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5215.- Bambini strappati: intervista all’avvocato Francesco Miraglia

Da Corriere PL del 28 Giugno 2022, di Rita Lazzaro

In queste settimane nella rubrica “L’Innocenza Violata” si è parlato del dramma dei bambini scomparsi.

A tal proposito, da ricordare altresì un’altra piaga umana, sociale e giuridica, che affligge il mondo dei piccoli e le relative famiglie, quella dei bambini strappati.

Dai dati ufficiali c’è chi parla di 500mila casi.

Ma Bibbiano, caso scoppiato esattamente tre anni fa, è solo la punta dell’iceberg di un cancro che va avanti dagli anni 70 con lo scandalo del Forteto e che continua a espandersi a macchia d’olio in tutta Italia.

Di tutto questo parleremo con l’ avvocato Francesco Miraglia del foro di Madrid che, da oltre dieci anni, denuncia casi eclatanti di adozioni mascherate, affidamenti “facili”, servizi sociali

incompetenti, case famiglia degli orrori.

Avvocato, perché nulla è cambiato, anzi è degenerato? Perché fino a questo momento non è stato adottato alcun provvedimento diretto a porre fine al business fatto con e sulla pelle dei bambini? Quali sono le responsabilità dello Stato: negligenza o qualcos’altro?

”Effettivamente non è cambiato nulla perché, sia a Forteto sia a Bibbiano e tutti gli altri Bibbiano in Italia si basano su 2 presupposti: tanti soldi e tanta politica. Intanto, tengo a precisare che i provvedimenti devono essere emessi dal Tribunale, i conflitti di interesse tra i giudici onorari e le gestioni delle varie case famiglia ormai sono una cosa consolidata senza tralasciare la superficialità di alcuni magistrati minorili che si limitano a fare un vero e proprio copia e incolla con le relazioni dei servizi sociali. Di fatto, il provvedimento del giudice diventa una brutta copia della relazione dell’assistente sociale. La responsabilità dello stato è negligenza e qualcos’altro. Negligenza sicuramente ma anche potere, interessi politici e interessi economici. Soprattutto per le istituzioni vale sempre quel principio: chi controlla i controllori?”

Rodolfo Fiesoli imponeva l’omosessualità come mezzo per la purificazione, e il rifiuto della famiglia d’origine come strumento di liberazione individuale. Il Forteto era finanziato dalla Presidenza della Provincia di Firenze, anche sotto Matteo Renzi. Era frequentato a vario titolo da personaggi come Rosi Bindi, Massimo D’Alema (chiamati a deporre), da neuropsichiatri, primari di psichiatria, docenti universitari, assistenti sociali, giudici togati ed onorari ma, come rilevato negli atti della Commissione di inchiesta regionale, gli incontri erano concordati, e in quelle circostanze al Forteto si predisponeva l’ambiente adatto a tali incontri.

Casi di cui si parla sempre troppo poco sia a livello politico salvo qualche eccezione ma soprattutto a livello mediatico e, anche in questo caso, la domanda sorge spontanea: è un silenzio volutamente voluto e perché?

Sicuramente è un silenzio voluto, purtroppo quando si deve rispondere a queste domande si corre il rischio di essere banali. Mi spiego meglio.

Purtroppo in Italia qualsiasi cosa diventa una battaglia tra buoni e cattivi, tra bianchi e rossi, tra guelfi e ghibellini. Si fanno delle commissioni di inchiesta che non hanno l’intento effettivo di individuare le responsabilità ma, come diceva Sciascia, le commissioni di inchiesta vengono fatte per insabbiare tutto. Questa è una delle principali difficoltà nel capire perché è malato il nostro sistema minorile e il sistema degli affidamenti”

Per quanto concerne le proposte di legge per porre fine a simili orrori, cosa si dovrebbe redigere o modificare o abrogare o semplicemente applicare?

“Io lo ripeto da anni. Le nostre leggi sono tra quelle più evolute a livello europeo. Il nostro problema non è riformare, ma fare in modo che le norma vengano applicate e soprattutto mandare a casa chi deve sorvegliare affinché determinati abusi non accadano. Mi viene in mente il caso Bibbiano, dove una delle accuse allo psicologo Foti era di aver manomesso un disegno affinché lo stesso rappresentasse un abuso sessuale. Ecco, il problema non era la manomissione del disegno, il problema è come è stato possibile che dei Giudici abbiano disposto l’allontanamento di quel bambino solo ed esclusivamente sulla base di un disegno”.

