Archivio mensile:settembre 2022

5404.- La politica dei dem negli USA ha creato una situazione estremamente pericolosa che richiede misure urgenti

Northstream. Sei voli “FFAB123” tutti elicotteri MH60 sono arrivati il 2 settembre dalla USS Kearsarge seguendo esattamente la traccia di NorthStream! Più i voli “NEPTN11” e “THUNDER11”

I circuiti si sarebbero svolti sui luoghi delle esplosioni


“Con il passare dei giorni, l’esplosione delle linee dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2 nelle acque del Mar Baltico sta assumendo sempre più i contorni di un’operazione condotta dall’interno della NATO al preciso scopo di impedire una soluzione diplomatica della crisi ucraina e, in parallelo, di affondare definitivamente qualsiasi ipotesi futura di collaborazione in ambito energetico tra l’Europa e la Russia.

L’ex diplomatico indiano e commentatore M. K. Bhadrakumar ha spiegato in un articolo pubblicato sul suo blog Indian Punchline che, “qualunque sia il formato di un [potenziale] dialogo tra Europa e Russia”, al centro del negoziato ci dovrebbe essere “il ristabilimento delle forniture energetiche russe per mitigare la crisi economica europea”. Perciò, “chiunque abbia distrutto il Nord Stream ha colpito con perfetto tempismo”, uccidendo sul nascere, come accaduto ad aprile nei negoziati di Istanbul, ogni ipotesi diplomatica. “Questo atto odioso”, continua l’ex ambasciatore, “è stato condotto o sponsorizzato da un’entità statale e dimostra come in Occidente ci siano forze formidabili che vogliono prolungare il conflitto [in Ucraina]”. Queste ultime “faranno di tutto, a qualunque costo, per soffocare ogni scintilla di dialogo”.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, l’esplosione dei gasdotti che collegano Russia e Germania torna utile per alzare ancora di più il livello di isteria anti-russa”, … ACCUSANDO MOSCA!

da Michele Paris

  • Da Adnkronos

Nord Stream, scoperta quarta falla nei gasdotti

29 settembre 2022

Le fughe a pochi chilometri di distanza le une dalle altre. Mosca accusa: “Perdite in zona sotto controllo intelligence Usa”. Nuova fuga di gas, la quarta, dalle condutture di Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico. E’ quanto ha scoperto la Guardia costiera svedese, precisando che tre delle quattro falle all’origine delle fuoriuscite sono situate alla distanza di pochi chilometri le une dalle altre. “Attualmente due falle sono in acque svedesi, una più grande sovrastante Nordstream 1 e l’altra più piccola sovrastante Nordstream 2″, ha reso noto. Le due fughe di gas nella zona esclusiva economica svedese sono situate ad un miglio di distanza l’una dall’altra, ossia meno di 1,8 chilometri.

Le altre due perdite sono avvenute nell’area danese del Mar Baltico. Tra la falla più piccola in acque svedesi su Nordstream 2 e quella più vicina in acque danesi ci sono 2,6 miglia nautiche. Tutte e quattro sono situate in prossimità dell’isola danese di Bornholm. 

L’unità di intelligence della polizia svedese (Saepo) si è assunta l’incarico di indagare sulle fughe di gas e non ha escluso la possibilità che dietro al presunto sabotaggio ci sia “una potenza straniera”.

RUSSIA – Le falle ai gasdotti Nord Stream riguardano la zona economica esclusiva di Danimarca e Svezia, un’area sotto il pieno controllo delle agenzie di intelligence americane, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, parlando con Soloviev Live TV, ricordando che funzionari americani a Washington avevano sostenuto qualche tempo fa che NordStream 2 non sarebbe mai entrato in funzione. La portavoce ha chiesto quindi al presidente americano Biden di rispondere alla domanda se Washington abbia tradotto in pratica la sua minaccia il 25 e 26 settembre scorsi. 

“Parlando del luogo in cui è avvenuto l’incidente, ci sono state illazioni sul fatto che si trattasse di acque neutrali. Ma si tratta della zona economica esclusiva di Danimarca e Svezia, paesi centrati sulla Nato, pieni di armi di fabbricazione statunitense e che sono completamente controllati dalle agenzie di intelligence americane, che hanno l’intera controllo della situazione laggiù”, ha affermato.

DANIMARCA: NON È STATO INCIDENTE – Un sabotaggio “deliberato, non un incidente”. Si è espresso così il ministro degli Esteri della Danimarca, Jeppe Kofod, parlando con Sky News, di quanto avvenuto ai gasdotti NordStream. “E’ un fatto senza precedenti, non abbiamo mai visto questo genere di attacco o sabotaggio a infrastrutture energetiche europee cruciali – ha detto – Non la prendiamo alla leggera, è qualcosa su cui stiamo lavorando in stretto contatto con gli alleati Ue e Nato”.

MOSCA ACCUSA WASHINGTON – Mosca rilancia intanto le accuse a Washington per il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico. In alcune dichiarazioni affidate alla Tass, l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, insiste sulla necessità di un’inchiesta per chiarire i fatti e allude chiaramente a responsabilità di parte americana. “Registriamo i tentativi di alcuni legislatori americani di incolpare la Russia degli incidenti che sono sopravvenuti ai gasdotti NordStream 1 e 2”, afferma. “Forse hanno una vista migliore dall’alto di Capitol Hil. Ma se questo è il caso devono anche aver visto appena il giorno prima le attività delle navi da guerra americane esattamente sul luogo della rottura dell’infrastruttura russa. O notato droni ed elicotteri che sorvolavano la zona. O osservato le esercitazioni americane subacquee con esplosivi condotte nella stessa zona qualche tempo fa. E poi devono aver ricordato la promessa del presidente Biden di ‘mettere fine’ al progetto del NordStream 2”.

Nord Stream, Mosca accusa Washington e chiede di far luce sui fatti

29 settembre 2022

L’ambasciatore russo a Washington Anatoly Antonov insiste sulla necessità di un’inchiesta e allude chiaramente a responsabilità di parte americana. Cremlino: “Atto di terrorismo”.  Anatoly Antonov, prosegue: “Registriamo i tentativi di alcuni legislatori americani di incolpare la Russia degli incidenti che sono sopravvenuti ai gasdotti NordStream 1 e 2”. “Forse hanno una vista migliore dall’alto di Capitol Hil. Ma se questo è il caso devono anche aver visto appena il giorno prima le attività delle navi da guerra americane esattamente sul luogo della rottura dell’infrastruttura russa. O notato droni ed elicotteri che sorvolavano la zona. O osservato le esercitazioni americane subacquee con esplosivi condotte nella stessa zona qualche tempo fa. E poi devono aver ricordato la promessa del presidente Biden di ‘mettere fine’ al progetto del NordStream 2”. “Quello che a noi sembra ovvio è che chi riflette sull’incidente sembra dimenticare di porsi la domanda principale: a chi giova la rottura degli oleodotti? La risposta è davanti agli occhi”, sottolinea l’ambasciata per la quale non tollerando da tempo gli scambi commerciali decennali nel settore dell’energia tra Mosca e l’Europa, gli strateghi di Washington, “incapaci di offrire un’alternativa decente in materia di forniture affidabili e, non meno importante, a basso costo, di gas, gli Stati Uniti hanno deciso di far da parte la Russia come concorrente utilizzando metodi e sanzioni non di mercato”.

“Da parte nostra – aggiunge – insistiamo sulla necessità di un esame completo e obiettivo delle circostanze degli attacchi senza precedenti agli oleodotti russi. Per discutere di questo problema, la Federazione russa convocherà una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”.

”Un atto di terrorismo”. Così il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha parlato in conferenza stampa dei danni subiti dal gasdotto Nord Stream e alla conseguente perdita di gas. ”E’ davvero molto difficile immaginare che un simile atto terroristico possa avvenire senza il coinvolgimento di uno Stato”, ha affermato Peskov. ”Si tratta di una situazione estremamente pericolosa che richiede un’indagine urgente” e la ”collaborazione tra vari Paesi”, ha proseguito.

Nord Stream, Mosca apre inchiesta per terrorismo internazionale

28 settembre 2022

Svezia indaga per sabotaggio aggravato: “Non si può escludere che ci sia dietro una potenza straniera”. La Marina tedesca partecipa.

L’Ufficio del procuratore in Russia ha reso nota l’apertura di una inchiesta per terrorismo internazionale in relazione ai danni provocati da esplosioni ai gasdotti Nord Stream, rende noto l’agenzia turca Anadolu.

In Svezia i Servizi di sicurezza (Sapo) subentrano alla polizia nelle indagini sulla perdita di gas dei due gasdotti Nord Stream e aprono una inchiesta per sabotaggio aggravato in relazione alle esplosioni e quindi alle fughe di metano nel Mar Baltico. La decisione è stata presa perché quanto accaduto “può essere riconducibile a un reato grave che può, almeno in parte, essere diretto contro gli interessi nazionali svedesi”. “Non si può escludere che una potenza straniera sia dietro” quanto accaduto. La Sapo, insieme alla procura, ha in seguito precisato che l’inchiesta è attualmente aperta per “sabotaggio aggravato”. 

Dalla Germania il ministro della Difesa, Christine Lambrecht, ha annunciato oggi che la Marina tedesca parteciperà all’inchiesta sul presunto sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel mar Baltico. “Ora si devono chiarire rapidamente le circostanze di questo inquietante incidente e identificare i responsabili”, ha detto, sottolineando l’importanza strategica di questa infrastruttura per la Germania. Il portavoce del governo, Steffen Hebestreit, ha detto che Berlino parte dalla constatazione che “non ci possono essere cause naturali per questo incidente“. 

