Archivio mensile:giugno 2022

5208.- La NATO crea nuovi obiettivi in Italia e in Germania. Erdogan: mano libera sul popolo Curdo

Aggiornato 30 giugno 2022.

Insieme ai tedeschi, saremo il primo obiettivo russo della guerra nucleare voluta da Biden. Ripeto: Insieme ai tedeschi, saremo il primo obiettivo russo della guerra nucleare voluta da Biden.

Al summit NATO, Draghi a coperto con una dichiarazione sciocca sui curdi la delicatezza degli argomenti guerreschi di Biden e Stoltenberg!

Lo schieramento di armi nucleari, ipersoniche, a medio raggio americane fa dell’Italia un bersaglio atomico, obbligato e prioritario per la Russia e deve essere approvato con referendum e dal Parlamento.

Turchia, Svezia e Finlandia hanno firmato un memorandum d’intesa sulla pelle del popolo curdo. Lo riferisce l’agenzia turca Anadolu.

Un popolo senza diritti e senza patria. Il suo motto: Non abbiamo altri amici che le nostre montagne.

Questa NATO è orrida. Con Biden, è venuta meno la simpatia fraterna che ci ha legato agli Stati Uniti. La Svezia per entrare nel business NATO rimanda ai turchi i profughi curdi che aveva accolto. La condizione di Erdogan per l’ingresso della Svezia nella Nato era riconoscere che i curdi sono terroristi e estradarli In Turchia, accettando di fatto una persecuzione etnica. I curdi sono quelle persone per loe quali battevano i cuori dell’l’Occidente, a partire dagli Stati Uniti e noi con loro. Ricordate le donne combattenti di Kobane? Ottenuto il prezzo del ricatto, la Turchia ha ritirato il veto all’ ingresso nella NATO di Svezia e Finlandia. Ora, Erdogan potrà far massacrare o, più probabilmente, gassare, i curdi come ha sempre desiderato. Pur di riuscire a controllare la Federazione Russa i paladini dei diritti umani sbandierati dall’ Occidente rinunciano al loro e al nostro onore. Avanti così Biden e avanti Erdogan! ma l’orrore non finisce qui: Il presidente del Consiglio Draghi appoggia l’ingresso nella NATO di Svezia e Finlandia, approvando la consegna del popolo curdo (I curdi, sì, che hanno combattuto per la ns LIBERTÀ, non l’Ucraina). Draghi s’inchina al Sultano Erdogan, che lui stesso aveva chiamato dittatore e che, da oggi, è diventato statista; ma, ammettiamolo: L’avessimo noi un Erdogan!

Biden al summit Nato annuncia più truppe anche in Italia, e dove? a Pisa? Cade il veto turco a Svezia e Finlandia.

Ci occupano; ma non ci avevano liberato?

Pisa. 70 ettari di bosco che a breve saranno sacrificati per una base militare pro USA. Non siamo in Corea, ma IN TOSCANA NEL 2022, NEL “PARCO DI SAN ROSSORE”. La base militare sarà realizzata con i fondi del PNRR dopo l’ok del presidente Mario Draghi. E qui che faranno base i sistemi mobili lanciamissili ipersonici della Lockheed Martin?

Un bosco patrimonio della Regione Toscana tra i più belli d’Italia trasformato in base militare del Patto Atlantico o Patto Leonino.

San Rossore. Sarà questa la nuova base dei missili ipersonici nucleari con lancio da piattaforme terrestri mobili, prodotti dalla Lockheed Martin; missili con gittata tra 500 e 5500 km: un vero pericolo per la Russia!

mercoledì 29 Giugno 11:17 – di Vittorio Giovenale

summit Usa, Biden

Gli Stati Uniti dispiegheranno “difese aree aggiuntive e altre capacità in Germania e Italia”. Lo ha annunciato il presidente americano Joe Biden, parlando del rafforzamento della presenza militare statunitense in Europa in un breve incontro con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, prima dell’inizio del summit di Madrid. “Oggi annuncio che gli Stati Uniti miglioreranno la loro postura di difesa in Europa per rafforzare la nostra sicurezza e rispondere alle sfide”, ha detto il presidente americano. Nel concreto, dagli Usa arriveranno altre truppe e mezzi nel continente.

“Qui in Spagna lavoreremo con il nostro alleato per aumentare i cacciatorpediniere che abbiamo nella base navale di Rota, che passeranno da quattro a sei – ha annunciato Biden – In Polonia creeremo una sede per rafforzare la nostra collaborazione con la Nato. Avremo una brigata a rotazione di tremila soldati e altri tremila anche in Romania, manderemo due squadroni nel Regno Unito e difese aree addizionali e altre capacità in Germania e Italia”. Traduciamo il messaggio volutamente ermetico. Per difese aree addizionali possiamo intendere batterie di missili PATRIOT a difesa delle armi nucleari USA, per esempio, delle basi di Ghedi e Aviano, mentre per altre capacità possiamo intendere i nuovi sistemi missilistici ipersonici a raggio intermedio,  guidati dai sistemi satellitari della Forza Spaziale degli Stati Uniti annunciato dal C.S.M. dell’US ARMY generale McConville.

Lo schieramento di queste armi nucleari, ipersoniche, a medio raggio fa dell’Italia un bersaglio atomico obbligato e prioritario per la Russia e deve essere approvato con referendum e dal Parlamento.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito e l’Agenzia di ricerca del Pentagono avevano già annunciato della decisione degli Stati Uniti (non dell’Italia) di schierare in Europa (si parlava di una probabile prima base in Polonia o Romania) missili ipersonici armati di «vari carichi bellici», ossia di testate nucleari e convenzionali. Si tratta di missili con lancio da piattaforme terrestri mobili, prodotti dalla Lockheed Martin, ossia missili con gittata tra 500 e 5500 km della categoria che era stata proibita dal Trattato sulle forze nucleari intermedie firmato nel 1987 dai presidenti Gorbaciov e Reagan, stracciato dal presidente Trump nel 2019.

Certamente, secondo le specifiche tecniche fornite dalla Darpa, “questo nuovo sistema” permette ad armi ipersoniche plananti, con propulsione a razzo e velocità di 10.000 km/h, di colpire con rapidità e precisione bersagli di importanza critica e prioritaria, penetrando moderne difese aeree nemiche, dove, per nemiche, Biden e Stoltenberg intendono i russi. 

Al summit Nato l’annuncio dell’ingresso di Svezia e Finlandia

“I leader oggi prenderanno anche la storica decisione di invitare Finlandia e Svezia a diventare membri della Nato, sulla base dell’accordo raggiunto ieri tra Finlandia, Svezia e Turchia: si tratta di un accordo positivo per la Finlandia, la Svezia, la Turchia e per tutti noi”. Lo ha detto il segretario della Nato Jens Stoltenberg arrivando al summit organizzato nella periferia di Madrid.

La mediazione in extremis di Stoltenberg ha infatti convinto Erdogan a ritirare il veto all’ingresso di Svezia e Finlandia, dopo settimane d’impasse. I tre Paesi hanno firmato un memorandum d’intesa sulle richieste turche e Ankara può davvero dirsi soddisfatta: “Abbiamo avuto quello che chiedevamo, piena cooperazione” contro i curdi del PKK e i loro alleati, ha fatto sapere la presidenza turca. “Con l’ingresso di Stoccolma e Helsinki nell’Alleanza saremo tutti più sicuri”, ha esultato Stoltenberg. Non solo. Il presidente americano Joe Biden è arrivato nella capitale spagnola annunciando un nuovo sforzo per la sicurezza euroatlantica: un rafforzamento “a lungo termine” dell’impegno militare Usa nel vecchio mondo, in particolare “nei Paesi Baltici, nei Balcani” e in generale “sul fianco orientale dell’Alleanza”.

Gli annunci nel dettaglio arriveranno nel corso del vertice ma appare chiaro che un blocco importante di quei 260mila effettivi in più a disposizione del comando supremo saranno degli Usa. Un inasprimento della tensione con Mosca (e in parte anche con Pechino).

Lo spessore di uno statista:

Non è uno sciocco! Contento di sviare il discorso dai missili in Italia… dite se sbaglio?
Giornalista: “L’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato vale la consegna dei Curdi -che ci hanno aiutato a combattere Isis- al ‘dittatore’ Erdogan, come lei stesso lo aveva definito?” Draghi prima gira sui tacchi poi risponde: “È un argomento importante. Fate questa domanda a Svezia e Finlandia“.

Vertice Nato, Stoltenberg

“Abbiamo appena completato un summit che ha portato a decisioni profonde”, ha detto Stoltenberg

Dal fianco sud rischi per tutti gli alleati “Questa mattina abbiamo affrontato le questioni di sicurezza in Medio Oriente, Nord Africa e Sahel: i rischi che provengono da quest’area hanno un impatto su tutti gli alleati. Abbiamo inoltre ribadito che il terrorismo è una delle minacce principali alla nostra sicurezza. Inoltre per la prima volta abbiamo approvato un pacchetto di aiuti alla Mauritania e alla Tunisia”. Lo ha detto Jens Stoltenberg, il segretario generale della Nato, al termine del summit di Madrid. 

Supporto a lungo termine per l’Ucraina. Altri 800 milioni di armi per la guerra alla Russia.. la guerra in Europa!

A Madrid nasce ufficialmente il fondo per l’innovazione della Nato. Con un miliardo di euro di capitalizzazione, servirà a finanziare start-up e PMI ad alto contenuto tecnologico sul territorio dell’Alleanza. “È il primo fondo di venture capital al mondo di questo tipo”, ha detto il segretario Jens Stoltenberg. “Dobbiamo mantenere la nostra spinta tecnologica, ora che Cina e Russia ci sfidano in questo settore chiave”, ha precisato. Il fondo è sostenuto da 22 Paesi Nato, tra cui l’Italia, che è stata rappresentata alla cerimonia di firma dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini.

Osserviamo:

Da una parte, il presidente statunitense assicura: “Sosterremo l’Ucraina per tutto il tempo che serve”, cioè, finanzia la guerra; da un’altra, con la sua politica ha favorito la concentrazione dei BRICS contro il dollaro; meglio tardi che mai, denuncia la crescita del terrorismo in Nord Africa e nel Sahel, infine, in un clima di inflazione senza freni e di rallentamento della crescita, che vede a rischio gli utili e i multipli societari, finanzia la crescita di start-up e PMI. C’è un pò di confusione a Washington.

Le basi Nato in Italia

Sarebbero circa 111 le Basi USA o mantenute attive per gli USA e circa 135 le testate nucleari, dopo il trasferimento in Italia di quelle della base di Incirlik, in Turchia, voluto da Erdogan. Può darsi che l’accordo sulla pelle dei curdi abbia rivisto queste posizioni del governo turco.

Gli USA hanno potuto stabilire le loro Basi, in Italia – e continuano indisturbati a mantenerle e ad aumentarle – sulla base di: 1) Le clausole segrete della «Convenzione d’Armistizio» del 3 Settembre 1943; 2) Le clausole segrete del «Trattato di pace» imposto all’Italia, il 10 Febbraio del 1947 (Parigi); 3) Il «Trattato NATO» firmato a Washington il 4 Aprile 1949, entrato in vigore il 1 Agosto 1949; 4) L’«Accordo segreto USA-Italia» del 20 ottobre 1954 (Accordo firmato esclusivamente dai rappresentanti del Governo di allora e mai sottoposto alla verifica, né alla ratifica del Parlamento); 5) Il «Memorandum d’intesa USA-Italia» o «Shell Agreement» del 2 Fe

Le basi militari degli o per gli Stati Uniti d’America in Europa, Mediterraneo e Medioriente, con o senza copertura NATO (elenco indicativo, aggiornato al 2005)

a cura di Alberto B. Mariantoni (**)

Nelle pagine che seguono sono elencati gli stabilimenti e le basi militari operative o a disposizione degli Stati Uniti d’America (1) insediati nel Continente europeo, nel Bacino Mediterraneo e nell’Area mediorientale, con o senza copertura NATO.

Basi USA in Europa (2)

Da Nord a Sud, tra le più importanti:

  • ISLANDA: NAS Keflavik (Reykjanes – US-Navy – US-Air Force).
  • Estonia, LETTONIA, Lituania: attualmente sono in costruzione almeno 22 Basi militari e 6 Basi navali NATO (3), su controllo statunitense (Mare Baltico – US-Air Force; US-Navy; US-Army; NSA (4)).
  • NORVEGIA: Sola Sea Air Base (US-Air Force); Stavanger Air Base (US-Air Force); Flesland Air Base (Bergen – US-Air Force).
  • GRAN BRETAGNA: (all’incirca 30 basi – US-Air-Force, US-Navy, US-Army) – nome della base: Lakenheath (località: Lakenheath; provincia o regione: Suffolk – US-Air Force); Mildenhall (Mildenhall, Suffolk – US-Air Force); Alcombury (Huntingdon, Cambridgeshire – US-Air Force); Molesworth (Huntingdon, Cambridgeshire – US-Air Force); Thrapston (Huntingdon, Cambridgeshire – US-Air Force); Upwood (Ramsey, Cambridgeshire – US-Air Force); Fairford (Fairford, Gloucestershire – US-Air Force); Feltwell (Thetford, Norfolk – US-Air Force); Croughton (Croughton, Northamptonshire – US-Air Force); senza contare le Basi di supporto logistico di: Barford St John (US-Air Force); Bicester (US-Air Force); Chelveston/Rushden (US-Air Force); Eriswell (US-Air Force); Ipswich (US-Air Force);Newbury (US-Air Force); Newmarket (US-Air Force); Stanton (US-Air Force);Thetford (US-Air Force);Yildenhall (US-Air Force); London (US-Navy); St. Mawgan (US-Navy); Hythe (US-Army).
  • OLANDA: Soesterberg Air Base (US-Air Force); Eygelshoven (US-Army); Brunssum (US-Army); Schinnen(US-Army); Vriezenveen (US-Army); Rotterdam (US-Navy – US-Army); più altri 4 insediamenti (5).
  • BELGIO: Bruxelles (Comando Nato); Mons (SHAPE Headquarters – Forze alleate in Europa – US-Army); Chievres (80º Air Support Group – US-Air Force); Brasschaat (Brasschaat – US-Air Force); Gendebien (US-Army); Kleine Brogel Air Base (US-Air Force); Florennes Air Base (US-Air Force); Anversa (US-Navy); più una decina di altri insediamenti.
  • LUSSEMBURGO: Sanem(Esch-Alzette – US-Army); Bettembourg (Luxemburg – US-Army).
  • DANIMARCA: Thule Air Base (Thule, Groenlandia); Karup Air Base (Karup – US-Air Force).
  • GERMANIA: (all’incirca 70 basi – Air-Force, US-Navy, US-Army – con una presenza di all’incirca 60.000 militari) – La maggior parte delle Basi USA sono concentrate nelle regioni di: Baden-Wuerttemberg, Renania-Palatinato, Assia e Baviera. Tra le sedi dei Comandi più importanti figurano:
    • Ramstein (6) (Ramstein, Rheinland-Pfalz – US-Air Force): da questo Comando dipendono i Sub-comandi di: Brasschaat (Mannheim-Sandhofen, Baden-Wuerttemberg); Patton Barracks (7) (Heidelberg, Baden-Wuerttemberg); Stuttgart (Stuttgart-Echterdingen, Baden-Wuerttemberg); Giebelstadt (Giebelstadt-Wuerzburg, Bayern); Grafenwoehr (Grafenwoehr, Bayern); Hohenfels-CMTC (Hohenfels-Regensburg, Bayern); Katterbach Barracks (Ansbach, Bayern); Storck Barracks (Illesheim, Bayern); Schweinfurt-Conn Barracks (Schweinfurt, Bayern); Armstrong Army Heliport (Buedingen, Hessen); Hanau-Fliegerhorst (Hanau, Hessen); Wiesbaden (Wiesbaden-Erbenheim, Hessen); Rhein-Main (Frankfurt/Main, Hessen); Geilenkirchen (Teveren, Nordrhein-Westfalen); Ramstein (Ramstein, Rheinland-Pfalz); Sembach (Kaiserslautern, Rheinland-Pfalz); Einsiedlerhof (Kaiserslautern, Rheinland-Pfalz); nonché le Basi aere di: Ramstein-Landstuhl (Ramstein, Rheinland-Pfalz); Rhein-Main Frankfurt, Spangdahlem (Spangdahlem, Rheinland-Pfalz), Büchel e Siegenburg-Mühlausen;
    • Heidelberg (8) (località: Heidelberg; regione: Baden-Wuerttemberg – US-Army) – Divisioni: 1st Armored Division, Weisbaden; 1st Infantry Division, Wurzburg; 2nd Brigade, 1st Armored Division, Buamholder; 7th Army Reserve Command (ARCOM), Schwetzingen; Corpi d’Armata: Vº Corps, Heidelberg; Comandi: U.S. Army Europe (USAREUR); Combat Maneuver Training CenterLandstuhl Regional Medical Center; nonché le caserme: Hammonds BarracksCampbell BarraksTompkins BarracksStem BarracksHammond Barracks – più 10 altri insediamenti della US-Army;
    • Brasschaat (9) (Mannheim-Sandhofen, Baden-Wuerttemberg), con le seguenti caserme: Coleman BarracksSpinelli BarracksTurley BarracksSullivan BarracksFunari Barracks – più altri 11 insediamenti US-Army nella stessa regione;
    • Stuttgart (Stuttgart-Echterdingen, Baden-Wuerttemberg – US-Army), con le seguenti caserme: Kelley BarracksRobinson BarracksPatch Barracks– più altri 13 insediamenti US-Army;
    • Hanau (Hanau, Hessen – US-Army), con le seguenti caserme: Argonen BarracksFliegerhorst BarracksPionier BarracksUtier BarracksWolfgang BarracksYorkhof Barracks – più altri 6 insediamenti US-Army;
    • Wiesbaden (Wiesbaden-Erbenheim, Hessen), Comando Intelligence Militare – più altri 9 insediamenti US-Army;
    • Rhein-Main (Frankfurt/Main, Hessen) – almeno 2 insediamenti US-Army e 2 US-Air Force;
    • Einsiedlerhof (Kaiserslautern, Rheinland-Pfalz) con le seguenti caserme: la GE-642 Armoured-Forces BarracksDanner BarracksPulaski BarracksRhine BarracksKleber Barracks – più altri 8 insediamenti US-Army e 4 US-Air Force;Inoltre i Distaccamenti: Pendleton Barracks di Giessen (US-Army); Sheridan Barracks di Garmisch (US-Army); Larson Barracks di Kitzingen (US-Army); Johnson Barracks di Nürnberg (US-Army); Rose Barracks di Bad Kreuznach (US-Army); Pond Barracks di Amberg (US-Army); Warner Barracks di Bamberg (US-Army); Storck Barracks di Windsheim (US-Army); Smith Barracks di Baumholder (US-Army); McCully Barracks di Mainz (US-Army); Ledward Barracks di Schweinfurt (US-Army); Amstrong Barracks di Dexheim (US-Army); Anderson Barracks di Büdingen (US-Army); l‘Eliporto di Landstuhl (US-Army), ecc.
  • POLONIA: Krzesiny Air base (regione di Poznan – US-Air Force); Gdansk (facilità portuali – US-Navy).
  • FRANCIA (10): Istres Air Base (Marsiglia – Base logistica e di rifornimento US-Air Force), nonché Marsiglia e Tolone (facilità portuali – US-Navy).
  • UNGHERIA: Taszár Air Base (Pecs/Paych – US-Air Force); Kaposvar Air Field (UH-60 Black Hawk helicopters e 127º Aviation Support Battalion – US-Army).
  • ITALIA: circa 111 Basi USA (11) (US-Air Force, US-Navy, US-Army, NSA) e NATO. Alcune tra le basi USA o italiane a disposizione degli USA, da Nord a Sud della Penisola:
    • Cima Gallina (BZ): Stazione telecomunicazioni e radar dell’US-Air Force (USAF).
    • Aviano Air Base (Pordenone, Friuli – US-Air Force): la 16ma Forza Aerea ed il 31º Gruppo da caccia dell’Aviazione U.S.A. e dei Marines.
    • Roveredo in Piano (PN): Deposito armi e munizioni USA ed istallazione US-Air Force.
    • Monte Paganella (TN): Stazione telecomunicazioni USAF.
    • Maniago (UD): Poligono di tiro a disposizione dell’US-Air-Force (USAF).
    • S. Bernardo (UD): Deposito munizioni dell’US-Army.
    • Ciano(TV): Centro telecomunicazioni e radar USA.
    • Solbiate Olona (MI – Comando NATO Forze di pronto intervento – US-Army).
    • Ghedi (BS): Base dell’US-Air-Force (USAF).
    • Montichiari (BS): Base aerea (USAF).
    • Remondò (nel Pavese): Base US-Army.
    • Vicenza: Comando SETAF, Sud Europe Task Force; Quinta Forza aerea tattica (USAF); Deposito di testate nucleari.
    • Camp Ederle (provincia di Vicenza): Q.G. NATO; Comando SETAF dell’US-Army; un Btg. di obici ed Gruppo tattico di paracadutisti USA.
    • Tormeno (San Giovanni a Monte, Vicenza): depositi di armi e munizioni.
    • Longare (Vicenza): importante deposito d’armamenti.
    • VeronaAir Operations Center (USAF). e Base NATO delle Forze di Terra del Sud Europa; Centro di telecomunicazioni (USAF).
    • Affi(VR): Centro telecomunicazioni USA.
    • Lunghezzano (VR): Centro radar USA.
    • Erbezzo (VR): Antenna radar NSA.
    • Conselve (PD): Base radar USA.
    • San Anna di Alfaedo (VE): Base radar USA.
    • San Gottardo, Boscomantico (VE): Centro telecomunicazioni USA.
    • Candela-Masazza (Vercelli): Base d’addestramento dell’US-Air-Force e dell’US-Army, con copertura NATO.
    • Finale Ligure (SV): Stazione di telecomunicazioni dell’US-Army.
    • Monte Cimone (MO): Stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
    • Parma: Deposito dell’USAF con copertura NATO.
    • Bologna: Stazione di telecomunicazioni del Dipartimento di Stato Americano.
    • Rimini: Gruppo logistico USA per l’attivazione di bombe nucleari.
    • Rimini-Miramare: Centro telecomunicazioni USA.
    • Potenza Picena (MC): Centro radar USA con copertura NATO.
    • La Spezia: Centro antisommergibili di Saclant.
    • San Bartolomeo (SP): Centro ricerche per la guerra guerra sottomarina.
    • Camp Darby (tra Livorno e Pisa): 8º Gruppo di supporto USA e Base dell’US Army per l’appoggio alle Forze statunitensi al Sud del Po, nel Mediterraneo e nell’Africa del Nord.
    • Coltano (PI): importante base USA/NSA per le telecomunicazioni; Deposito munizioni US-Army; Base NSA.
    • Pisa(aeroporto militare): Base saltuaria dell’USAF.
    • Monte Giogo (MS): Centro di telecomunicazioni USA con copertura NATO.
    • Talamone (GR): Base saltuaria dell’US-Navy.
    • La Maddalena-Santo Stefano (Sassari): Base atomica USA, Base di sommergibili, Squadra navale di supporto alla portaerei americana «Simon Lake».
    • Monte Limbara (tra Oschiri e Tempio, Sassari, in Sardegna): Base missilistica USA.
    • Sinis di Cabras (SS).: Centro elaborazioni dati (NSA).
    • Isola di Tavolara (SS): Stazione radiotelegrafica di supporto ai sommergibili della US Navy.
    • Torre Grande di Oristano: Base radar NSA.
    • Monte Arci (OR): Stazione di telecomunicazioni USA con copertura NATO.
    • Capo Frasca (OR): eliporto ed impianto radar USA.
    • Santulussurgiu (OR): Stazione telecomunicazioni USAF con copertura Nato.
    • Perdas de Fogu (NU): base missilistica sperimentale.
    • Capo Teulada (CA): da Capo Teulada (CA) a Capo Frasca (OR): all’incirca 100 km di costa, 7.200 ettari di terreno e più di 70.000 ettari di zone Off Limits: poligono di tiro per esercitazioni aeree ed aeronavali della US NAVY e della Nato.
    • Decimomannu (CA): aeroporto Usa con copertura Nato.
    • Salto di Quirra (CA): poligoni missilistici.
    • Capo San Loremo (CA): zona di addestramento per la Sesta flotta USA.
    • Monte Urpino (CA): Depositi munizioni USA e NATO.
    • Rocca di Papa (Roma): Stazione telecomunicazioni USA con copertura NATO.
    • Monte Romano (VT): Poligono saltuario di tiro dell’US-Army.
    • Gaeta (LT): Base permanente della Sesta Flotta USA e della Squadra navale di scorta alla portaerei «La Salle».
    • Casale delle Palme (LT): Scuola telecomuncicazioni NATO su controllo USA.
    • Napoli: Comando del Security Force del corpo dei Marines; Base di sommergibili USA; Comando delle Forze Aeree USA per il Mediterraneo.
    • Napoli-Capodichino: Base aerea dell’US-Air-Force.
    • Monte Camaldoli (NA): Stazione di telecomunicazioni USA.
    • Ischia(NA): Antenna di telecomunicazioni USA con copertura Nato.
    • Nisida: Base US-Army.
    • Bagnoli: Centro controllo telecomunicazioni Usa per il Mediterraneo.
    • Agnano (nelle vicinanze del famoso ippodromo): Base dell’US-Army.
    • Cirigliano.(NA): Comando delle Forze Navali USA in Europa.
    • Licola(NA): Antenna di telecomunicazioni USA.
    • Lago Patria (CE): Stazione telecomunicazioni USA.
    • Giugliano (vicinanze del lago Patria, Caserta): Comando STATCOM.
    • Grazzanise (CE): Base utilizzabile dall’USAF.
    • Mondragone (CE): Centro di Comando USA e NATO sotterraneo antiatomico.
    • Montevergine (AV): Stazione di comunicazioni USA.
    • Pietraficcata (MT): Centro telecomunicazioni USA/NATO.
    • Gioia del Colle (BA): Base aerea USA di supporto tecnico.
    • Punta della Contessa (BR): Poligono di tiro USA/NATO.
    • San Vito dei Normanni (BR): Base del 499º Expeditionary Squadron; Base dei Servizi Segreti: Electronics Security Group (NSA).
    • Monte Iacotenente (FG): Base del complesso radar Nadge.
    • Brindisi: Base navale USA.
    • Otranto: Stazione radar USA.
    • Taranto: Base navale USA; Comando COMITMARFOR; Deposito USA/NATO.
    • Martina Franca (TA): Base radar USA.
    • Crotone: Stazione di telecomunicazioni e radar USA/NATO.
    • Monte Mancuso (CZ): Stazione di telecomunicazioni USA.
    • Sellia Marina (CZ): Centro telecomunicazioni USA con copertura NATO.
    • Sigonella (CT): importante Base aeronavale USA (oltre ad unità della US-Navy, ospita diversi squadroni tattici dell’US-Air-Force: droni GlobalHawk, elicotteri del tipo HC-4, caccia F18 e A6 Intruder, nonché alcuni gruppi di F-16 e F-35 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l’una!).
    • Motta S. Anastasia (CT): Stazione di telecomunicazioni USA.
    • Caltagirone (CT): Stazione di telecomunicazioni USA.
    • Vizzini (CT): Diversi depositi USA.
    • Isola delle Femmine (PA): Deposito munizioni USA/NATO.
    • Punta Raisi (Aeroporto): Base saltuaria dell’USAF.
    • Comiso (Ragusa – insediamento US-Air Force).
    • Marina di Marza (RG): Stazione di telecomunicazioni USA.
    • Monte Lauro (SR): Stazione di telecomunicazioni USA.
    • Sorico: Antenna NSA.
    • Centuripe (EN): Stazione di telecomunicazioni USA.
    • Niscemi (Sicilia): Base del NavComTelSta (stazione di comunicazione US-Navy).
    • Trapani: Base italiana, USAF/US NAVY con copertura NATO.
    • Pantelleria: Centro telecomunicazioni US-Navy e Base aerea e radar NATO.
    • Lampedusa: Base della Guardia costiera USA; Centro d’ascolto e di comunicazioni NSA.
  • SPAGNA: NAS Rota (Rota, Cadice – US-Navy – US-Army); Moron Air Base (Moron de la Frontiera, Siviglia – US-Air Forces); Torrejon Air Base (US-Air Force); Zaragoza Air Base (US-Air Force); San Vito (US-Air Force); nonché le Basi navali di appoggio e di facilità portuarie di: AlicanteBarcellonaBenidormCartagenaMalagaPalma de Maiorca (US-Navy).
  • PORTOGALLO: Horta (Falai Island, Azores – US-Navy); Lajes Field Air Base (Terceira Island, Azores – US-Air Force); San Miguel (Azores – US-Air Force); Villa Nova (Azores – US-Air Force); Santa Maria (Azores – US-Air Force); Praia Da Victoria (Azores – US-Air Force); San Jorge (US-Navy); più una decina di distaccamenti della US-Navy e della US-Army (Azores).
  • BOSNIA ERZEGOVINA: Camp Comanche (Tuzla – US-Army); Camp Eagle (Tuzla – US-Army); Camp Dobol (US-Army); Camp McGovern (Brcko – US-Army).
  • KOSSOVO: Camp Bondsteel (Urosevac – US-Army).
  • MONTENEGRO: Camp Monteith (Gnjilane – US-Army).
  • MACEDONIA: Camp Able Sentry (Skopje – US-Army).
  • ROMANIA: Costanza (Mar Nero – US-Navy – US-Air Force); Mihail Kogalniceanu Air Base (US-Air Force); Agigea (in costruzione – US-Navy); Babadag (in costruzione – US-Army).
  • BULGARIA: Sarafovo Air Base (Burgas – Gruppo del 49º Expeditionary Corp – US-Air Force); Camp Sarafovo (US-Army); Bezmer e Novo Selo (due basi in costruzione – US-Army).
  • GEORGIA: Base navale (informale) di Supsa (Mar Nero – US-Navy).
  • GRECIA: Iraklion/Eleusis(Atene – US-Navy); Hellenikon Air Base (nei pressi di Atene – US-Air Force); Aktion (Costa ionica – US-Air Force); Souda Bay (Chania, Creta – US-Navy); nonché le Basi appoggio e di facilità portuaria di Corfù e Rodi (US-Navy).
  • CIPRO GRECA: Nicosia (base logistica saltuaria – US-Air Force); Larnaca (facilità portuarie – US-Navy).