Rita Lazzaro.

2437 e 1636.- Il Forteto, la sinistra e l’ideologia anti-famiglia

FamigliaFortetoMORALITA’ E CORRUZIONE

Il marcio che sta venendo a galla dal caso Bibbiano è raccapricciante, tuttavia, l’enciclopedia libera Wikipedia ha cancellato la sua pagina. Anche in Spagna usavano il metodo Bibbiano: accusare i padri per togliere i figli, fargli il lavaggio del cervello e darli a chi pareva a loro. Lo psichiatra era consulente di Zapatero sul gender. Quindi è una rete internazionale. Chi è il suo capo? Intanto, il caso Bibbiano mostra un’altra rete di pedofili satanisti fatta di politici e giudici e altri due sindaci PD, quelli di Montecchio e Cavriago sono indagati per abuso d’ufficio. Chissà perché la Chiesa di Bergoglio non è preoccupata per l’esplosione del satanismo. Prima di riproporre quanto già pubblicato, cominciando dal 21 gennaio 2018, leggiamo l’ultimo aggiornamento di Maurizio Blondet:

7 luglio 2019. Forteto bis’, Rodolfo Fiesoli assolto in appello (finirà che condanneranno noi per averlo diffamato)

La corte d’appello di Firenze ha assolto in appello Rodolfo Fiesoli nel cosiddetto “Fiesoli bis”, un procedimento che vede il ‘profeta’ accusato di violenze sessuali simili a quelle del processo principale, ma ai danni di un solo minore che frequentava saltuariamente la comunita’ di Vicchio, la cui denuncia era arrivata successivamente a tutte le altre.
In primo grado, Fiesoli era stato condannato a 8 anni in abbreviato ma la seconda sezione della corte d’appello ha ribaltato la sentenza, assolvendo il ‘guru’ del Forteto perche’ “il fatto non sussiste”. Il difensore di Fiesoli, avvocato Lorenzo Zilletti, aveva sostenuto che le accuse mosse dalla vittima, minore all’epoca dei fatti, erano inattendibili. La denuncia del giovane giunse quando le indagini a carico del profeta della comunita’ di Vicchio in Mugello erano concluse. Nell’altro processo, quello principale, Fiesoli e’ stato condannato a 14 anni e 10 mesi in un nuovo processo d’appello. Attualmente è libero in attesa della Cassazione.
forteto-famiglia-sinistra

Eugenia Roccella 

La storia del Forteto è nota: una comunità chiusa, con le tipiche ed evidenti connotazioni della setta basata su regole assurde, abusi e maltrattamenti; un capo, Rodolfo Fiesoli, violento e prevaricatore, che si proponeva come Dio in terra, tanto da intimare a un ragazzo spastico in carrozzella: “alzati e cammina” (e naturalmente il ragazzo cadde). Fiesoli era culturalmente rozzo, esibizionista, chiaramente poco affidabile come educatore, e inoltre aveva già scontato una condanna per abusi sessuali quando il giudice Meucci gli affidò il primo bambino down; eppure per tanti, tanti anni (più di trenta), il Forteto fu circondato da una protezione politica e istituzionale compatta, che si è sgretolata solo di fronte all’evidenza terribile delle testimonianze e alla lunga lotta dei ragazzi abusati e maltrattati, e dei loro genitori, per avere giustizia.

A fine dicembre le condanne sono state confermate dalla Corte di Cassazione, e ieri una bella puntata di Matrix ha dato voce a qualcuno di questi ragazzi ormai cresciuti, provando anche a intervistare chi ha coperto, e a volte promosso, il “modello educativo” di Fiesoli e compagni. Quasi tutti si sono sottratti, e chi ha risposto ha cercato disperatamente di sminuire le proprie responsabilità. Ma, a partire dai deputati di quel collegio, come Di Pietro, fino ai vari presidenti della Regione Toscana che si sono succeduti negli anni (Claudio Martini, Vannino Chiti, e ora Rossi), le responsabilità sono evidenti, anche se sono solo morali e non sanzionate dalla legge.