Più della metà del gas che era contenuto nei gasdotti Nord Stream è oramai disperso in mare, ha reso noto il direttore dell’agenzia per l’energia danese, Kristofer Bottzauw, denunciando che, secondo i calcoli effettuati dai tecnici dell’agenzia, l’impatto sul clima della fuga di metano equivale a un terzo di quello totale della Danimarca in un anno. Entro domenica le due infrastrutture si saranno svuotate completamente, ha aggiunto. Non ci sono rischi immediati per la salute della popolazione.

40 mila tonnellate di metano nell’atmosfera

La fuga di gas dal Nord Stream 1 e 2 ha portato la presenza di metano su Svezia e Norvegia a livelli record. Lo riferiscono i media svedesi e norvegesi, che parlano di ‘grande nube’ di circa 40 mila tonnellate di metano, come emerge dalle osservazioni svolte da diverse stazioni di terra della Icos (Integrated Carbon Observation System).  La nube, secondo le previsioni degli esperti, potrebbe arrivare anche in Italia, ma il presidente la Società italiana di medicina ambientale (Sima), Alessandro Miani dice “Non c’è nessun pericolo per l’uomo dalla nube di metano” generata dalla fuga di gas dai gasdotti Nord Stream, visto che inciderà anche se meno, una decina di anni, rispetto alle emissioni di anidride carbonica”.

Nord Stream, 007 Russia: “Prove coinvolgimento Occidente in attacchi”

30 settembre 2022

Secondo i servizi di intelligence russi “sta facendo di tutto per nascondere i veri autori e organizzatori di questo atto terroristico internazionale”

La Russia possiede “materiali” che dimostrerebbero un coinvolgimento dell’Occidente nelle esplosioni che hanno provocato una fuoriuscita di gas da Nord Stream 1 e 2. Lo ha dichiarato il capo dei servizi d’intelligence esterni russi (Svr), Sergei Naryshkin, citato dall’agenzia Tass.”Abbiamo già alcuni materiali che indicano il coinvolgimento occidentale nell’organizzazione e nell’attuazione di questo atto terroristico”, ha affermato. Naryshkin ha sottolineato che l’Occidente “sta facendo di tutto per nascondere i veri autori e organizzatori di questo atto terroristico internazionale”.E’ “molto probabile” che le falle nei gasdotti transbaltici Nord Stream 1 e 2 siano state prodotte “deliberatamente” ed è “molto improbabile che siano opera di soggetti diversi da uno Stato”, dato che “non sono state rilevate in anticipo”. Così il ministro svedese dell’Energia Khashayar Farmanbar, a margine del Consiglio straordinario a Bruxelles. L’episodio “deve essere visto nell’ambito dell’attuale situazione sotto il profilo della sicurezza”, aggiunge. Ora, conclude, “dovremo indagare bene su quello che è successo”.

“Abbiamo già alcuni materiali che indicano il coinvolgimento occidentale nell’organizzazione e nell’attuazione di questo atto terroristico”, ha affermato. Naryshkin ha sottolineato che l’Occidente “sta facendo di tutto per nascondere i veri autori e organizzatori di questo atto terroristico internazionale”.

E’ “molto probabile” che le falle nei gasdotti transbaltici Nord Stream 1 e 2 siano state prodotte “deliberatamente” ed è “molto improbabile che siano opera di soggetti diversi da uno Stato”, dato che “non sono state rilevate in anticipo”. Così il ministro svedese dell’Energia Khashayar Farmanbar, a margine del Consiglio straordinario a Bruxelles. L’episodio “deve essere visto nell’ambito dell’attuale situazione sotto il profilo della sicurezza”, aggiunge. Ora, conclude, “dovremo indagare bene su quello che è successo”.

Solo una volta che sarà “completata” l’indagine sulla natura delle esplosioni sarà possibile “determinare con certezza cosa sia successo”. A dichiararlo il segretario alla Difesa americano, Lloyd Austin, dopo un bilaterale alle Hawaii con il suo omologo filippino, Jose Faustino Jr.

Secondo quanto riferito dalla Cnn, Austin – che nelle scorse ore ha parlato con il ministro della Difesa danese Morten Bodskov – ha dichiarato di aver offerto al governo di Copenaghen “tutta l’assistenza che gli Stati Uniti possono fornire”.

“Fino a quando non avremo ulteriori informazioni o saremo in grado di fare ulteriori analisi, non speculeremo su chi potrebbe essere stato il responsabile”, ha aggiunto il segretario alla Difesa.

5403.- Il Kosovo serbo indipendente, sì, Zaporozhye e Kherson no!

30 settembre

Momento storico. La Russia ha riconosciuto l’indipendenza delle regioni di Zaporozhye e Kherson, oggi Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia sono entrati nella Federazione Russa dove gli ucraini parlano russo.

Putin: la Russia ha riconosciuto l’indipendenza delle regioni di Kherson e Zaporozhye.
Trama Referendum nel DPR:

Lenta ru 30 settembre 2022, Foto: Reuters, traduzione automatica


Il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che riconosce la regione di Kherson e la regione di Zaporozhye come territori indipendenti per l’ulteriore ammissione di queste regioni nella Federazione Russa. Lo afferma il relativo documento, riferisce TASS.

I documenti firmati il ​​29 settembre affermano che, in conformità con i principi e le norme generalmente riconosciuti del diritto internazionale, tenendo conto della volontà referendaria degli abitanti dei territori ucraini, l’indipendenza della regione di Kherson e della regione di Zaporozhye dovrebbe essere riconosciuto. I documenti costituiscono una formalità tecnica per la successiva accettazione ufficiale delle regioni in Russia.

Il 22 febbraio il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che riconosce da Mosca l’indipendenza delle Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk (DNR e LNR). Successivamente, le regioni hanno dichiarato il loro desiderio di entrare a far parte della Russia. I referendum si sono svolti dal 23 al 27 settembre. Secondo i risultati della votazione nella LPR, il 98,42% dei residenti ha votato per l’adesione, nella DPR – 99,23%, nella regione di Kherson – 87,05%, a Zaporozhye – 93,11%.

5402.- Proposta di risoluzione sulla vendita di armi all’Ucraina respinta

Dal Bundestag

Mercoledì 28 settembre 2022, il Bundestag tedesco ha finalmente discusso la richiesta del gruppo parlamentare CDU/CSU al governo federale di dare un “contributo determinato” al rafforzamento delle forze armate ucraine attraverso le consegne di armi tedesche. Una corrispondente proposta di risoluzione dell’Unione (20/2347) sulla consegna di una dichiarazione del governo del Cancelliere federale al Consiglio europeo il 23 e 24 giugno 2022 a Bruxelles, sul vertice del G7 del 26-28 giugno 2022 a Elmau e nel vertice della NATO dal 28 al 30 giugno 2022 a Madrid non ha trovato la maggioranza. 476 deputati hanno votato contro la proposta di risoluzione, 179 hanno votato a favore e c’è stata un’astensione. La votazione in plenaria si è basata su una deliberazione raccomandata dal Comitato Economico (20/2712).

CDU/CSU critica l’atteggiamento esitante del governo

Nella memoria, l’Unione ha accusato il governo federale di non aver rispettato il mandato del Bundestag tedesco. Tutte le consegne di armi pesanti avviate e annunciate dal governo federale, come il veicolo antiaereo Gepard, il Panzerhaubitze 2000, il lanciarazzi multiplo Mars II e il sistema antiaereo Iris-T, non sono andate oltre la fase di annuncio e misure preparatorie.

Siamo sicuri che questi mezzi siano pronti al combattimento?

In particolare, i sistemi d’arma richiesti dall’Ucraina dall’inizio di marzo, come i principali carri armati Leopard 1 e i veicoli da combattimento della fanteria Marder provenienti da scorte industriali, non vengono ancora consegnati dal governo federale.

I cannoni a lunga gittata diventano imperativo umanitario

Invece di dedicarsi all’”imperativo umanitario” di sostenere pienamente l’Ucraina contro la guerra di annientamento russa, la Germania si isola sempre più tra i suoi partner nella NATO e nell’Unione Europea con il suo atteggiamento esitante nei confronti della consegna di armi pesanti. In tal modo, il governo federale rischia di danneggiare irreparabilmente la reputazione della Germania presso i suoi vicini e amici orientali. Questo comportamento non dovrebbe quindi più essere proseguito e deve essere corretto immediatamente secondo la risoluzione del Bundestag del 28 aprile 2022. (ghiaccio/irs/28/09/2022)

5401.- L’ora dell’offensiva USA globale è già qui.

.. ma si scatenerà nei cieli d’Europa e di Russia e … forse, per caso, su Taiwan. Comunque vada, la vicenda del NordStream2 e del suo sabotaggio è un atto di guerra contro tutti i paesi europei”

L’attacco al Nordstream da parte degli USA, è un attacco alla Germania. In base all’art. 5 della Nato si conviene che un attacco armato contro un paese aderente alla Nato sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti. Quindi, noi europei non saremmo, ma siamo! in guerra contro gli Stati Uniti non più d’America.