Occorre aggiungere le facilitazioni di attraversamento dello spazio aereo, di atterraggio, di rifornimento e di supporto logistico accordate – de iure o de facto – agli aerei ed agli elicotteri militari dell’US-Air Force (com’è accaduto nel corso della guerra di aggressione all’Iraq nel 2003), dalla Svizzera, dall’Irlanda, dall’Austria, dalla Slovacchia, dalla Repubblica Ceca, dalla Slovenia, dalla Croazia, dalla Georgia, ecc. (e le facilità d’ormeggio e di rifornimento permanenti o saltuarie concesse all’US-Navy da Marocco, Tunisia, Gibilterra e Malta).

Basi USA nel Vicino Oriente ed Oceano Indiano

  • TURCHIA: Ankara (Comando US-Air Force); Batman Air Base (US-Air Force); Buyuk-Cigli Air Base (US-Air Force); Incirlick-Adana (39º Air Expeditionary Wing – US-Air Force); nonché le Basi aeree di IzmirCorluKonyaDiyarbakir eMus (US-Air Force) ele Basi di appoggio e di facilità portuaria di IstambulIzmirMersin e Iskenderun (US-Navy) – più una decina di altri insediamenti US-Army.
  • CIPRO TURCA: Famagosta (US-Navy); Rizocarpaso (NSA)
  • EGITTO: Cairo (3º NavMedRschu – US-Navy); Alessandria (US-Navy); Hurgada (Mar Rosso – US-Navy);
  • ISRAELE: Haifa (US-Navy).
  • Inoltre, tra le più importanti:
  • IRAQ: 14 Basi permanenti («enduring» military bases – con la presenza di all’incirca 110.000 uomini – US-Army); Baghdad Air Base (US-Air Force); più le Speciali Basi di: Bashur(Kurdistan – US-Army); Talil (nei pressi dell’Aeroporto di Baghdad – US-Air Force); Base H-1 (deserto occidentale iracheno – US-Army); Nassiriya (Sud del paese – US-Army).
  • GIORDANIA: Muafaq Salti (US-Army);
  • Kuwait: Ahmed al-Jaber Air Base (US-Air Force); Ali Al Salem Air Base (US-Air Force); Camp Doha (US-Air Force); Camp Udairi (Kuwait-City – US-Army); Camp Doha (Ad-Dawhah – Quartier Generale della 3ª Armata – US-Army), Ali al-Salem (US-Army);
  • Arabia Saudita: Prince Sultan Air Base (alla periferia di Riad – US-Air Force); King Abdul Aziz Air Base (Dhahran – US-Air Force); Eskan Village Air Base (US-Air Force); King Fahd (Taif – US-Air Force); King Khaled (Khamis Mushayt – US-Air Force); Al-Kharj (US-Air Force); Exmouth(US-Navy); più 5 istallazioni US-Army.
  • Emirati Arabi Uniti: Al Dhafra/Sharjah (763º Squadrone dell’Expeditionary Air Refueling – US-Air Force); Al Dhafra Air Base (Abu Dhabi – US Air Force).
  • Qatar: Al Udeid (US-Air Force); Al-Sayliyah (US-Air Force);
  • Oman: Thumrait (305º Squadrone dell’Air Expeditionary Force – US-Air Force); Dhuwwah/Masirah Island (US-Air Force); Seeb (US-Air Force); Salalah (US-Air Force);
  • Bahrein: Sheik Isa (Sitrah, Golfo Arabo-Persico – US-Air Force); Muharraq Air Field (US-Air Force); Juffar (Quartier Generale della Vª Flotta americana – US-Navy).
  • YEMEN: B ase navale di Aden (US-Navy).
  • Gibuti: (Corno d’Africa): Le Monier Barracks (US-Air Force); Gibuti/Le Monier (US-Navy).
  • Azerbaigian: KurdamirNasosnayaGuyullah (3 Basi aeree in corso di ammodernamento/realizzazione – US-Air Force).
  • Kirghizistan: Manas/Ganci (regione di Bishkek – US-Air Force); Qarshi Hanabad (86ª Rapid Deployment Unit – US-Army)
  • Uzbekistan: Kandabad Air Base (Karshi – US-Air Force); Karshi Barracks (10ª Divisione di montagna – US-Army).
  • Tagikistan: Tagikistan Air Base (US-Air Force); KhojandKulyabTurgan-Tiube (3 Basi US-Air Force e US-Army, in trattativa per la loro costruzione).
  • Afghanistan; Mazar-e-Sharif Air Base (US-Air Force); Pul-i-Kandahar (Kandahar Air Field – US-Air Force), Shindand Air Base (Heart – US-Air Force); Khost Air Base (Paktia – US-Air Force); Bagram (Charikar, Parvan – BAF – US-Air Force); Kandahar (101ª Airborne Division – US-Army); Asadabad (US-Army); Heart (US-Army); Gardez (Paktia – US-Army); Mazar-e-Sharif (Task Force 121 – US-Army); Nimrouz (US-Army – in costruzione); Helmand (US-Army – in costruzione) – nonché le Basi di OrgunShkin e Sharan (provincia di Paktika – US-Army).
  • Pakistan: Dalbandin Air Base (US-Air Force); Jacobabad Air Base (US-Air Force); Pasni (US-Air Force); Shahbaz Air Base (US-Air Force); Jacobabad Camp (US-Army); Khowst (US-Army).
  • Diego Garcia: (Oceano Indiano): Diego Garcia Air Base (US-Air Force); Diego Garcia (Naval base and support facilities – US-Navy).

Basi «Echélon» in Europa, Mediterraneo e Vicino Oriente

Gestite e coordinate dal Comando generale statunitense della NSA (National Security Agency) di Fort Meade (nel Maryland), organizzate in cooperazione con i servizi segreti britannici GCHQ (Government Communications Head Quarters), canadesi CSE (Communications Security Establishment), australiani DSD (Defence Signals Directorate) e neo-zelandesi GCSB (Government Communications Security Bureau), e spesso mimetizzate sotto le mentite spoglie di banali imprese di telecomunicazioni private, le Basi d’ascolto, di spionaggio elettronico e d’elaborazione dati del programma Echélon (che già dispone – oltre alle usuali “stazioni” di spionaggio che sono integrate nella normale rete diplomatica e consolare statunitense nel mondo – di una ventina di satelliti spia della National Reconaissance Office – del tipo KeyholeMercurySigintParsaeComintOrion/VortexMentorTrompet, ecc. – e di una trentina di Boeing RC-135 che giorno e notte – da centinaia di chilometri, nel cielo – sono in grado di intercettare, registrare e controllare qualsiasi comunicazione radio, telefonica, fax, cellulare ed internet, e persino fotografare e decifrare, con altissima risoluzione – come nel caso dei satelliti «Advanced KH-11» e «KH-12» – persino l’indirizzo di una cartolina postale) coprono praticamente l’intero pianeta, con all’incirca 4.000 ‘antenne’ disseminate nei diversi paesi del mondo. In Europa, le principali Basi del programma Echélon – che agiscono sotto l’egida dei Comandi regionali USA di Morenstow e di Menmith Hill, in Gran Bretagna, e di Bad Aibling, in Germania (Baviera) – sono installate nelle seguenti località (da Nord a Sud): in Islanda: Keflavik; in Lituania: Vilnius; in Estonia: Tallinn; in Lettonia (Latvia): Ventspils; in Finlandia: Santahamina; in Svezia: Karlskrona, Muskö e Lovön; in Norvegia: Borhaug, Jessheim, Fauske/Vetan, Randaberg, Kirkenes, Skage/Namdalen, Vardo e Vadso; in Gran Bretagna: Belfast (Irlanda du Nord), Brora e Hawklaw (Scozia), Chicksands, Culm Head, Cheltenham, Digby, Menwith Hill, Irton Moor, Molesworth, Morwenstow, Londra (Palmer Street); in Danimarca: Aflandshage, Almindingen, Dueodde-Bornholm, Gedser, Hjorring, Logumkloster; in Olanda: Amsterdam e Viksjofellet; in Germania: Frankfurt, Bad Aibling, Ahrweiler, Hof, Achern, Bad Münstereifel, Darmstadt, Braunschweig, Husum, Monschau, Mainz, Rheinhausen, Stockdorf, Pullach, Vogelweh; in Francia: Parigi (GIX: Global Internet Exchange), Strassburgo e Grenoble; in Austria: Neulengbach e Konigswarte; in Svizzera: Merishausen e Rüthi; in Croazia: isola di Brac ed aeroporto di Zagreb-Lucko; in Bosnia-Erzegovina: Tuzla; in Spagna: Playa de Pals, Pico de las Nieves (Grande Canaria), Manzanares e Rota; in Portogallo: Terceira Island (isole Azores); a Gibilterra (Gibraltar); in Albania: Tirana, Durazzo (Durrës) e Shkodër; in Grecia: Iráklion (Creta); nell’isola di Cipro: Ayios Nikolaos; in Turchia: Istanbul, Izmir, Adana, Agri, Antalya, Diyarbakir, Edirne, Belbasi, Sinop, Strait, Samsun; in Israele: Herzliyya (Q.G. dell’Unità 8200), Mitzpah Ramon, Monte Hermon, Golan Heights Monte Meiron; nel Pakistan: Parachinar; nel Kuwait: Kuwait-City e l’isola di Faylaka; in Arabia Saudita: Araz, Khafji; negli Emirati Arabi Uniti: Az-Zarqa, Dalma, Ras al-Khaimah e sull’isola di Sir Abu Nuayr; nell’Oman: Abut, Khasab, isole di Goat e di Masirah, penisola di Musandam; nello Yemen: isola di Socotra.


Note

*. Il testo è ricavato dal saggio “Dal ‘Mare Nostrum’ al ‘Gallinarium Americanum’. Basi USA in Europa, Mediterraneo e Vicino Oriente”, apparso nella rivista di studi geopolitici Eurasia, diretta da Tiberio Graziani, alle pp. 81-94 del fascicolo 3 del 2005.

**. Alberto Bernardino Mariantoni, politologo, scrittore e giornalista, è specialista in economia politica, islamologia e religioni del Medio Oriente. È stato collaboratore di Panorama e corrispondente permanente presso le Nazioni Unite di Ginevra.

1. Elenco aggiornato a giugno 2005.

2. Come riporta il sito web Kelebek in un articolo intitolato Hiroshima, Italia. Le nostre armi di distruzione di massa, Hans Kristensen, uno specialista del Natural Resources Defense Council (NRDC) ed autore di un rapporto sulle armi atomiche in Europa, ha rivelato al quotidiano «L’Unità» (10.02.2005) che sul nostro Continente ci sarebbero attualmente “ben 481 bombe nucleari, dislocate in Germania, Gran Bretagna, Italia, Belgio, Olanda e Turchia. In Italia ve ne sono 50 nella base di Aviano e altre 40 in quella di Ghedi Torre, in provincia di Brescia”.

3North Atlantic Treaty Organization.

4National Security Agency

5. Per «insediamenti», bisogna intendere: medi e piccoli acquartieramenti militari, basi per il lancio di missili, depositi (per carri armati, automezzi, artiglieria, munizioni e pezzi di ricambio), stazioni d’ascolto e/o radio, nonché villaggi, ospedali, centri di riposo e di svago per il personale civile e militare statunitense che è permanentemente basato nel paese.

6. Sede del Quartier Generale della US-Air Force.

7. Caserma o acquartieramento importante (in inglese: «Barracks»).

8. Sede del Quartier Generale dello US-Army.

9. Quando è citato soltanto il nome della città, in neretto, trattasi di sede di Comando regionale.

10. Nonostante che la Francia, dal 7 Agosto 1966, rifiuti ufficialmente di ospitare Basi USA o NATO.

5207.- Come riequilibrare la Nato troppo americana? L’analisi di Pontecorvo e la nostra premessa.

Verso la guerra?

“Se volete, restateci da soli”. Così gli Stati Uniti, annunciando il loro disimpegno dall’Afghanistan al summit NATO dello scorso giugno, risposero all’invito dei rappresentanti italiano e britannico a non anticipare i tempi. Evidente che in scacchieri così lontani, la NATO atlantica non possa contare come in Atlantico e in Mediterraneo, ma, già allora dicevamo che una NATO con la sola gamba americana volgeva al termine e che l’Unione europea doveva fornire e presto l’altra gamba per rafforzarla. Ma quale Unione europea, senza una Costituzione, quindi, senza una sua politica estera e, quindi, senza un suo esercito? Primo punto e condizione è, perciò, rifondare una confederazione europea con una sua Costituzione federale. Secondo punto è quello di decidere quale ruolo assegnare alla nuova NATO, giacché, per certo, non sarà più soltanto difensiva e , qui, entriamo nella materia del divieto costituzionale. Terzo punto è dare rilievo alla partecipazione, in termini di fondi, militari e mezzi, alle operazioni alleate, oltre che alla percentuale del Prodotto interno lordo devoluta alle spese miltari. Anche questo rappresenta una condizione per non fare dell’esercito europeo un accessorio di secondo rango del Pentagono. Tre punti irrealizzabili nel breve-medio periodo. Ci sarebbe un quarto punto e sarebbe quello di valorizzare la partecipazione di un paese europeo del Mediterraneo, per esempio, al segretariato e , qui, abbiamo la candidatura probabile di Mario Draghi, ma i primo tre punti sono condizionanti.

Recentemente, Meloni, quando ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina (senza far cenno del Donbass bombardato dagli ucraini da otto anni), ha parlato della nostra appartenenza alla Nato e della necessità di riequilibrare i rapporti di forza nell’Alleanza Atlantica. Ha detto che deve avere due colonne (meglio le gambe, simbolo del colosso di Rodi, ma, perciò, la cito) quella americana e quella europea e che, per contare di più, i Paesi europei devono rispettare l’impegno a investire il 2% del Pil nelle spese militari. Se, su questi temi, Meloni ha posizioni lontane dalle ambiguità di Salvini e opposte rispetto ai 5Stelle, tuttavia non ha mostrato di considerare i tre punti condizionanti che abbiamo esaminato. Toccando il vivo dei problemi, Meloni ha chiesto a Biden di farsi carico del peso delle sanzioni che graveranno più sull’Europa che sugli Stati Uniti con un fondo di compensazione di tutto l’Occidente, per sostenere i Paesi alleati che subiranno i contraccolpi maggiori delle sanzioni. L’ha detto, ma finisce lì. Sta di fatto che la NATO a guida americana sta facendo il massimo pressing per mettersi in condizione di controllare, dopo l’Europa, anche la Federazione Russa, prima che la Cina sbarchi a Taiwan e che il BRICS assuma potere. Concludendo, dubitiamo che gli italiani e gli europei seguirebbero in armi le politiche espansionistiche dell’ ”esercito privato dei Rothschild”. Meglio lavorare per poter includere la Federazione Russa nell’Occidente.

