Archivi categoria: Welfare

5111.- AMICI ITALIANI, SIETE ANCORA CAPACI DI INTENDERE E VOLERE?

Anche alle famiglie dei militari caduti in combattimento, in una missione di pace, l’INPS rifiuta ogni indennizzo se erano volontari in ferma VFP, non in servizio permanente, anche se il VFP1 è il primo passo per costruirsi un futuro solido nell’Esercito, perché l’ultima guerra dichiarata dall’Italia fu la 2a G.M.. Questa è l’Italia!

Scritto da Valdo Vaccaro, 18 Mag 2022

TRASCRIZIONE del VIDEO DI MOHAMED KONARE

QUALCUNO MUORE DA VIRUS E IL GOVERNO SI RIFIUTA DI PAGARE PERCHÈ IL VACCINO NON ERA OBBLIGATORIO

Buon giorno a tutti. Volevo porre l’attenzione di tutti su questo fatto. Vi leggo l’articolo: A seguito di decesso accertato mediante autopsia per causa vaccino, gli eredi chiedono risarcimento come previsto dalla legge art 210-92. Sapete qual è stata la risposta del Ministero? “La richiesta non viene accolta poiché la vaccinazione non è obbligatoria!”. In altre parole le autorità rispondono tranquille che non pagano in quanto il vaccino era opzionale. Ma qui ci prendono per dei malati di mente. Io non capisco, e per di più questa posizione viene assunta dal Consiglio di Stato, in linea con quanto già avvenuto a proposito della tachipirina e della “vigile attesa”, per cui alla fine tutto si appiana sollevando le chiappe a tutti, e a Speranza in particolare. Tachipirina e vigile attesa che, in pratica, significano non curarsi e dire candidamente che era solo una raccomandazione e non un obbligo.

ABBIATE ALMENO UN MINIMO DI COERENZA

Alla fine dicono che tutta la colpa è dei medici. Li stanno accusando, quando noi siamo vissuti per 2 anni sotto una ondata ininterrotta di terrorismo mediatico. Il vaccino non era un obbligo ma avete impedito alla gente di andare a lavorare, avete impedito alla gente di entrare in un bar a bersi un caffè, avete impedito alla gente di salire su un pullman o su un treno, avete impedito alle famiglie di incontrarsi.

LA VERITÀ STA VENENDO A GALLA IN MODO PREPOTENTE

Oggi, con tutto quello che sta venendo fuori, e i dati lo stanno dimostrando, non si possono raccontare frottole impunemente. Oltretutto le cose stanno peggiorando. Ogni giorno che passa si parla di morti da vaccino, morti di gente che era stata regolarmente vaccinata. E si parla di danni da effetti collaterali, danni gravi da vaccinazione in ogni parte del pianeta. I documenti stanno uscendo da tutte le parti. Tutto quello che avete negato, quello che noi dicevamo da mesi, quello che diceva Montagnier, Peronne, Malone e tantissimi altri scienziati di ogni paese grande e piccolo. Persino le vostre riviste scientifiche adesso stanno dicendo il contrario di quanto avete affermato per 2 anni terrorizzando i popoli di ogni continente. E avete continuato a imporre queste stronzate basate su tamponi fasulli e su mascherine soffocanti. Tenete ancora in piedi un green pass di stampo nazista, che non è altro se non uno strumento di controllo attraverso l’intelligenza artificiale.

DUBITO ASSAI CHE ABBIATE UN’ANIMA

Ma non vi vergognate? Non sapete nemmeno cos’è la decenza perché siete esseri senza anima. Siete esseri senza alcun tipo di compassione per gli altri. Siete figli di Satana! Siete persone ignobili. Io non ho parola. Andate contro ogni forma di principio. L’Italia non si rende conto. Tre quarti degli Italiani non si rendono conto di quello che sta succedendo sotto i loro occhi. Sono bombardati e terrorizzati senza sosta dai propri media. I giornalisti, i giornalisti del mainstream sono la categoria più criminale oggi in circolazione.

I MEDICI ODIERNI SONO ESECUTORI DI REGOLE IMPOSTE DAI PADRONI

Gli stessi medici di oggi cosa sono? Di norma ho sempre rispettato i medici, per il fatto che spendono la propria vita a curare gli altri. Ma oggi, per i medici attuali, non ho alcuna considerazione. Chiunque oggi può diventare medico senza difficoltà. Il medico di oggi non deve usare il proprio sapere, la propria intelligenza, la propria esperienza. Basta solo che applichi gli ordini che gli vengono impartiti dall’alto.

UNA MAGISTRATURA CHE COPRE TUTTO E UN LEADER CHE DISONORA IL PAESE

Mi rivolgo anche alla Magistratura Italiana. Come fate a tirare avanti? Con tutta la merda che avete addosso, con tutto quello che avete coperto e nascosto, tutte le porcherie che avete fatto contro il vostro stesso popolo. La gente Italiana ha sopportato ingiustizie a non finire. Tutte le ruberie che gli continuate a fare giorno dopo giorno, con una tassazione che va oltre il 60%, indebitando ognuno in modo pazzesco con la mafia khazariana. E chiamano quel delinquente di Draghi in America ad incontrare quel pedo-satanista afflitto da demenza senile. E gli danno pure dei premi, visto che gli fa comodo servirsi di lui.

SUI FATTI DI BERGAMO È STATO IMPOSTO IL SEGRETO DI STATO

State però attenti. Voi siete fregati, vi verremo a prendere uno ad uno. Avete visto cosa è successo in Sri Lanka? Il popolo unito è sceso in piazza, è entrato nelle case dei ministri e del capo di stato. Questo è soltanto l’inizio. Lo stesso sta succedendo anche in Africa. Non voglio dire agli occidentali e agli italiani cosa fare. Vi dico solo questo. Dovete capire che è dimostrato dalle autopsie che qualcuno sta morendo da vaccino. Il caso che ho citato in Italia è solo un esempio incredibile. E non pagano perché dicono che non si trattava di un obbligo. Ma chi mi ascolta torna indietro con la mente a 2 anni orsono e rifà il percorso da 2 anni a questa parte, ricordandosi di tutto quello che ha sentito, tutto quello che ha vissuto, dopo la pantomima di Bergamo, sulla quale hanno steso un velo, hanno imposto il segreto di stato.

ITALIANI, SIETE ANCORA CAPACI DI INTENDERE E DI VOLERE?

Italiani, ve lo chiedo seriamente, siete ancora capaci di intendere e volere? Siete ancora capaci di riflettere e di ragionare? Se ne siete ancora capaci Draghi non rimane al potere una sola settimana di più, e Speranza finisce in galera a partire da domattina! Vi rendete conto che l’Italia è totalmente in mano al Deep State Americano, al potere anglosassone, alla Anglosfera che governa il mondo con le armi, con la violenza, con la menzogna, con la manipolazione.

SONO SERIAMENTE PREOCCUPATO PER QUESTO PAESE CHE MI OSPITA

Purtroppo non succederà niente, e mi dispiace tanto. Ma chi non sa cos’è la guerra e cosa è la povertà non può capire. Noi Africani siamo nati dentro queste brutture. La mia è autentica preoccupazione. Vi dico che sono molto preoccupato per il popolo Italiano, anche perché questo paese è per me una seconda patria e non un posto qualsiasi. Non un posto nelle mani di delinquenti e assassini dello stampo di Mario Draghi, che sono al servizio di Klaus Schwab, Bill Gates e delle maledette famiglie di oligarchi occidentali e anglosassoni.

SE FOSSI IN VOI NON DORMIREI DEI SONNI TRANQUILLI

Io non taccio. Non mi fate minimamente paura. Nelson Mandela ha trascorso 27 anni in galera. Alla fine siete riusciti a comprarlo e a usarlo a vostro vantaggio. Nel caso mio non mi comprerete mai. Preferirei morire dietro le sbarre. Giordano Bruno si è fatto bruciare vivo dai papi pur di rimanere intatto nella sua coerenza di uomo dignitoso, di uomo quadrato e coerente. Oggi, dopo diversi secoli, ancora si parla di lui. Io vi aspetto quando e dove volete. Vi dico solo che fareste meglio a pensare per voi medesimi, per le conseguenze che vi attendono.

IL MIO INTERVENTO HA BLOCCATO LE CATTIVE INTENZIONI DEI FACINOROSI VERSO I CITTADINI EUROPEI

Sono uscito allo scoperto per fermare la Gioventù Africana e per evitare che prendesse una direzione sbagliata. Avevano infatti cominciato ad attaccare dei cittadini occidentali. Il mio intervento ha bloccato tutto. Vi dico una cosa. La Francia, l’Italia, la Germania, la Gran Bretagna, l’Unione Europea e il potere nazi-anglosassone verranno comunque estromessi dal continente Africano.

NESSUN CITTADINO EUROPEO SARÀ SFIORATO ED ATTACCATO DAGLI AFRICANI

Ho spiegato benissimo in dettaglio ai miei concittadini Africani che la società civile occidentale non c’entra nulla. Ho spiegato quello che state facendo e quando avete subito in questi ultimi anni. Pertanto, d’ora in avanti, nessun soggetto europeo verrà preso di mira dagli Africani. A meno che non succeda che dei terroristi finanziati dalle autorità e dai servizi segreti europei attaccassero dei cittadini europei al fine di scaricare ogni responsabilità e di confusionare l’opinione pubblica. La realtà è che nessun cittadino africano toccherà ed offenderà cittadini europei. I segnali arriveranno tra qualche giorno. Da parte mia darò l’ordine, come ho già fatto in Senegal e in Chad, di attaccare tutti gli interessi commerciali occidentali. Questo ve lo posso dire pubblicamente.