In parole povere, siamo obbligati da un Patto Atlantico tradito dallo stesso fondatore, a sostenere, prima le sanzioni, poi, le politiche di potenza di Washington e dei suoi ricchi padroni e noi europei, alleati obbedienti, come quel fifone di Olaf Sholz, falliremo. plaudenti, sventolando bandiere ucraine, gridando che Putin è cattivo e dicendo che la guerra e i nostri morti sono per la democrazia, per la pace e per il diritto dei popoli, quando comoda a loro.

Non è così. La Russia è più europea della Gran Bretagna e, senz’altro, più degli Stati Uniti. Resta, comunque, un grandissimo paese, con una storia enorme, una cultura stupenda, una letteratura straordinaria. L’Unione europea, invece, ha fatto degli europei un massa più ignorante, senza più tradizioni né valori.

Il terrorismo è tale chiunque lo metta in atto. Di fronte a questi atti terroristici, i popoli d’Europa, se ancora fossero popoli, dovrebbero scendere nelle strade di ogni città, per gridare BASTA! agli americani e ai russi. Non accadrà perché l’Unione europea ha scientemente distrutto qualunque radice di nazionalità.

Scompariremo, dichiarandoci alleati di fiducia di chi vuole uccidere noi e la nostra civiltà: in nome del dio denaro! Ma il popolo americano non sta salendo, sta scendendo una scala di morte. Voglio pensare che questa scala lo porterà allo scontro finale con le potenze asiatiche, quando le Coree riunite presenteranno il conto alla Cina.

Leggiamo le dichiarazioni esplicite del ministro degli Esteri russo Lavrov: “Tutte le decisioni prese nell’UE sono imposte da Washington” “La NATO è un’organizzazione puramente americana” “Gli americani si assicurano che le sanzioni non danneggino loro, ma l’Europa”.

Non si dice, ma si pensa. Se l’olocausto nucleare non ha ancora bruciato le nostre famiglie, le nostre case, lo dobbiamo alla saggezza di Vladimir Putin e alla sua consapevolezza della tempesta che avanzava. Ecco cosa ha detto Angela Merkel: “Dobbiamo prendere sul serio le parole di Putin e non liquidarle come bluff. Non è un segno di debolezza, ma un segno di saggezza politica.”

In ultima analisi, è di tutta evidenza che gli atti di sabotaggio al Nord stream 2 russo-tedesco non sono un messaggio alla Russia, ma che è stato diretto a noi europei. In particolare, è diretto al governo tedesco di Sholz, che, tentando di salvare la propria economia, teneva ancora in piedi una trattativa con Gazprom e con la Russia, senza il consenso degli Stati Uniti.

Come con le sanzioni, che hanno colpito di più i popoli europei di quello russo, gli Stati Uniti, hanno pianificato e condotto a compimento una serie di attentati terroristici alle fonti di energia europee, esattamente come aveva promesso il loro degno presidente Biden.

Troverete in calce alcune notizie storiche sui gasdotti NorthStream. Il gasdotto NorthStream2 è stato realizzato insieme da Russia, Germania e da grandi industrie italiane, come SNAM e SAIPEM. Sempre restando nascosti dietro l’Oceano Atlantico e lanciando, poi, accuse depistatrici, gli Stati Uniti hanno scientemente distrutto e provocato miliardi e miliardi di euro di danni alle economie dei Paesi europei e, sopratutto, della Germania, del suo popolo e della sua industria. Di questi atti terroristici, i conquistatori della Luna, i giustizieri delle armi di distruzione di massa, hanno accusato Vladimir Putin. L’ennesima accusa confezionata per gli stolti perché La Russia è la proprietaria di quei gasdotti e non gli occorre farli saltare – e di nascosto – per chiuderne i rubinetti.

Non siamo di parte, ma neutri in questo conflitto. Citiamo Marco Rizzo del Partito Comunista: “La vicenda del NordStream2 e del suo sabotaggio è un atto di guerra contro tutti i paesi europei”. Aggiungiamo che, quando Antony Blinken, afferma che “l’Italia è un alleato fondamentale, una democrazia forte e un partner prezioso”, sicuramente, si riferisce all’ospitalità di cui vi godono l’US.NAVY e l’US.AIR FORCE.

Chiudiamo con una considerazione dal web: “Se la Russia dovesse aver bombardato il Northstream nel Baltico, zona sorvegliata dalla Nato senza che la Nato se ne accorgesse, come sostengono nel Regno Unito, allora significherebbe che la sicurezza offerta dalla Nato sarebbe risibile e Stoltenberg (a breve governatore della Banca di Norvegia) dovrebbe dimettersi.”

Non c’è molto da aggiungere, se non che a questo punto dell’escalation di Joe Biden – rectius, a nome di Joe Biden -, i popoli dell’Unione europea

Ci resta una sola occasione utile per ridare pace e prosperità all’Europa, disinnescando la guerra nucleare fra la Federazione Russa e la cosiddetta Nato e sono le elezioni di metà mandato, dell’8 novembre, negli Stati Uniti.

Per la pace e la democrazia in Europa e nel mondo, auguriamoci che non si ripetano i brogli che hanno caratterizzato le elezioni del 2020 e che il Congresso acquisti la maggioranza repubblicana e che il popolo USA torni a essere il nostro fratello maggiore.

Note storiche sui gasdotti NorthStream

Da Wikipedia

Il progetto parte nel 1997 quando Gazprom e Neste, azienda petrolifera finlandese, creano North Transgas Oy per la costruzione e l’esercizio di un gasdotto dalla Russia alla Germania del Nord attraverso il Mar Baltico. L’elemento chiave di questo accordo è che il gasdotto non attraversa né la Polonia, né nessuno Stato baltico, né la Bielorussia o l’Ucraina. Di conseguenza, tutti questi paesi non solo perdono gli eventuali diritti di transito, ma non possono sfruttare il percorso per sospendere le forniture di gas all’Europa occidentale per far pressione sui negoziati con la Russia.[1][2]

Condotti i primi studi già nel 1998, il 24 aprile 2001, Gazprom, Fortum (nuova denominazione di Neste), Ruhrgas e Wintershall firmano un memorandum d’intesa per la realizzazione congiunta di uno studio di fattibilità per la costruzione della conduttura. Nel 2005 Fortum cede le sue quote a Gazprom, che così diventa l’unico proprietario di North Transgas. Nel settembre dello stesso anno, Gazprom, BASF e E.ON firmano un primo accordo per la costruzione di un gasdotto che attraversi il Nord Europa. Ciò porta alla nascita il 30 novembre 2005 della società North European Gas Pipeline Company con sede a ZugoSvizzera. Circa dieci giorni dopo, Gazprom inizia la costruzione del condotto sulla terraferma russa.

Nell’ottobre 2006 la società viene ridenominata Nord Stream AG, e il gasdotto e tutte le informazioni correlate al progetto vengono trasferite in tale entità societaria, compresi i risultati dei primi studi condotti da North Transgas, che di conseguenza cessa di esistere. Nel settembre 2007 Europipe ed OMK si aggiudicano la fornitura della prima linea della condutture, mentre EUPEC PipeCoatings si assicura il film per il rivestimento delle condutture e i servizi di logistica. La seconda linea vede la partecipazione di OMK, Europipe e Sumitomo Heavy Industries.

Nel giugno 2008, dopo quasi un anno di trattative, Nord Stream AG affida a Snamprogetti l’esecuzione della progettazione ingegneristica del gasdotto. Saipem invece costruisce il gasdotto, in collaborazione con il subappaltatore Allseas. Le enormi valvole a sfera e a saracinesca da 48″ alle estremità del gasdotto vengono commissionate da Nord Stream AG e Snamprogetti a PetrolValves. Nello stesso anno, Rolls-Royce vince la fornitura dei gruppi turbogas, mentre Royal Boskalis Westminster e Tideway iniziano a provvedere al dragaggio del fondale marino. Sempre nel 2008, N.V. Nederlandse Gasunie, compagnia olandese, diventa partner di Nord Stream così come GDF Suez nel 2010, azionista con il 9%.

Terminata la posa della prima conduttura il 4 maggio 2011, i lavori sotto il livello del mare terminano il mese dopo. Il 6 settembre 2011 viene immesso il gas per la prima volta nella prima conduttura. Il condotto viene ufficialmente inaugurato dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel, dal Presidente russo Dmitrij Medvedev e dal Primo ministro francese François Fillon l’8 novembre 2011 a Lubmin.[2] La costruzione della seconda linea termina nell’agosto 2012 con inaugurazione l’8 ottobre. Nell’agosto 2012 Nord Stream AG chiede al governo finlandese ed al governo estone la possibilità di far transitare presso i loro territori una diramazione del gasdotto.

Nel settembre 2022 sono state aperte grosse falle sottomarine nelle condotte Nord Stream e Nord Stream 2.

5400.- Finanziarono il riarmo di Hitler, rasero al suolo l’Europa e l’occuparono. Ora tocca ai russi e agli europei.

Gran parte dell’umanità tifa per i russi

Ore 11, 20 di oggi 28 settembre : RUSSIA, LAVROV: “ORA USA SONO PARTE DEL CONFLITTO”. L’ambasciata americana a Mosca ordina a tutto il personale di lasciare la Russia IMMEDIATAMENTE. Il botto è imminente. Ora, in questo momento, il popolo d’Europa, se fosse un popolo, dovrebbe scendere in piazza e bloccare tutto, in ogni città, per dire ad americani e russi di fermarsi. Il problema è che l’UE ha distrutto qualunque embrione di popolo europeo e dunque tutto questo non accadrà.