Mario Donnini

Come riequilibrare la Nato troppo americana? L’analisi di Pontecorvo

di Stefano Pontecorvo.

Come riequilibrare la Nato troppo americana? L'analisi di Pontecorvo

Senza un reale foro di concertazione tra alleati che si muovono con pari peso e dignità, le formule politiche e diplomatiche messe in bella copia su carta sulla carta resteranno. L’analisi dell’ambasciatore Stefano Pontecorvo, ex Alto Rappresentante civile della Nato in Afghanistan, estratta da Scenari del quotidiano Domani

Guardando al futuro della Nato in senso più ampio, rimangono da risolvere i problemi strutturali che la caratterizzano, il primo dei quali è lo sbilanciamento assoluto, in termini sia di assetti militari che della volontà di utilizzarli, tra Stati Uniti e Inghilterra da un lato, e il resto dell’Alleanza dall’altro.

L’annunciato aumento delle spese militari in Europa, per controverso che sia, è necessario non solo per avviare in maniera seria la costruzione di una difesa europea, dopo trent’anni di chiacchiere, ma anche per riequilibrare l’equazione in ambito alleato. La sproporzione militare tra americani ed europei indebolisce fatalmente il peso anche politico di questi ultimi, che a sua volta impedisce un sano confronto politico, da posizioni paritarie, tra le due sponde dell’Atlantico.

Rimane quindi aperto l’aspetto collegato a una graduale trasformazione dell’Alleanza in un vero e proprio foro politico, nel quale un riequilibrio del potere militare possa dare una voce maggiore agli europei nelle faccende della difesa comune e della proiezione di stabilità oltre le nostre frontiere. Una Nato, in sintesi, che diventi un foro politico operativo di riflessione e azione.

Il rafforzamento dell’Europa della difesa è il tassello “abilitante”, ciò che manca per fare della Nato un reale strumento politico militare, e non solo di difesa, per affrontare i tempi complicati che si prospettano, forti di un dibattito aperto tra americani ed europei che possa sfociare in una linea realmente comune e condivisa del rapporto dell’occidente con il resto del mondo. È un’operazione delicata ma necessaria, anche per evitare che l’Alleanza resti un dominio prettamente anglosassone con un contorno di paesi europei che ne seguono la guida; un’operazione che si presenta costosa anche sul piano politico e che farà emergere discrepanze e crepe sia all’interno dell’Europa che tra europei e americani, che andranno spiegate bene alle nostre opinioni pubbliche, sempre pronte a dare la Nato per morta mentre è invece vero il contrario.

Senza un reale foro di concertazione tra alleati che si muovono con pari peso e dignità, le formule politiche e diplomatiche messe in bella copia su carta sulla carta resteranno.

5206.- Miocardite e proteina spike: probabile reazione autoimmune innescata dal vaccino anti COVID. Aspetti giuridici.

L’ammissione che la vaccinazione anti Covid-19 comporti un rischio per il singolo, a beneficio sia dello stesso, ma anche della collettività e ritenere che sia sufficiente prevedere un indennizzo e un risarcimento conferma il livello di insufficienza con cui in questa Repubblica si amministrano la Giustizia e la Salute dei cittadini. Sono inoltre per lo più sconosciuti gli effetti a medio e lungo termine, mentre esiste già una variegata casistica delle reazioni avverse, anche gravi, inclusi diversi decessi. Va ricordato, inoltre, che nel foglietto illustrativo del vaccino Pfizer-Biontech, a pagina 9, è stato riportato che “Non sono stati condotti studi di genotossicità o sul potenziale cancerogeno.”  La genotossicità “è la capacità di una sostanza di indurre modificazioni all’interno della sequenza nucleotidica e della struttura del DNA di un organismo”.

Dalla Costituzione:

Secondo quanto ritenuto dalla Commissione Speciale del Consiglio di Stato, nel parere n. 2065 del 27.09.2017, la Costituzione “non riconosce un’incondizionata e assoluta libertà di non curarsi o di non essere sottoposti a trattamenti sanitari obbligatori(anche in relazione a terapie preventive quali sono i vaccini) per la semplice ragione che, soprattutto nelle patologie ad alta diffusività, una cura sbagliata o la decisione individuale di non curarsi può danneggiare la salute di molti altri essere umani e, in particolare, la salute dei più deboli.

“Loro possono obbligarci a ricevere un vaccino se, però, non c’è rischio o non ci procurano un danno.” Il trattamento sanitario obbligatorio può essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente in maniera rilevante sullo stato di salute di colui che ad esso è assoggettato. Per effettuare un necessario bilanciamento tra la minimizzazione dei rischi e la massimizzazione dei vantaggi necessita l’individuazione di una soglia di pericolo accettabile da compiersi sulla base di una completa e accreditata letteratura medico scientifica. Nel caso della pandemia di Covid-19, con riferimento al vaccino, non sono state ancora accertate le reazioni avverse e le complicanze derivanti dalla somministrazione dello stesso, stante il ridotto lasso temporale della sua somministrazione. Fino a che non saranno state accertate le reazioni avverse e le complicanze derivanti dalla somministrazione del vaccino, l’interesse della collettività non può giustificare la compressione di quella autodeterminazione dell’uomo che inerisce al diritto di ciascuno alla salute in quanto diritto fondamentale”. Pertanto, imporne l’obbligo e, per giunta, con sanzioni, è delinquenziale. Precisamente, il ministro e tutto l’apparato di dirigenti, comitati, consulenti di cui si circonda devono rispondere dei danni e delle morti procurate e il Consiglio Supremo di Difesa deve motivare l’avvenuta apposizione del segreto di Stato agli atti processuali.

Circa le norme della Costituzione va precisato che esse devono essere considerate norme precettive, non meramente programmatiche, e quindi di immediata applicazione; da qui l’applicazione dell’articolo 32 ai rapporti giuridici e quindi il riconoscimento del danno alla salute indipendentemente che esista o no una una proibizione da parte dell’articolo 2059 cod. civ. (l’articolo 2059 non limita il risarcimento del danno non patrimoniale al solo danno morale da reato, ma lo limita ai soli casi previsti dalla legge;  e per legge deve intendersi qualsiasi legge, primaria, secondaria, costituzionale o comunitaria, e persino i principi fondamentali dell’ordinamento.).

La giurisprudenza della Corte Costituzionale

La sentenza della Corte Costituzionale n. 307 del 1990 afferma ”un trattamento sanitario può essere imposto solo nella previsione che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che vi è assoggettato, salvo che per quelle conseguenze, che, per la loro temporaneità e scarsa entità, appaiono normali di ogni intervento sanitario e, pertanto, tollerabili, quali ad esempio astenia, aumento della temperatura corporea, dolori alla parte del corpo oggetto di inoculazione del vaccino.”

La corretta avvenuta sperimentazione del vaccino e la piena conoscenza delle sue reazioni avverse sono le condizioni per l’applicazione della giurisprudenza della Corte Costituzionale:

La Corte Costituzionale, con sentenza n. 218 del 02.06.1994, ha stabilito che la tutela della salute implica anche il “dovere dell’individuo di non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui, in osservanza del principio generale che vede il diritto di ciascuno trovare un limite nel reciproco riconoscimento e nell’eguale protezione del coesistente diritto degli altri”.

La Corte costituzionale con la sentenza n. 268/2017 ha stabilito che gli obblighi di vaccinazioni obbligatorie possono essere considerati necessari in una società democratica.

I documenti pubblicati dalla Pfizer-Biontech su ordine della magistratura USA dicono che non c’è stata una corretta completa sperimentazione del vaccino e che non si ha ancora la piena conoscenza delle sue reazioni avverse.

È evidente che soltanto in assenza del pericolo di causare un danno, la copertura vaccinale può essere imposta ai cittadini dalla legge. In assenza di certezze, provvedimenti prudenziali, come talune forme di discriminazione, di coazione indiretta. ad esempio, quella relativa al possesso del Green Certificate o quella di inibire lo svolgimento di determinate attività in assenza di vaccinazione, quali ad esempio quelle sanitarie, devono assolutamente avere carattere provvisorio ed incidere sull’apparato organizzativo, non sulla persona o sullo status del lavoratore.

Ci si chiede come sia possibile che istituzioni e dicasteri così importanti possano essersi resi responsabili di errori tanto gravi e dannosi. Certo, non basta l’apposizione del segreto di Stato a occultare tali responsabilità, anzi aumenta il numero dei responsabili.

L‘indennizzo

Al riguardo, l’articolo 1 della legge 25.02.1992, n.210, stabilisce che “chiunque abbia riportato, a causa di vaccinazioni obbligatorie per legge, o per ordinanza, di un’autorità sanitaria italiana, lesioni o infermità, dalle quali sia derivata una menomazione permanente dell’integrità psico-fisica, ha diritto ad un indennizzo da parte dello Stato”.

Quindi il legislatore ha previsto, a prescindere, da valutazioni negative sul grado di affidabilità scientifica delle vaccinazioni, un indennizzo da parte dello Stato in favore del soggetto che, a seguito di vaccinazione, abbia riportato delle lesioni o infermità permanenti.

Restano pertanto esclusi dal diritto all’indennizzo gli effetti sopra indicati, ma anche le lesioni o infermità temporanee.

La legge sembrerebbe riconoscere il diritto all’indennizzo soltanto nell’ipotesi di vaccinazione obbligatoria.

Ma così non è.

Infatti, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 27 del 26.02.1998,con la quale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 della legge 210/1992, ha precisato che “non è costituzionalmente lecito alla stregua degli articoli 2 e 32 della Costituzione, richiedere che il singolo esponga a rischio la propria salute per un interesse collettivo, senza che la collettività stessa sia disposta a condividere, come è possibile, il peso delle eventuali conseguenze negative; non vi è ragione di differenziare, dal punto di vista del suddetto principio, il caso in cui il trattamento sanitario sia imposto per legge da quello in cui esso sia, in base ad una legge, promosso dalla pubblica autorità in vista della sua diffusione capillare nella società” (nello stesso senso vedi v.Corte Costituzionale 22.06.1990, n. 307 e 16.10.2000, n. 423).

Quindi è ragionevole ritenere che l’indennizzo previsto dalla predetta legge 16.10.1992 n.210, possa essere riconosciuto, secondo un’interpretazione costituzionalmente orientata, anche nel caso di vaccinazioni non obbligatorie, ma fortemente consigliate dallo Stato, come nel caso di specie.

Il danno

Per completezza occorre rilevare che l’attribuzione di detto indennizzo non pregiudica assolutamente il diritto del danneggiato dalla somministrazione del vaccino ad ottenere l’integrale risarcimento del danno, che trova il suo fondamento in un fatto illecito, contrajus, imputabile a titolo di dolo o colpa secondo la disciplina generale in tema di responsabilità civile di cui all’art. 2043 c.c.

Il danno subito dal soggetto sottoposto a vaccinazione obbligatoria o facoltativa, può essere causato sia da chi materialmente ha somministrato il vaccino, sia dal produttore dello stesso.

Certo è che solo in presenza di un vaccino difettoso è possibile ottenere un risarcimento del danno a seguito delle lesioni subite in quanto l’articolo 4 della Direttiva 85/374/CEE del 25.07.1985, in materia di responsabilità per danno da prodotti difettosi, prevede per quanto qui interessa, che “il danneggiato deve provare il danno, il difetto, e la connessione causale tra difetto e danno”. Una strada in salita per il danneggiato dal vaccino o per i suoi eredi, laddove sussistano i requisiti di cui all’art. 2043 cod. civ..

Conclusione

La vaccinazione è generalmente considerata una misura indispensabile per garantire la salute pubblica, donde l’esistenza, in tutti gli ordinamenti, di un favor per questo trattamento, un favor tanto pronunciato da condurre a rendere accettabile la compressione del diritto individuale all’autodeterminazione ed i rischi – soltanto quando contenuti – per la salute dei singoli che si rivelino sensibili agli effetti indesiderati. Per i casi di esenzione, la facilità con cui può farvisi luogo, non deve essere oggetto di impedimenti, anche se l’obbligatorietà sfuma, nei fatti, in maniera anche piuttosto marcata.

Miocardite e proteina spike: probabile reazione autoimmune innescata dal vaccino anti COVID

Dal blog di Sabino Paciolla, 29 giugno 2022.

Riporto il sommario di una ricerca effettuata da Christian Baumeier et al. che evidenzia come il rilevamento sul tessuto del cuore della proteina spike dovuta alla vaccinazione anti covid, l’infiammazione dominata dalle cellule T CD4+ e la stretta relazione temporale tra la vaccinazione e l’insorgenza della miocardite depongano a favore di una reazione autoimmune innescata dal vaccino. A differenza di quanto ci è stato detto, questo studio dimostra che la proteina spike non viene distrutta nel punto di iniezione del muscolo del braccio ma circola liberamente nel corpo, depositandosi sui vari organi. Il sistema immunitario, prendendo di mira le cellule di quegli organi, scatena dunque una risposta autoimmune. Infatti, i linfociti CD4+ sono una parte di cellule che vanno a comporre i globuli bianchi (leucociti) nel sangue, queste cellule difendono l’organismo dalle infezioni e svolgono un ruolo importante nel sistema immunitario. Il loro compito consiste nell’identificare, attaccare e distruggere virus, batteri e funghi che possono causare infezioni. Lo studio è stato pubblicato su MDPI

Dall’inizio del 2021 sono state segnalate miocarditi in risposta alla vaccinazione COVID-19. In particolare, sono stati identificati individui giovani di sesso maschile che presentano un aumento del rischio di infiammazione miocardica in seguito alla somministrazione di vaccini a base di mRNA. Sebbene le prime analisi epidemiologiche e i numerosi case report abbiano indagato su potenziali relazioni, i casi accertati con biopsia endomiocardica (EMB) sono limitati. Qui presentiamo un’analisi istopatologica completa degli EMB di 15 pazienti con frazione di eiezione ridotta (LVEF = 30 (14-39)%) e con il sospetto clinico di miocardite in seguito alla vaccinazione con Comirnaty® (Pfizer-BioNTech) (n = 11), Vaxzevria® (AstraZenica) (n = 2) e Janssen® (Johnson & Johnson) (n = 2). Le analisi immunoistochimiche EMB rivelano un’infiammazione miocardica in 14 dei 15 pazienti, con la diagnosi istopatologica di miocardite attiva secondo i criteri di Dallas (n = 2), miocardite grave a cellule giganti (n = 2) e cardiomiopatia infiammatoria (n = 10). È importante notare che in tutti i pazienti sono state escluse cause infettive. La proteina spike della SARS-CoV-2 è stata rilevata in maniera sporadica sui cardiomiociti di nove pazienti e l’analisi differenziale di marcatori infiammatori come le cellule T CD4+ e CD8+ suggerisce che la risposta infiammatoria innescata dal vaccino potrebbe essere di origine autoimmunologica. Sebbene in questo studio non sia possibile dimostrare una relazione causale definitiva tra la vaccinazione COVID-19 e l’insorgenza di infiammazione miocardica, i dati suggeriscono una connessione temporale. La presenza della proteina SARS-CoV-2 spike nel cuore e la predominanza di infiltrati linfocitari CD4+ indicano una risposta autoimmunologica alla vaccinazione.