NOI AFRICANI CONOSCIAMO TROPPO BENE LE INSIDIE E GLI IMBROGLI DEI VACCINI

Volete fare la guerra al popolo Africano? Ebbene avrete la guerra! Italiani, è venuta l’ora che vi rimettiate in piedi e che riacquisite la dignità che vi compete. La maggior parte di coloro che stanno morendo, lo fanno a causa dei vaccini. Lo dicono dei documenti precisi e circostanziati. Passo il mio tempo a studiare e ristudiare i documenti. I morti sono decisamente tra i pluri-vaccinati. Sappiano i criminali pro-vaccini che hanno commesso dei gravissimi crimini e non dei semplici errori di calcolo.

https://6fcc4324c3e87ed9984447c668ad4e6a.safeframe.googlesyndication.com/safeframe/1-0-38/html/container.html

PER DRAGHI E SPERANZA SI APRANO IMMEDIATAMENTE LE PORTE DELLA GALERA

Speranza deve finire in galera per il resto della sua vita. Draghi deve finire in galera per il resto della sua vita. Mattarella deve finire in galera per il resto della sua vita. Tutta questa gentaglia merita di essere arrestata all’istante e di finire in galera. Il popolo Italiano è in grado di farlo. Italiani, se vi alzate e se fermate una buona volta questi criminali vi salverete. Altrimenti loro non si fermeranno. Questo ve l’ho detto ancora 2 anni fa da un palco di Roma. Sono cose che noi abbiamo previsto, poiché conosciamo come funziona il sistema. Sappiamo quanto profonda può essere la loro crudeltà. Basta guardare cosa hanno saputo fare dalla fine della 2° Guerra Mondiale in avanti.

LE RUBERIE E LE DEVASTAZIONI DEGLI OLIGARCHI HANNO LASCIATO IL SEGNO DOVUNQUE HANNO MESSO LE LORO LURIDE MANI

Ovunque sono andati hanno distrutto e hanno rubato, hanno tolto ogni ricchezza ai popoli, facendo pagare ad essi persino le bombe che scaricano sulla gente. Oggi la Libia, tanto per fare un esempio, è indebitata fino all’anno 2060. Hanno sequestrato tutti gli averi ai libici. Esiste ciononostante il progetto per creare degli oleodotti che portino il greggio in Italia e poi verso i paesi europei. Questo non lo permetterò. Questo non succederà finché io sarò vivo.

Mohamed Konare

3820.- Reddito di Cittadinanza: I nostri soldi in mano agli scappati da casa.

Si può chiedere il reddito di Cittadinanza con dichiarazioni false, on line.

Prima, a dicembre, 23, poi, oggi, 239 stranieri denunciati dalla Guardia di Finanza di Rovigo.

Nella mattinata di qualche giorno fa, si erano presentate presso l’ufficio postale di Santa Maria Maddalena di Rovigo alcune persone chiedendo l’attivazione della propria card e quindi la riscossione delle somme di cui a loro dire avevano diritto in quanto destinatari del reddito di Cittadinanza. Insospettito da alcuni documenti presentati, il personale dello sportello aveva immediatamente avvisato la Guardia di Finanza di Occhiobello la quale ha subito avviato le indagini necessarie. Le indagini della Guardia di Finanza del comando provinciale di Rovigo hanno permesso di evidenziare che 23 soggetti tutti provenienti dalla Romania non avevano diritto al Reddito di Cittadinanza in quanto carenti del requisito di residenza sul territorio. Denunciati tutti e 23. Visto il metodo utilizzato, è sorto il sospetto che il fenomeno non fosse isolato alla città veneta ma che, invece, potesse rappresentare un sistema diffuso visto che tutta la procedura di richiesta poggiava su un autocertificazioni e su pochi elementi certi

gdf finanza guardia di finanza generica 117
lapresse

Dalle edizioni di Rovigo Oggi, Juorno.it di oggi 3 marzo 2021.

La guardia di finanza di Rovigo ha denunciato 239 persone per aver percepito illegalmente il Reddito di Cittadinanza. Le indagini, svolte con il supporto dell’Inps, sono iniziate a dicembre, quando i finanzieri di Occhiobello hanno bloccato un tentativo fraudolento di riscuotere il Reddito di Cittadinanza da parte di 23 persone tutte provenienti dalla Romania, attraverso un metodo poi riscontrato e replicato anche in altre parti d’Italia.

Le 23 persone dalla Romania avevano presentato le domande per ottenere il Reddito di Cittadinanza, a seguito delle quali, ricevuto il Pin, si erano recate presso l’ufficio postale per ricevere ed attivare le card elettroniche prepagate e, quindi, poter incassare le somme accreditate. Tutte le persone individuate non avevano titolo a ricevere il beneficio richiesto in quanto risultate prive del requisito di residenza.

Visto il metodo utilizzato, è sorto il sospetto che il fenomeno non fosse isolato ma che, invece, potesse rappresentare un sistema diffuso visto che tutta la procedura di richiesta poggiava su un autocertificazioni e su pochi elementi certi. I finanzieri hanno così scoperto che il comportamento illecito era stato replicato numerose volte i tutta Italia.

E’ stato appurato, infatti, che una vasta platea di persone, tutte straniere, aveva presentato domanda ed aveva potuto accedere illecitamente al Reddito. Delle 673 persone controllate, ben 239 non possedevano il requisito della effettiva residenza in Italia e, per tali ragioni, sono state tutte denunciate alle Procure della Repubblica di Milano, Napoli, Roma, Cosenza, Lodi, Bari, Torino, Pavia, Massa, Agrigento, Foggia, Genova, Vercelli, Pisa, Latina, Imperia e Rovigo.

Con i contributi INPS versati dai cittadini e con il reddito che dovrebbero generare si mantengono molti sfaccendati, molti delinquenti e, in prospettiva, l’Africa intera.

Cos’è il Reddito di Cittadinanza 2021.

Il Reddito di cittadinanza è una misura introdotta dal decreto legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito con modificazioni dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, per contrastare la povertà, la diseguaglianza e l’esclusione sociale, a garanzia del diritto al lavoro, della libera scelta del lavoro e del diritto all’informazione, all’istruzione, alla formazione e alla cultura.

Come? Attraverso politiche volte al sostegno economico e all’inserimento sociale di soggetti esposti al rischio di emarginazione nella società e nel mondo del lavoro. In sostanza chi beneficia del Reddito di cittadinanza ottiene un importo in denaro mensilmente e una serie di aiuti volti all’inserimento lavorativo.

Per i nuclei familiari composti esclusivamente da uno o più componenti di età pari o superiore a 67 anni, il Reddito di cittadinanza assume la denominazione di Pensione di cittadinanza (PdC).

Requisiti generali per Reddito di Cittadinanza 2021 e Pensione di cittadinanza. Puoi chiederlo se:

  1. sei un cittadino italiano o europeo, o familiare di un cittadino italiano o europeo – ripeto: EUROPEO – titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, o soggiornante di lungo periodo, o titolare di protezione internazionale;
  2. risiedi in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 in via continuativa;
  3. hai compiuto 18 anni;
  4. sei disoccupato o inoccupato;
  5. hai un ISEE inferiore a 9.360 euro l’anno;
  6. possiedi un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, fino ai 30.000 euro annui;
  7. il tuo patrimonio finanziario (mobiliare) non supera 6.000 euro. Questo limite viene accresciuto di 2.000 euro per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di 10.000 euro, incrementabile di ulteriori 1.000 euro per ogni figlio successivo al secondo. Nel caso di famiglie con persone disabili i valori massimi previsti vengono incrementati di 5.000 euro per ogni componente con disabilità media e di 7.500 euro per ogni componente con disabilità grave o non autosufficiente. Per i pensionati che vivono al di sotto della soglia di povertà e che intendono beneficiare della Pensione di cittadinanza, invece, il limite di 6.000 euro per il patrimonio finanziario è esteso ad 8.000 euro per le coppie;
  8. il tuo reddito familiare è inferiore ad una soglia di 6.000 eurol’anno, incrementata a 7.560 euro per la PdC e a 9.360 euro per i nuclei familiari che risiedano in abitazione in locazione, moltiplicata per il corrispondente parametro della scala di equivalenza prevista del decreto legge, che è pari ad 1 per il primo componente del nucleo familiare ed è incrementato di 0,4 per ogni altro membro di età maggiore di 18 anni e di 0,2 per ogni componente minorenne, fino ad un massimo di 2,1;
  9. tu e gli altri membri del tuo nucleo familiare (se non vivi da solo) non siete intestatari e non avete piena disponibilità di autoveicoli immatricolati la prima volta nei 6 mesi precedenti la richiesta del RdC, ovvero di autoveicoli di cilindrata superiore a 1.600 cc o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc, immatricolati la prima nei 2 anni antecedenti alla stessa, esclusi i mezzi per i quali è prevista un’agevolazione fiscale a favore delle persone disabili;
  10. tu e gli altri membri componente del tuo nucleo familiare non siete intestatari e non avete piena disponibilità di navi e imbarcazioni da diportodi cui all’articolo 3, comma 1, del d.lgs. 18 luglio 2005, n. 171;
  11. non sei sottoposto a misura cautelare personale, anche adottata a seguito di convalida dell’arresto o del fermo, e non hai subito condanne definitive, nei dieci anni precedenti la richiesta di RdC, per uno dei delitti indicati negli articoli 270-bis, 280, 289-bis, 416-bis, 416-ter, 422 e 640 bis del codice penale.