Perché tutto questo è potuto accadere? Perché intellettuali, politici e magistrati, non hanno voluto vedere, e hanno dato credito a un personaggio palesemente inadeguato e inquietante? E’ semplice: per motivi squisitamente ideologici. Fiesoli denigrava la famiglia naturale, la considerava come il luogo di tutti i mali, promuoveva (meglio dire imponeva) l’omosessualità, teorizzava la “famiglia funzionale”, cioè una non famiglia, e tutto questo piaceva alla sinistra del Mugello, che Guareschi avrebbe definito trinariciuta. Il processo del 1978 che portò alla prima condanna era stato istruito da Carlo Casini, un cattolico, quindi i trinariciuti si convinsero subito che si trattava di un errore giudiziario, anzi, dell’accanimento di un procuratore bigotto contro l’esponente di un modello educativo nuovo e anticonformista. Quindi, tutti lì a glorificare Fiesoli, a fornirgli patenti culturali, a inondarlo di finanziamenti; e tutti lì i politici: il passaggio al Forteto era un classico delle campagne elettorali della sinistra.

Oggi tutti si nascondono, negano, minimizzano, qualcuno (pochi, per la verità) ammette l’errore e si scusa. Ma nessuno mette in discussione le proprie convinzioni ideologiche, di fronte a quei bambini ormai cresciuti che hanno dovuto rinnegare i propri genitori, essere sfruttati e maltrattati, subire angherie e abusi. Nessuno che dica: ho sbagliato, non ho voluto vedere la verità perché l’ideologia mi ha accecato, perché credevo nelle teorie dell’anti-famiglia (come le chiama Cristopher Lasch), nella sperimentazione di modelli educativi che rompessero la tradizione (vedi il progetto “Barbiana e il Mugello, una scuola per l’integrazione”, fatto dal Forteto, costruito con l’università di Firenze, associazioni del privato sociale sulla disabilità, e la comunità montana), in pratiche di “analisi selvaggia” come le confessioni in pubblico. No, questo non lo dirà mai nessuno.

Non lo dirà mai nessuno.

L’Occidentale è una testata giornalistica registrata.
Registrazione del Tribunale di Roma n° 141 del 5 Aprile 2007.

2433.- Affidamenti illeciti di minori, la manipolazione è devastante. Nessuno è pronto all’inferno

Maurizio Montanari ci porta il suo sdegno. Dinanzi alle fogne aperte nella magistratura e in difesa dello spirito democratico della mia generazione, mi pongo un quesito su un argomento controverso e dibattuto: È proprio vero che la pena di morte per gravi reati sia estranea al diritto penale? In quale recupero di questi serpenti possiamo sperare? Dinanzi alle fogne aperte nella magistratura, nel suo apice e fino a quella onoraria e in difesa dello spirito democratico della mia generazione, mi pongo un quesito su un argomento controverso e dibattuto: È proprio vero che la pena di morte per gravi reati contro la personalità dello Stato, contro la dignità della persona umana, come il cannibalismo, sia in contraddizione con il diritto penale? In quale recupero di questi serpenti alla società possiamo sperare con le pene umanitarie? La protezione dei diritti fondamentali dell’uomo può essere disparitaria quando si tratta di quella del minore? Occorrerebbe un’altra legge di revisione costituzionale sull’articolo 27.

dal blog di Maurizio Montanari

Se i fatti accaduti a Bibbiano dovessero essere anche solo in parte confermati, ci troveremmo di fronte al tentativo di realizzazione di una delle più subdole pratiche di manipolazione dell’essere umano: la distruzione artificiale del fresco passato di un bambinooperata attraverso l’innesto di ricordi artificiali finalizzati alla cancellazione sistematica delle figure genitoriali. Il tutto per preparare un terreno nel quale fare attecchire nuove figure di riferimento. Bisogna aspettare gli sviluppi. Tuttavia la rabbia e l’incredulità diffusa sono legate alla consapevolezza che agire sulle menti di bambini, la cui personalità è in abbozzo di formazione, significa avere un’elevatissima garanzia di riuscita dell’opera di azzeramento del tempo trascorso, pratica la cui validità sull’adulto è testimoniata da una solida letteratura.