5205.- Tra riclassificazioni di scadenza e donazioni all’estero, lo scandalo dei vaccini in esubero e scaduti

Dal blog di Sabino Paciolla, di Wanda Massa|Giugno 28th, 2022

vaccino-covid

l nostro governo ha comprato un numero spropositato di dosi di vaccini Covid –138 milioni solo nel 2022 –  eccedenti di gran lunga il fabbisogno nazionale (si veda il breve estratto della trasmissione Report, trasmessa su Rai 3 il 20 giugno scorso):

Estratto della trasmissione Report sullo scandalo dei vaccini in esubero

Riclassificazione delle date di scadenza e donazioni all’estero sono goffi e discutibili tentativi di arginare il problema, come si può dedurre da questa breve sequenza, tratta dalla puntata di Report citata:

Tra riclassificazioni e donazioni all’estero, lo scandalo dei vaccini scaduti

Qui trovate l’intera inchiesta della trasmissione Report, trasmessa su Rai 3 il 20 giugno scorso e visionabile in differita a questo link  (dal minuto 15 circa).

Non è dato conoscere quanto l’operazione sia costata a noi contribuenti perché negoziati e contratti con le case farmaceutiche sono coperti da segreto governativo.

L’unica certezza è l’immenso giro d’affari a vantaggio di Big Pharma…

5204.- Voto, un flop tra astensionismo e melassa draghiana

La nostra riflessione

I partiti personali, le leadership gradiscono, ma anche pretendono una partecipazione ossequiante, sciocca e l’elettore pensante fatica a ritrovarsi. Questo accade ancora di più in una coalizione. Nessuno dei partiti del Centro Destra può fare a meno della coalizione, ma più questa dura, meno la gente si sente motivata ad andare a votare. La distanza fra corpo elettorale e politica aumenta in una coalizione. Se a questo aggiungiamo le politiche attuate in questi anni dalle istituzioni “contro” i principi della Costituzione: politiche, senz’altro, eversive e “per niente” osteggiate dai suoi garanti, presidenti, ce n’è abbastanza per comprendere l’assenteismo. Si comprende anche perché subiamo, senza possibilità di appello, i risultati di questa che sembra essere una cessione dell’italianità, tradizioni, principi, al liberismo angloamericano in cambio della nostra colonizzazione per mano europea: Nessuna fronda di popolo; siamo pari a eunuchi, perciò, tutte le morali contro l’assenteismo elettorale o tendono ad aggirare i problemi o mancano di senso pratico.

È diffusa, invece, la consapevolezza che la finanza prevale sulla politica. Essa non è più al servizio della produzione, dello scambio, ma è divenuta il sistema con cui appagare appetiti ferini, dove impera la legge non scritta del cinismo, del disprezzo di ogni valore che non sia quello del guadagno, del successo, del potere. Come disse un giorno Matteo Renzi: Dobbiamo reimpostare tutto (Se vogliamo! vero?). Non è da ieri che i presidenti del Consiglio dei Ministri devono essere in sintonia e graditi a questo sistema. Se non superano l’esame e non lo sono, gli elettori devono arretrare.

La domanda che sorge, inevitabile, è: Di quale politica stiamo parlando? E, allora: Quale messaggio alla democrazia cercano di dare gli astensionisti? Dicono che la politica si è affievolita in ampie fette della popolazione che non percepisce più la differenza tra un’area e l’altra, consapevole che il giorno dopo le differenze si affievoliranno. L’unica alternativa seria all’astensionismo è recuperare i progetti che furono alla base dei partiti. Dobbiamo motivare gli elettori di ciascun partito con la certezza di una loro partecipazione alla politica nazionale oltreché alla coalizione; aprire veramente i partiti alla partecipazione e aprire le loro gerarchie al dialogo e al confronto. Questo significa fare “formazione politica”. Un’opera e una condizione per il futuro democratico di questa società, ormai, multirazziale.

Mario Donnini

Voto, un flop tra astensionismo e melassa draghiana

Da La Nuova Bussola Quotidiana, 28 giugno 2022

La melassa indistinta che sostiene il governo Draghi è forse la prima causa di questa crescente disaffezione dei cittadini verso la politica. Un elettore del Pd che cosa si aspetta di diverso da un elettore di Forza Italia? Con quali motivazioni i due elettori vanno alle urne sapendo che dal giorno dopo le differenze tra i due partiti appariranno sbiadite sul piano nazionale? Commento sul secondo turno, tra astensionismo e crisi del Centrodestra. 

Il segnale più rilevante che emerge dalle urne dei ballottaggi di domenica è l’incremento dell’astensione. Hanno votato solo il 42% degli aventi diritto, contro il 55% del primo turno, che era già un dato allarmante. Tutte le forze politiche sono chiamate a riflettere sull’astensionismo, che si può spiegare con varie ragioni, ma che in ogni caso rende le istituzioni sempre meno rappresentative e scava un solco sempre più profondo tra i cittadini e la politica. Anche nelle città nelle quali sono nate aggregazioni civiche molto articolate l’affluenza ai seggi è rimasta scarsa. Una spiegazione semplicistica potrebbe liquidare il tutto con il richiamo del mare, viste le temperature africane che c’erano domenica in gran parte del nostro Paese. Ma sarebbe un errore fermarsi in superficie e non approfondire le criticità che il secondo turno delle amministrative consegna alla riflessione degli addetti ai lavori.

La melassa indistinta che sostiene il governo Draghi è forse la prima causa di questa crescente disaffezione dei cittadini verso la politica. Le grandi coalizioni finiscono per annacquare le identità dei partiti e per farli apparire tutti uguali, visto che sono costretti a votare più o meno allo stesso modo in Parlamento sui provvedimenti fondamentali che riguardano la politica estera ma anche l’economia e gli altri settori della vita pubblica. Un elettore del Pd che cosa si aspetta di diverso da un elettore di Forza Italia? Con quali motivazioni i due elettori vanno alle urne sapendo che dal giorno dopo le differenze tra i due partiti appariranno sbiadite sul piano nazionale? E’ vero che nelle elezioni comunali i due partiti erano contrapposti, ma se poi a Roma tutti i giochi di potere vedono parimenti coinvolte forze politiche di segno opposto la passione per la politica si affievolisce in ampie fette di popolazione che non percepiscono più la differenza tra un’area e l’altra. Quindi, più durano le grandi coalizioni meno la gente si sente motivata ad andare a votare.

La seconda ragione che può aiutare a spiegare l’allarmante astensionismo è il crescente disagio di tanti cittadini che hanno perso la speranza nella ripartenza e assistono attoniti a un susseguirsi di emergenze. Dopo quella sanitaria ecco affacciarsi prepotentemente quella ambientale, aggravata dalla siccità, dall’impennata dei prezzi delle materie prime e dei beni di prima necessità. Andare alle urne per esprimere una preferenza per un partito piuttosto che per un altro non è certamente tra le priorità di famiglie e imprese che vedono addensarsi all’orizzonte nuove nubi in termini di povertà e peggioramento della qualità della vita.

C’è infine una terza causa dell’astensionismo ed è l’alto tasso di litigiosità nelle coalizioni e perfino nei singoli partiti che le compongono. La scissione di Di Maio ha spento gli entusiasmi negli ambienti pentastellati e pare che moltissimi grillini, peraltro privi di un proprio candidato da votare ai ballottaggi, abbiano disertato le urne. Nel centrodestra, invece, le crescenti rivalità tra Lega e Fratelli d’Italia sono un freno al rilancio della coalizione, che continua a brillare nei sondaggi ma poi nei fatti non sfonda.

E’ vero che i ballottaggi non premiamo quasi mai il centrodestra e che quando l’affluenza è bassa vuol dire che a votare sono andati soprattutto gli elettori di sinistra. Però il risultato di domenica è davvero un campanello d’allarme per la coalizione di centrodestra. In molte città nelle quali era in vantaggio al primo turno si è fatta rimontare e superare. In altre come Verona, dove avrebbe prevalso se solo si fosse presentata unita, ha preferito disgregarsi e favorire l’ascesa alla poltrona di sindaco di un esponente del centrosinistra.

Sono errori madornali che confermano la mancanza di una leadership. Con un Berlusconi nel pieno del suo vigore queste defaillance alle amministrative non si sarebbero registrate e il centrodestra avrebbe appianato al suo interno le divergenze senza sbandierarle ai quattro venti, e senza prestare il fianco alle strumentalizzazioni da parte degli avversari.

Ma l’elettore del centrodestra  – e qui si torna alle anomalie del “draghismo”- non sa più se esiste un vero centrodestra, visto che Fratelli d’italia, primo partito a livello nazionale secondo tutte le rilevazioni degli istituti demoscopici, osteggia un governo che invece viene appoggiato convintamente da Lega, Forza Italia e centristi. Inoltre, sempre quell’elettore non intravvede né una leadership chiara né un progetto politico definito. Berlusconi e Salvini in questo momento sembrano più vicini a Draghi che non alla Meloni e questo genera confusione, tanto più in vista delle prossime politiche, che al massimo tra 10 mesi dovranno decretare chi sarà chiamato a governare l’Italia nei prossimi cinque anni. Un centrodestra così litigioso e ondivago potrebbe buttare al vento una vittoria che l’harakiri del Movimento Cinque Stelle e il conseguente indebolimento del centrosinistra gli servono su un piatto d’argento.

5203.- Andate a casa tutti !!! Alle politiche vi voterà “Nessuno”!

Dagli incazzati del web o, se preferite, dai leoni della tastiera:

“Chi non è andato a votare non ha diritto di lamentarsi! Ma votare chi?” “Non puoi andare con Draghi (Salvini e Berlusca) e chiedere il voto. Non puoi esaltare Zelenski e appecoronarti agli States (la Meloni) e chiedere il voto.””Salvini e Meloni non meritano piu’ nulla. Tanto abbiamo capito che vogliono solo partecipare alla torta.” “La Lega Salvini passa dal 40% al 15% ma non bisogna dirlo perché (testuale) i panni sporchi si lavano in casa. Come se, non dicendo nulla, tornasse al 40%. Mentre invece è vero proprio l’esatto contrario.”

Ma, tranquilli: L’importante è nascondere l’assenteismo.

Alle amministrative. però. prevale il Cdx: 58 a 38! ABBIAMO VINTO!!!! Ma, al referendum, hanno votato 1 su 6.

E non negate che è tutto fatto apposta. Settembre è vicino. Meritiamo tutto.

“E così il disastroso risultato del referendum prefigura il disastro prossimo venturo delle elezioni politiche del 2023. Dove gli elettori PD e cespuglietti allegati, nonchè i fancazzisti del reddito parassitario M5S andranno, come d’uso, a votare compatti. Mentre l’arcipelago dei delusi, degli scontenti e degli incazzati autodefiniti di centrodestra si asterrà “per fargliela pagare a Meloni e Salvini”, oppure voterà partiti da prefisso telefonico. Risultato: il trionfo alle urne del regime, il trionfo di Draghi, Letta, Mattarella, di Repubblica e di Mentana che, democraticamente legittimati dalle urne, potranno portare a compimento l’invasione africana, lo jus soli, il gender, la transizione ecologica, la decrescita infelice e la trasformazione dell’Italia in una colonia USA amministrata da Bruxelles. Temi sui quali Lega e FdI, con tutti i loro colossali difetti, avrebbero di certo opposto qualche argine. Ma, statene sicuri, gli astenuti di destra – che astenendosi li avranno legittimati – faranno su Facebook una fierissima opposizione.” Così, scrive Alberto. Penso, invece, che fierissima opposizione sui social nemmeno ci sarà. Dei partiti leadership, ne abbiamo le scatole piene!

“Lega ed FdI avevano in mano, in previsione delle prossime politiche 2023, un elettorato potenziale enorme, ben più che maggioritario. Un elettorato deluso, sfiancato, violentato e massacrato da due anni di misure pseudo sanitarie devastanti per l’economia, inutilmente repressive, intimamente delinquenziali ed infine platealmente inefficaci. E poi una guerra che praticamente nessun italiano sente come propria, ma che devasta ciò che è rimasto di un paese agli sgoccioli. Bastava non fare nulla, contestare Draghi giusto quanto basta, fare ogni tanto “à faccia feroce” sui social, buttare là qualche battuta ad effetto, insomma traccheggiare, cazzeggiare, baloccarsi, fare finta di essere “anema e core” e presentarsi ai seggi del 2023 per raccogliere – in due – fra il 60 e il 70% dei voti. E invece questi due che ti fanno? Uno – il meno furbo – entra al Governo perdendo metà dei voti, approvando qualunque cagata proposta da Draghi, sconfessandosi quotidianamente e portando a casa meno che niente. L’altra, che sembrava più vispa, con gli italiani furibondi per il caro bollette e le sanzioni, si dedica genialmente a Biden, alla Nato ed ai nuovi fratelli, quelli d’ucragna. Ed infine, per completare il quadro, ambedue si accapigliano alle amministrative riuscendo nella missione impossibile di perdere con distacco città come Verona e Catanzaro. La domanda vera è: ma ci sono o ci fanno?”

Ci sono! No! Caro Alberto, ci fanno. Comunque, è il crollo della democrazia farsa e dei governi del presidente e dei suoi ministri. Dopo 70 anni di voti alla Dc per non darli al PCI/PD, gli italiani non hanno più fiducia. Sanno che una volta eletti, volteranno la gabbana o che, sotto-sotto, l’hanno già voltata. Sono anche io, uno qualunque dei tanti che hanno votato contro il PCI/PD per una vita e i risultati sono un centro-destra diviso da tre leader, nessuno all’altezza del futuro e la recessione. C’è chi voterebbe la persona meritevole e c’è, però, la braga rossa che vota a comando per… . Gli astenuti italiani, ma anche i francesi, hanno dato un segnale politico che vale più del voto. Ma i segnali non bastano e siamo in finale. Il Presidente? Un buon tacer non fu mai scritto. Il Parlamento è l’enalotto degli scappati da casa, con poche eccezioni: Basta entrare e, poi, se magna! Il Governo è un’agenzia per conto terzi. La giustizia, per gli italiani, è un terno all’otto ed è compromessa dal C.S.M. e questo è presieduto dal Capo dello Stato. Sul referendum? Un’opera di Pupi e pochi cittadini hanno sufficiente competenza per indirizzare una riforma della magistratura. La parola a Bartali: “Gl’è tutto da rifare!”.

Salvini e Meloni che appoggiano tutte le porcherie di Draghi e Goldman Sachs.
Meglio una giornata al mare! e i pochi voti vanno a un PD coerente.