L’accordo segreto esiste. Anche la Cina non riconosce la validità dei referendum di Putin.

Nel mentre che Washington scava la terra sotto i piedi di Vladimir Putin, un patto unisce Cina e Stati Uniti: Tenere divise le due Coree e dominare ciascuna un emisfero. Oltre alla Gran Bretagna gli Stati Uniti non hanno alleati, ma soltanto interessi.

Qualsiasi neurologo può vedere che 𝘉𝘪𝘥𝘦𝘯 ha i 𝘴𝘪𝘯𝘵𝘰𝘮𝘪 tipici di 𝘈𝘭𝘻𝘩𝘦𝘪𝘮𝘦𝘳 e 𝘋𝘦𝘮𝘦𝘯𝘻𝘢 𝘍𝘳𝘰𝘯𝘵𝘰𝘵𝘦𝘮𝘱𝘰𝘳𝘢𝘭𝘦. L’intero pianeta finge di non vederlo permettendogli di fare il 𝘱𝘳𝘦𝘴𝘪𝘥𝘦𝘯𝘵𝘦 𝘜𝘚𝘈 distruggendo l’economia e la pace nel mondo.

Di Antonio Di Siena, Twitter

Il gasdotto NordStream2 è stato progettato per collegare Russia e Germania, consentendo al venditore di far transitare il gas verso l’Europa occidentale senza pagare tasse a Ucraina e Polonia. E all’acquirente di comprarlo a un prezzo più basso e conveniente.

Un’infrastruttura strategica voluta fortemente da Merkel, la cui costruzione è costata a russi e tedeschi 12 miliardi di dollari, portata avanti nell’interesse di due paesi economicamente complementari e nonostante la ferma contrarietà di Ucraina, Polonia e soprattutto USA.

Un’opposizione motivata dallo storico timore della saldatura russo-tedesca, vera minaccia all’egemonia statunitense. Difronte a questa chiara convergenza di interessi però si tenta di convincere l’opinione pubblica che a far saltare il gasdotto fosse interesse di Putin. Incredibile.

Ancora più strabiliante è constatare come l’intera schiera di eurosciroccati che per 20 anni hanno parlato di politica estera comune, di Stati Uniti d’Europa ecc, difronte a un atto terroristico dal mandante cristallino, a un deliberato atto di aggressione militare che distrugge qualunque prospettiva di politica energetica autonoma europea e ne mette in ginocchio l’intera economia, non proferiscano mezza parola in difesa degli interessi dell’Ue.

In assenza di queste parole diventa chiarissimo come l’intera costruzione europea non sia mai stata nella condizione di coltivare sogni o progetti di autonomia da chi l’Europa l’ha prima armata (Gli USA finanziarono il riarmo di Hitler), invasa, poi rasa al suolo e infine ricostruita e controllata politicamente per 70 anni.

Folli i tedeschi a cullare sogni imperiali basati su uno strapotere continentale concesso e non conquistato. Idioti gli altri a seguirli. Perché un viceré non può diventare imperatore. E una colonia Stato. A meno di non andare in guerra contro l’impero che la controlla.

La funzione dell’unione europea diventa quindi finalmente chiara a tutti: un mega stato cuscinetto creato con un unico scopo: frapporsi militarmente e fisicamente all’URSS prima e all’asse Sino-russo poi. Retto sul presupposto che fosse possibile strappare definitivamente la Germania alla sua storica protezione orientale, imbrigliandola a ovest con la garanzia di prosperare sfruttando in forme e misure diverse i paesi membri baltici, orientali ed euromediterranei. Un privilegio che però al momento opportuno rivela avere un conto salatissimo da pagare.

É da ricordare la dichiarazione di Mike Pompeo che definì errori del dopo guerra la creazione di ONU, FMI, Ue ecc..

Preso atto di queste verità inconfutabili le prospettive che si parano davanti sono sostanzialmente tre:

– accettare lo stato di cose e andare alla terza guerra mondiale Trasformando i popoli europei in un bersaglio termonucleare nell’esclusivo interesse americano;

– accelerare il processo di unificazione Ue, perseguire gli interessi europei (germanocentrici) e scontrarsi militarmente con gli USA in una riedizione del progetto nazista;

– sciogliere immediatamente l’Ue, dichiarare la neutralità dei suoi ex membri, ridiscutere relazioni intra ed extra europee su base paritetica e lasciare da soli gli “alleati” americani a giocare alla guerra totale sulla pelle altrui.

Ma accettando il rischio di svolte autoritarie e/o militari nei paesi strategici. In ogni caso sta per avverarsi quanto ripetuto per 10 anni: la costruzione ue e i suoi squilibri interni porteranno inevitabilmente alla fine della democrazia e alla guerra sul continente.

Se sarà mondiale o civile molto dipenderà, ancora una volta, dalla Germania. Un paese che da ieri ha un unico e urgentissimo problema: lottare per sopravvivere industrialmente, economicamente e come unità statuale unitaria. Vada come vada non finisce bene. E l’averlo previsto e ripetuto fino allo sfinimento vi assicuro che non è per niente una consolazione.

5399.- Dietro il sipario del Centro Destra: Forza Italia e Lega.

Salvini è un ingenuo, degli altri tre Fedriga, Giorgetti, Zaia, non c’è da fidarsi. La soluzione può darla Silvio Berlusconi fondendo Lega e Forza Italia e mettendo tranquilli Taiani, Fedriga, Giorgetti e Zaia. Sarà Berlusconi il regista del governo?

La discesa della Lega non è stata effetto Salvini….ma di Zaia, Fedriga e del Sornione Giorgetti! In sostanza, dei governatori che guidano la fronda interna contro il Capitano e sono gli stessi che hanno fatto scappare gli elettori a causa del loro appiattimento sul disastro del Covid. Il leader ha le sue colpe e paga soprattutto l’appoggio a Mario Draghi. Praticamente Zaia e Fedriga accusano Salvini di aver fatto ciò che volevano loro…

Conclusione: La Meloni ha guadagnato 5 milioni di voti, la Lega ne ha persi 3,2 e Forza Italia 2,3: quindi, 5 = 5. Fratelli d’Italia ha fatto il pieno catturando voti di Forza Italia e della Lega. che hanno “riversato” su FdI rispettivamente circa 6 e 8 punti percentuali rispetto al 2018. Notate che la Lega, a fronte di un risultato simile a quello di Forza Italia, ha molti più eletti. Questo sta a significare che il partito ha lavorato bene nella divisione dei collegi con gli alleati. E la politica è anche questo, ma come mai i media asserviti non dicono una sola parola su FI e parlano solo della Lega? Andando, poi, al pratico, Meloni , la Lega , il PD , Forza Italia, etc. sono tutti con l’Agenda Draghi. Evidentemente, non vogliono fare la fine di Aldo Moro o di Enrico Mattei . Non è così difficile da capire

5398.- Guerra all’Europa, giù la maschera! Sia Biden sia la CIA avevano avvertito la Germania.

Der Tagesspiegel, Attualità

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Nord Stream 1 e 2 sono stati sabotati nella notte. Quel che è successo è gravissimo, il sabotaggio volontario di una infrastruttura strategica civile è terrorismo o un atto di guerra, a seconda di chi siano gli autori. Il governo tedesco sa, e i tedeschi, che si sentono messi nell’angolo, accusano gli USA pubblicamente. Il governo tedesco farà finta di non sapere, ma sa. Più o meno come dopo gli attentati di mafia. Molti eventi futuri andranno letti alla luce di quanto sopra.

Disse Trump nel 2018: “La Germania diventerà totalmente dipendente dall’energia russa se non cambierà immediatamente rotta.”

Dichiarazione di Biden a febbraio 2022: “Se la Russia invade di nuovo l’Ucraina con truppe, carri armati ecc., non esisterà più un NordStream2. Lo toglieremo di mezzo per sempre”.

Ma l’attacco ai gasdotti è un attacco dei globalisti USA all’Europa. Dai tubi rotti del Nord Streams possono uscire bolle di gas del valore di 2 miliardi di dollari, così ha calcolato Sobko, analista russo dell’industria petrolifera e del gas e della petrolchimica.

L’unica nave nei paraggi del sabotaggio era USA….sono saltati 3 gasdotti quasi in contemporanea….non serve un genio per capire chi è stato

Tre sabotaggi e c’era una nave americana vicino. È per questo che la Russia ha messo in stato di allarme nel Baltico il sottomarino nucleare Yuri Dolgoruki ? Non so più che cosa succede: Vogliamo parlare di delitti contro l’umanità?

Lunedì sera è stato detto che l’indagine sulle cause era stata avviata in entrambi i casi e che le autorità di sicurezza a livello federale si erano occupate dei casi. Così ha appreso lunedì il Tagesspiegel.

Marco Rizzo ha detto: Gli Stati Uniti, esattamente come promesso da Biden, hanno deliberatamente causato danni per miliardi di euro all’economia dell’intera Unione Europea e della Germania. La vicenda del NordStream2 e del suo sabotaggio è un atto di guerra contro tutti i paesi europei.

Gravi danni ai gasdotti: la CIA ha avvertito Berlino in estate di attacchi ai gasdotti del Mar Baltico

La Germania stava accordandosi. Ora è tagliata fuori dal gas russo anche se lo volesse.