Non si può richiedere (ma il tuo nucleo familiare può richiederlo) se si è disoccupato a seguito di dimissioni volontarie, nel limite di 12 mesi successivi alla data delle dimissioni, eccetto che nel caso di dimissioni per giusta causa.

Cumulabilità

Coloro che percepiscono il Reddito di cittadinanza possono beneficiare anche delle agevolazioni relative alle tariffe elettriche e alla compensazione per la fornitura di gas naturale riconosciute alle famiglie economicamente svantaggiate. La misura, inoltre, è cumulabile con la NASpI, con la DIS-COLLe con altre forme di sostegno al reddito per la disoccupazione involontaria.

Quanto dura e qual è l’importo

Il Reddito di cittadinanza viene concesso per un periodo di 18 mesi, a decorrere dal giorno successivo a quello della richiesta. L’importo mensile è pari ad un dodicesimo del valore annuale. Il RdC è rinnovabile, previa sospensione di 1 mese. Nel caso di Pensione di cittadinanza il periodo di sospensione non viene applicato.

Il beneficio è compreso tra 480 e 9.360 euro l’anno, ed è composto da una integrazione al reddito e da un sostegno economico per contribuire alle spese di affitto, fino ad un massimo di 3.360 euro annui (1.800 euro nel caso di Pensione di cittadinanza), o di mutuo, fino al limite di 1.800 euro l’anno. Viene riconosciuto dall’Inps ed è erogato tramite un’apposita carta prepagata, la Carta Reddito di Cittadinanza.

Come si calcola

Per conoscere l’importo del Reddito cittadinanza è necessario applicare la seguente formula: [(soglia massima di reddito familiare x parametro scala equivalenza – reddito familiare) + contributo locazione o mutuo] / 12 mensilità.

In sostanza il beneficio economico totale si compone di due parti:

  • un’importo come integrazione al reddito familiare che si determina moltiplicando la soglia massima (6.000 Euro per il RdC e 7.560 euro per la PdC) per la scala di equivalenza, sottraendo il proprio reddito familiare.
  • un’importo opzionale aggiuntivo solo per chi è in affitto o ha un mutuo. Nel caso di affitto di ottiene un importo annuo pari al canone di locazione fino ad un massimo di 3.360 euro (1.800 euro per la Pensione di cittadinanza). Nel caso di mutuo si ottiene un importo pari al massimo alla rata del mutuo che però non può superare 1.800 euro.

L’importo totale spettante si divide per le 12 mensilità in quanto è prevista un’erogazione mensile del contributo. Bisogna infine tener conto che l’importo complessivo, sommate le due componenti, non può comunque superare i 9.360 euro annui (780 euro mensili).

3753.- La retromarcia delle pensioni e della solidarietà.

A quanti credono che chiunque e tutti possano governare , a quelli che santificano i messia del momento, il diritto degli incompetenti a cimentarsi nel governo della Nazione e sono i primi a lamentarsi di doverne pagare il prezzo, proponiamo questa rivisitazione della solidarietà nazionale verso i lavoratori; solidarietà che vediamo svilupparsi in crescendo, obbedendo ai principi del cristianesimo e, infine, ai giorni nostri regredire in nome di un deviato principio del profitto e di una malintesa regola della competitività sui mercati, che, con il Trattato di Lisbona, ha sacramentato il primato di questa ultima sulla dignità della persona umana, quindi, sulla Costituzione: un falso e realizza una eversione dei principi, incatenati uno all’altro, sui quali i padri costituenti disegnarono l’architettura della Repubblica; un falso che accompagna l’altrettanto falsa storiografia che sostiene che gli italiani che ci precedettero nel noto ventennio non abbiano lavorato anche per il progresso sociale del nostro popolo.

Può sembrare un paradosso, ma è una verità, che lo Stato sociale sia stato costruito dalle monarchie, anche non costituzionali, sia cresciuto durante la dittatura e, oggi, venga demolito da partiti che si dicono di sinistra. “Si dicono”, perché il mercato del lavoro, come lo chiamano, valgono per loro due pesi e due misure. Ad esempio, “il Partito democratico appoggiò in maniera compatta la manovra salva Italia, da cui poi è scaturita l’intera riforma del welfare e la normativa Fornero non ricorre a un secolo fa, ma alla fine del 2011, con un Parlamento diverso ma non troppo, e molti protagonisti di oggi che ieri sedevano sui medesimi scranni”. Invece, l’ex segretario dem Bersani si è opposto al taglio del suo vitalizio. Il mantra è che pagheranno il debito i nostri figli e nipoti. Quindi, sprecare si può senza ritegno, ma non si ottengono benefici senza che qualcuno paghi: i nostri figli e nipoti”.

Il Fascismo e le pensioni agli italiani. La verità è più forte delle bufale di Grasso

Su una prima pagina del Corriere della sera di novembre Aldo Grasso confuta la “bufala” (secondo lui) delle pensioni introdotte dal fascismo in Italia, spiegando ai lettori che tra le “cose positive” che il regime mussoliniano ha introdotto non c’è l’Inps, come alcuni ripetono senza documentarsi a dovere. E scrive che l’Inps nacque invece nel 1898, mentre la pensione sociale arriva solo nel 1969, quando il fascismo era caduto da un pezzo. Una ricostruzione non corretta, fa notare il giornalista e scrittore Gianni Scipione Rossi: “Aldo Grasso – scrive Rossi in una nota su Fb – dimentica la sostanziale differenza tra l’assicurazione pensionistica volontaria per operai e impiegati, nata in Italia nel 1898, e quella obbligatoria, nata nel 1919, dunque prima del governo Mussolini”. 

In ogni caso è ingeneroso saltare come fa Grasso dal 1898 al 1969 come se in mezzo nulla fosse avvenuto e come se nessun provvedimento fosse stato adottato in quell’epoca per i lavoratori. Può essere utile allora riportare qui le informazioni contenute nello studio di Stefano Vinci, Il fascismo e la previdenza sociale (Annali della facoltà di Giurisprudenza di Taranto, Cacucci editore, 2011). Vinci cita la legge n. 350 del 17 luglio 1898, che promosse la nascita della Cassa nazionale di previdenza per la vecchiaia e l’invalidità degli operai, alla quale i cittadini italiani che svolgevano lavori manuali o prestavano servizio ad opera o a giornata potevano iscriversi liberamente e volontariamente. Dà quindi conto del dibattito che si sviluppa agli inizi del ‘900 per “organizzare l’assicurazione obbligatoria contro le malattie e coordinarla con i servizi di assistenza medica e ospedaliera, di tutela della maternità e con l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e con le esistenti istituzioni di beneficenza e di mutuo soccorso”. Un dibattito dal quale scaturisce la legge 603/1919 che stabilì l’obbligatorietà dell’assicurazione per l’invalidità e la vecchiaia per tutti i lavoratori dipendenti da privati  ed unificò la Cassa nazionale infortuni e la Cassa nazionale per le assicurazioni sociali nella CNAS (Cassa nazionale per le assicurazioni sociali).

Si giunge quindi all’avvento del fascismo che da subito intende imprimere “una spinta di accelerazione al processo di unificazione degli istituti gestori delle assicurazioni sociali”. Lo stesso Mussolini in un discorso a Torino del 23 ottobre 1932 spiegò che il fascismo nel suo intento di nobilitare il lavoro si era sganciato “dal concetto troppo limitato di filantropia per arrivare al concetto più vasto e più profondo di assistenza. Dobbiamo fare ancora un passo innanzi: dall’assistenza dobbiamo arrivare all’attuazione piena della solidarietà nazionale”.

“Dopo i primi provvedimenti del 1923 – scrive Vinci – con i quali fu stabilito il riordino del Fondo per la disoccupazione involontaria affidato alla CNAS, senza però finanziamenti da parte dello Stato, si assistette nel 1926 ad una forte espansione della «mano pubblica» con l’avvio del monopolio assicurativo attuato attraverso il riordino della Cassa nazionale infortuni (CNI); nel 1927 alla istituzione dell’assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi estesa nel 1929 alle malattie per gente di mare; nel 1929 alla previsione dell’assicurazione contro gli infortuni anche per le malattie professionali”.

La Cni venne sostituita nel 1933 dall’Infail  (Istituto nazionale fascista contro gli infortuni sul lavoro) e nello stesso anno viene costituito l’Infps (Istituto nazionale fascista della previdenza sociale). Segue nel 1935 la promulgazione di un testo unico sul Perfezionamento e coordinamento legislativo della previdenza sociale  che disciplinò il frammentato sistema previdenziale per l’invalidità e la vecchiaia, la disoccupazione, la tubercolosi e la maternità.  Alcune modifiche al sistema, si legge ancora nello studio,”furono apportate nel 1939, quando fu accolto il principio della reversibilità della pensione ai superstiti, rinviando al ’45 l’erogazione effettiva della prestazione, e fu abbassata l’età del pensionamento a 60 anni per gli uomini e a 55 per le donne, con aggiustamenti nella misura delle prestazioni, adeguate fino al 1943″. In quell’anno si tentò anche di realizzare l’unificazione delle assicurazioni per malattia con l’istituzione dell’Ente Mutualità “che, nei propositi della legge 138/1943 avrebbe dovuto condurre alla completa unificazione degli istituti di assistenza malattia, ma che di fatto non riuscì a realizzare tale intento”.

