine. L’esercito polacco è determinato a “difendere i confini”, mentre Ursula von der Leyen, impotente, parla di sanzioni e fa vittimismo accusando il regime di Lukashenko di condurre un “tentativo disperato per destabilizzare l’Unione”. Questa crisi sembra sempre più una guerra ibrida fra Russia e NATO, con il presidente bielorusso Lukashenko, come attore e la von der Leyen come comparsa. Devo ricordare, però, che si svolge sul continente europeo, né in Russia né in America.

Da La Stampa, 9 Novembre 2021

Le forze dell’ordine e l’esercito polacco fronteggiano centinaia di migranti da Bielorussia a confine con Polonia.

«L’uso dei migranti da parte della Bielorussia come tattica ibrida è inaccettabile. La Nato è solidale con la Polonia e tutti gli alleati nella regione. La situazione 

«L’uso dei migranti da parte della Bielorussia come tattica ibrida è inaccettabile. La Nato è solidale con la Polonia e tutti gli alleati nella regione. La situazione grave». Questo è stato il monito lanciato nella giornata di ieri dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. La situazione, particolarmente tesa, ha visto nel pomeriggio la telefonata tra il presidente bielorusso Lukashenko e Vladimir Putin, che si sono detti preoccupati «per il dispiegamento delle forze regolari polacche al confine».

Cosa sta accadendo 

Parole arrivate dopo che circa duemila migranti si sono ammassati vicino al confine polacco per raggiungere l’Unione europea. Varsavia ne ha respinto l’ingresso e si è detta pronta a difendere i propri confini. «Usare migranti vulnerabili come parte di un attacco è al di là di ogni spregio. L’Ue non accetterà alcun tentativo di strumentalizzare i migranti» ha ribadito il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. La crescente tensione potrebbe sfociare in un conflitto militare: l’avvertimento arriva direttamente da Varsavia. «Ci aspettiamo una escalation di natura armata», ha affermato il portavoce del governo, Piotr Muller, secondo quanto riporta il quotidiano The Independent. Dall’altro canto Lukashenko ha detto: «Non ci inginocchieremo all’Ue».  

Al momento la situazione è piuttosto seria. Le forze di sicurezza bielorusse hanno «sparato colpi in aria, simulando situazioni pericolose» per destabilizzare ancora di più la situazione al confine con la Polonia. Lo ha detto il portavoce dei servizi speciali di Varsavia, Stanislaw Zaryn: «Sappiamo anche – ha aggiunto – che le autorità della Bielorussia stanno aiutando i migranti a distruggere le barriere al confine. Li vediamo portare loro gli strumenti per tagliare i cavi, per distruggere la recinzione». 

Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha poi aggiunto che: «La crisi dei migranti al confine bielorusso minaccia la stabilità e la sicurezza dell’intera Ue. Sigillare il confine polacco è nel nostro interesse nazionale. C’è il presidente russo Vladimir Putin dietro la crisi dei migranti. Il presidente bielorusso Alexander Lukashenko è l’esecutore dell’ultimo attacco, ma questo attacco ha il suo mandante a Mosca ed è Putin».

Video. Da La lettre Patriote.

La risposta dell’Ue

La commissione chiede ai 27 Paesi di colpire il regime di Lukashenko con un nuovo giro di sanzioni. La Polonia quest’anno ha registrato oltre 23mila ingressi illegali da Est, quasi la metà a ottobre. Berlino ha esortato Bruxelles ad agire e ad aiutare a fermare il flusso di migranti che attraversano illegalmente la Polonia dalla Bielorussia.

Per questa ragione il vicepresidente della Commissione Europa Margaritis Schinas «viaggerà verso i Paesi di origine e di transito dei migranti, per evitare che cadano nella trappola tesa dalle autorità bielorusse». Lo ha annunciato la vice portavoce capo della Commissione Europea Dana Spinant, durante il briefing con la stampa a Bruxelles. La presidente della Commissione Ursula von der Leyen ieri sera invece ha detto che l’Ue «capirà come sanzionare, anche includendole nella lista nera, le compagnie aeree di Paesi terzi attive nel traffico di esseri umani».

«Ora dobbiamo fare i conti anche con il traffico di essere umani sponsorizzato dagli Stati. Ed è ciò a cui assistiamo ora in Bielorussia. Una situazione senza precedenti» Sono le parole della commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johnasson. «È importante capire quanto sia nuova questa situazione: la Bielorussia è un Paese con zero pressione migratoria. È un Paese da dove le persone partono, non arrivano. Quello che vediamo è un regime disperato, illegittimo, che sta invitando le persone a venire» ha spiegato Johannson convinta che «bisogna fermare i voli verso Minsk per evitare che le persone finiscano in questa situazione».