Dopo una perdita di pressione nelle condotte Nord Stream 1 e 2, la ricerca della causa continua. Come riporta lo “Spiegel”, si dice che il governo federale sia stato avvertito in precedenza.

Di Jakob Schlandt e Sandra Lumetsberger, oggi, 27 settembre 2022

Lunedì, i sismologi hanno registrato scosse vicino alle perdite identificate nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 nel Mar Baltico. Un sismografo sull’isola danese di Bornholm ha registrato un terremoto due volte: una alle 2:00 ora locale e un’altra alle 19:00, ha annunciato martedì il centro di ricerca tedesco GFZ.

Il GFZ non ha voluto dire se le deviazioni del misuratore siano state causate da esplosioni, che indicano atti di sabotaggio sui tubi del gas. Non ci sono prove di terremoti. Bjorn Lund del Centro sismologico svedese dell’Università di Uppsala ha detto a SVT: “Non c’è dubbio che si trattasse di esplosioni”. In più il giornale digitale. Scarica qui gratuitamente.

Poche ore dopo: il ministro danese per il clima e l’energia, Dan Jørgensen, ha confermato le informazioni fornite dagli scienziati. Le linee del gas sono in profondità nell’acqua e sono realizzate in acciaio e cemento. L’entità delle perdite indica che non può trattarsi di un incidente che coinvolge l’ancora di una nave, ad esempio.

La Danimarca presume che l’atto sia stato intenzionale

Secondo il governo danese, le fughe di gas non sono il risultato di un incidente. Le autorità erano giunte alla chiara conclusione che gli atti erano intenzionali e non un incidente, ha detto martedì sera il primo ministro Mette Frederiksen ai giornalisti a Copenaghen. Diverse esplosioni sono state osservate in un breve periodo di tempo. Non ci sono ancora informazioni su chi ci sia dietro.

Esattamente: Lunedì è stato registrato un improvviso calo di pressione sui due gasdotti del Mar Baltico che dovrebbero trasportare il gas dalla Russia all’Europa occidentale. Secondo le autorità svedesi e la società operativa NordStream AG, sono state rilevate tre perdite sui tubi in territorio danese e svedese: due perdite sul Nord Stream 1 a nord-est di Bornholm, una perdita sul Nord Stream 2 a sud-est dell’isola.

La Marina danese ha rilasciato immagini che mostrano la formazione su larga scala di bolle sulla superficie del mare. Dopo le deviazioni sui dispositivi di misurazione, si è sentito un rumore, ha detto un portavoce di GFZ. Non poteva dire se potesse essere fuoriuscita di gas.

Secondo quanto riferito, giungono conferme che la CIA avrebbe avvertito il governo federale

Finora, è tutto così poco chiaro. Molte domande verranno ora rivolte anche al governo federale. Apparentemente, il servizio segreto statunitense CIA li ha avvertiti settimane fa di possibili attacchi ai gasdotti. Come detto, un simile suggerimento dal servizio di intelligence straniero degli Stati Uniti è stato ricevuto a Berlino in estate, ha riferito lo “Spiegel” martedì, citando “persone che hanno familiarità con la questione”.

Protezione dati

Secondo le informazioni di “Spiegel”, anche i danni ai gasdotti Nord Stream 1 e 2 sono maggiori del previsto, perché avrebbero dovuto essere squarciati su una lunghezza maggiore. Il “calo di pressione esplosivo” negli oleodotti non può essere spiegato diversamente, secondo i funzionari del governo.

La caduta di pressione al Nord Stream 2 è stata segnalata per la prima volta lunedì pomeriggio, al Nord Stream 1 in prima serata, poco dopo la seconda delle due scosse registrate. Dopo la caduta di pressione nel gasdotto Nord Stream 1, l’Agenzia federale di rete ha dichiarato che non sono previsti effetti sulla sicurezza dell’approvvigionamento.

“Tutto parla contro una coincidenza”

A causa degli incidenti, l’autorità ha chiesto alla società statale Energinet di essere particolarmente vigile riguardo alla sicurezza delle sue strutture. Le interruzioni delle linee del gas sono estremamente rare, motivo per cui ci sono ragioni per portare il cosiddetto livello di prontezza nei settori del gas e dell’elettricità al secondo livello più alto “arancione”, scrive l’agenzia per l’energia.

A causa della tempistica, delle tre linee interessate e delle gravi perdite di pressione nel Nord Stream 1, si prevede il peggio. “Non possiamo immaginare uno scenario che non sia un attacco mirato”, ha affermato una persona che ha familiarità con la valutazione del governo federale e federale. Ha continuato dicendo: “Tutto parla contro una coincidenza”.

Controffensiva ucraina: La prossima grande svolta potrebbe essere imminente nel Donbass Un simile attacco al fondo del mare è tutt’altro che banale, dovrebbe essere effettuato con forze speciali, ad esempio sommozzatori della marina, o un sottomarino, secondo gli ambienti informati la prima valutazione della situazione.

Klaus Müller, presidente dell’Agenzia federale delle reti, non conosceva ancora le ragioni esatte delle perdite negli oleodotti a partire da martedì mattina. Che si sia trattato di un attacco all’infrastruttura del gas è “tutto altamente speculativo”. Le fughe di notizie non sono in territorio tedesco, afferma Müller. Ora i partner europei esaminerebbero il resto del tubo per individuare eventuali danni. “I cavi stanno attualmente brillando”, ha detto Müller.

Qualcuno è impazzito … probabilmente non è russo. Posto che Putin non può essere (sono i suoi e per di più il rubinetto lo controlla lui), chi sarà stato?

Per quanto riguarda la paternità dei presunti attacchi, sono in discussione due opzioni principali. Innanzitutto, secondo le prime speculazioni, potrebbero essere responsabili le forze ucraine o quelle associate all’Ucraina Test gratuito: Leggi il mirror giornaliero illimitato con un abbonamento. Tutto dal mondo e dalla città cosmopolita.

Con i gasdotti Nord Stream temporaneamente disattivati, le consegne di gas dalla Russia alla Germania e all’Europa centrale sarebbero possibili solo tramite il collegamento Yamal attraverso la Polonia o la rete di gasdotti ucraini.

Le consegne del Nord Stream 1 sono state sospese a fine agosto

In secondo luogo, esattamente lo stesso scenario, ma come una cosiddetta operazione “falsa bandiera” della Russia, è una possibile spiegazione per le perdite negli oleodotti. Ciò potrebbe alimentare ulteriore incertezza e possibilmente far salire nuovamente il prezzo del gas al fine di esacerbare la crisi dei prezzi dell’energia in Europa, che di recente si era minimamente attenuata. Come si dice, “Alcune delle capanne sono già in fiamme” Habeck avverte di “danni permanenti” per l’economia tedesca.

La stessa Russia non ha voluto escludere che le fughe di notizie siano un atto di sabotaggio. “Ora nessuna variante può essere esclusa”, ha detto martedì il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. Il Cremlino è “estremamente preoccupato” per il calo di pressione nei gasdotti Nord Stream 1 e 2 del Mar Baltico. “Questa è una situazione assolutamente senza precedenti che deve essere chiarita rapidamente”, ha affermato Peskov.

Martedì, la Polonia ha nuovamente dichiarato di considerare una provocazione russa come possibile sfondo. Siamo in una situazione di forte tensione internazionale, ha affermato il viceministro degli Esteri Marcin Przydacz. “Purtroppo, il nostro vicino orientale persegue costantemente una politica aggressiva. Se è capace di una politica militare aggressiva in Ucraina, è ovvio che non si possono escludere provocazioni, anche nei settori dell’Europa occidentale».

Come previsto, l’Ucraina è stata ancora più esplicita: “La ‘fuga di gas’ su larga scala al Nord Stream 1 non è altro che un attacco terroristico pianificato dalla Russia e un atto di aggressione nei confronti dell’UE”, ha scritto su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podoliak .

Il monopolio russo del gas Gazprom ha interrotto le consegne attraverso il Nord Stream 1 alla fine di agosto, catapultando i prezzi del gas in Europa. Presumibilmente, i lavori di manutenzione urgenti non sono possibili a causa delle sanzioni contro la Russia Aumento dovuto ai rifugiati ucraini Per la prima volta, più di 84 milioni di persone vivono in Germania

Sia i fornitori di apparecchiature occidentali che il governo federale negano questa rappresentazione. Negli ambienti della sicurezza berlinese si diceva che non si poteva escludere che fosse stato pianificato un sospetto attacco prima della fermata delle consegne, perché i tempi di consegna di tali operazioni speciali potevano essere lunghi.

Nessun impatto sulla sicurezza dell’approvvigionamento

Un portavoce del ministero federale dell’Economia ha dichiarato lunedì sera: “Stiamo facendo chiarezza sulla situazione qui in cambio delle autorità interessate e dell’Agenzia federale di rete”, ha affermato. Come le autorità danesi, l’Agenzia federale di rete non vede alcun impatto sulla sicurezza dell’approvvigionamento dopo il calo di pressione nel gasdotto Nord Stream 1.

I livelli di stoccaggio del gas continuano a salire nonostante il gasdotto sia stato riempito per quattro settimane. Secondo l’autorità, attualmente sono circa il 91%.

Inoltre:

Gli esperti spiegano perché il prezzo del gas sta di nuovo scendendo e che la tendenza continuerà. È necessaria l’apertura del Nord Stream 2-3.000 persone hanno manifestato a LubminScholz contro la visita negli Stati del Golfo. La Germania riceve gas liquido dagli Emirati Arabi Uniti.