La Lega ha perso a Padova e a Verona: metà Veneto al PD, che lo colonizzerà occupando ogni buco e ci starà per vent’anni.

Claudio Tedesco: Che il cdx abbia fatto di tutto per suicidarsi non lo dico io ma lo dicono i sondaggi – ad esempio della lega – che è riuscita nell’epica impresa di passare dal 40% al 18% in pochi mesi. Oppure – come coalizione – parliamo dell’ennesima figura di merda ad Abano dove un partito appoggia un candidato, l’altro partito ne appoggia un altro e il terzo partito invita ad andare al mare? per tacere di Padova etc… Questo in una situazione dove un’opposizione almeno decente dovrebbe raccogliere l’80% dei consensi. Non evidenziare questo disastro e fare finta che tutto va bene sarebbe ipocrita. Ma comunque, turandomi il naso, io ho votato lo stesso – meglio FdI che Lega – perché una leggera differenza col PD a mio avviso è rimasta. Evidentemente, molti altri li avete talmente schifati che al referendum ci siamo andati in uno su sei. Forse, piuttosto che fare gli offesi, sarebbe utile fare un mea culpa.

5202.- «Le reazioni avverse vanno riconosciute e curate»

Si è cominciato a sospettare dal marzo 2020, appena fu chiaro l’occultamento del PIANO NAZIONALE DI PREPARAZIONE E RISPOSTA AD UNA PANDEMIA INFLUENZALE – 2006, a firma dell’allora ministro Storace. Ancora di più sospettammo quando fu chiara la volontà di imporre un obbligo, violando la Costituzione, per la quale, sì, l’obbligo si può imporre, ma se ce ne sono le condizioni e se non c’è il rischio di procurare un danno (art.32 Cost.). Sembra una banalità dire che le reazioni avverse vanno riconosciute e curate, ma non lo è perché a tutt’oggi, è stato costante ed evidente il tentativo di occultare gli effetti avversi del vaccino – che, sperimentale o no, vaccino propriamente non è – per legittimare una pandemia e una campagna vaccinale che, per chi non è titolato nella materia, difficile è valutare se illegittima o criminale o semplicemente sbagliata. E questo è apparso ancor più evidente dai documenti che Pfizer è stata costretta a pubblicare. La stessa categoria dei No-Vax è strumentale per far tacere i danneggiati, ma per dire a quale scopo accade tutto ciò, bisognerà attendere la giustizia degli Stati Uniti d’America.

Da La Nuova Bussola Quotidiana, 27 giugno 2022, di Andrea Zambrano.

«Esiste un generalizzato difetto di riconoscimento della sintomatologia associata agli effetti avversi da vaccino. Ma non serve a nulla nascondere la testa sotto la sabbia. Non dobbiamo lasciare nessuno indietro». Intervista al professor De Maria, infettivologo dell’Università di Genova che sta conducendo un’indagine scientifica su reazioni avverse e long covid: «Hanno in comune la spike, dobbiamo capire i meccanismi di azione. Così troveremo la cura». 

Il professor Andrea Francesco De Maria è professore associato di malattie infettive all’università di Genova e sta conducendo un’indagine clinica sulle reazioni avverse da vaccino e il long covid. Della somiglianza tra questi due “scorie” lasciateci dalla pandemia e della necessità che la comunità scientifica si occupi e riconosca l’esistenza delle reazioni avverse, anche insolite, senza mettere in discussione l’utilità del vaccino, De Maria ha parlato in questa intervista alla Bussola, a margine del convegno del Comitato Ascoltami svoltosi sabato 18 giugno.

Professore, che cosa sappiamo sulle reazioni avverse da vaccino?
Esiste un generalizzato difetto di riconoscimento della sintomatologia associata agli effetti avversi da vaccino. Una parte sono note e riconosciute (miocarditi, pericarditi, Sindrome di Guillain Barrè), un’altra parte è una cosa insolita e nuova e in più la stessa sintomatologia si trova sovrapposta al long covid.

Non abbiamo cure?
Le terapie si fanno quando si riconoscono i meccanismi di azione di un agente patogeno, ma in questo momento non conosciamo il meccanismo quindi al momento non c’è cura.

Perché non si riconosce l’evento avverso?
Nel discorso evento avverso rientra un discorso complicato di cui un parte è medico legale e questo è l’elemento che causa il problema, un’altra parte è dovuta alla oggettiva difficoltà di riconoscere in modo conlcusivo un evento avverso da vaccino. Io non so perché si tenda a negare che esiste, ma sicuramente il motivo è che qualcuno faccia poi causa.

E sull’assenza di cure che cosa può dire?
Se vedo un evento avverso lo devo curare, ma – ripeto – devo conoscere il meccanismo che genera il disturbo, altrimenti mi limito a dare sintomatici come antinfiammatori, cortisone. Esistono dei trial retrospettivi che dicono di fare immunoglobuline ad alta dose, ma nessuno lo fa (e giustamente, per il momento) perché non è riconosciuta la diagnosi e la categoria di malattia a livello nazionale quindi chi lo vuole somministrare lo somministra off label, con conseguenze normative e assicurative che lo rendono non praticabile.

Ci spieghi meglio l’associazione long covid e vaccinazione. Al Convegno di Ascoltami è un’affermazione che ha fatto clamore…
Non c’è identità, sono due sottoinsiemi diversi che si intersecano. L’associazione avviene per le miocarditi/pericarditi e per la neuropatia periferica. È un disturbo sia per chi ha reazioni avverse sia per chi ha long covid e dobbiamo capire il meccanismo di azione.

Ha qualche elemento? Che cos’hanno in comune covid e vaccinazione?
Sicuramente la spike. Ci sono lavori internazionali che provano a rispondere alla domanda: che cosa genera la spike? Soprattutto in alcuni soggetti predisposti, perché va sottolineato che non succede a tutti quelli che sono vaccinati. È il tema dei fattori di rischio che sono difficili da riconoscere. Chi come noi studia queste dinamiche non ha difficoltà ad ammettere che la vaccinazione porta con sé in alcuni soggetti reazioni avverse importanti. Di sicuro siamo di fronte a una cosa nuova.

In che senso?
Nuova perché il virus è nuovo, il vaccino è nuovo. Gli altri coronavirus che circolano hanno un sistema di funzionamento diverso, non impattano ad esempio sul sistema cardiocircolatorio. E la tipologia di effetti collaterali da vaccino anti-SARS-CoV-2 è in larga parte nuova

Dunque, il problema è la spike?
Non è questo il punto. I vaccini sono fatti per dare una stimolazione prolungata e quindi funzionano bene, la stimolazione prolungata fa l’effetto dell’infezione, ma se causa un problema dobbiamo riconoscere il problema e poi capire perché alcune persone, che sono poche ma che hanno un problema, devono essere curate. Il fatto è che è difficile da rendere obiettivo sia in fase di eziologia che di diagnosi.

Lei insiste sulla necessità che la comunità scientifica ammetta le reazioni avverse, ma non si fa prima a dire che il vaccino fa male?
Se si vuole “urlare” la notizia che il vaccino fa male questo non è vero, perché il vaccino ha fatto bene a tantissimi. Semplicemente da medici dobbiamo riconoscere che se qualcuno ha il problema delle reazioni avverse dobbiamo riconoscerlo, studiarlo e curarlo, ed occuparci di queste persone.

Ma le risposte perché non si trovano?
Perché non le cerchiamo. Non serve a nulla nascondere la testa sotto la sabbia. Non dobbiamo lasciare nessuno indietro, è lo stesso motto che si una per l’HIV.

La spike del vaccino è la stessa del virus?
La sequenza è la stessa. Agisce nello stesso modo, genera anticorpi specifici,  ma nel vaccino è un rna che entra nelle cellule e viene presentata al sistema immunitario, mentre nel virus è il virus stesso che infetta tante cellule e replica e si trova nelle vie aeree, polmoni e sangue. La stimolazione della spike persiste molto a lungo ed è molto potente nello stimolo e nelle persone alle quali non da niente le ha protette.

Noi non sappiamo neanche quanto la spike rimane nel nostro corpo?
Ci sono dei dati, persiste abbastanza a lungo sennò non avrebbe effetto stimolante. Ma non è questo il punto.

E che cos’è?
Non è la persistenza della spike vaccinale a determinare l’evento avverso. È la risposta dell’organismo di alcune persone, la risposta immune probabilmente, a determinare l’evento. Il punto necessario è capire perché in alcune persone la spike produce un evento avverso e in altri pazienti non vaccinati, ma con covid provoca un long covid.

Ci parli della sua indagine?
Abbiamo deciso di occuparci del long covid, renderlo obiettivo e di tutti quelli che una hanno patologia da vaccinazione. Il primo step è descrivere le casistiche e raccogliere scientificamente i dati, in secondo luogo la descrizione deve essere condivisa e in terzo luogo dobbiamo capire se ci sono meccanismi immuno-mediati in queste persone, che possano rendere più facile una diagnostica e poi una terapia.

Quanti sono i partecipanti del trial? 
Per il momento non è un trial, ma una raccolta osservazionale. Abbiamo visto una sessantina di persone vaccinate conn reazione avversa, e nel nostro Istituto, anche in altre unità cliniche, abbiamo raccolto e registrato almeno 400-500 casi di long covid dall’inizio della pandemia. È un buon numero: la frequenza è più alta in chi ha il long covid rispetto a chi ha la reazione avversa da vaccinazione. È fondamentale che passi questo messaggio.

Quale?
Che l’incidenza di eventi avversi ad esempio la pericardite/miocardite da long covid è molto molto più alta rispetto a quelli  da vaccinazione, ma non per questo non dobbiamo non occuparcene e capire come migliorare la situazione.

5201.- La vaccinazione COVID-19 riattiva il virus altamente contagioso: lo dicono gli studi.

Se ci sono le condizioni, loro possono obbligarti a un trattamento sanitario, ma non possono mai causarti un danno. E ancora nessuno stacca Speranza dalla mammella…

Di Sabino Paciolla|Giugno 26th, 2022

Aumentano le segnalazioni di persone a cui è stato diagnosticato l’herpes zoster. Tali segnalazioni riguardano persone anche giovani, cosa alquanto insolita. Ecco un articolo scritto da Meiling Lee, pubblicato su The Epoch Times, che vi propongo nella mia traduzione.

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Medici e scienziati hanno riscontrato un aumento della riattivazione del virus della varicella, noto come virus varicella-zoster (VZV), in seguito alle iniezioni di COVID-19.

Il virus della varicella è uno degli otto virus erpetici noti per infettare l’uomo. Dopo aver contratto e guarito dalla varicella, il virus non lascia mai il corpo, ma rimane dormiente nel sistema nervoso per tutta la vita.

Quando si riattiva, il virus della varicella si manifesta come herpes zoster (HZ).

Le autorità sanitarie federali sostengono che non vi è alcuna correlazione tra le iniezioni di COVID-19 e l’herpes zoster, ma gli studi dimostrano che vi è una maggiore incidenza di herpes zoster nelle persone che hanno ricevuto il vaccino.

Israele è stato uno dei primi Paesi a pubblicare una serie di casi di sei donne (su 491 partecipanti) con un disturbo autoimmune che hanno sviluppato l’herpes zoster da 3 a 14 giorni dopo aver ricevuto la prima o la seconda dose di vaccino COVID-19 di Pfizer. Nessuna delle 99 partecipanti al gruppo di controllo ha sviluppato l’herpes zoster. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Rheumatology nell’aprile 2021.

“A nostra conoscenza, non sono stati segnalati rash cutanei simili alla varicella o HZ negli studi clinici del vaccino COVID-19 a base di mRNA e la nostra serie di casi è la prima a riportare questa osservazione in pazienti in una fascia di età relativamente giovane: 36-61 anni, età media 49 ± 11 anni”, scrivono gli autori.

Essi sperano che la pubblicazione di questa serie di casi possa “aumentare la consapevolezza di un potenziale legame causale tra la vaccinazione COVID-19 come fattore scatenante della riattivazione dell’HZ in pazienti relativamente giovani con AIIRD [malattie reumatiche infiammatorie autoimmuni] stabili”.

Uomo con cicatrici da herpes zoster il 21 giugno 2022. (Meiling Lee/The Epoch Times)

 

In un altro caso di studio proveniente da Taiwan, i ricercatori hanno riportato tre uomini sani di 71, 46 e 42 anni che hanno sviluppato l’herpes zoster da due a sette giorni dopo la prima dose di Moderna o di COVID-19 di AstraZeneca.

“L’herpes zoster non compare spesso dopo la somministrazione di altri tipi di vaccinazioni”, scrivono i ricercatori. “Ma abbiamo ritenuto che potesse esserci un legame tra il vaccino COVID-19 e la comparsa di HZ”.

“Una delle ragioni è il breve ritardo dell’insorgenza dopo la vaccinazione. L’altra ragione è che questi tre pazienti erano immunocompetenti”, hanno aggiunto.

Lo studio più ampio finora condotto, basato su dati reali (pdf) di oltre due milioni di pazienti, ha riscontrato una maggiore incidenza di herpes zoster tra i vaccinati (che avevano ricevuto un’iniezione di COVID-19 entro 60 giorni) rispetto alla coorte dei non vaccinati, ai quali era stato diagnosticato l’herpes zoster entro 60 giorni dalla visita a un ufficio sanitario per qualsiasi altro motivo.

Secondo i ricercatori, il rischio di sviluppare l’herpes zoster è stato calcolato come 0,20% per il gruppo vaccinato e 0,11% per quello non vaccinato, e la “differenza era statisticamente molto significativa”.

“La riattivazione del virus varicella-zoster sembra essere una potenziale ADR [reazione avversa al farmaco] dei vaccini COVID-19, almeno per le formulazioni a base di mRNA LNP (Nano Particelle Lipidiche, ndr)” , hanno scritto gli autori, aggiungendo che “la vaccinazione contro COVID-19 sembra potenzialmente aumentare il rischio di accelerare l’HZ [herpes zoster]”.

Il dottor Richard Urso, oftalmologo e specialista in progettazione e trattamento di farmaci, ha dichiarato al programma “American Thought Leaders” di EpochTV nell’aprile del 2022 che dei tre-cinque pazienti che vede a settimana con long COVID o con problemi dopo aver ricevuto l’iniezione di COVID-19, “un numero enorme di loro ha riattivato Epstein-Barr, herpes simplex, herpes zoster, CMV”.

A prescindere dall’aumento delle segnalazioni di herpes zoster dopo l’introduzione dell’iniezione COVID-19, la Food and Drug Administration (FDA) statunitense sostiene di non aver rilevato alcun segnale di sicurezza tra i due.

“La FDA non ha riscontrato alcun segnale di sicurezza per l’herpes zoster in seguito alla somministrazione dei vaccini COVID-19 approvati o autorizzati”, ha dichiarato il mese scorso Abby Capobianco, addetto stampa della FDA, via e-mail a The Epoch Times, aggiungendo che l’agenzia “continuerà a monitorare attentamente la sicurezza di questi vaccini”.

Anche i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) sostengono che “non esiste alcuna connessione attuale” tra i vaccini COVID-19 e la riattivazione del virus della varicella.

