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1686.- Fascisti e antifascisti, Marcello Veneziani definitivo: “Ecco la differenza tra neri e rossi”. Lezione alla Boldrini6

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“Ecco le differenze tra rossi e neri”. Marcello Veneziani, sul Tempo, dice la sua sul dibattito, assai peloso, su violenza fascista e antifascista e lo fa con una sentenza spietata, raggelante, definitiva. “I reati dei fascisti – spiega – sono soprattutto simbolici, a volte non sono neanche considerati tali, come i saluti romani nelle commemorazioni e il richiamo proibito al fascismo. I reati dei rossi – antagonisti, centri sociali, anarco-insurrezionalisti, neo- comunisti – sono soprattutto fisici, reali, su persone e cose”.
I neri, continua Veneziani, non impediscono ai rossi di fare manifestazioni, cosa che puntualmente accade a parti invertite quando, alla fine, quelli dei centri sociali si ritrovano a “fare la guerra” contro le forze dell’ordine. “I due movimenti neri più accusati dai media e dalla piazza, vale a dire CasaPound e Forza Nuova, si sono presentati alle elezioni, aspirano a far comizi e campagna elettorale e una democrazia saggia dovrebbe incoraggiare i gruppi radicali che cercano di essere inclusi nella democrazia parlamentare – continua nell’analisi -. Invece i centri sociali rossi non si presentano alle elezioni, non cercano il consenso, non vogliono entrare in parlamento, ma vogliono restare selvatici, extraparlamentari”.

E poi, qui c’entra la stampa “amica”, quando accadono atti violenti come quello di Luca Traini a Macerata si parla di violenza fascista, anche se l’atto è di un isolato squilibrato. Quando a menare le mani sono gli antifascisti si arriva alla patetica formula della “violenza senza colore” tanto cara a Repubblica. “Alle origini – è l’amara conclusione di Veneziani – c’è un’indulgenza culturale e politica verso la violenza in nome dell’antifascismo rispetto a quella nel nome del fascismo”. Perché alla fine siamo sempre qua: a stabilire cos’è bene e cosa è male sono i comunisti stessi, “che sono giocatori, arbitri e giudici”.

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Il leader di Forza Nuova definisce la magistratura di Palermo “infiltrata“, addirittura “deviata“, “oggi come quaranta anni fa“. Il motivo? La scarcerazione dei Giovanni Codraro e Carlo Mancuso, i due attivisti dei centri sociali accusati del pestaggio del segretario provinciale di Forza Nuova, Massimiliano Ursino. «Siamo oggetto di attacchi perché stiamo facendo la rivoluzione – ha aggiunto – Stanno venendo con noi anche persone di sinistra». Sul rischio di una deriva violenta del dibattito politico il leader di FN ha detto: «non dipenderà da noi. Noi lo abbiamo dimostrato. Avremmo potuto rispondere all’aggressione dei giorni scorsi in altro modo, invece la disciplina del movimento è stata ferrea».

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Prove tecniche di regime: L’aggressione a Giorgia Meloni a Livorno di qualche giorno fa: indagati 14 uomini e 7 donne. … Adesso le indagini andranno avanti per identificare gli altri responsabili che hanno partecipato all’aggressione contro la Meloni. …. e la fascista sinistra che li manda questa gentaglia. Mattarella,c’è? Perché tollera che si ostacolino le campagne elettorali di Forza Nuova – L’Italia Agli Italiani, Casapound e Fratelli d’Italia?

Casapound, invece, mette un piedino nel sistema e lancia l’accordo politico tra CasaPound e Salvini, che raccoglie e schiaccia in un angolo Berlusconi e i moderati del centrodestra.

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Intanto, a Bologna oggi un altro fatto di straordinaria gravità: poche decine di manifestanti possono, alzando la voce, impedirci di esprimere le nostre opinioni sulla libertà educativa dei genitori e contro la dottrina “Gender”. E’ grave non solo perché si impedisce con la violenza l’esercizio della democrazia, ma anche perché l’esistenza di una vera e propria “ideologia Gender” è così sotto gli occhi di tutti: una ideologia violenta, che non tollera chi non aderisce ai suoi dogmi.il Bus della Libertà è stato accolto, oltre che dai propri sostenitori, anche da poche decine di manifestanti minacciosi, che hanno di fatto impedito lo svolgersi della manifestazione.