Ci sono già altre informazioni sul calo di pressione nel Nord Dettagli della pipeline Stream 2. Secondo il portavoce dell’operatore del gasdotto, lunedì notte è stato rilevato un calo di pressione in uno dei tubi. Le autorità dei paesi limitrofi di Germania, Danimarca, Svezia, Finlandia e Russia sono state quindi immediatamente informate.

Secondo il portavoce, normalmente c’è una pressione di 105 bar. Ora sono solo sette bar sul lato tedesco.Il rappresentante dell’azienda ora teme che il gasdotto, che è riempito con 177 milioni di metri cubi di gas, possa rimanere vuoto nei prossimi giorni.

La ONG Deutsche Umwelthilfe ha sottolineato che il gas naturale è metano, che è parzialmente solubile in acqua e non è tossico. Più profondo è il gas rilasciato nel mare, maggiore è la proporzione che si dissolve nell’acqua, ha affermato un portavoce del DUH. Anche nel caso di un’esplosione subacquea, ci sarebbero solo effetti locali. (Con Agenzie)

L’ex ministro degli Esteri polacco, un membro in carica del Parlamento europeo, sta elogiando quello che suggerisce essere un attacco degli Stati Uniti a infrastrutture civili in parte di proprietà tedesca, che potrebbe condannare milioni di persone alla povertà in un gelido inverno. Io sono senza parole.

Cita Tweet

Radek Sikorski MEP

@radeksikorski

5397.- Elezioni: Commenti e voci di popolo.

Un guaio!!!

Per quante ovvietà possiate scrivere nei commenti ricordo che al sud l astensionismo è il primo partito. Che piaccia o meno,bisogna tenerne conto!

Una lista unitaria, sarebbe andata BEN OLTRE la somma matematica dei risultati. Il CDX ha vinto nettamente le elezioni e ora, come da protocollo, spetterà al PD il difficile compito di formare un governo. Abituati a governare senza essere eletti… ci riproveranno anche stavolta…

Risultati dei partiti anti-sistema: 

CAMERA Italexit = 1.91% Italia SP= 1,24% Vita= 0,73% _____________________ Uniti 3,88% SENATO Italexit= 1,87% ItaliaSP= 1,12% Vita= 0,72% ____________________ Uniti 3,71% 

UNITI si vince …e lo sapevano!!! Ci sarebbe stato spazio per tutti! Oggi avremmo in parlamento Paragone Frajese Stramezzi Puzzer Rizzo Toscano Trombetta Bianchi Cunial Barillari Teodori Adinolfi Di Stefano e molti altri. Ma se c’è Paragone non ci può essere unità! Lui è un egocentrico accentratore e mal tollererebbe essere in secondo piano.

Il 36% non ha votato. Complimenti al partito dell’astensione, in un momento critico come quello attuale e il rischio di entrare in guerra contro la Russia, è stato un capolavoro tattico regala il parlamento a tutti partiti pro NATO senza nessuna opposizione. Dite poi ciò che volete ma, a mio modo di vedere, il voto all’estero è un problema MOLTO sottovalutato: si tratta di 6 milioni di elettori potenziali, cui non è stata intenzionalmente data la possibilità materiale di votare per i movimenti del dissenso…

RISULTATI

Primo risultato il PD non ci governa più; 2. Acasa: Di Maio, Fiano, Nannicini, Bentivogli, Souhamoro, Cirinnà, Enrico Rossi, Ceccanti, Marcucci, Andrea Romano, Librandi, Bonino, Boldrina, Cottarelli, Civati, Franceschini, Carfagna, Gelmini… Aspettiamo trepidanti Speranza, Lorenzin, Morani…Comunque è davvero strano che abbia stravinto la coalizione che parlava di bollette, inflazione, aumento del costo della vita e non quella dei bagni gender neutral o della dote ai 18enni. Davvero non me lo spiego. Ma, in compenso, abbiamo Ilaria Cucchi eletta senatrice in Toscana, Crisanti eletto senatore grazie ai voti delle circoscrizioni estere. Il più grande sconfitto è Draghi: chi ha appoggiato la sua agenda contro la nostra Nazione si è scavato la fossa. Come che sia, a breve il cdx potrebbe essere chiamato a scegliere tra l’interesse nazionale e quello degli “amici” americani… Riusciranno pochi uomini,stavolta, a fare la differenza?

Ed ora per un attimo immaginate se la lega non avesse appoggiato il governo Draghi su quali percentuali viaggerebbe oggi il centro destra .. Roba da 60% dei seggi! Non ha pagato atteggiamento ondivago su temi importanti (UE, Covid, guerra), sentito da elettori come inaffidabilità: In Toscana la Lega passa dal 17,4% all’8,9%. A Siena dal 16,4% al 4,4%. 1/5.  Volete sapere come andrà a finire? Salvini cacciato, Giorgetti segretario che si mette col PD per far casere il governo CDX e ci ritroviamo il PD al governo col beneplacito di Mattarella

Intanto, possiamo dire addio: – al salario minimo – all’eutanasia – depenalizzazione cannabis – ddl zan – matrimonio egualitario – patrimoniale; ma il fascismo è conformismo, omologazione, pensiero unico, delegittimazione e criminalizzazione del dissenso. Insomma tutto quanto oggi è incarnato dal PD!

ARIA FRESCA

Se la Meloni è discontinuità lo dimostri. Elimini subito greenpass, obbligo vaccinale e annulli le sanzioni agli over 50. Quindi ci sarà una commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia, quindi sui rapporti tra politica, multinazionali e privazione dei diritti fondamentali.

Ma anche i rapporti con Bruxelles, con Parigi e Berlino saranno importanti. Mentre lo spread sale del 7% in un giorno, la Lagarde, BCE, afferma che non comprerà bond italiani per compensare gli errori politici dell’Italia. Vorrei che dicessimo, come Viktor Orbán: “Noi non ci lasceremo sovietizzare da Bruxelles e dalla Ue, noi resteremo nazione sovrana, lo vogliamo oggi come lo volemmo nel ‘56.” Lavrov – e non Mattarella – ha stigmatizzato von der Leyen: Stanno succedendo cose impensabili solo un mese fa… (La Russia che difende l’Italia dalle ingerenze UE. Incredibile).

5396.- L’ex spia della Cia rivela il piano per tradire Vladimir Putin: “Ecco chi lo ucciderà.”

Pubblichiamo questo articolo di Prozoro.net.ua. anche se per molti europei potrebbe essere più interessante sapere chi eliminerà Biden.

La fine per Vladimir Putin è pronta ad arrivare. A rivelare il piano per far fuori il presidente della Russia è Daniel Hoffman, ex agente della Cia specializzato in Russia, paese in cui ha servito tre volte come capo dell’ufficio di Mosca: “Putin potrebbe morire per mano della sua cerchia ristretta. Il suo destino è legato a doppio filo alla sorte della guerra in Ucraina.

Se dovesse rivelarsi un fallimento, con perdite militari in aumento e sanzioni economiche intollerabili per la popolazione, allora Putin potrebbe essere eliminato. Agiranno senza farsi notare, in modo che Putin non li trovi e non li uccida prima. Accadrà all’improvviso. E sarà morto. Non è escluso che anche i più leali possano decidere di voltargli le spalle se la situazione in Ucraina dovesse diventare critica, attuando il tradimento”.

Stessa linea di pensiero di Ronald Marks, ex ufficiale della Cia al The Daily Beast: “Anche coloro che sono più vicini a Putin si volgeranno contro di lui non appena sentiranno che la situazione in Ucraina è diventata difficile o se una guerra più grande diventerà inevitabile. Penso che sarà al sicuro finché gli siloviki, i membri dei servizi di sicurezza d’élite, saranno dalla sua parte. Ha fatto un bel lavoro nel sbarazzarsi di coloro che non lo sono… È un paese che esploderà, ma ci vorrà molto tempo… Quando avranno fame e le cose saranno difficili le persone scenderanno in strada. E arriverà la fine di Putin”.

5395.- La metamorfosi dell’Impero e le sue vittime

Come accadde per l’impero Romano a partire dal II secolo d.c.

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Andrea Zhok pubblicato in Attualità


1. Il riflusso dell’imperialismo globalista USA

Nella frenesia angosciosa degli ultimi due anni, prima con la pandemia e ora con la guerra russo-ucraina, molti processi stanno accelerando e prendendo forme inedite.

Per comprendere gli eventi recenti bisogna partire da una constatazione, ovvero dall’esaurimento della spinta globalizzante dell’economia capitalistica mondiale. Come noto, il sistema capitalistico si conserva in equilibrio soltanto se e nella misura in cui può garantire ai detentori di capitale (investitori) una crescita futura del proprio capitale. Uno stato stazionario perdurante equivale senza resti ad un collasso per il sistema capitalistico, a partire dal fallimento degli istituti finanziari, che possono esistere soltanto sulla base di questo assunto di crescita.

La globalizzazione è stata la forma principale della crescita capitalistica (e delle promesse di crescita) a partire dagli anni ’70 del XX secolo. Dopo la caduta dell’URSS l’espansione globalizzante ha iniziato ad accelerare. 

La globalizzazione tuttavia non è semplicemente un moto acefalo del capitale, per quanto essa esprima tendenze strutturali del capitalismo in quanto tale. Nell’ultimo mezzo secolo la globalizzazione è stata la forma presa dall’espansionismo “imperiale” americano.