Affidamenti illeciti di minori, 16 arresti a Reggio Emilia: “Lavaggio del cervello e impulsi elettrici ai bimbi”

Se provate, queste manipolazioni entrerebbero direttamente in una dimensione che esula dalle quasi incredibili testimonianze di malapratica riportate dai quotidiani (la pervicacia terrorizzante con la quale alcune frasi sarebbero state “imposte” ai bambini per demolire padre e madre, le presunte modifiche ai disegni, sono cose che provocano sgomento e smarrimento anche nel più cinico dei poliziotti o nel più indurito degli analisti) per avvicinarsi ai deliranti progetti di controllo generazionale partoriti nella storia dal ventre delle più cupe dittature. Mentre il regime argentino di Jorge Videla operava sul campo pratico, uccidendo i genitori ritenuti “sovversivi” per rendere i figli adottabili da parte degli aguzzini, la pratica di invalidamento di figure parentali ancora viventi che gli inquirenti ipotizzano avrebbe operato malignamente su un doppio livello: dapprima si lacerano i ricordi di un minore, il che dovrebbe poi generare un moto “spontaneo” di repulsione nel suddetto, obbligato a ripudiare un genitore che è stato costretto ad odiare.

I resoconti letti sui quotidiani portano alla mente l’azione dell’Anka di Pol Pot, in Cambogia. Nei campi di prigionia khmer, mirabilmente descritti nel film Urla del silenzio, il passato veniva eradicato eliminando fisicamente gli adulti, crescendo i bambini in una surreale condizione di “anno zero”, nella quale “nulla è successo prima d’ora”. Padri e madri erano sostituiti dall’onnipotente Anka, il Partito Cosa al quale questi nuovi figli erano di fatto assoggettati.

Se i fatti venissero provati, il rischio per le piccole vittime sarebbe quello di rendere reale e sedimentato quel passato che è stato loro sovrascritto, creando nei loro cuori e nelle loro menti un conflitto permanente. Tutto quel sistema simbolico e culturale di identificazioni progressive che il bambino, superate le figure genitoriali, deve acquisire e possedere per instradarsi verso la vita adulta, fatto di fiducia negli insegnanti, nei medici, nell’altro, sarebbe stato in questo caso minato gravemente. Chiunque siano i genitori suppletivi, laddove piantati artificialmente su un terreno bruciato col terrore e la paura, non potranno mai garantire un solido aggancio di questi bambini al mondo adulto.

Nei casi di manipolazione di ricordi operata su minori, solo affidandoli a mani espertissime è forse possibile aprire un varco nel quale cercare, quantomeno, di ripristinare un passato accettabile dopo che questo è stato violato. Solo un’opera fine e precisa può mettere le mani laddove le fondamenta sono state semidistrutteper ridisegnare e circoscrivere il posto di questi padri e madri, da lì espulsi col marchio dell’infamia.

La clinica insegna che i genitori privati dei figli in base ad accuse false, messi artatamente alla gogna con accusa di essere maneschio sessualmente violenti, vanno incontro a una devastazioneprogressiva dell’animo e un isolamento che, quand’anche la verità torni nel tempo a galla, lascia segni indelebili, anche sul corpo, come testimonia l’inchiesta “Veleno” (“Due vicende con tantissime analogie, finalmente i nodi stanno venendo al pettine”. Lorena Morselli, una delle madri, negli anni 90 si vide togliere quattro figli per un’inchiesta su presunti casi di violenza sessuale su minori e satanismo, la cosiddetta vicenda dei “pedofili della Bassa”).

Ci sono davvero tanti indagati in questa storia. Abito queste terre, e ho sobbalzato come tutti a leggere tali notizie. Pare impossibile che un mondo parallelo, fondato sul plagio, la soperchieria, la prevaricazione, si sia evoluto sino a soppiantare, in zone circoscritte, lo stato di diritto in una delle aree più pedagogicamente avanzate dell’Italia. Nessuno è pronto all’inferno.