1685.- LA PAROLA DELLA GIUSTIZIA Antifascisti e CasaPound, parla il giudice Salvini: “Vi dico cosa sono davvero i centri sociali”

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“Che cosa mi ha colpito di più in questi giorni? Le bombe con i chiodi a Torino contro i poliziotti”. A parlare è Guido Salvini, gip a Milano e giudice istruttore negli anni di piombo, e probabilmente anche lui verrà accusato a sinistra di essere un “fascista”. Intervistato dal Messaggero, la toga colpisce duro i centri sociali e gli antagonisti violenti: “Quelle bombe dimostrano la volontà di fare del male, non solo di manifestare in forma violenta”. Il paragone con gli Anni 70 secondo Salvini è eccessivo: “Allora si sparava e c’erano le stragi. Da molti anni non ci sono più morti causati da una guerra civile nelle strade.
La tensione oggi nasce dalla presenza alle elezioni, con un discreto seguito, di movimenti come Forza Nuova e CasaPound”.
Anche in questo caso, però, l’allarme è esagerato. Laura Boldrini e Liberi e Uguali hanno già proposto di sciogliere quelle forze di estrema destra: “Non concordo – ribatte Salvini -. Si consegnerebbero alla illegalità non piccoli gruppi già al di fuori della legalità, ma decine di migliaia di persone. Oltretutto sarebbe incostituzionale”. Perché, sottolinea, il “fascismo storico, cui si riferisce anche la Legge Scelba del ’52, non sembra essere oggi il programma delle forze di destra anche estrema. Non vi sono elementi che possano giustificare uno scioglimento giudiziario”. Gli “antifascisti” inorridiscono per le idee su immigrazione e case popolari solo agli italiani e nel dubbio picchiano. “Ci si deve confrontare sul piano politico – è la lezione del gip -. Questa è l’essenza della democrazia, pensare di fare diversamente è poco illuminista. È un errore considerare l’estrema destra solo un problema criminale e non un avversario politico”. In molti riflettono sulle “cattive idee” della destra estrema, ma a sinistra? “Dal ’70 c’è una cultura politica che non si è mai estinta, che considera la violenza un’arma abituale di lotta politica, e che decide con la violenza chi può parlare e chi no. Un tempo si esprimeva nei servizi d’ ordine, oggi nei centri sociali con il loro antifascismo di stampo squadristico molto pericoloso”.
Salvini si avventura anche in un confronto di piazza: “L’ideologia dei centri sociali dagli anni ’70 è sempre quella, autoreferenziale: più che cercare consensi, i centri sociali vivono dentro sé stessi, più che fare la rivoluzione vogliono preservare il proprio spazio privato. I cortei della destra hanno un atteggiamento più legalitario, danno un’ idea di ordine, neanche una cartaccia per terra. Dobbiamo però chiederci se questa scelta sia definitiva o solo strategica. A me hanno detto di avere scelto definitivamente la democrazia parlamentare. Spero sia vero”.

Ciò non toglie che gli aizzatori di popolo hanno nomi, cognomi e incarichi istituzionali o di sostegno: Pietro Grasso, Laura Boldrini, A.N.P.I., CGIL e altre mezze figure. Se questo non è uno sporco regime!

Antifascisti violenti, volevano uccidere il poliziotto a Torino. Lui: “Basta, cosa dobbiamo fare adesso”
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I centri sociali in azione a Torino non volevano solo fare male, volevano uccidere. Contro le forze dell’ordine hanno tirato bombe con chiodi e bulloni e una ha colpito un poliziotto, Luca Cellamare, 35 anni, una moglie e due figlie di 7 e 2 anni. Gli è andata male: colpito alla natica, la foto del suo sfregio ha fatto il giro del web. Al Corriere della Sera l’agente del Reparto Mobile, consigliere provinciale del sindacato autonomo di polizia, ha spiegato cos’ha fatto dopo l’attacco brutale: “Mi sono tolto dallo schieramento e sono andato nelle retrovie. Ho guardato in faccia il funzionario del servizio e ci siamo capiti: io ero il lanciatore di lacrimogeni e lui ha dato l’ordine di lanciare”. I manifestanti antifascisti però non hanno mollato l’osso. Cellamare ha fatto lo stesso, resistendo al dolore: “A un certo punto sentivo male, sì. Ma avevo in testa solo l’idea di aiutare gli altri. E ho corso e lavorato per un’ora, con quelli che insultavano, lanciavano ordigni, bottiglie, sampietrini…”. Alla fine è dovuto andare in ospedale, e l’adrenalina ha lasciato il posto alla rabbia: “Penso che questa gente abbia bisogno di disciplina e che sia arrivato il momento storico per dire basta al nostro lavoro politically correct nelle piazze. L’altra sera la città è stata ostaggio di 400-500 teppisti pregiudicati che arrivavano da vari centri sociali d’Italia. Secondo lei è normale? Io dico che ci sono due tipi di fascismo: quello dei fascisti e quello degli antifascisti”. La ferita brucia, conclude amaro, ma “brucia molto di più l’idea che qualcuno di noi prima o poi possa rimetterci la vita per gente che si dichiara antifascista o per chiunque altro fa della violenza la sua bandiera”.