Il portavoce del CDC, Scott Pauley, ha dichiarato che qualsiasi reazione avversa riscontrata dopo aver ricevuto un’iniezione di COVID-19 è temporanea ed è un segno positivo che il vaccino sta funzionando.

“Alcune persone hanno effetti collaterali dal vaccino, che sono normali segni che il loro corpo sta costruendo una protezione”, ha scritto Pauley in un’e-mail a The Epoch Times. “Questi effetti collaterali possono influenzare la capacità di svolgere le attività quotidiane, ma dovrebbero scomparire in pochi giorni. Alcune persone non hanno effetti collaterali e le reazioni allergiche sono rare”.

Schermata del documento di sicurezza di Pfizer pubblicato nel marzo 2022. L'herpes zoster è uno degli eventi avversi di particolare interesse a cui prestare attenzione in seguito a un'iniezione di COVID-19. (Screenshot da The Epoch Times)

 

L’herpes zoster è elencato come uno dei 1.291 eventi avversi di particolare interesse nel documento sulla sicurezza di Pfizer (pdf) rilasciato dalla FDA nel marzo 2022.

Gli eventi avversi di particolare interesse (AESI) sono effetti collaterali – che possono essere gravi o meno, ma che possono portare a una patologia grave – che gli operatori sanitari dovrebbero tenere sotto controllo dopo la vaccinazione, secondo il dottor Jesse Santiano, medico di pronto soccorso e internista.

“Le patologie elencate non significano che il vaccino COVID-19 di Pfizer le causi tutte”, ha dichiarato Santiano l’11 maggio. “Questo perché non abbiamo abbastanza dati per trarre questa conclusione, almeno non ancora”.

L’elenco delle patologie non è specifico solo per Pfizer, ma per tutti i vaccini COVID-19 somministrati a livello globale. Chiunque abbia ricevuto un’iniezione di COVID-19 e poi abbia ricevuto una diagnosi di un disturbo incluso nell’elenco – sia mesi che anni dopo l’iniezione – dovrebbe fare una segnalazione al produttore del vaccino o al Vaccine Adverse Events Reporting System (VAERS).

Le prime segnalazioni al VAERS di persone che hanno sviluppato l’eruzione cutanea dolorosa dopo l’iniezione di COVID-19 risalgono al dicembre 2020. Secondo gli ultimi dati VAERS al 10 giugno 2022, nel database erano presenti 1,301 milioni di segnalazioni totali di COVID-19, di cui 13.887 casi di herpes zoster.

In confronto, una ricerca sui vaccini contro l’herpes zoster e l’influenza o sul vaccino contro l’herpes zoster ha dato come risultato 1.127 eventi totali negli ultimi tre decenni e più di 18.000 eventi in oltre 15 anni, rispettivamente.

Il CDC afferma che le segnalazioni VAERS non significano necessariamente che il vaccino abbia causato l’effetto avverso.

The Epoch Times ha contattato Pfizer per una richiesta di commento.

Trattamento

L’herpes zoster è caratterizzato da un’eruzione cutanea dolorosa, simile a una striscia, o da piccole vesciche che di solito compaiono su un lato del corpo o del viso.

Molti soggetti affetti da herpes zoster manifestano uno o più dei seguenti sintomi: dolore bruciante e lancinante; vesciche piene di liquido; prurito, formicolio o intorpidimento della pelle; febbre, brividi, mal di testa o mal di stomaco.

La malattia di solito si risolve in due o quattro settimane dopo la comparsa delle vesciche, ma alcune persone possono sviluppare complicazioni come dolore nervoso persistente, noto come nevralgia post-erpetica, perdita della vista o dell’udito e sindrome di Ramsay Hunt, che causa paralisi facciale.

Schermata di un'eruzione cutanea da herpes zoster con grappoli di vescicole. (CDC MMWR/screenshot by The Epoch Times)

 

Quando l’eruzione cutanea è allo stadio di vescica, le persone affette da herpes zoster possono diffondere il virus a coloro che non hanno ancora avuto la varicella o il vaccino contro la varicella.

La National Foundation for Infectious Diseases afferma che circa 1 milione di americani sviluppa l’herpes zoster ogni anno e “metà della popolazione che vive fino a 85 anni sperimenterà l’herpes zoster nel corso della propria vita”.

Non è chiaro cosa scateni la riattivazione del virus della varicella, ma il fattore di rischio più significativo per l’herpes zoster è un sistema immunitario indebolito o compromesso. Se il sistema immunitario non funziona correttamente, il virus della varicella può riattivarsi.

Lo stress estremo, l’età avanzata, l’assunzione di farmaci immunosoppressori o alcune malattie e vaccini sono fattori che possono aumentare il rischio di herpes zoster.

Sebbene il rischio di contrarre l’herpes zoster aumenti per le persone di 50 anni e più, alcuni studi hanno dimostrato che l’herpes zoster può manifestarsi anche in persone giovani e sane dopo aver ricevuto il vaccino COVID-19.

Il dottor Keith Berkowitz, internista, afferma che l’herpes zoster si presenta di solito come una malattia secondaria.

“In genere, l’herpes zoster non è mai un processo primario, ma un processo secondario”, ha dichiarato Berkowitz a The Epoch Times. “È qualcosa che compromette il sistema immunitario che porta a sviluppare l’herpes zoster”.

Il trattamento per l’herpes zoster deve iniziare immediatamente dopo la comparsa dell’eruzione cutanea e consiste in uno dei tre antivirali approvati dalla FDA per “ridurre la durata e la gravità della malattia” e in farmaci per il dolore nervoso, secondo il CDC. Anche impacchi freddi e umidi, lozioni alla calamina e bagni di farina d’avena colloidale possono aiutare ad alleviare il prurito.

Vitamina D

5200.- La rimozione mirata delle libertà democratiche

Quando la somma degli eventi delinea un percorso voluto, succede di leggere: “Il problema non è la scissione del M5S, ma la rimozione mirata delle libertà democratiche posta in essere dal “garante” degli italiani Sergio Mattarella.”

Per carità, niente di personale, ‘ché non li conosco, ma parlano i fatti. Con Napolitano e Mattarella si è attuata l’eversione, questa volta rossa, della repubblica, non più democratica. Attraverso le correnti politicizzate del Consiglio Superiore della Magistratura si è venuto a creare – e non poteva essere diversamente – un altro partito unico, che non può chiamarsi precisamente fascista, come quello la cui ricostituzione è vietata, ma che, come dirò, è anche peggio. Lo deduco, sopratutto, dalla perdita della separazione o divisione dei poteri Legislativo, Esecutivo e funzione giurisdizionale che serve a garantire il rispetto della legalità e ad abbattere eventuali distorsioni democratiche, dovute ad abusi di potere e a fenomeni di corruzione. Lo deduco, anche, dal mancato scioglimento del C.S.M. politicizzato (art. 31, L. 24 maggio 1958, n. 195), ma anche dal niet categorico di Sergio Mattarella a Paolo Savona: non poteva farlo; dalla strenua tenuta di un Parlamento divenuto, presto, pochissimo rappresentativo, ma – e questo sì – obbediente. Infine, sull’obbligo vaccinale, che vaccinale non è: Se ci sono le condizioni, loro possono obbligarti, ma non possono mai causarti un danno. Il danno da eventi avversi di un vaccino obbligatorio o raccomandato configura una notitia criminis, ma autonomia e indipendenza non accompagnano da tempo la magistratura. Mancava soltanto la guerra e, ora, sia pure furbamente non dichiarata, abbiamo anche quella. Non penso agli imperatori romani e ai pretoriani, ma mi domando da che parte stia il Reggimento Corazzieri, che ha giurato, come me, sulla Costituzione.

Inutile parlare di riforma costituzionale per rendere praticabile la messa in stato di accusa del Capo dello Stato o del Governo, come taluno suggerirebbe, perché la Costituzione più volte violata, sopratutto in quel meraviglioso principio lavoristico dell’art. 1, non vale più abbastanza da poter essere riformata. E, poi, quello dei costituenti sarà stato un voto di fede, ma la procedura per la messa in stato d’accusa, con la richiesta maggioranza assoluta dei suoi membri (art. 90 Cost.), è, di fatto, improcedibile  ed è diventato ormai principalmente uno strumento di pressione politica.

Anche se abbiamo una opposizione di facciata, ininfluente, con un singolo partito di una coalizione che vanta i rimanenti due partiti al governo, senza l’appoggio dei quali non avrebbe un futuro, ebbene! di fatto, il partito unico c’è. Non è un caso che un costituzionalista, che giudico di regime, all’ottocentenario dell’Università di Padova abbia affermato…, rectius, bestemmiato! nientemeno che potere Legislativo e potere Esecutivo sono, in pratica, la stessa cosa. Con queste parole, sussurrate come a svelare la verità, il Bò di Padova ha celebrato 800 anni di diritto e libertà! Caro, eminente, prof. Zagrebelsky mi vergognai per Lei e per il suo moderatore e, di fronte al silenzio della mia “maestra” Lorenza Carlassare, abbandonai il simposio. Il potere Legislativo, non a caso si sostanzia nel Parlamento. Qui, infatti, troviamo la maggioranza, ci sono le minoranze, che, con questa, hanno pari dignità e c’è l’opposizione. Nel potere Esecutivo, il Governo parla da solo. Draghi Mario docet. Maggioranza e minoranze, per chi non è affetto da sindrome rossa o va cercando di giustificare il Governo, hanno pari dignità perché, dalle elezioni, non scaturiscono vincitori né vinti. Figuriamoci come si possa sostenere che le minoranze siano la stessa cosa del Governo e, per giunta, di un Governo del presidente, senza un mandato politico.

Diciamo, anche, perché questa non-democrazia è “peggiore” del regime del Partito Nazionale Fascista: Lo è perché il Duce era sottoposto alla Maestà del re e imperatore, che, infatti tardi, ma lo dimise. Così, non è per il Presidente della Repubblica, che, nel sistema politico italiano, dovrebbe garantire la sovranità del popolo e che dovrebbe essere libero da condizionamenti esterni. Quindi, quale che sarà la fine delle libertà, porto con me queste convinzioni, fino a prova del contrario. 

5199.- LA CORTE SUPREMA USA E L’ABORTO: UNA PRONUNCIA DI CIVILTÀ

Con un voto di 6-3 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha annullato la Roe contro Wade, la sentenza che nel 1973 aveva imposto l’aborto in tutta la nazione. Con essa decadono anche le decisioni collegate, come la Casey contro Planned Parenthood.  La sentenza della Corte Suprema  cancella non “il diritto all’aborto”, ma la “legalizzazione obbligatoria dell’aborto in tutti gli Stati”, e restituisce    il potere di decidere sulla “profonda questione morale dell’aborto”,  se consentirlo o no,  “al popolo e ai suoi rappresentanti eletti”, a  quali la Roe versus Wade l’aveva sequestrato. Il diritto di decidere in materia viene così restituito ai singoli Stati e ai loro rappresentanti eletti. Dichiarazioni infuocate e irresponsabili da parte del gotha del Partito Democratico e dello stesso Biden, disposti a tutto pur di reimporre l’aborto nell’intero Paese. Chiese e centri pro vita temono ora per la “Notte di rabbia” annunciata dai terroristi pro aborto.

Dal Centro Studi Rosario Livatino, 25 giugno 2022. Di Ermanno Pavesi.Cartello Goodbye Roe saluta la sentenza della Corte Costituzionale USA che cancella la sentenza Roe vs Wade sull'aborto

Ieri la Corte Suprema ha giudicato – nella causa Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization[1] – la costituzionalità della legge Gestational Age Act, del 2018 dello Stato del Mississippi che vieta l’interruzione della gravidanza dopo la quindicesima settimana di gestazione, a esclusione dei casi di emergenza e di gravi anormalità fetali. Tale proibizione contrasta con le due sentenze della stessa Corte Suprema Roe v. Wade (410 U.S. 113) del 22 gennaio 1973[2], e Planned Parenthood of Southeastern Pennsylvania v. Casey (505 U.S. 833) del 22 aprile 1992[3]. Questo primo commento, del prof. Ermanno Pavesi, componente del direttivo della FIAMC -Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici, pone a confronto i passaggi essenziali della sentenza della Corte con le sue precedenti pronunce: la decisione riconosce che non esiste un diritto costituzionale all’aborto, rimettendo la questione alle scelte dei parlamentari democraticamente eletti. Si tratta di un passo avanti molto importante nella direzione della piena tutela del diritto alla vita del concepito, e del corretto rapporto fra giurisdizione e potere legislativo.

1. Con la sentenza 597 U.S. 1[4] del 24 giugno 2022 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso:

“Non pretendiamo di sapere come risponderanno il nostro sistema politico o la nostra società alla decisione odierna di annullare Roe e Casey. E anche se potessimo prevedere cosa accadrà, non avremmo l’autorità per lasciare che quella conoscenza influenzi la nostra decisione. Possiamo solo fare il nostro lavoro, che è interpretare la legge, applicare i principi di lunga data dello stare decisis[5] e decidere di conseguenza il caso.

Riteniamo quindi che la Costituzione non conferisca il diritto all’aborto. Le sentenze Roe e Casey devono essere annullate e l’autorità di regolamentare l’aborto deve essere restituita al popolo e ai suoi rappresentanti eletti” (p. 69).

2. Punto di partenza per comprendere quanto accaduto sono le affermazioni di principio della sentenza Roe v. Wade del 22 gennaio 1973, giudicato unitamente al caso Doe v. Bolton[6]. Le due sentenze costituivano un’unità, devono essere “lette insieme”, e affermavano quanto segue.