«Vogliamo evitare una crisi umanitaria» ha rassicurato l’Unione Europea che sta valutando anche la posizione della Russia. «È nel nostro radar e valutiamo informazioni sul possibile ruolo di Mosca nella situazione alla frontiera tra l’Ue e la Bielorussia» ha fatto sapere il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna, Peter Stano. 

NATO contro Russia sulla pelle degli europei

Braccio di ferro Nato-Putin dietro la crisi bielorussa
Aleksandr Lukashenko e Vladimir Putin

Il caso Bielorussia-Polonia è ormai diventato un confronto tra Unione europea e Nato da un lato e Russia dall’altro. Aleksandr Lukashenko ha detto: “Non ci piegheremomo davanti all’Europa”. Siamo al muro contro muro e qualcosa potrebbe sfuggire di mano.

Aleksandr Lukashenko e Vladimir Putin hanno fatto sapere di aver già discusso della situazione al confine tra Bielorussia e Polonia nel corso di una conversazione telefonica nella quale sono stati toccati alcuni temi di cooperazione bilaterale, tenendo conto dei risultati della riunione del Consiglio di Stato supremo dello Stato dell’Unione tenutasi il 4 novembre. 

Ai migranti che vengono attirati in Bielorussia «viene promesso un facile ingresso nell’Ue e naturalmente loro lo usano, perché vogliono venire. Ma il regime fa loro credere che sia una cosa facile», il che fa parte «dell’approccio inumano, da gangster» di Aleksandr Lukashenko, che «inganna le persone con la falsa promessa di ingresso nell’Ue» ribadisce Stano.

Fin dall’inizio della crisi umanitaria in Bielorussia, compresa la repressione della società civile, «abbiamo evidenziato ripetutamente che il miglior approccio è quello internazionale» con i Paesi che hanno stessi valori. «Per questo reagiamo su scala internazionale e ci coordiniamo, anche sul piano delle sanzioni, con gli Usa e altri partner che hanno il nostro stesso approccio per moltiplicare l’effetto» dice il portavoce.

Chiesto lo stato di emergenza in Lituania 

Nel frattempo, il governo lituano ha chiesto al Parlamento di dichiarare lo stato di emergenza lungo il confine con la Bielorussia per un mese dalla mezzanotte. Lo stato di emergenza entrerebbe in vigore lungo il tratto di confine e per cinque chilometri verso l’entroterra, nonché nelle strutture di accoglienza dei migranti a Vilnius e in altre parti del Paese. La misura comporterebbe la limitazione del diritto dei migranti irregolari ospitati in Lituania di comunicare per iscritto o per telefono, salvo contattare le autorità del Paese. 

La presa di posizione francese

La Francia ha accusato la Bielorussia di tentare di destabilizzare l’Unione Europea organizzando un traffico di migranti alla frontiera. «Il regime alimenta un traffico di migranti teso a destabilizzare l’Unione Europea», ha affermato un portavoce della diplomazia francese ribadendo la solidarietà della Francia alla Polonia per questa crisi in corso con Minsk.

Il ministro degli esteri Russo: colpa dell’Occidente
La crisi dei migranti al confine bielorusso-polacco è stata provocata dalle attività dell’Occidente in Medio Oriente e dovrebbe essere risolta sulla base del diritto internazionale. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov. «Credo che questi problemi dovrebbero essere risolti nel pieno rispetto dei principi del diritto internazionale umanitario e, naturalmente, non dovremmo dimenticare la radice del problema», ha detto il ministro in conferenza stampa. «La radice e’ la politica condotta da anni dai Paesi occidentali, inclusa la Nato e gli Stati membri dell’Ue, nei confronti del Medio Oriente e del Nord Africa, spingendo perché lì ci fosse una vita e una democrazia migliore, in stile occidentale», ha denunciato Lavrov.

Germania all’Ue: aiutare la Polonia.

Stretta di Bruxelles su visti a funzionari bielorussi Varsavia: “sigilliamo i confini, sono in gioco la stabilità e la sicurezza dell’intera Ue” afferma il premier polacco. Stretta del Consiglio Ue: sospesa parzialmente l’applicazione dell’accordo Ue-Bielorussia relativo alla facilitazione del rilascio dei visti.

Centinaia di migranti dalla Bielorussia al confine con Polonia. Dice Varsavia: “Respinto attacco a confine” Bielorussia. Viktor Babarico, oppositore di Lukashenko, condannato a 14 anni di reclusione Bielorussia: americano che aveva partecipato all’assalto al Congresso chiede asilo politico a Minsk .