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Torino: Bombe carta con chiodi contro la polizia. «Superato ogni limite»TorinoFotogrScontri Torino: 'da corteo bombe carta con schegge metallo'

1684.-ECCO LA MAPPA DEI CENTRI SOCIALI, UN COLOSSALE BUSINESS ESENTASSE CHE OFFRE UN VOTO DI SCAMBIO ALLA GIUNTA DI SINISTRA

Ma l’Italia fascista era più seria e non trafficava così.
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“A soffiare sul fuoco dell’antifascismo, a far finta di nulla difronte agli attacchi dei centri sociali, si rischia il morto”. Gianni Tonelli, segretario generale Sap-polizia, nel suo editoriale su Il Tempo, attacca: “Per poco non c’è scappato a Piacenza, col carabiniere picchiato da una banda di infami mascherati, oppure a Torino col lancio di bombe carta con chiodi e cocci di ceramica contro i miei colleghi feriti ovunque”.

ECCO LA MAPPA DEI CENTRI SOCIALI da Maurizio Blondet

5 maggio 2015 Claudio Bernieri
Milano 5 Maggio – Sono una quarantina in città i palazzi occupati dai centri sociali, emuli del Leoncavallo.

Un business appetibile, quello del “divertimentificio” abusivo in stile via Watteau: che pochi conoscono, e a cui si è affiancato da poco quello della ristorazione e dello “studentato”.

Utenze (luce e gas) a carico del Comune, scontrini inesistenti, bar, discoteca, sala da concerti, sale prove, palestre, albergo, il tutto è esentasse. E infine la beffa e l’affare per chi occupa: l’immobile occupato verrà infine acquistato (a spese dei milanesi) dalla giunta compiacente (quella di Pisapia) e dato in comodato gratuito agli occupanti. Che lo gestiranno per sempre esentasse, incassando gli introiti in nero. E’ il business dei centri sociali.

Il caso Loencavallo ha fatto da volano a una trentina di occupazioni in città, che si stanno moltiplicando man mano che “l’affaire Leonka” si avvicinerà alla sua poca nobile conclusione: perché dietro a ogni occupazione abusiva si nasconde un business miliardario, per gli occupanti, e nuove tasse, per i milanesi.

E’ un fatturato di tutto rispetto quello dei centri sociali che, si calcola, frutta agli occupanti un rispettabile introito, valutato circa 20.000 euro a week end, rigorosamente in nero, tra pranzi, chupito, aperitivi, concerti, ristorazione e alloggio.

Perché il giovane emarginato, il rappomane sfigato, il “ggiovane tatuatissimo”, il clandestino, lo studente fuori corso, il giramondo no global consumano. E rappresentano un colossale affare per l’imprenditore antagonista No Tav: perchè al centro sociale tutto ha un prezzo. Ascoltare musica rap, ballare, suonare nelle sale prove, esercitarsi in palestra, boxare, bere nei bar, alloggiare nelle case albergo per studenti, tutto ha un costo. Niente Siae, niente biglietti, niente fatture: si entra con una ” offerta libera”. Tutto è low cost, ma gli incassi sono da capogiro. Ne sanno qualcosa gli imprenditori della notte del Cantiere, le nave scuola del vandalismo e dell’antagonismo dei black block chic, che girano ormai in Mercedes e ostentano Rolex da Costa Smeralda.

I fighetti del Cantiere, tutti nobili cadetti dei più prestigiosi licei privati milanesi, gestiscono un giro di concerti (abusivi e senza pagare la Siae) di tutto rispetto in concorrenza con il Leoncavallo, con un giro di affari di migliaia di euro. La gara ad accaparrarsi il business della movida del popolo antagonista tra Lambretta, Cantiere, Zam, centri sociali anarchici, Leoncavallo dura da anni ma è noto solo agli addetti ai lavori: il monopolio da scalzare era il Leoncavallo, un ritrovo cult della intellighenzia radical chic.

Niente scontrini, niente Siae, niente biglietti, niente fatture, in una zona franca dove le Forze dell’ordine non potevano entrare. Poi, il voto di scambio con Pisapia, a cui hanno garantito l’elezione. Sono stati dapprima gli imprenditori del Cantiere a far concorrenza al Leoncavallo,e inventare il restaurant à la carte nella sala mensa di viale Monterosa: Una iniziativa commerciale subito copiata dagli antagonisti del Lambretta e dello Zam, che avevano aperto nelle villette di viale Romagna, ora disoccupate, e in via Santa Croce, dei “restaurant a la carte”. Il modello ? Una discoteca senza limiti di orario, una tavola calda con vini della casa, lasagne, tortelloni e lo spaccio di torte alla cannabis per gli studenti liceali, il targhet mirato..