Un rilievo è d’obbligo: tutti capiscono la differenza tra una Cassa di previdenza cui si aderisce volontariamente e un sistema previdenziale pubblico che comincia di fatto nel 1933 con l’Infps poi divenuto Inps. Ciò non certo per fare apologia delle misure sociali introdotte dal fascismo ma per sottolineare che una bufala è anche raccontare la storia a metà, o manipolarla, o non valutarla con la serena obiettività che dopo 70 anni dovrebbe essere d’obbligo.

Ma andiamo, più indietro, al Regno di Napoli, ingiustamente conquistato e spogliato dal Piemonte.

LA PREVIDENZA SOCIALE NEL REGNO DI NAPOLI

Posted by altaterradilavoro on Ago 27, 2018

LA PREVIDENZA SOCIALE NEL REGNO DI NAPOLI

Nel 1751, nel Regno di Napoli, fu avviata la costruzione del
“REAL ALBERGO DEI POVERI “,
per l’accoglienza e la rieducazione al lavoro di circa ottomila mendicanti.

Nel 1789 ci fu l’esperimento sociale di FERDINANDOPOLI San Leucio, dove vennero classificati diritti e doveri degli abitanti-lavoratori della colonia. Un altro splendido esempio di modernità in tema di assistenza fu

“IL PRIMO SISTEMA PENSIONISTICO D’EUROPA”, 

che prese forma nel 1813 nella Napoli di Gioacchino Murat, con cui fu istituita 

LA RITENUTA DEL 2% sugli stipendi DEGLI IMPIEGATI STATALI, da capitalizzare sotto forma di RETRIBUZIONE PREVIDENZIALE.

Il lavoratore, occupato per otto ore al giorno, avrebbe avuto diritto a:

a) UN TERZO DELLO STIPENDIO DOPO VENT’ANNI DI
. SERVIZIO;

b) ALLA META’ DOPO VENTICINQUE ANNI

c) AI CINQUE SESTI DOPO TRENTACINQUE ANNI

d) ALL’INTERO STIPENDIO DOPO QUARANT’ANNI.

Nel 1818 la restaurazione borbonica ne dispose di nuove:

“PER IL MODO DI RIPARTIRE LE PENSIONI VEDOVILI TRA LE VEDOVE IN SECONDE NOZZE ED I FIGLI DEL DI LEI DEFUNTO MARITO”

Nel 1821 fu garantita LA PREVIDENZA AI LAVORATORI DELLO SPETTACOLO
con un regolamento approvato dal REAL RESCRITTO nell’ambito dell’istituzione di
una
“CASSA DELLE PENSIONI E SOVVENZIONI DEI PROFESSORI GIUBILATI ADDETTI AI REALI TEATRI.

Oltre all’ASSISTENZA MEDICA GRATUITA il fondo erogava un TRATTAMENTO DI GIUBILAZIONE, una 

PENSIONE ANCHE VULTURABILE PER EREDITA’ ALLE VEDOVE DEI DIPENDENTI E SUSSIDI PERIODICI ALLE FAMIGLIE DEGLI IMPIEGATI DECEDUTI PRIMA DI AVER MATURATO L’ANZIANITA’ MINIMA RICHIESTA. 

SUSSIDI agli artisti divenuti INABILI prima del completamento di dieci anni di servizio. 

LE ENTRATE DERIVAVANO DA:

SOVVENZIONI DELLO STATO, DAI VERSAMENTI CONTRIBUTIVI DEL PERSONALE, 

DAI PROVENTI DELLE SANZIONI A ESSI COMMINATE 

E DALLA PERCENTUALE DELL’INCASSO DI ALCUNE SERATE A SCOPO BENEFICO AL REAL TEATRO DI SAN CARLO.

. I N V A L I D I 

. Art. 1 del REGOLAMENTO PE R LA REAL COMMISSIONE DI BENEFICENZA costituita il 4 gennaio 1831:
si istituì nelle Due Sicilie di Ferdinando II :
.
“UN ASSEGNO DI DISOCCUPAZIONE”:

“ per coloro i quali non possono assolutamente con il proprio travaglio sostenere se medesimi e la loro famiglia”.

Art. 4: SUSSIDI “TEMPORANEI O PERPETUI”:

“Per coloro che per impedimenti fisici non potevano più sostenersi con il loro travaglio”.

in realtà erano “ASSEGNI D’INVALIDITA’” istituti in Italia nel 1984.

. C R I TE R I 

. “ in primo luogo giovanotti orfani o abbandonati, poi le vedove con i figli in tenera età e vecchi, storpi, ciechi, cronici ed altri simili “.

L’assegnazione poteva essere definitiva o a termine. Nel secondo caso, la COMMISSIONE stabiliva l’eventuale prolungamento 

“ SENZA CHE L’OZIOSITA’ VENGA FOMENTATA “, 

in modo da evitare frodi, e attingeva a un fondo speciale PER I SOCCORSI URGENTI “, ai quali si accedeva tramite la raccolte di SUPPLICHE da presentare, in forma del tutta anonima, nelle parrocchie.

Le politiche assistenziali di Ferdinando II furono regolate e applicate nonostante uno spaventoso deficit derivante dalle vicissitudini dei moti costituzionalisti del 1820 – 1821.

Proprio il gennaio del 1831 segnò l’avvio di una precisa politica economica atta a risanare le casse dello Stato. 

LO STATO ASSISTENZIALE IN EUROPA SI FECE STRADA CON IL CONTRIBUTO FONDAMENTALE DELLA LEGISLAZIONE NAPOLETANA.
IL REGNO D’ITALIA CI MISE QUARANT’ANNI PER DOTARSI DI UN SISTEMA PREVIDENZIALE E SOLO NEL 1898 FU ISTITUITA LA “CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA PER L’INVALIDITA’ E LA VECCHIAIA DEGLI OPERAI”.

2472.- È davvero utile il salario minimo garantito?

Art. 1.- L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro

Il salario minimo garantito è il sovvertimento della Costituzione fondata sul lavoro, anzi, delle costituzioni perché l’art.9 della Costituzione della R.S.I. diceva “La Repubblica è fondata sul lavoro”. Il perché è che siamo un popolo di lavoratori, cui il lavoro garantisce dignità e libertà. Consente a tutti di salire nella scala sociale ed è questa la nostra eguaglianza sostanziale. Quindi, fateci lavorare e tenetevi le paghette e le pagone per voi.

L’articolo di di Alessandra Servidori : È davvero utile il salario minimo garantito?

lavoro

Si discute a singhiozzo del salario minimo garantito testandosi sui 9 euro lordi all’ora. Sarebbe bene ricordare che è almeno dal 2001 — quando elaborammo il primo libro Bianco sul mercato del lavoro — che si è cercato, con grande sforzo in verità, di arrivare ad una equa retribuzione oraria attraverso la contrattazione collettiva, in coerenza con l’obiettivo di una progressiva riduzione degli oneri fiscali e contributivi che gravano sul lavoro, non secondaria per l’incremento dell’occupazione e per migliorare le condizioni dei lavoratori meno retribuiti.

Analoga coerenza era stabilita con le linee di riforma del sistema previdenziale. L’innalzamento del tasso di occupazione determina infatti un ampliamento della base dei contribuenti, concorrendo così a ridurre l’impatto negativo derivante dalle tendenze demografiche in atto. Dobbiamo anche dire francamente che questo provvedimento di quota 100 ha annullato molti sforzi compiuti.

Le politiche del lavoro, lo dicemmo allora e lo ripetiamo ancora oggi, devono avere lo specifico compito di rimuovere quegli ostacoli economici o normativi che riducono l’intensità occupazionale della crescita economica, soprattutto nel Mezzogiorno. E qui attuale più che mai arriva prepotente la questione dell’autonomia.

Nella definizione di ipotesi di regolazione si è arrivati — se pur faticosamente — ad assumere congiuntamente i criteri della flessibilità e della sicurezza superando quella sterile contrapposizione tra approcci ideologici che ha determinato la paralisi o il fallimento di molte riforme.

È più che mai necessario oggi riconfermare lo strumento della flessibilità delle politiche del lavoro che non possono prescindere dalle caratteristiche e dalle differenze dei relativi mercati del lavoro locali in un Paese dai grandi contrasti. Sicuramente aver costruito un quadro di riferimento generale all’interno del quale possano essere adottate misure differenti per realtà diverse, riconoscendo e valorizzando le diversità e specificità delle dimensioni regionali, è coerente con lo scopo di ricomporre ogni dualismo.

È dunque importante, ai fini del raggiungimento degli obiettivi prefissati, realizzare il federalismo anche in materia di mercati e rapporti di lavoro. Le parti sociali sono attori essenziali del dialogo sociale, la cui autonomia responsabile deve essere valorizzato dal governo con il frequente rinvio al loro diretto negoziato in una sussidiarietà orizzontale che dobbiamo ancora realmente realizzare, per una crescente responsabilità delle imprese e dei sindacati – attraverso strumenti di autodisciplina – e dei lavoratori, attraverso istituti referendari e partecipativi.

Dobbiamo portare avanti politiche orientate dai valori dell’economia sociale di mercato, dai principi fondamentali del lavoro che ormai compongono la strategia comunitaria nonché dalle indicazioni fondamentali provenienti dalle convenzioni e raccomandazioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro per uno sviluppo globale socialmente sostenibile. Questo recentemente confermato nell’anniversario dei 100 anni dell’Oil che con determinazione ha puntato tra le priorità ad una equa parità salariale contro ogni discriminazione.

