Archivio mensile:settembre 2020

3367.- I tunisini speronano la Gdf. Pioggia di fuoco con 400 colpi

Quando un governo si mostra debole, anche le pulci hanno la tosse! Non solo i pescherecci tunisini sbarcano i migranti clandestini a poche miglia dall’Italia, ma se fermati, speronano le vedette. Carola docet.

La motovedetta delle fiamme gialle speronata in mare da un peschereccio: scatta subito la sparatoria.

Chiara Giannini – Mer, 30/09/2020

Sono 400 i colpi partiti da una motovedetta veloce 2000 della Gdf di Vibo Valentia che è stata speronata da un peschereccio tunisino

Ieri in porto a Lampedusa era approdato un barchino con 40 tunisini che ha attirato l’attenzione della Guardia costiera, partita subito dopo per verificare se vi fossero nei paraggi delle navi madre. Arrivati a poche miglia dalla costa hanno individuato tre pescherecci, in acque territoriali italiane, che facevano finta di pescare. È stato intimato l’alt a uno dei natanti, ma l’equipaggio ha tirato a dritto. Così la Guardia costiera, che ha solo un armamento leggero personale, ha chiesto l’intervento di una motovedetta delle Fiamme Gialle. Sparatoria tra motovedetta della Gdf e peschereccio tunisino

3366.- PALAMARA-GATE 6 – PROCESSO FARSA DEL CSM: 127 Testi rifiutati per Proteggere PD, Toghe Rosse e Quirinale. Sopratutto Quirinale!

Le opposizioni non vogliono prendere atto che il primo responsabile di questo marciume che chiamano democrazia è il presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, nonché della Repubblica. Non vogliono denunciare la mancata applicazione dell’art. 31 della legge 24 marzo 1958, n. 195 su funzionamento del C.S.M. che vuole che il Presidente Mattarella ne decreti lo scioglimento laddove non possa funzionare. È di tutta evidenza che un C.S.M. politicizzato e corrotto non possa funzionare e che debba essere sciolto. È ancora evidente che una magistratura politicizzata non possa più chiamarsi autonoma e indipendente, vale a dire che ogni giudice può essere chiamato in giudizio per il suo operato come un qualunque altro cittadino. Siamo di fronte a un reato, forse il più grave, ma assisteremo sabato al processo farsa a Salvini, che non si appella a quell’articolo 31 e sta al gioco, chissà in cambio di che. Piangeremo lacrime amare!

di Fabio Giuseppe Carlo Carisi

PALAMARA-GATE 6 – PROCESSO FARSA DEL CSM: 127 Testi rifiutati per Proteggere PD, Toghe Rosse e Quirinale
PALAMARA-GATE – 7. ASSOLUZIONE PRONTA PER LE TOGHE RACCOMANDATE. Clamorosa presa di posizione del Procuratore di Cassazione

Ho avuto rapporti con la politica. La frequentazione con la politica, il confronto sulle nomine è sempre esistito. Anch’io sto provando l’esperienza di chi si aspetta di avere un giudizio imparziale e si accorge, invece, di essere solamente in balia di un plotone di esecuzione» ha dichiarato il sostituto procuratore Luca Palamara, sospeso da funzioni e stipendio per l’inchiesta di corruzione in atti giudiziari, ritenuto il Ras delle Toghe Rosse (ma non solo…) in virtù delle presunte nomine pilotate durante i suoi incarichi di potere da presidente ANM e cosnigliere CSM.

Lo ha ammesso durante e dopo l’udienza tenutasi nei giorni scorsi davanti all’Associazione Nazionale Magistrati che ha confermato in assemblea la sospensione dal sindacato delle toghe decretata il 20 giugno e contro cui l’interessato aveva fatto ricorso.

PALAMARA-GATE – 1. CONGIURE, FESTE E VIAGGI DELLE TOGHE ROSSE CON LEGNINI: boss PD e vice di Mattarella al CSM. A seguire.

Finalmente, dopo decenni di accuse vaghe o difficili da documentare, le cospirazioni delle famigerate Toghe Rosse vengono a galla per saziare quella sete di giustizia che arde nelle gole bramose di verità ancor più che in quelle affamate di vendetta politica.
Ecco perché con questo reportage apriamo un nuovo ciclo d’inchieste sullo scandalo PalamaraGate che sta facendo perdere l’esigua credibilità alla magistratura italiana, violentata da una storia di infami depistaggi persino sulle stragi di alcuni giudici come Giovanni Falconi e Paolo Borsellino (meno lontani di quanto possa sembrare dagli scandali attuali come vedremo presto…).