  • La proibizione dell’aborto in secoli passati non avrebbe avuto come fine la tutela della vita del bambino, quanto quella della salute e della vita della gestante quando le tecniche abortive erano o inefficaci o pericolose per la donna.
  • Secondo alcuni periti, grazie ai progressi della medicina, la mortalità come conseguenza di un aborto durante il primo trimestre di gravidanza sarebbe stata più bassa che non nel suo proseguo o per il parto (cfr. 410 U.S. 149), quindi nel primo trimestre la proibizione dell’aborto a tutela della salute della donna non avrebbe più avuto più giustificazione e ha riconosciuto al medico curante, in accordo con la sua paziente, la libertà di giudicare, senza regolamentazione da parte dello Stato, se la gravidanza della paziente poteva essere interrotta (cfr. 410 U.S. 163).
  • Il Quattordicesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti protegge la ‘privacy’, come ‘personal privacy’ del cittadino, intesa come diritto a gestire la propria esistenza liberamente senza ingerenze dello Stato, senza peraltro menzionare diritti particolari, per la Corte, però, il diritto alla privacy fondato sul concetto di libertà personale era “abbastanza ampio per includere la decisione di una donna se interrompere o meno la gravidanza” (410 U.S. 153).
  • La sentenza sottolineava che nella Costituzione il termine ‘persona’ viene utilizzato raramente e riferito sempre a individui nati o naturalizzati negli Stati Uniti, per questo chi non è ancora nato non potrebbe essere considerato una persona, non gli si potrebbe riconoscere una ‘personal privacy’ e, conseguentemente, non potrebbe neanche essere tutelato dal Quattordicesimo emendamento.
  • La Corte precisava che “il diritto alla privacy personale include la decisione di interrompere la gravidanza, ma che questo diritto non è incondizionato e nella regolamentazione deve essere considerato contro importanti interessi statali” (410 U.S. 154) e dichiarava pure di non essere d’accordo con chi attribuisce alla donna il diritto di interrompere la gravidanza in qualsiasi momento, in qualsiasi modo e per un qualsiasi motivo che lei sola decide e non riconosce neppure un diritto illimitato a disporre a piacimento del proprio corpo (cfr. 410 U.S.153), principio ricordato anche nella sentenza Doe: “Roe v. Wade  […], espone la nostra conclusione che una donna incinta non ha un diritto costituzionale assoluto all’aborto su sua richiesta” (410 U.S. 189).
  • La Corte rinunciava a esprimersi sull’inizio della vita umana: “Non abbiamo bisogno di risolvere la difficile questione di quando inizia la vita. Quando esperti delle rispettive discipline della medicina, della filosofia e della teologia non riescono ad arrivare ad alcun consenso, la magistratura, allo stato attuale dello sviluppo della conoscenza umana, non è in grado di dare una risposta” (410 U.S. 159), ma ha introdotto il concetto di ‘viability’, cioè la capacità del bambino di vivere al di fuori del grembo materno, che verrebbe raggiunta per lo meno alla 28 settimana di gravidanza, ma in certi casi già alla ventiquattresima. Prima della viabilty si tratterebbe solo di vita potenziale, ‘potential life’ (410 U.S. 150), e, fino a quando la vita sarebbe solamente potenziale, lo Stato potrebbe far valere interessi solo secondariamente alla tutela della donna gravida (cfr. 410 U.S. 150).
  • “Se lo Stato ha un interesse a tutelare la vita del feto dopo la viability’, può arrivare a vietare l’aborto durante tale periodo, salvo quando è necessario preservare la vita o la salute della madre” (410 U.S. 163-164).

In questo modo la gravidanza era divisa grosso modo in tre trimestri: nel primo trimestre l’aborto era consentito su indicazione medica, fino alla viability l’aborto era possibile per proteggere la vita o la salute della donna, per il periodo successivo la Roe non si esprime, ma questa lacuna viene colmata dalla sentenza gemella Doe v. Bolton.

3. La sentenza Doe v. Bolton (1973).

  • Con essa la Corte Suprema aveva giudicato incostituzionali tre restrizioni contemplate dalla legislazione dello Stato della Georgia: l’aborto era consentito solo in una struttura ospedaliera, la richiesta doveva essere esaminata da una apposita commissione dell’ospedale, infine, l’indicazione doveva essere confermata da altri due medici.
  • La Corte riteneva che l’aborto non dovesse essere necessariamente praticato in una struttura ospedaliera ma anche in altre strutture (cfr. U.S. 195): così equiparando l’aborto ad altri interventi chirurgici praticati ambulatorialmente, norme non previste per altri interventi chirurgici sarebbero ingiustificate e incostituzionali, perché avrebbero discriminato l’interruzione medica della gravidanza, avrebbero interferito indebitamente nel rapporto medico-paziente e avrebbero messo in dubbio la professionalità di un medico autorizzato a esercitare la libera professione e abituato a porre autonomamente l’indicazione per un intervento chirurgico e a decidere insieme al paziente se e come praticarlo.
  • La sentenza Doe precisava anche che il concetto di salute deve essere inteso in modo ampio, “che il giudizio medico può essere esercitato tenendo conto di tutti i fattori – fisici, emotivi, psicologici, familiari e l’età della donna – rilevanti per il benessere (wellbeing) della paziente. Tutti questi fattori possono riguardare la salute. Ciò lascia al medico curante lo spazio di cui ha bisogno per esprimere il suo migliore giudizio medico” (410 U. S. p. 192). Indicazione per l’aborto non sarebbe più un pericolo per la vita o per la salute della donna ma anche solamente per il suo benessere.

4. La situazione dopo le sentenze Roe e Doe. Il 22 gennaio 1973 erano state abolite tutte le leggi che in ogni Stato dell’Unione avevano regolamentato l’aborto lasciando un vuoto legislativo con la difficoltà per i vari parlamenti di emanare nuove disposizioni sulla base dell’interesse, riconosciuto dalle due sentenze, di pretendere determinati standard di sicurezza per la pratica dell’aborto a tutela della salute della donna, ma anche a tutela del feto, conciliabili con i diritti della donna e del medico curante, egualmente tutelati dalla Costituzione.

In questa situazione di vuoto legislativo, subito dopo le sentenze sono sorte innumerevoli cliniche che hanno elaborato propri protocolli e proprie procedure che a volte non corrispondevano alle modalità previste dalle sentenze: 

  • Contrariamente alla chiara precisazione delle sentenze che il diritto all’aborto non è assoluto, e quindi soggetto a limitazioni, tale diritto è stato di fatto considerato come assoluto.
  • La figura del consulto del medico curante con la gestante è per lo più scomparso, sostituito in alcuni casi da un messaggio di quattro minuti registrato da un medico qualsiasi in una segreteria telefonica.
  • Le informazioni necessarie, come per ogni intervento medico, per il consenso informato sono state spesso fornite dal personale della clinica e in modo sommario, mentre la donna ha incontrato un medico solo immediatamente prima dell’aborto.

Se la legge delle Georgia consentiva l’aborto qualora la prosecuzione della gravidanza avesse messo in pericolo la vita della donna incinta o avesse danneggiato gravemente e permanentemente la sua salute (cfr. 410 U. S. 183), la sentenza Doe non parlava più di danno grave e permanente alla salute ma di fattori rilevanti per il benessere della donna. Le leggi sull’aborto hanno mostrato un cambiamento progressivo: da quelle che lo consentivano solo per tutelare la vita della gestante, si è passato ad altre che consentivano l’aborto se c’era il rischio di conseguenze gravi e permanenti per la salute e alla fine il concetto di salute, che comporta anche quello di malattia, è stato sostituito da un generico ‘benessere’.

Anche Stati liberali in materia si sono resi conto delle ambiguità e della debolezza delle sentenze Roe e Doe, tanto nell’ammettere l’interesse di uno Stato a regolamentare l’aborto, quanto nel fondare il diritto all’aborto sulla Costituzione americana. La Corte Suprema del New Jersey ha riconosciuto che nei due casi Right to Choose v. Byrne, 91 N.J. 287 (1982) and Planned Parenthood of Cent. N.J. v. Farmer, 165 N.J. 609 (2000), “il diritto alla scelta riproduttiva è un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione dello Stato, che questo diritto è indipendente dalla Costituzione degli Stati Uniti e che l’articolo I, paragrafo 1 della Costituzione del New Jersey è indipendente, e protegge l’autonomia riproduttiva in misura che supera le tutele stabilite dalla Costituzione degli Stati Uniti”. Il 16 gennaio 2002 il parlamento del New Jersey ha promulgato una legge che proibisce ogni restrizione al diritto all’aborto e che annulla ogni legge, norma, disposizione ecc. che limita tale diritto[7].

5. Planned Parenthood of Southeastern Pennsylvania v. CaseyLa sentenza del 24 giugno 2022, sottolineando che già la Casey aveva modificato in parte la Roe sostituendo lo schema dei trimestri con “una regola di incerta origine che non consentirebbe allo Stato di adottare restrizioni che imporrebbero alla donna un onere indebito (undue burden) al suo diritto di interrompere la gravidanza. La decisione non fornisce una chiara indicazione sulla differenza tra onere sostenibile (due) ed eccessivo” (597 U.S. p. 4).

I giudici della causa Casey hanno esposto opinioni differenti sulla Roe: due giudici erano del parere di non cambiarla in alcun modo, quattro invece avrebbero voluto annullarla del tutto , gli altri tre giudici hanno manifestato una terza posizione, così è stato deciso di seguire la Roe nella maggioranza delle sue parti. (597 U.S. p. 3).

6. Il Gestational Age Act (House Bill N. 1510) dello Stato del Mississippi (2018). La legge ricorda che “Gli Stati Uniti sono una delle sole 10 nazioni al mondo che consentono un aborto non terapeutico o elettivo a richiesta (abortion-on-demand) dopo la ventesima settimana di gravidanza” e ritiene necessario prendere atto delle nuove conoscenze dell’embriologia, cioè che:

“1. tra la quinta e la sesta settimana di gravidanza il cuore di un essere umano non nato comincia a battere.

 2. Un essere umano non nato incomincia a muoversi nel grembo della madre approssimativamente all’ottava settimana di gravidanza.

 3. Alla nona settimana di gravidanza tutte le funzioni fisiologiche basali sono presenti. Denti e occhi sono presenti, così come gli organi genitali esterni.

 4. Gli organi vitali dell’essere umano non nato iniziano a funzionare nella decima settimana di gravidanza. Anche i capelli, le unghie delle mani e dei piedi iniziano a formarsi.

 5. All’undicesima settimana di gestazione, il diaframma di un essere umano non ancora nato si sta sviluppando e potrebbe persino avere un singhiozzo. Lui o lei sta cominciando a muoversi liberamente nel grembo materno.

  6. Alla dodicesima settimana di gestazione, un essere umano non ancora nato può aprire e chiudere la mano, inizia a fare movimenti di suzione e percepisce la stimolazione dal mondo esterno all’utero. È importante sottolineare che lui o lei ha assunto “la forma umana” in tutti gli aspetti rilevanti. (Gonzales v. Carhart, 550 U.S. 124, del 2007, p. 160).

 7. La Corte Suprema ha da tempo riconosciuto che lo Stato del Mississippi ha un “interesse importante e legittimo a proteggere il potenziale della vita umana”, (Roe v. Wade, 410 U.S. 113, p. 162), e in particolare che “lo stato ha un interesse a proteggere la vita del nascituro”. (Planned Parenthood of Southeastern Pennsylvania v. Casey, 505 US 833) e a 12 settimane l’essere umano non nato “ha assunto la forma umana in tutti gli aspetti rilevanti.

 8. La maggior parte delle procedure per l’interruzione della gravidanza eseguite dopo la quindicesima settimane sono procedure di dilatazione ed evacuazione che comportano l’uso di strumenti chirurgici per schiacciare e lacerare il nascituro prima di rimuovere i pezzi del bambino morto dall’utero. Il Legislatore ritiene che la partecipazione intenzionale a tali atti per ragioni non terapeutiche o elettive è una pratica barbara, pericolosa per la madre e umiliante per la professione medica”.

La legge ricorda poi che “L’aborto comporta rischi fisici e psicologici significativi per la paziente materna e questi rischi fisici e psichici aumentano con l’età gestazionale. In particolare, negli aborti eseguiti dopo l’ottava settimana i relativi rischi fisici e psichici aumentano esponenzialmente con l’aumento dell’età gestazionale”.

Dato che: “Lo Stato del Mississippi ha anche ‘interessi legittimi fin dall’inizio della gravidanza a proteggere la salute delle donne’. (Planned Parenthood of Southeastern Pennsylvania v. Casey, 505 U.S. 833, p. 847), poiché “le conseguenze mediche, emotive e psicologiche dell’aborto sono gravi e possono essere durature…” H.L. v. Matheson, 450 U.S. 398 del 1981, p 411), […] è intenzione del legislatore, attraverso la presente legge e qualsiasi regolamento o norma promulgata di seguito, a limitare la pratica dell’aborto non terapeutico o elettivo al periodo fino alla quindicesima settimana di gestazione”.

7. La sentenza del 24 giugno 2022 critica le sentenze Roe e Casey ed espone la natura dell’errore nel quale esse sono cadute (pp. 43-45), la qualità del suo ragionamento (pp. 45-56), la ‘applicabilità’ (“workability”) delle leggi imposte al paese (pp. 56-62), il loro effetto dirompente su altri settori del diritto (pp. 62-63) e l’assenza di una concreta affidabilità (pp. 63-66). I punti qualificanti della sentenza sono i seguenti:

  1. La Corte aveva usurpato la facoltà di occuparsi di una questione di profonda importanza morale e sociale che la Costituzione delega al popolo.
  2. La divisione in tre trimestri con differenti regolamentazione non ha fondamento; durante il primo trimestre lo Stato non potrebbe far valere il suo interesse a tutela della salute della donna perché la mortalità per aborto nel primo trimestre sarebbe minore che nel resto della gravidanza e per il parto, ma non viene spiegato perché si dovrebbe prendere in considerazione solamente il fattore mortalità e non altri aspetti della salute; se il concetto di persona è legato a certe facoltà psichiche come autocoscienza e raziocinio,  sarebbe una questione aperta se anche il neonato, il bambino con gravi deficit di sviluppo possono godere della tutela come persona; il concetto di viability è vago perché la capacità di vivere al di fuori del grembo materno dipende anche dalla qualità delle strutture mediche disponibili, la viability dipende inoltre da alcune variabili che rendono difficile per il medico stabilire se il feto è già capace di vivere al difuori del grembo materno, si dovrebbe quindi parlare piuttosto di probabilità di sopravvivenza, con la difficoltà di stabilire se è del 10, 25 o 50 per cento.
  3. A proposito della ‘applicabilità’ (“workability”) la bozza sostiene che “I nostri precedenti suggeriscono che un’altra considerazione importante nel decidere se un precedente debba essere annullato è se la regola che impone è praticabile, cioè se può essere compresa e applicata in modo coerente e prevedibile”.

Un passaggio della Casey, “Le norme sanitarie non necessarie che hanno lo scopo o l’effetto di presentare un ostacolo sostanziale a una ‘donna che abortisce impongono un onere indebito sul diritto” (505 U.S. 878) conterrebbe addirittura tre concetti che possono essere interpretati in modo non univoco: se una norma è necessaria, se un ostacolo può essere definito sostanziale e se un onere è indebito o no.

La conclusione è che “l’aborto pone una questione morale profonda. La Costituzione non proibisce ai cittadini degli Stati di regolamentare o proibire l’aborto. Roe e Casey si arrogano questa autorità. Noi annulliamo queste decisioni e restituiamo questa autorità al popolo e ai suoi rappresentanti eletti” (597 U.S. p. 69).

In previsione di un possibile annullamento delle sentenze a favore dell’aborto da parte della Suprema Corte, alcuni Parlamenti di singoli States hanno promulgato leggi che regolano l’aborto, alcuni in senso più restrittivo, altri in senso più liberale. Il Colorado, per esempio, ha varato il 4 aprile 2022 una legge che priva l’essere umano prima della nascita di ogni diritto: “un uovo fecondato, un embrione o un feto non ha diritti indipendenti o derivati ai sensi della legge dello Stato”[8], rendendo superflue le distinzioni della gravidanza in diverse fasi e le discussioni sull’inizio della vita o sulla dimensione personale del bambino non nato e privandolo quindi della possibilità di essere tutelato da leggi dello stato, ammettendo di fatto anche la possibilità in interrompere la gravidanza fino al momento della nascita. Dunque, la discussione è aperta.

Ermanno Pavesi