2269.- Diritti sociali ed economici nella Costituzione

Sei in: Home » Articoli

Lo Studio Cataldi offre questa guida alle libertà positive dei titoli II e III della Costituzione che contengono i principali diritti sociali ed economici per i cittadini

giudice che regge bilancia simbolo di giustizia

di Luca Passarini – Lo stato democratico si fa carico della garanzia di un benessere minimo, assistendo i ceti sociali meno abbienti e realizzando forme di sussidio e promozione dello sviluppo della persona. E’ uno stato cioè che interviene nel controllo dell’economia, garantendo l’erogazione di certi servizi e diritti “sociali” che rappresentano un costo effettivo per il bilancio statale. 

Fatta questa premessa, vediamo quali sono i principali diritti sociali ed economici (c.d. “libertà positive) sanciti dalla Costituzione:

  1. Diritto al lavoro
  2. Libertà di iniziativa economica privata
  3. Diritto alla salute (art. 32)
  4. Tutela della famiglia

Diritto al lavoro

Collegato all’art 4 (principio laborista), l’articolo 35 della Costituzione tutela sia il lavoro, sia la formazione che l’elevazione professionale. Tutela inoltre la migrazione all’estero. Il successivo articolo 36 dispone l’osservanza di una retribuzione proporzionata per il lavoratore, sufficiente per sé e per la famiglia. Mentre è l’articolo 37 che sancisce l’assoluta parità tra uomo e donna nel mondo del lavoro, imponendosi di rimuovere quelle discriminazioni già trattate dall’art 3 della Costituzione. L’articolo 38 Cost. prevede sia il diritto all’assistenza per gli inabili al lavoro, sia il diritto alla previdenza sociale in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia, disoccupazione involontaria. Mentre il 39 e il 40 sono i capisaldi dell’attuale diritto del lavoro, sancendo la base per le libertà sindacali e per il diritto di sciopero; entrambi attuati solo in parte per l’avversione diretta dei sindacati. L’art. 45 si occupa infine dell’organizzazione cooperativistica e dell’artigianato, due materie ritenute interessanti dal costituente. 

Libertà di iniziativa economica privata

Così come per il lavoro, la Costituzione disciplina mediante alcune disposizioni gli interessi economici, prevedendo all’articolo 41 la libertà di iniziativa economica privata, per cui tale iniziativa si definisce libera e non può svolgersi in contrasto con l’attività sociale. La stessa libertà riserva alla legge il compito di determinarne i programmi e i controlli. All’articolo 42 si trova invece sancita la tutela della proprietà, che può essere sia pubblica che privata. Il comma 3 prevede l’esproprio per motivi di interesse generale, previo indennizzo. Connesso agli articoli precedenti, il quarantatreesimo articolo stabilisce che ai fini di utilità generale la legge possa riservare imprese o categorie di imprese per il preminente interesse generale (inattuato). Limiti alla proprietà terriera sono espressi all’articolo 44 della carta costituzionale, mentre una previsione poco valorizzata in ambito economico è la tutela del risparmio sancita all’art. 47 Cost.

Diritto alla salute (art. 32)

Importanza centrale ha assunto nel nostro ordinamento la tutela della salute, costituzionalizzata all’articolo 32. Infatti la salute rappresenta oggi un diritto fondamentale sia dell’individuo, sia della collettività. La Repubblica tutela questo diritto e garantisce cure gratuite agli indigenti. E’ un diritto inviolabile e immodificabile della persona, inizialmente considerato come un diritto sociale, mediante l’intervento della Corte costituzionale è giunto a essere considerato un diritto assoluto. Questo diritto comprende infatti sia il diritto all’integrità fisica e psichica, sia i trattamenti di prevenzione e cura, imponendo per il legislatore il riconoscimento di idonee condizioni di vita e lavoro.

Tutela della famiglia

All’articolo 29 Cost. la famiglia si considera basata sul matrimonio di coniugi di sesso diverso (mentre oggi è noto (a chi vuole che lo sia. ndr) che è definibile famiglia pure quella sorta dall’unione civile di persone dello stesso sesso); inoltre è innegabile che alla famiglia legittima (fondata cioè sul matrimonio) da sempre la giurisprudenza abbia esteso la nozione di famiglia anche a quella di fatto, basata sulla mera convivenza di due soggetti, pur dovendo sottolineare una serie di trattamenti deteriori rispetto alla favorita famiglia legittima. Al fine di far venire meno queste differenze occorre ricordare la previsione del diritto-dovere dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli, espressa al successivo art. 30 Cost., anche se nati fuori dal matrimonio. Valendo in questo modo il vincolo di parentela indipendente dal carattere legittimo o naturale del figlio. Inoltre la sfera famigliare viene incentivata dallo stesso legislatore, al quale si riferisce la disposizione dell’art. 31 Cost., che espressamente valorizza il ruolo della famiglia assumendo il compito di agevolare economicamente la formazione della stessa.

2195.- In che modo i Gilet gialli devono opporsi alla volpe Macron?

red-fox-head-portrait-610x544-610x475

Da Boulevard Voltaire. Traduzione libera di Mario Donnini

Come uccidere una rivolta sul nascere? La via è nota: afferrare le pretese e proporsi trasformandole in disordine pseudo-democratico. Macron ha detto, “niente è tabù”, tutto può essere messo in discussione, come le domande che infastidiscono: immigrazione, tasse su grandi fortune e 80 km / ora.

Giove ha lasciato il posto al Maestro Renard, che distilla il suo trucco attraverso la cosiddetta buona volontà.

Ma qual è il vero scopo di Macron nell’organizzare questi incontri di dialogo con i sindaci di Francia?

È doppio. Primo, vuole la fine dei Gilet gialli, Questa specie che sembra disprezzare e probabilmente abominia. Per questo, si fa carico di tutte le loro rimostranze, ma le diffonde in favore dei sindaci. Così vince una battaglia durata due mesi, due mesi in cui è difficile per coloro che dimostrano dal 17 novembre di proseguire le loro azioni dal momento che Macron si è fatto ambasciatore delle loro richieste, organizzando una messa in discussione con i cittadini.
In secondo luogo, al termine dei due mesi in cui la rivolta è stata placata, mostrerà le decisioni adottate dal suo governo, mettendo in evidenza tre o quattro punti che significano: “Mi hai chiesto, l’ho fatto.” Quelli che contesteranno che il conto non torna, saranno vessati duramente, come radicali e irresponsabili, avendo dimostrato di ignorare la realtà della governance. Risultato: si fischierà la fine del parco giochi di “hub” e si proporrà ai francesi di fare sul serio, cioè a dire, la continuazione della sua politica liberal-libertaria.

Ultima tattica della nostra volpe, egli incoraggerà a smaltire meglio la trasformazione dei Gilet gialli da forza combattiva in azione politica che possa costituire un movimento europeo. Ciò gli consente di sradicare la minaccia populista e, nello stesso tempo, di promuovere la vittoria del suo clan.

Difficile che i Gilet gialli resistano a tali trucchi?

La soluzione esiste. Per salvarsi, il movimento, deve colpire più duramente mettendo il Presidente di fronte alle sue contraddizioni. Quest’ultimo, in due mesi, usava molto raramente il termine “Gilet gialli”, sia nei suoi discorsi, sia nei suoi tweet. Un termine che non appare nella sua lettera al francese. Per lui, non esistono. È quindi necessario ricordargli chi c’è alla base degli elenchi delle denunce, costringendolo a confrontarsi in un faccia a faccia. Quest’ultimo obbiettivo potrà essere conseguito nel corso di una grande manifestazione su Parigi da cui, in ultima analisi, scaturisca l’obbligo per il Presidente di ricevere una delegazione, delegazione che, data la lunga lista di lagnanze, dovrà richiedere una singola misura, cioè, il modo più semplice per ottenere soddisfazione: un referendum sull’ICN. Solo punti da discutere sarebbero le modalità e la scelta di una data per questa consultazione.

Tale manifestazione richiede un mese di preparazione. Un mese passato per promuovere la marcia su Parigi e per raccogliere le risorse finanziarie per poter rioccupare le rotatorie e il centro delle città, non per bloccarle, ma per chiedere assistenza finanziaria ai residenti per far confluire un gran numero di persone nella capitale. Un mese che permetterà anche di continuare nella raccolta di firme e richieste per il RIC, da trasmettere tutte, quel giorno, all’Eliseo.

Durante questa preparazione sarà necessario organizzare incontri locali e regionali al fine di costituire un comitato direttivo di dieci persone che dovranno essere ricevute da “Jupiter”, il giorno della grande marcia.

Questa esigenza di un incontro con Macron è doppiamente accettabile:
– dal RIC, la grande maggioranza (dal 78% all’83%) è favorevole.
– da questa Francia periferica rappresentata dai Gilet gialli che, nonostante la lunga permanenza del movimento, continuano ad essere sostenuti dal 70% dei francesi.

Commenti a : Come i Gilet gialli devono opporsi alla volpe Macron?

img_5696-845x475

France, Alternative Libertaire AL – Stati delle lotte n ° 2.

Cosa rappresenta il RIC.