​La crisi diplomatica tra Bielorussia e Polonia a causa delle migliaia di profughi in fuga da Minsk mette in guardia l’Europa sul flusso indiscriminato di persone.  Il premier polacco affida a Twitter le sue intenzioni: “Sigillare il confine polacco è il nostro interesse nazionale. Ma oggi sono in gioco la stabilità e la sicurezza dell’intera Ue. Questo attacco ibrido del regime di Lukashenko è rivolto a tutti noi. Non ci faremo intimidire e difenderemo la pace in Europa con i nostri partner della Nato e dell’Ue”, scrive Mateusz Morawiecki.  Ancor prima il ministero degli Esteri polacco aveva chiesto l’immediata adozione di sanzioni da parte europea contro chiunque abbia avuto un ruolo nella crisi al confine. “Le sanzioni devono essere immediatamente imposte a tutti gli individui e le entità coinvolti in questo orribile attacco ibrido”, si legge ancora sul Twitter del ministero polacco.

Cosa dovremmo dire noi dell’invasione dell’Italia in atto?

Non si fa attendere la risposta di Minsk che respinge le accuse di Varsavia. “Il ministero della difesa bielorusso ritiene infondate e non comprovate le accuse da parte polacca”, si legge in un comunicato del ministero della difesa bielorusso che accusa la Polonia di aumentare la tensione “deliberatamente”.  

A sostenere Varsavia c’è però la Germania

La Germania rivolge un appello all’Ue dicendo che Minsk usa i profughi come “arma” contro l’Europa. “La Polonia o la Germania non possono gestire questo da sole”, ha detto al quotidiano Bild il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer. “Dobbiamo aiutare il governo polacco a proteggere la sua frontiera esterna – ha esortato – Questo sarebbe compito della Commissione europea, faccio appello perché agisca. La invito ad agire”.  Horst Seehofer ha, inoltre, sottolineato di voler appoggiare la decisione della Polonia di erigere un muro al confine con la Bielorussia. “Non possiamo criticarli perché proteggono i confini esterni dell’Ue”, ha affermato. “Non con l’uso delle armi ovviamente, ma con altri mezzi disponibili”, ha aggiunto il ministro. L’Ue accusa il presidente bielorusso Alexander Lukashenko di aver portato in aereo migranti dal Medio Oriente e dall’Africa a Minsk, capitale del suo Paese, per poi mandarli a piedi verso l’Unione europea come rappresaglia per le sanzioni imposte da Bruxelles per la repressione dell’opposizione in Bielorussia. Lukashenko, da parte sua, respinge questa accusa.

La Commissione europea

La presidente Von der Leyen ha invitato gli Stati membri dell’Ue a dare il via libera a nuove sanzioni. “La strumentalizzazione dei migranti per scopi politici è inaccettabile”, ha affermato in una nota. La commissione chiede ai 27 Paesi un’estensione delle sanzioni contro il regime di Minsk e ha sottolineato che l’Unione europea “L’Ue «capirà come sanzionare, anche includendole nella lista nera, le compagnie aeree di Paesi terzi attive nel traffico di esseri umani con la Bielorussia». La Germania ha visto arrivare dalla Polonia un numero sempre più elevato di rifugiati dalla Bielorussia: secondo le autorità tedesche nel solo mese idi ottobre sono stati quasi 5.000 gli arrivi e per questo Berlino ha risposto rafforzando i controlli alle frontiere e dispiegando ulteriori forze di polizia. La Polonia quest’anno ha registrato oltre 23mila ingressi illegali da Est, quasi la metà a ottobre. Berlino ha esortato Bruxelles ad agire e ad aiutare a fermare il flusso di migranti che attraversano illegalmente la Polonia dalla Bielorussia.

Per questa ragione il vicepresidente della Commissione Europa Margaritis Schinas «viaggerà verso i Paesi di origine e di transito dei migranti, per evitare che cadano nella trappola tesa dalle autorità bielorusse». Lo ha annunciato la vice portavoce capo della Commissione Europea Dana Spinant, durante il briefing con la stampa a Bruxelles.

«Ora dobbiamo fare i conti anche con il traffico di essere umani sponsorizzato dagli Stati. Ed è ciò a cui assistiamo ora in Bielorussia. Una situazione senza precedenti» Sono le parole della commissaria europea agli Affari interni, Ylva Johnasson. «È importante capire quanto sia nuova questa situazione: la Bielorussia è un Paese con zero pressione migratoria. È un Paese da dove le persone partono, non arrivano. Quello che vediamo è un regime disperato, illegittimo, che sta invitando le persone a venire» ha spiegato Johannson convinta che «bisogna fermare i voli verso Minsk per evitare che le persone finiscano in questa situazione».

Di questa crisi fra NATO e Russia attraverso i migranti non è chiara la paternità e ripropone una vecchio quesito: È nato prima l’uovo o la gallina?

«Vogliamo evitare una crisi umanitaria». Johannson ha rassicurato l’Unione Europea che sta valutando anche la posizione della Russia. «È nel nostro radar e valutiamo informazioni sul possibile ruolo di Mosca nella situazione alla frontiera tra l’Ue e la Bielorussia» ha fatto sapere il portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna, Peter Stano.