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Maurizio Montanari
Psicoanalista

2432.- La fabbrica degli orfani di Reggio Emilia? Gli affidi sono uno sporco business (e ora la politica si deve svegliare)

Reggio Emilia, 29 giugno 2019 – Pressioni e amicizie della ‘zarina’ dei servizi sociali Federica Anghinolfi. L’ombra dei favori alle coppie omosessuali.  Obbligava gli assistenti sociali a redigere e firmare verbali dove si attestava il falso riguardo allo stato familiare o al contesto abitativo dei bambini. Che poi decideva a chi affidare (elargendo addirittura contributi doppi fino a 1.200 euro rispetto alle ‘rette’ previste), influenzata tra l’altro dal suo attivismo nel mondo gay, per la lotta in favore dell’adozione alle coppie omosessuali, ma anche dai suoi intrecci sentimentali. E stabiliva pure a quali psicoterapeuti bisognava mandare in cura i piccoli una volta strappati dalle famiglie naturali. Assume quasi il volto di una zarina dei servizi sociali Federica Anghinolfi, dirigente dell’Unione val d’Enza, finita ai “domiciliari” con numerose accuse tra cui falso in atto pubblico, abuso d’ufficio, violenza privata e lesioni personali gravissime, nelle carte dell’inchiesta ‘Angeli e Demoni.

Ci sono 1082 giudici“onorari”minorili fra i 29 tribunali e le Corti d’Appello minorili in Italia. 200 di loro dipendono o hanno interessi nelle case-famiglia o nei centri per la protezione dei minori, cui affidano i minori, anche a 400€/giorno! Sia posta una fine all’indipendenza della magistratura e sia la fine del C.S.M..

L’inchiesta “Angeli e Demoni” ha svelato un sofisticato sistema per sottrarre bambini alle loro famiglie sulla base di false accuse di violenze e manipolazioni. Ma è da anni che succedono queste cose: la differenza è che nessuno se ne è mai curato. Ora la politica prenda provvedimenti

La lobby gay dietro il rapimento dei bambini e l uso di ettroshock per darli in pasto i pedofili….il CSM che pilotava con il PD processi e nomine….parlamentari di sinistra che fanno scudo ai pirati. Il metodo dello shock elettrico faccio notare faceva parte di MK-Ultra. Photo by Katherine Chase on Unsplash

Solo dei perfetti ipocriti possono sobbalzare e rilasciare dichiarazioni scandalizzate davanti agli orrori della “fabbrica degli orfani” di Reggio Emilia, con i bambini strapazzati ai limiti della tortura psicologica per farne soggetti di affidamenti ben remunerati agli amici. Sono anni che la Rete è piena di implorazioni di madri e padri a cui sono stati sottratti i figli, senza possibilità di ricorso e appello, senza strumenti per rintracciarli. Le abbiamo viste in tv in decine di trasmissioni. Hanno mandato suppliche a ogni partito, gruppo, movimento, chiesa. Nessuno ha mai alzato un dito, nemmeno davanti all’enormità dei numeri che l’industria delle case famiglia e dei privati affidatari metteva insieme anno dopo anno: secondo i dati più attendibili (lo Stato non si è mai nemmeno preoccupato di fare un censimento ufficiale) sono 26meila i minori sottratti ai loro genitori, e sei su dieci restano sostanzialmente “sequestrati” dai pubblici poteri ben oltre il limite massimo di due anni fissato dalla legge, fino a un totale che può arrivare al decennio.

Già nel 2013 Panorama pubblicava un’inchiesta nella quale un operatore specializzato in questo tipo di cause, denunciava il caso limite di un centinaio di giudici minorili onorari, quasi tutti psicologi, che erano al tempo stesso associati o addirittura fondatori di case d’affido, dove un bambino può “rendere” fino a tremila euro al mese. Da allora in poi ne hanno scritto quasi tutti, talvolta sull’onda di casi di maltrattamento, sempre additando l’intreccio affaristico fra tribunali, servizi sociali, amministrazioni locali, talvolta con prove inoppugnabili. Nessuno ha mai ritenuto di vederci chiaro, né i ministri della Famiglia che si sono succeduti, né i Garanti per l’Infanzia e nemmeno i magistrati, almeno fino a questa inaspettata e clamorosa indagine sui Comuni della Val D’Enza.