Il Referendum Citizen Initiative, o RIC, esiste già in alcuni paesi, come la Svizzera, dove è chiamato ” Iniziativa popolare ” “. Un certo numero di cittadini con diritto di voto può presentare un testo al voto di tutti i cittadini aventi diritto al voto. Allo stato attuale, l’ICN sarebbe un progresso democratico. Tuttavia, non bisogna essere ingenui: non esiste un’autentica democrazia possibile nel sistema capitalista, perché l’interesse generale è perennemente subordinato agli interessi particolari delle frazioni più influenti del capitale. Un semplice esempio: se oggi, in Francia, lo Stato ha concesso un referendum sul futuro del nucleare, il dibattito pubblico è necessariamente distorto dalle lobby (FES, CEA, Areva, Bouygues, Eiffage …) che metterebbe i loro mezzi giganteschi in equilibrio in modo che le persone ” votassero bene “. Milioni di euro verrebbero iniettati in campagne di marketing con spot televisivi, radio e opinioni di esperti pagati per promuovere i meriti dell’energia atomica. Cosa avrebbero affrontato i partigiani e i sostenitori di un’uscita dal nucleare ?

La democrazia diretta sostenuta dai libertari è molto diversa:

in primo luogo, sarebbe nel contesto di un’economia socializzata, quindi libera da lobby industriali e finanziarie che paralizzano il dibattito pubblico ;

In secondo luogo, avrebbe un ambito molto più globale del RIC, poiché convaliderebbe direttamente i principali orientamenti che strutturano la società in termini di pianificazione spaziale, modello energetico, ecc.

E soprattutto, in che modo la questione del diritto al referendum risponde alle esigenze sociali urgenti e legittime del movimento dei giubbotti gialli ? Qual è la relazione tra il diritto al referendum e l’aumento del salario minimo, dei salari, delle pensioni e dei minimi sociali ? Qual è il rapporto con la necessità di prendere soldi dai datori di lavoro, dai ricchi che sfruttano la maggioranza della popolazione ?

Come parte del movimento in corso, questo argomento, riadattato da alcuni gruppi organizzati, ha il seguente effetto: 1. Dividere il movimento su un soggetto che non risponde all’emergenza sociale, la necessità di trasformare radicalmente la società . 2. Spostare le discussioni sulla polemica politica invece di concentrarsi sulle richieste concrete, eminentemente più favorevoli ai cambiamenti sostanziali dalle dinamiche che creano. Un buon riassunto può essere trovato qui . Etienne Chouard, il principale propagandista su Internet di questo RIC, troverà spiegazioni qui .

A-Infos, servizio di informazione multilingue da per e su gli/le anarchici **

2190.-MACRON NON È NEMMENO PAZZO, È SOLO UN SERVO: IL SERVO DI QUEI PAZZI BOSS DELLA FINANZA MONDIALE.

La polizia antisommossa francese ora usa armi semiautomatiche con munizioni contro i manifestanti della Yellow Vest verso la spirale di crisi dell’ordine e della legge in cui li trascina Macron

  • Ufficiali sono stati ripresi mentre brandeggiavano le armi dall’Arc de Triomphe a Parigi, oggi. La polizia antisommossa francese ha schierato per la prima volta armi semiautomatiche con munizioni reali contro i manifestanti della Yellow Vest.
  • La polizia antisommossa era oggi in servizio di controllo della folla di fronte alla massa di Gilet gialli.
  • La presenza di fucili semiautomatici, come dimostrazione di forza, davanti ai cittadini disarmati mostrano come la crisi di Macron si stia aggravando.
  • La scorsa settimana l’ex ministro della formazione francese nei primi anni 2000 Luc Ferry, conservatore, ha detto che si dovrebbe aprire  il fuoco vivo sui “teppisti” del movimento dei Gilet Jaunes, che – dice – “picchia la polizia”.
Di Sophie Law PER DAILY MAIL, Mail Online, PUBBLICATO: 17:12 GMT, 13 gennaio 2019.

 

French riot police are now using semi-automatic weapons with live ammunition against Yellow Vest protestors as Macron’s law and order crisis spirals
  • Officers were filmed brandishing weapons by Arc de Triomphe in Paris today
  • Riot police were on crowd control duty today facing off a mob of Gilet Jaunes
  • Rifles at demonstration by unarmed citizens show how Macron crisis intensifies
  • Last week former conservative minster said live fire should be used on ‘thugs’

View comments

French riot police have deployed semi-automatic weapons with live ammunition against Yellow Vest protestors for the first time.
The presence of semi-automatic rifles at a demonstration by unarmed French citizens shows how President Emmanuel Macron’s law and order crisis spirals.
It comes after former conservative minister Luc Ferry called for live fire to be used against the ‘thugs’ from the Yellow Vest movement who he says ‘beat up police’.
French riot police are now using semi-automatic weapons with live ammunition against Yellow Vest protestors as Macron's law and order crisis spirals

 

French riot police are now using semi-automatic weapons with live ammunition against Yellow Vest protestors as Macron’s law and order crisis spirals. https://www.dailymail.co.uk/news/article-6586991/French-riot-police-using-semi-automatic-weapons-against-Yellow-Vest-protestors.html#v-5432003726801089435

 

French riot police have deployed semi-automatic weapons with live ammunition against Yellow Vest protestors for the first time

Munizioni reali, in caricatori da 30 colpi, potevano essere viste mentre gli ufficiali marciavano per le vie, anche se nessuna è stata usata, benché 5.000 poliziotti fossero schierati nelle vie della capitale francese.
The CRS are known for their tough approach to policing, frequently using distinctively wide-barrelled guns to fire flash-ball projectiles and tear gas canisters
Contestatori dei Gilet Jaunes colpiti dalla polizia con  lacrimogeni e cannoni ad acqua

È stata caccia in Francia all‘ex pugile Christophe Dettingver, conosciuto come « Le Gitan de Massy », che ha preso a pugni la polizia durante la protesta dei Gilet Jaunes a Parigi.

Sullo sfondo di una violenza che le forze dell’ordine – all’ottavo appuntamento in piazza con i gilet gialli – non riescono assolutamente ad arginare e, esse stesse, coltivano, il personaggio del giorno è Christophe Dettinger, campione di Francia dei massimi-leggeri dal 2007 al 2008, un armadio di muscoli da 90 chili immortalato sabato sulla passerella della Senna mentre, reagendo allo spray urticante negli occhi – a mani nude -, picchiava un poliziotto infischiandosene del suo scudo, del manganello e del suo casco. Poco dopo, un uomo vestito come lui, in preda a collera irrefrenabile,  – sempre ripreso in un video – ha preso a calci un gendarme a terra. Il pugile è stato denunciato ma, fino ad oggi, non era ancora stato rintracciato, ciò nonostante il suo allenatore lo ha convinto a costituirsi. Dettinter, 37 anni, si allena ancora in banlieue di Parigi. La Federazione boxe lo ha sconfessato, il ministro dell’Interno Christophe Castaner gli ha annunciato che dovrà “rendere conto di questo attacco vile e intollerabile”. Dopo che Christophe Dettingver si è costituito ed è stato posto in stato di fermo, il suo ex allenatore ha detto: “Solo un ragazzo che odia le ingiustizie”.

continua su: https://www.fanpage.it/gilet-gialli-si-e-costituito-il-pugile-picchiatore-e-christophe-dettinger-ex-campione-di-francia/
http://www.fanpage.it/

Diciamo che le violenze della polizia che si vedono in Francia sono, invece, coraggiose e tollerabili.

L’individu qui a violemment attaqué samedi des gendarmes mobiles sur la passerelle Senghor s’est présenté aux enquêteurs de la sûreté territoriale de Paris. Il a été immédiatement placé en garde à vue et devra répondre de ses actes devant la Justice

Quando Christophe Castaner risponderà delle brutalità della Police e dei morti che ha provocato?

🇫🇷I Francesi fanno il bilancio,tra morti e feriti,dall’inizio delle mobilitazioni dei gilets jaunes il 17 novembre:

⭕️12 morti (tutti ginee jaunes)
⭕️ + 2.000 manifestanti feriti, 82 gravi
⭕️12 Ginee jaunes hanno perso un occhio a causa di proiettili di gomma
335 gendarmi feriti.

Semplicemente spaventoso! Il popolo francese si batte per i suoi diritti democratici, per lo Stato Sociale contro una polizia che usa sistemi da delinquenti e cerca il morto. Il problema non è mai il popolo che protesta a grande maggioranza, è chi lo malgoverna e non ha la dignità di dimettersi, ammesso che sia libero di farlo. I media italiana tacciono in silenzio, con la cacca nei pantaloni!

Schermata 2019-01-14 alle 14.18.52.png
2019-01-14 alle 14.18.23

Christophe Dettinger, di origine “jenisch” (popolazione nomade europea come i Rom e i Sinti),  soprannominato dagli appassionati “lo zingaro di Massy” (in banlieue di Parigi, ndr) è ancora un pugile professionista. Ha 37 anni e si è laureato campione di Francia nel 2007, conservando il titolo per un anno. Anche la Federazione di pugilato francese ha “condannato l’aggressione con la massima fermezza”. Ma Dettinger per molti francesi è un eroe e l’uomo simbolo dell’ “acte 8” della protesta antigovernativa. . “Non chiamatelo casseur perché non lo è. Christophe è un ragazzo che vive di piccole cose: la sua famiglia, i suoi tre figli, sua moglie e il lavoro”, ha detto il suo ex allenatore Jacky Trompesauce. “Christophe è un ragazzo che odia le ingiustizie – ha spiegato l’ex allenatore -. Probabilmente quando ha visto gli spray urticanti utilizzati contro donne e pensionati ha deciso di intervenire”.

continua su: https://www.fanpage.it/gilet-gialli-si-e-costituito-il-pugile-picchiatore-e-christophe-dettinger-ex-campione-di-francia/
http://www.fanpage.it/

 

i-gilet-gialli-mettono-a-ferro-e-fuoco-parigi-3-1101551
I media ci hanno già mostrato decine di volte le immagini del pugile che assale i poliziotti francesi; non ci mostrano le immagini come questa, dove i poliziotti picchiano uomini e donne disarmati. Questa è la violenza del regime di Emmanuel Macron. E’ questo quello che i media nascondono. Quando Christophe Castaner risponderà delle brutalità della Police e dei morti che ha provocato?