La narrazione liberista per cui l’ampliamento e l’intensificazione degli scambi creerebbero automaticamente benessere per tutti i transattori è soltanto una fiaba per gonzi, che nasconde un punto cruciale: in ogni scambio è sempre decisivo il rapporto tra i poteri contrattuali dei contraenti. Chi ha maggior potere contrattuale è in grado di estrarre dallo scambio un profitto molto maggiore; chi estrae maggior profitto rafforza ulteriormente il proprio potere contrattuale futuro; e ciò che conta nel sistema è la gerarchia di potere che ne emerge (il capitale è potere).

Quando l’asimmetria di potere contrattuale conferito dalla capitalizzazione è grande, la parte “perdente” nello scambio è di fatto in condizioni di dipendenza totale, non dissimile da quella di uno schiavo nei confronti del padrone. Ciò accade negli scambi tra individui non meno che in quelli tra nazioni. In uno scambio tra poteri contrattuali massivamente asimmetrici la parte debole è disponibile a fornire qualunque servizio pur di evitare il collasso. Nel sistema mondiale degli scambi, all’indomani della caduta dell’URSS c’era un solo paese in cima alla piramide alimentare: gli USA, mentre un gran numero di paesi, soprattutto africani, in parte asiatici e sudamericani, fornivano la base della piramide, in condizioni di dipendenza totale.

In questa fase gli USA hanno alimentato la globalizzazione attraverso istituzioni internazionali (World Bank, International Monetary Fund, World Trade Organization) e hanno controllato il rispetto dei patti, dei contratti internazionali, e delle proprie aspettative, con l’esercito più forte del mondo.

Con il nuovo millennio è iniziata una fase caratterizzata da due principali fenomeni. 

Il primo fenomeno è la comparsa sulla scena mondiale di un protagonista capace di sfruttare le occasioni offerte dalla globalizzazione in modo più efficace degli USA, battendoli proprio sul punto che la teoria predicava come qualificante: la capacità di produrre meglio a costi minori. La Cina, diversamente da altri paesi, aveva caratteristiche politiche, geografiche e demografiche tali da non essere senz’altro ricattabile e assoggettabile da parte americana. E sotto queste condizioni peculiari, invero uniche al mondo, il libero commercio ha operato effettivamente come capacità di trasferimento di capitali verso il produttore migliore. La Cina ha inoltre anche iniziato a fare affari con le parti più sfruttate del mondo, fornendo condizioni di scambio migliori, e così ha esteso la propria influenza insieme economica e geopolitica.

Il secondo fenomeno, parzialmente legato al primo, è stata la crescente fragilità di catene produttive sempre più estese e complesse. Quanto più estese e complesse, tanto maggiore la possibilità che eventi locali, guerre, epidemie, rivolgimenti politici, bolle finanziarie, ecc. creassero bruschi crolli delle aspettative di profitto.

La crisi subprime del 2007-2008 ha segnato qui la svolta, coinvolgendo l’intero pianeta, ma in maniera particolarmente dura l’Occidente a guida americana e i suoi satelliti. Dal 2008 il sistema finanziario e produttivo occidentale è stato tenuto artificialmente in vita con somministrazioni massive di denaro. Queste somministrazioni non hanno però avuto carattere “keynesiano”, anticiclico. Il denaro “stampato” dalle banche centrali è stato destinato direttamente o indirettamente allo stesso sistema finanziario che aveva creato la crisi, entrando solo in minima percentuale nell’economia reale. Dopo il 2008, a causa di queste politiche di trasferimento dalle banche centrali al sistema finanziario, il rischio di una bolla inflattiva senza crescita (stagflazione) era sempre più forte. Questo processo non poteva durare indefinitivamente e ha dato ripetuti segni di essere sulla strada di un nuovo tracollo (l’ultimo grave segno fu la crisi di liquidità bancaria del settembre 2019).

La fase in cui siamo entrati è quella in cui la “globalizzazione imperiale” americana è entrata in fase di riflusso. I vertici del complesso politico-finanziario-militare americano devono ripensare il proprio ruolo, modificando il modello propagandato negli ultimi decenni e riposizionando il proprio potere, mentre le catene produttive si accorciano. 

Tutto ciò che ci sta succedendo da due anni a questa parte ricade nella cornice definita da questa inversione di una tendenza storica, inversione che ha una portata storica simile a quella della ritrazione dell’Impero romano dalla propria fase di massima espansione dopo il II secolo d.C. Un sistema come quello romano sul piano militare, o come quello americano sul piano economico, che può prosperare solo crescendo, quando inizia a decrescere deve cambiare pelle e, nel lungo periodo, natura.

Questa fase di transizione può essere lunga o breve, ma in ogni caso non può non essere traumatica.

2. Il ruolo della pandemia di Covid-19

Che la pandemia di Covid sia stata scatenata appositamente, o che sia stato invece un accidente, questo probabilmente non lo sapremo mai con certezza. Quello che è certo è che una volta avviata, le sue opportunità di manipolazione di sistema sono state prontamente colte. 

Da anni si facevano simulazioni intorno a cosa sarebbe potuto e dovuto accadere in presenza di un grave evento pandemico (le più note simulazioni: Clade-X, del 2017-2018, e Event 201 del settembre 2019, entrambe a guida americana). Queste simulazioni consideravano sia le ripercussioni economiche, sia le esigenze di “indirizzo mediatico”, cioè di controllo del messaggio da rivolgere alla popolazione.

Quale che ne sia stata l’origine, dunque, quando la pandemia si è presentata, esistevano indicazioni operative e previsioni circa gli effetti, ed esisteva un dominus della vicenda, ovvero gli USA, che avevano tutte le conoscenze e tutti i mezzi per orientare le scelte, se non del mondo, almeno di tutti i paesi da essi direttamente dipendenti sul piano politico-militare.

E in effetti, la prima cosa da osservare è che i paesi che hanno adottato, con piccole variazioni, il medesimo modello basato sulla vaccinazione a tappeto, con vari livelli di pressione sui renitenti, coincidono con l’area di influenza geopolitica e militare diretta degli USA: questo modello è stato adottato da tutta l’Europa inclusa nella Nato, da Canada, Israele, Australia e Nuova Zelanda.

Il modello di gestione della pandemia è stato sin dall’inizio di tipo militare, e militare è stata la retorica della “guerra al virus”, dei “no vax” come disertori, ecc. 

Gli obiettivi di questa manipolazione sono stati due: l’incremento di controllo interno sulla popolazione e il compattamento internazionale delle catene di comando del blocco a guida americana.

Ben prima dello scoppio della pandemia c’erano stati tumulti e proteste diffuse in molti paesi europei, visto che dai postumi della crisi del 2008 non si era mai davvero usciti. I tumulti più tenaci e minacciosi sono stati quelli promossi dai gilets jaunes in Francia, ma le proteste avevano punteggiato tutti i paesi. In Italia le proteste erano state contenute, trovando un’apparente valvola di sfogo elettorale, con la nascita di un governo “atipico” e apparentemente “antisistema” (che inizialmente suscitava alcune preoccupazioni a livello UE).

Con la pandemia tutti i margini di protesta, contestazione e rivendicazione sono stati messi a tacere per “cause di forza maggiore”. Questo è un desideratum di chiunque gestisca il potere, e ha un significato di lungo periodo. Infatti, che circostanze di stagnazione, inflazione, contrazione economica, disoccupazione, ecc. conducano a tumulti e proteste potenzialmente esplosive è ovvio. In una fase di massiva contrazione e riflusso, come quella avviata, questo rischio è previsto, e perciò il potere si premunisce, procedendo a restrizioni, con incremento di controlli, limitazioni agli spostamenti, controllo intensivo sulle espressioni d’opinione, ecc.

Il secondo obiettivo ha carattere internazionale e geopolitico. La pandemia si presenta come un’occasione per addomesticare e “normalizzare” il contrarsi della globalizzazione, specificamente in rapporto al grande concorrente cinese. Con lo scoppio della pandemia la Cina venne immediatamente presentata (lo era invero già in precedenza) come il grande untore mondiale. Questo fatto ha iniziato una spinta a riportare la produzione in una sfera di nuovo direttamente controllabile da parte della potenza imperiale americana. È un processo costoso, lungo e faticoso, che non si sarebbe potuto mai avviare se non grazie a qualcosa che venisse percepito come una inesorabile e fatale “causa di forza maggiore”.

3. Il ruolo della guerra russo-ucraina

Mentre nel caso della pandemia attribuirne l’avvio ad un’iniziativa volontaria da parte americana è solo una congettura, nel caso della guerra attualmente in corso individuare un’intenzione americana diretta di innescare il conflitto è piuttosto facile.

Nessuno, che non sia uno sfortunato lettore dei gemelli diversi Corriere-Repubblica, può avere dubbi sul fatto che gli USA hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per provocare questo conflitto. Ci sono le prove che il golpe in Ucraina del 2014 sia stato, almeno in parte, finanziato dagli USA e che questi abbiano deciso unilateralmente (alla faccia della sovranità ucraina) chi sarebbe succeduto a Yanukovich. Ci sono le prove di attività di armamento e addestramento militare americano delle forze armate ucraine ben prima del 2022. E c’è, come evidenza macroscopica, l’intero processo di espansione della Nato verso Est, in corso da oltre vent’anni, rispetto a cui i conflitti diplomatici con la Russia sono stati ripetuti e crescenti. Dunque, che gli USA abbiano lavorato per creare la condizioni di tale conflitto è certo. Questo, naturalmente, non significa che Putin sia stato costretto ad agire, visto che nessuna azione umana è mai obbligata: Putin porta la responsabilità delle scelte fatte, scelte che, nella propria ottica di una potenza internazionale che vuole rimanere tale, erano non obbligate, ma solo fortemente motivate.