L’idea di un ragazzino che aspetta un messaggio dai genitori per il suo compleanno o per Natale e resta a mani vuote per la crudeltà e l’avidità di un adulto è dickensiana, intollerabile, mostruosa

La cosa che turba di più è il racconto delle lettere e dei regali spediti dalle mamme e dai papà e buttati nei magazzini, mai consegnati ai piccoli ostaggi, probabilmente allo scopo di rompere ogni legame affettivo coi genitori. L’idea di un ragazzino che aspetta un messaggio dai genitori per il suo compleanno o per Natale e resta a mani vuote per la crudeltà e l’avidità di un adulto è dickensiana, intollerabile, mostruosa. Siamo oltre le categorie del codice penale, siamo alla barbarie, ed è incredibile che in una regione civilissima, con lo scudo di una Onlus che sembrava un modello, un gruppo di professionisti titolati si sia potuto rendere artefice o complice di raggiri così mostruosi.

L’inchiesta, battezzata Angeli e Demoni, ha portato a misure cautelari per diciotto persone, tra cui il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti, fra i quali politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti della Onlus Hansel e Gretel di Moncalieri, in provincia di Torino. Il sindaco è agli arresti domiciliari: è accusato di aver favorito la cordata affidando i servizi di psicoterapia senza un bando di evidenza pubblica. Ai domiciliari anche la responsabile del servizio sociale integrato dell’Unione di Comuni della Val d’Enza, una coordinatrice del medesimo servizio, un’assistente sociale e due psicoterapeuti. Otto interdizioni a esercitare attività professionali sono state consegnate ad altrettanti dirigenti comunali, operatori socio-sanitari, educatori. A muovere l’indagine è stata l’improvvisa escalation, nel 2018, delle denunce dei servizi sociali per casi di abusi sessuali e violenze su minori, che comportano quasi automaticamente l’allontanamento dei bambini dalla famiglia: segnalazioni che si sono rivelate palesemente infondate, avvalorando il sospetto di un’operazione a fini di lucro.

Non è previsto un vero elenco dei motivi che possono portare alla sottrazione dei minori, le decisioni sono considerate “provvedimenti temporanei” quindi non sono appellabili né suscettibili di ricorso in tribunale

Le intercettazioni citate nelle ordinanze confermano le costanti pressioni degli indagati per manipolare i bambini e costruire falsi ricordi, addirittura con il ricorso a stimolazioni elettriche nell’imminenza dei colloqui giudiziari, per incardinare l’idea di aver subito maltrattamenti in casa. Non sarà facile dimostrare la fondatezza delle accuse né gli abusi commessi nel sottrarre bambini e ragazzi ai genitori: la legge italiana (molto antica: risale al ’34 ed era stata studiata per gestire la devianza) attribuisce ai servizi sociali un potere discrezionale quasi assoluto: non è previsto un vero elenco dei motivi che possono portare alla sottrazione dei minori, le decisioni sono considerate “provvedimenti temporanei” quindi non sono appellabili né suscettibili di ricorso in tribunale. Dunque sarà facile per gli indagati difendersi sostenendo di aver agito sulla base della loro convinzione professionale e dell’esperienza.

E tuttavia la speranza è che “Angeli e Demoni” muova la politica. Imponga un’indagine a livello nazionale su questo tipo di attività e servizi. Obblighi alla revisione delle norme, rendendole più precise. Spinga i sindaci a occuparsi delle associazioni a cui affidano questi servizi e a farsi delle domande sulla loro onestà e competenza. Sarebbe una bella battaglia anche per l’attuale ministro della Famiglia Lorenzo Fontana. Questa sì in difesa della maternità e della paternità, dei bambini, della vita, del legame indissolubile che lega genitori e figli.

Così, LINKIESTA, invece:

Nessuna revisione. La Costituzione ci dice che ogni lavoratore, quindi, il genitore in stato di bisogno sia sostenuto e non sostituito, salvi i casi di pericolo effettivo e documentato dalle Forze dell’Ordine. L’ingerenza di questo stato pseudo comunista nella vita privata dei cittadini ha trasformato la democrazia in un mostro. Gli indagati sono decine e quello ricostruito dagli investigatori è un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Tra le contestazioni emergono ‘lavaggi del cervello’ ai minori in sedute di psicoterapia, anche con impulsi elettrici per “alterare lo stato della memoria”. Tra i reati contestati frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.