A French National Police spokesman confirmed that the CRS were equipped with H&K G36s on Saturday

Il signor Ferry, che ora è un filosofo a tempo pieno, ha dichiarato: “Quello che non capisco è perché non diamo i mezzi alla polizia per porre fine a questa violenza”.

Quando è stato suggerito che le armi semiautomatiche potrebbero portare a ferite o peggio, il signor Ferry ha detto: “E allora? Ascolta, sinceramente, quando vedi ragazzi che picchiano uno sfortunato poliziotto sul pavimento, è allora che dovrebbero usare le loro armi una volta per tutte! È abbastanza.” Il signor Ferry ha un vago concetto di cosa sia il rispetto per la persona umana e distingue fra quelli in uniforme e quelli senza.

La polizia è stata attaccata nelle principali città, tra cui Parigi, sabato, durante l’Act 9 Day of Rage dei Gilet Jaunes, che si sono impegnati a continuare la loro campagna invocando le riforme sociali, politiche ed economiche a tempo indeterminato.

Il governo di Macron ha avviato un giro di vite sui metodi di protesta dei Gilet Jaunes, promettendo una nuova legge anti-sommossa per affrontarli. Domando: Nell’Unione europea c’è ancora spazio per la democrazia?

2152.- Troppo tardi Macron! “La fattibilità delle riforme non è più un parametro rilevante”

IMG_5697-845x475
“A forza di essere scambiata per stupida, “la gente” alla fine diventa intelligente”, titolava questa mattina Jean-Pierre Pelaez Boulevard Voltaire, lodando “il canto di gioia, melodia radiante del popolare buon senso, la sua verità e la sua intelligenza indefettibile che emerge dalle rotatorie. E per concludere, quindi, portato via dalla sua fede “a forza di essere disprezzato e di essere scambiato per uno stupido, il popolo finalmente, stranamente, diventa intelligente, fino al punto di inseguire i suoi governanti e governare se stesso ancora! ”
Che Jean-Pierre Pélaez mi perdoni, ma non condivido la sua visione un po ‘troppo idealistica di ciò che chiama la gente …
Prima domanda, già fatta: chi è il “popolo” di cui, qui, stiamo parlando?
La verità e la realtà rendono necessario affermare che “il popolo” non è un’entità strettamente circoscritta, perciò, è necessario che l’entusiasmo ceda qui alla spiegazione. Le “persone” che amavano i giubbotti gialli non sono i “quartieri”. È il popolo dei “piccoli bianchi”, quelli che lavorano e che non possono fare più “a meno”, persone a basso reddito, vicine ai minimi sociali e che vedono passare sotto i nasi gli immigrati di data recente a cui si offre l’hotel come prima cosa, l’aiuto medico di Stato, la mensa gratuita, i buoni di trasporto e telefonici e gli alloggi sociali nel centro della città, quando, i lavoratori a basso reddito, sono costretti ad andare in esilio. Questi sono gli uomini e le donne che non vogliono pagare la PMA alle coppie lesbiche o alle donne single “in fregola di bambino”, quando non possono permettersi di mettere le corone sui loro strappi ; sono quelli stanchi di essere scelti per fare un salto del pranzo o di mangiare cinque frutti e verdura ogni giorno …
Sono persone che non vogliono che i loro monumenti siano sfigurati con stracci lucenti o aragoste d’acciaio a prezzi d’oro, che vorrebbero che i loro figli mangiassero braciole di maiale nella mensa e andassero via per tre giorni alla colonia marina senza dover rinunciare perché non si possono mescolare i ragazzi e le ragazze …

Non mi sbaglio, si tratta davvero di questo “popolo” di cui stiamo parlando?
Un popolo che amiamo, visceralmente, perché è quello di un’eterna Francia. Ma attenzione all’angelismo e al manicheismo.
Il presidente Macron ha parlato lunedì notte, avanzando per il prossimo mese l’offerta di soldi sul tavolo. “Non abbastanza”, gridò immediatamente una signora “rappresentante dei giubbotti gialli”. Eletto da chi? È necessario, domani, radersi gratuitamente, sapone con barba e rasoio pagato dallo Stato che, indubbiamente, è un barile senza fondo da cui far sfuggire ogni specie di denaro sonante e traboccante.

Qual legittimità ha questa signora per poter parlare in nome degli altri?
Questa banale domanda, nella sua forma, esprime tutto il dramma del nostro tempo. Questa è l’idea che lo scienziato politico Olivier Costa scava in un articolo pubblicato sul sito web The Conversation, trasmesso da France Info. E so che citando questi due media, sono già in aria di sospetti. L’intero punto del problema sta qui…
Oggi, in nome di una democrazia sbagliata, “l’opinione del cittadino merita il premio Nobel”. Di conseguenza, “l’idea è che, dal momento che tutti i funzionari e gli eletti non sono riusciti a risolvere i problemi (reali o fantasticati) della Francia, Jacline Mouraud o qualsiasi” gilet giallo “non può non fare di peggio”. Sono queste le persone. D’ora in poi, “la fattibilità delle riforme non è più un parametro rilevante” poiché “ogni folla rumorosa “è” il popolo sovrano”.
L’emozione è diventata l’unico criterio di verità e lo slogan “Perché ne valga la pena” rappresenta bene l’argomento di ogni cambiamento sociale.
La malattia, se è una, non è francese, ma è globale. È la paura del declino generalizzato della globalizzazione sfrenata. È soprattutto il rovescio di un mondo fuorviato dall’onnipotenza dei social network, questa democrazia dell’istantanea che esplode sul nostro naso come una granata sbagliata …

2146.- Chi sparge demagogie contro le pensioni della classe media

A Roma, nella Piazza del Popolo riempita dalla Lega in stile CGIL, da tutta Italia, la clac di Salvini mostrava un cartello: ”Ladri di Stato, ridateci la pensione che ci avete rubato!” Si riferiva al diritto negato dalla Fornero, ma… Il governo c’è grazie anche a Salvini. Si è servito dell’astio motivato contro poche pensioni d’oro per decretare il blocco delle rivalutazioni di tutte le pensioni già dai 2.000 lordi al mese. Dopo tanti tira e molla, i due soci hanno partorito la fregatura. L’adeguamento degli stipendi e delle pensioni al valore della moneta è un diritto sacro dei cittadini. Chi ha lavorato una vita, raggiungendo posizioni apicali, non è un ladro.

 

pensione_12172-701x400

Il corsivo di Nicola Giglio sulle pensioni al tempo della demagogia televisiva e non solo

Mario Giordano è uno dei grandi maestri del giornalismo gridato ad alto tasso di demagogia. Lottatore indefesso contro i “poteri forti” come lui stesso recita dal suo ultimo video. Lui che non lavora per un piccolo giornale di provincia, ma al servizio del più grande tycoon italiano. Ebbene il nostro fustigatore dei costumi, questa volta, se la prende con i pensionati – Paperoni. Uno scandalo, tuona dal video, ma anche una grande lezione di giornalismo all’insegna del coraggio, con tanto di nome e cognome dei 7, dicasi 7, poveri malcapitati.

Il primo della lista è l’ex manager Telecom, Mauro Sentinelli, record man di incassi, con un assegno pensionistico di 90mila euro lordi al mese. Quasi meno della metà spetta a Mauro Gambaro, ex dirigente di Interbanca, 51.160 euro lordi di pensione mensile. Sul terzo gradino del podio troviamo Alberto Giordano, ex condirettore di Capitalia, 42.245 euro al mese. E poi un altro suo “amico Lamberto Dini”, commenta ironico il giornalista. Ex Banca d’Italia, 31mila euro lordi. Al quale, per fortuna, aggiungiamo noi, hanno tagliato i vitalizi. Segue Giovanni Consorte, ex presidente Unipol, 28.593 euro al mese. Nella lista figura anche una donna, Maurizia Angelo Comneno, attuale vicepresidente di Mediobanca, 21.386 euro al mese “più evidentemente gli emolumenti attuali”.

Finora solo banchieri e grandi manager, ma per fortuna c’è anche un dipendente comunale: Mario Cartasegna, ex dipendente del Comune di Perugia, 49mila euro lordi al mese attraverso un meccanismo particolare per cui sommava allo stipendio anche le parcelle delle cause che vinceva. “E tutto questo – aggiunge con crescente meraviglia – gli è entrato, in modo surreale, anche nel calcolo della pensione”. Sette casi, quindi. Se vi sembran pochi, provate voi a fare il cane da caccia.