I fatturati di tutto rispetto hanno moltiplicato le occupazioni: gli “osti” alternativi e antagonisti cercano di imitare gli imprenditori della notte che hanno reso grande (nel fatturato) il Leoncavallo: la formula vincente è una sola. Uno stabile fatiscente di una immobiliare viene occupato, dopo una “dritta” ricevuta da una gola profonda della Giunta di Pisapia. A volte lo stabile è di un costruttore edile da “ammorbidire”, vedi Ligresti, a volte un imprenditore radical chic amico. I centri sociali funzionano così sia da Volante Rossa per “punire ” i palazzinari ostili al comandero Pisapia, oppure da volano per le nuove imprenditorialità illegali e abusive. Gli imprenditori antagonisti della notte sanno che alla fine la giunta Pisapia, come voto di scambio, acquisterà lo stabile occupato dai legittimi proprietari, ai quali offrirà aree appetibili da ristrutturare o da edificare. E’ successo con gli imprenditori radical chic Cabassi, ma può succedere ancora.

E’ un business colossale in quando la gestione di una sala prove, di un ristorante, di un piano bar, di una discoteca, di una sala da concerto o una palestra è totalmente esentasse, se avviene in un centro occupato. La Guardia di Finanza non entra mai nei centri sociali, che sono diventati una vera e propria catena illegale del divertimento notturno. Il business è il monopolio della movida selvaggia e dello sballo: musica, cocaina, cannabis, alle quali si aggiungono palestre, sale di tatoo e, recentemente, gli alloggi per studenti in case occupate.

Se ne stanno occupando gli “imprenditori” di Casa Loca e del Cantiere: il business degli studenti fuori corso è davvero appetibile.

Gli scontri del primo maggio si spiegano anche con motivazioni poco nobili e più commerciali: i centri sociali hanno voluto ricordare alla giunta Pisapia e al Pd che sono loro, le nuove coop rosse, a controllare le notti di Milano (e migliaia di voti). Insieme alla ‘ndrangheta e al fondamentalismo islamico dei Fratelli Musulmani, i centri sociali controllano la movida selvaggia e lo sballo. Concerti , palestre, alloggi, tutto ruota intorno ai palazzi occupati, un appetibile business: e tutto , ovviamente, a spese dei milanesi che si accolleranno gli oneri di acquisto degli stabili occupati.

I CENTRI SOCIALI CHE FANNO BUSINESS A MILANO

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1-Cascina autogestita Torchiera, p,le Cimitero Maggiore 18: concerti e pranzi. (con regolare contratto di affitto)

2-Cox 18, via Conchetta 18, concerti, pranzi, bar, dibattiti, cinema.

3.Leoncavallo – via Watteau 7, concerti , ristorante, mostre, palestre

4-casa Loca , viale Sarca 183, concerti , bar.

5- casa Loca, appartamenti occupati in via san Gallo 5 (foresteria)

6 –villa Litta Okkupata, via Litta Modignani 66 (foresteria)

7- centro sociale Micene, via Micene 4 (organizzazione occupazioni e assegnazione di alloggi)

8- adrenaline. Viale Gorizia 28 ( bar)

9- ciurma de Nautilus, via Erodoto 16

10- gruppi punkabbestia, via Valvassori Peroni (alloggi foresteria universitaria)

11- Nazi Femen, via dei Transiti 28 (bar)

12-panetteria occupata, via Conte Rosso 20 (bar)

13 -circolo Malfattori, via Torricelli 19 (bar)

14- punkabbestia, anarchici, No tav, via Emilio Gola (alloggi e foresteria universiaria)

15- Zam, via Olgiati (alloggi, bar)

16- hotel Mitra, via Washingon (alloggi e foresteria universitaria)

17 -Lambretta, via Cornalia (bar)

18 -officina beni comuni, via Arbe (bar)

19 –Macao, viale Molise (concerti, mostre, bar)

20 -laboratorio piano terra, via Confalonieri (bar)

21-Cantiere, via Monterosa 84 (concerti ristoranti)

22-Cantiere, piazzale Stuparich (alloggi)

23, 24- appartamenti occupati il Cantiere

25- occupazioni universitarie

26- circolo anarchico ponte della Ghisolfa (concerti, bar, mostre, dibattiti) – con regolare contratto d’affitto –

27- centro sociale Vittoria, viale Friuli (concerti, dibattiti )

28- Fornace, via Moscova, Rho (concerti)

29 – case occupate via Odazio, il Cantiere (alloggi e foresteria clandestini)

30- case occupate Corvetto, anarchici insurrezionalisti (alloggi) e foresteria clandestini

31-case occupate via Ripamonti ( alloggi e foresteria clandestini ).

( con la collaborazione di Angelo Mandelli )

http://www.milanopost.info/category/milano/

Maurizio Blondet