Nell’ottica dell’impero americano la guerra perfeziona il processo avviato con la pandemia: questa volta l’operazione di ritrazione delle dipendenza globali si rivolge all’altro grande protagonista mondiale dopo la Cina, ovvero la Russia. La Russia non è economicamente comparabile con la superpotenza produttiva cinese, ma è l’unico vero competitore militare degli USA, oltre ad essere il paese con le maggiori risorse naturali del mondo; dunque, dopo gli anni del declino con Eltsin, la Russia è nuovamente di diritto una potenza capace di tenere testa all’impero americano.

Anche qui, come nel caso della pandemia, non bisogna mai cadere nell’errore di pensare che sia il fatto in sé, nella sua oggettività a creare certi esiti politici. Decisiva è la specifica orchestrazione interpretativa che ne viene data. Non è la pandemia ad aver causato i lockdown, né ad aver bloccato i consumi, né ad aver prodotto il Green Pass, ecc., parimenti, non è la guerra a causare automaticamente il distacco economico e politico dell’Europa dalla Russia. 

Cruciale è invece il modo in cui la guerra è stata interpretata e continua ad essere letta dai principali media europei, modo che nutre una narrazione volta a creare una barriera di filo spinato tra l’“Occidente liberale” e l’“Impero del Male russo”. La demonizzazione di Putin, e dei russi in toto, è funzionale a creare una barriera durevole nel sentire popolare, che induca nel lungo periodo a separare Russia ed Europa, riconducendo economicamente l’Europa pienamente sotto l’ala americana.

L’Europa, cui gli USA avevano allentato la catena negli ultimi trent’anni, lasciando che dopo il trattato di Maastricht essa divenisse un polo neoliberale autonomo, viene ora richiamata all’ordine. 

L’idea, cullata da molti europeisti, che l’UE fosse il nucleo di una forza mondiale autonoma viene riportata alla dura realtà: salvo i fratelli minori degli USA nel Regno Unito, l’Europa dal 1945 non è mai stata altro che una colonia americana, territorio occupato. L’americanizzazione culturale ha proceduto in maniera capillare a tutti i livelli, sempre però all’ombra silente di una dipendenza militare e politica assoluta (cui solo la Francia ha occasionalmente opposto qualche mugugno).

4. Chi guida il vascello?

Veniamo alla domanda più difficile. Chi è l’agente di tutto questo processo? Chi sta ai posti di comando della nave su cui siamo nostro malgrado imbarcati? La domanda è importante perché è proprio l’idea che il processo non sia nelle mani di nessuno, che sia qualcosa di “spontaneo”, a creare le condizioni della sua percezione pubblica come qualcosa di naturale, inevitabile, fatale.

Purtroppo non essendo di fronte ad istituzioni ufficiali, le possibilità di fornire una sorta di “elenco esaustivo di congiurati” è altamente improbabile. Ma forse una tale risposta, una risposta che desse i nomi e i piani di una sorta di “loggia segreta mondiale” non è richiesta, e non è nemmeno necessario che davvero una tale entità esista (per quanto non lo si possa escludere).

Forse invece di un tale “club di congiurati” è più sensato nominare ciò che li lega, prima e a prescindere dall’entrare in tale (eventuale) club. La migliore risposta che si può dare riecheggia la celebre espressione di Eisenhower, quando parlava del “complesso militare-industriale” americano.

Oggi come quando parlava Eisenhower, gli USA rimangono alla guida dell’impero globale, tuttavia la forma delle strutture di potere centrale ha subito una metamorfosi. La finanza ha una dimensione meno nazionalmente definita rispetto alla tradizionale economia industriale. E la dimensione militare negli USA è riassorbita nella politica neoliberale americana, che ha imparato da tempo a usare la sfera militare come il proprio più utile strumento. Lo stato neoliberale infatti non si affida al “libero scambio”, ma agisce energicamente per controllare gli approvvigionamenti di materie prime, usa l’esercito come strumento di pressione nei “trattati di libero scambio”, e usa le spese militari come mezzo di “intervento anticiclico”. Dunque invece che parlare di un “complesso militare-industriale” americano possiamo parlare di un “complesso politico-finanziario” a guida americana

Questo complesso ha capacità e moventi per gestire la situazione mondiale nelle forme attuali. Se non è un’entità statutaria, sul modello di una “società segreta”, è probabile che si tratti di un nucleo flessibile dove ideologia e potere convergono. L’interesse primario è la conservazione del potere dell’attuale concentrazione finanziaria. Gli strumenti principali per implementare questo intento sono due: 1) la capacità di spostare i capitali internazionali (promuovendo politici graditi, condizionando gli apparati mediatici, ecc.) e 2) la minaccia militare rappresentata dall’esercito americano e dai suoi “alleati” (Nato in primis).

Al livello di questi gestori apicali del potere non c’è qui bisogno che “tutti siano d’accordo”, perché per ottenere spostamenti decisivi bastano accordi di minoranza di un gruppo compatto, capace di spostare i pesi nelle decisioni politiche e finanziarie che contano. Questo complesso è sì accomunato dall’interesse primario nel mantenimento del potere (la supremazia mondiale relativa), ma è anche accomunato da un’ideologia liberale in cui si identifica senza resti. Questo gruppo di comando non richiede una struttura istituzionale, né una distribuzione di compiti, come avviene nelle organizzazioni formalizzate, essendo unito dalla coincidenza tra il proprio potere, da preservare, e la visione del mondo liberale che sostiene e giustifica tale potere.

Queste caratteristiche di relativa indefinitezza rendono l’imputabilità dei responsabili delle odierne vicende ardua. Nominare questo o quel personaggio della finanza internazionale (Bill Gates, George Soros, ecc.), questo o quell’intellettuale di riferimento (Klaus Schwab, Bernard-Henry Levy, ecc.), questo o quel leader politico (Hilary Clinton, Emmanuel Macron, ecc.) non presenta mai un quadro di sufficiente distinzione, perché i confini di questo gruppo apicale del capitalismo liberale non sono netti ed è improbabile che ci sia un club specifico la cui tessera tutti debbano necessariamente avere in tasca. Esistono numerose associazioni che coltivano questo campo ideologico e operativo (World Economic Forum, Gruppo Bilderberg, ecc.), ma probabilmente non esiste alcuna “cupola” cui tutti facciano riferimento. Ciò che conta è la comune ideologia e la comune posizione apicale nella distribuzione del potere politico-finanziario a guida americana.

5. Apocalypse Now

Concludendo, oggi ci troviamo in una fase di ritrazione della fase globalista dell’impero americano, che sta richiamando una parte dei propri tentacoli, per consolidarsi ed arroccarsi sulle posizioni per gli USA più facilmente difendibili dell’Occidente egemonizzato o colonizzato.

Questa fase ha, ed avrà, costi economici e sociali spaventosi. Essi devono venir fatti pagare alla periferia dell’impero, in proporzione al potere contrattuale delle varie parti. 

Ne saranno esentati i gruppi apicali USA e minoranze scelte delle province dell’impero. I costi interni agli USA dovranno essere tenuti bassi, perché, come per la Roma imperiale, non ci si può permettere di avere eccessivi tassi di malcontento sotto casa. Via via che ci si allontana dal centro dell’impero verso le sue propaggini meno integrate i costi saliranno esponenzialmente, e alcuni paesi verranno semplicemente sacrificati.

In questa fase, che durerà certamente per diversi anni, il potenziale esplosivo delle proteste e dei moti di ribellione verrà tenuto a bada con la duplice leva di “alte ragioni morali” e “doverose strette repressive”.

Da un lato, grazie al controllo dei media, la propaganda promuove un “bene superiore” che esprime l’adesione ideologica positiva, quella che identifica i “buoni” e i “cattivi”. Nella cornice liberale il “bene superiore” ha tipicamente la forma di “solidarietà con le vittime”, quali che siano (recentemente siamo passati dai morti per Covid alle vittime ucraine, ma la lista è lunga). Una volta inventata mediaticamente una vittima acconcia, e suscitati i gridolini di sdegno della plebe telecomandata, si può chiedere ogni sacrificio, fiduciosi nella malleabilità del pubblico.

Simultaneamente, delle vittime reali di questa catastrofica trasformazione, delle popolazioni schiacciate, delle culture cancellate, dei nuovi schiavi, delle plebi emarginate e ricattate né oggi né domani sentirà parlare nessuno.

Se questa dimensione “positiva” non basta come motivante, per gli altri, per i reprobi, per quelli che non si lasciano commuovere dai peana su commissione per le “vittime” col bollino, per questi bruti si ricorre, e si ricorrerà sempre di più, a forme repressive: minacce, rappresaglie lavorative, sanzioni, censure, divieti di manifestazione, sistemi di controllo e ricatto, ecc.

Il punto d’arrivo di questo processo, se riuscirà a dispiegare i propri effetti senza un’opposizione dura ed efficace, sarà l’abbandono integrale, anche formale, del paradigma democratico (già svuotato di fatto) e l’avvento di un neo-feudalesimo a base tecnocratica e plutocratica.