1636.- Il Forteto, la sinistra e l’ideologia anti-famiglia

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Eugenia Roccella

La storia del Forteto è nota: una comunità chiusa, con le tipiche ed evidenti connotazioni della setta basata su regole assurde, abusi e maltrattamenti; un capo, Rodolfo Fiesoli, violento e prevaricatore, che si proponeva come Dio in terra, tanto da intimare a un ragazzo spastico in carrozzella: “alzati e cammina” (e naturalmente il ragazzo cadde). Fiesoli era culturalmente rozzo, esibizionista, chiaramente poco affidabile come educatore, e inoltre aveva già scontato una condanna per abusi sessuali quando il giudice Meucci gli affidò il primo bambino down; eppure per tanti, tanti anni (più di trenta), il Forteto fu circondato da una protezione politica e istituzionale compatta, che si è sgretolata solo di fronte all’evidenza terribile delle testimonianze e alla lunga lotta dei ragazzi abusati e maltrattati, e dei loro genitori, per avere giustizia.

A fine dicembre le condanne sono state confermate dalla Corte di Cassazione, e ieri una bella puntata di Matrix ha dato voce a qualcuno di questi ragazzi ormai cresciuti, provando anche a intervistare chi ha coperto, e a volte promosso, il “modello educativo” di Fiesoli e compagni. Quasi tutti si sono sottratti, e chi ha risposto ha cercato disperatamente di sminuire le proprie responsabilità. Ma, a partire dai deputati di quel collegio, come Di Pietro, fino ai vari presidenti della Regione Toscana che si sono succeduti negli anni (Claudio Martini, Vannino Chiti, e ora Rossi), le responsabilità sono evidenti, anche se sono solo morali e non sanzionate dalla legge.

Perché tutto questo è potuto accadere? Perché intellettuali, politici e magistrati, non hanno voluto vedere, e hanno dato credito a un personaggio palesemente inadeguato e inquietante? E’ semplice: per motivi squisitamente ideologici. Fiesoli denigrava la famiglia naturale, la considerava come il luogo di tutti i mali, promuoveva (meglio dire imponeva) l’omosessualità, teorizzava la “famiglia funzionale”, cioè una non famiglia, e tutto questo piaceva alla sinistra del Mugello, che Guareschi avrebbe definito trinariciuta. Il processo del 1978 che portò alla prima condanna era stato istruito da Carlo Casini, un cattolico, quindi i trinariciuti si convinsero subito che si trattava di un errore giudiziario, anzi, dell’accanimento di un procuratore bigotto contro l’esponente di un modello educativo nuovo e anticonformista. Quindi, tutti lì a glorificare Fiesoli, a fornirgli patenti culturali, a inondarlo di finanziamenti; e tutti lì i politici: il passaggio al Forteto era un classico delle campagne elettorali della sinistra.

Oggi tutti si nascondono, negano, minimizzano, qualcuno (pochi, per la verità) ammette l’errore e si scusa. Ma nessuno mette in discussione le proprie convinzioni ideologiche, di fronte a quei bambini ormai cresciuti che hanno dovuto rinnegare i propri genitori, essere sfruttati e maltrattati, subire angherie e abusi. Nessuno che dica: ho sbagliato, non ho voluto vedere la verità perché l’ideologia mi ha accecato, perché credevo nelle teorie dell’anti-famiglia (come le chiama Cristopher Lasch), nella sperimentazione di modelli educativi che rompessero la tradizione (vedi il progetto “Barbiana e il Mugello, una scuola per l’integrazione”, fatto dal Forteto, costruito con l’università di Firenze, associazioni del privato sociale sulla disabilità, e la comunità montana), in pratiche di “analisi selvaggia” come le confessioni in pubblico. No, questo non lo dirà mai nessuno.

Non lo dirà mai nessuno.

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Registrazione del Tribunale di Roma n° 141 del 5 Aprile 2007.