Ci fossimo calati anche noi nella fisionomia dell’untore, che per fortuna non diffonde la peste, come nella Milano descritta dal Manzoni, ma solo il livore sociale, la prima reazione sarebbe stata: beati loro. Quindi ci saremmo posti una serie di domande. La più importante: quanti contributi sociali hanno pagato questi signori e per quanto tempo. Le due variabili essenziali per capire se siamo di fronte ad una semplice stravaganza del destino o ad un fatto sistemico. Quindi ci saremmo chiesti: ma qual era il relativo regime? Distributivo, misto, contributivo? Qualificazione essenziale quest’ultima per capire. Non è infatti detto che per le pensioni più elevate, il sistema contributivo sia quello più penalizzante. Nel retributivo, infatti, il rendimento annuo calcolato sui singoli versamenti contributivi decresce al crescere del suo ammontare. Al fine di garantire un meccanismo perequativo a favore delle pensioni più basse. Regola la cui esistenza ha contribuito a smorzare gli entusiasmi dei fautori del ricalcolo. E farli approdare sulla sponda del puro saccheggio: un taglio del 40 per cento, secondo la dichiarazione congiunta di Di Maio e Conte. Nel silenzio della Lega.

Giordano, invece, non ci pensa minimamente. Per lui guadagnano troppo ed in quanto ricchi devono piangere. Strana metamorfosi di un uomo che si richiama al liberal moderatismo ed invece insegue il sogno del vecchio partito di Fausto Bertinotti. Problemi suoi: si potrebbe dire. Se l’operazione non fosse scorretta da un punto di vista più generale. Cita, infatti, dei casi limiti per affondare nella carne viva di migliaia di pensionati, che non hanno al loro attivo cifre come quelle, ma saranno comunque salassati.

È come se per colpire qualche stupratore, si proibisse al resto della gente di fare l’amore.

2096.-Chi e come vuole segare le pensioni (non solo d’oro). Fatti e numeri

L’intervento di Stefano Biasioli

Solo i pensionati perennemente “distratti” ed i pensionati dal perenne “nessuno me l’ha detto” possono pensare che il governo giallo-verde non attenti alle loro sudate pensioni.

Noi della Federspev, dei Leonida, della Confedir, dei Pensionati uniti d’Italia siamo invece sul limitare del bosco, a controllare il nuovo attacco e a organizzare il contrattacco.

PER CHI NON HA MEMORIA

Noi pensionati della fascia superiore a 5 volte il minimo Inps (circa 2560 euro) abbiamo già dato. Sì, abbiamo già dato, perché – forzosamente – le nostre pensioni sono state abbattute, dal 1993 al 2018, per 11 anni su 26. Siamo stati costretti dallo Stato a versare “contributi forzosi” per il 46,15% dei citati 26 anni.

Vi ricordiamo le leggi che hanno danneggiato i pensionati: 41/1986; 448/1988; 438/1992; 449/1997; 388/2000; 127/2007; 214/2011; 147/2013; 109/2015. Nove leggi e forse ce ne siamo perse anche alcune altre.

Se ci limitiamo ai periodi 2008-2018, i tagli ai pensionati sono durati 8 anni su 11 ossia per il 72,7% del tempo.

La risultante? In presenza di un taglio medio del 23%, le pensioni parzialmente (o totalmente) retributive non lo sono più “retributive o miste”, perché – dati i tagli – la differenza tra pensione retributiva e contributiva si è praticamente azzerata.

DOMANDE

Sarebbero tante, ma una su tutte ci sgorga dal cuore: ma perché, tra tutti i pensionati generati da identici calcoli contributivi e di carriera, si abbattono solo le fasce pensionistiche superiori a 5 volte il minimo Inps?

Questa è ridistribuzione del reddito, quindi si tratta di una manovra fiscale o tributaria. I vari legislatori hanno scelto un unico criterio: salvare le pensioni fino a 3 volte il minimo Inps e maltrattare tutte le altre. Senza mai domandarsi, i legislatori, quanto fossero corrette le posizioni pensionistiche di chi “non ha mai avuto o denunciato reddito” e di chi ha dichiarato redditi manifestamente incompatibili con un normale tenore di vita.

Il legislatore, per decenni, se l’è presa con le pensioni dei dipendenti pubblici (soprattutto) e privati, pensioni legate alla vita lavorativa di chi – data la tipologia del lavoro e della denuncia Irpef – non ha mai evaso: né una lira né un euro.

MANCATA/PARZIALE RIVALUTAZIONE

(leggi:448/1988; 438/1992; 449/1997; 388/2000; 247/2007; 214/2011; 109/2015)

Una serie infinita di modifiche legislative alla rivalutazione pensionistica decisa dal D. Lgs. 503/1992, ovvero adeguamento annuale delle pensioni sulla base del costo della vita, è stata scientemente realizzata.

Per ben 6 volte le leggi hanno derogato dai principi del D. lgs. 503/1992, imponendo rivalutazioni nettamente inferiori alle previsioni del suddetto decreto.

Evitiamo di dettagliare quello che è successo (rimandando, per questo, ad un recente articolo di Carlo Sizia).

Ci limitiamo a ricordare, ad esempio, che negli anni più recenti si è aggiunto danno al danno.

Per esempio, dopo la sentenza 70/2015 della Corte Costituzionale ( che dichiarava incostituzionale la legge 214/2011) non si è ritornati ad applicare i criteri della legge 388/2000 ma si è applicata la legge Renzi (109/2015), basata su una indicizzazione pesantemente decrescente, fatta per scaglioni e non sul totale pensionistico. Non entriamo nel dettaglio delle percentuali di rivalutazione ma ricordiamo ai distratti che, con l’eccezione delle pensioni fino a 3 volte il minimo Inps, la perequazione delle pensioni medio-alte è andata, costantemente e progressivamente peggiorando.

Le pensioni più alte hanno così visto pesantemente calmierate/bloccate/tagliate le somme previste al momento del pensionamento, per almeno 2 motivi diversi e per una serie lunghissima di anni: 1993; 1998-1999-2000; 2008-2018.

Tagli su tagli, non associati ad alcun vantaggio fiscale.

CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ

Il contributo di solidarietà è stato dapprima applicato ai pensionati over 74.500 (legge 488/1999), poi per gli over 90.000 (leggi 111/2011 e 147/2011).

Finora, i contributi di solidarietà sono stati reiterati 3 volte: legge 488/1999 (anni 2000-2001-2002); legge 111/2011 (dal 1°agosto 2011 al 31/12/14, con dichiarazione di incostituzionalità, sentenza 116/2013); legge 147/2013 (triennio 2014-2015-2016).

In dettaglio, per il triennio 2013-2016, il contributo di solidarietà richiesto alle pensioni over 90.000 euro lordi/anno è stato “pesante”: 6% per le pensioni over 91.160 euro; 12% per quelle over 130.228 e 18% per quelle superiori a 195.343 euro/lordi/anno.

Tagli cospicui, che diventeranno ancor più pesanti nel quinquennio 2019-2020-2021-2022-2023-. Infatti nelle 2 ipotesi governative più recenti (Il Sole 24 Ore e il Messaggero del 28.10.18) i denari sottratti con il nuovo contributo di solidarietà sono/saranno superiori rispetto a quelli ipotizzati dal Pdl 1071.

Le riassumiamo brevemente, per maggior chiarezza.

Si tratta, (come si vede qui sotto) di 2 diverse ipotesi: quella A) prevede un taglio pensionistico totale, quella B) un taglio “solo” sulla quota eccedente i soliti 90.000 euro/lordi/anno.

IPOTESI A): TAGLIO SUL TOTALE PENSIONISTICO, per le pensioni over 90.000

– 8% del totale per la fascia 90.000-129.999

-12% del totale per la fascia 130.000-189.999

-14% del totale per la fascia 190.000-349.999

-16% del totale per la fascia 350.000 ——>

IPOTESI B) TAGLIO SULLA QUOTA OVER 90.000

-10% per la fascia 90.000-129.999

-14% per la fascia 130.000 – 199.999

-16% per la fascia 200.000-349.999

-18% per la fascia 350.000 – 499.999

-20% per la fascia da 500.000 in su.

Un semplice calcolo, farà capire ai lettori che si tratterà di un “contributo di solidarietà” ben più alto e ben più duraturo di quello 2014-2016.

Per i lettori che non sanno fare di conto, il Dr. Pietro Gonella elaborerà alcune tabelle dettagliate per quantificare esattamente il danno di ciascuno di noi, quelli definiti “parassiti” da Luigi Di Maio.

COSA FAREMO?

Noi , che facciamo parte delle 14 Associazioni Nazionali racchiuse nel forum Pensionati d’Italia, impugneremo la nuova legge in ogni sede.

COSA FARÀ la CORTE COSTITUZIONALE?

Non lo sappiamo, ma – di certo – questa volta non potrà far finta di niente. Altri tagli, e solamente ai pensionati: per 26 + 5 anni = per 31 anni.

Nuovo contributo di solidarietà, per altri 5 anni. E, 9+5, fa 14 pertanto quattordici anni di ” contributi obbligati”, chiesti solo ai pensionati, anzi, solo a alcune fasce pensionistiche. Perché a loro e solo a loro?

Potrà, la Corte, considerarli ancora contributi temporanei?

Potrà la Corte, non considerarli tasse, gettate solo sulle spalle di alcune fasce pensionistiche e non su tutti i cittadini (pensionati e lavoratori attivi) a parità di reddito?

Potrà, la Corte, negare che questi denari sono stati e saranno tolti al bilancio previdenziale Inps per girarli all’assistenza, con distrazione di scopo?

Potrà? O se ne laverà le mani? Un po’ di numeri.