Lo ha raccontato nella parte più delicata del suo intervento, specificando, tra l’altro, che gli incontri avvenuti in un hotel romano con alcuni colleghi, con Cosimo Ferri (deputato PD ed ex magistrato) e l’ex viceministro Luca Lotti per discutere delle nomine ai vertici del Csm “non erano clandestini”. «Dichiarazioni devastanti. Intervenga Mattarella» ha commentato il senatore Francesco Giro di Forza Italia, come riportato da LaPresse. “Palamara ha ammesso che: la magistratura è politicizzata fino al midollo; Ermini voluto da Lotti (e quindi dal Pd. Ma era ovvio. Solo la sinistra ha la faccia di nominare un suo deputato in carica, che peraltro si dimette dal Parlamento con un certo ritardo, vice Presidente del Csm); nomine solo in base alle correnti, alcune vincenti sulle altre. I magistrati non iscritti o non assidui nella vita associativa e correntizia della magistratura erano tagliati fuori a “scartabellare le carte”».

“FALCIATI” DAL CSM I TESTI CHIAVE DI TOGHE E QUIRINALE

Ma le polemiche sono iniziate e finite lì. Mentre proseguono il procedimento penale (è stato chiesto il rinvio a giudizio per Palamara e altri coimputati) e soprattutto quello disciplinare davanti al Consiglio Superiore della Magistratura che si sta trasformando in una farsa: in quanto lo stesso CSM, organo di autogoverno delle toghe, ha “falciato” ben 127 degli importanti testi citati dalla difesa dell’imputato che, in una raffica di udienze lampo, il 16 ottobre rischia la radiazione.

Palamara è accusato di aver tramato per screditare l’allora procuratore di Roma Giuseppe Pignatone ed il suo aggiunto Paolo Ielo, e di aver cercato di influenzare le nomine di alcuni uffici giudiziari, incontrando a maggio del 2019 in un albergo i deputati Cosimo Ferri e Luca Lotti e cinque consiglieri del Csm. Uno scandalo che è costato il prepensionamento all’ex Procuratore Generale di Cassazione, Riccardo Fuzio, indagato per presunte rivelazioni a Palamara sullo stato dell’inchiesta che lo riguardava.

TOGHE SPORCHE: IL PROCURATORE FUZIO LASCIA, MATTARELLA LO ELOGIA

TOGHE SPORCHE: NEI GUAI ANCHE IL PROCURATORE GENERALE, MATTARELLA SI DIMETTA

LO SCANDALO DELL’INCHIESTA SUI MAGISTRATI
CORROTTI PER PILOTARE PROCESSI E NOMINE
ARRIVA SINO AI VERTICI DELLA GIUSTIZIA E DEL CSM.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA HA VIGILATO
O DORMIVA SONNI TRANQUILLI ALL’OMBRA DEL PD?

«Sulla ‘tagliola’ dei testimoni il difensore di Palamara, Stefano Guizzi, aveva sottolineato di poter rinunciare solo ai cinque ex consiglieri del Csm e non agli altri perché Palamara rischia la “sanzione massima”. L’avvocato aveva rimarcato in particolare lanecessità di ascoltare il vice presidente del Csm Davide Ermini e i consiglieri Piercamillo Davigo e Sebastiano Ardita. Il legale dell’ex presidente dell’Anm ha precisato di non voler fare del processo la “Norimberga della magistratura, né lanciare nessun j’ accuse, ma capire le dinamiche del Csm. Se si accusa Palamara di trame occulte, bisogna capire se le procedure che portano alla nomina del vice presidente passano attraverso interlocuzioni solo tra consiglieri o anche con i cosiddetti capi correnti”». Tra i testi non ammessi anche il sopracitato PG Fuzio.

Lo ha scritto Paolo Comi su Il Riformista, l’unico quotidiano che si è focalizzato su questa grave questione usando parole di fuoco contro la presunta censura esercitata dal CSM per proteggere da domande imbarazzanti sia le Toghe Rosse dell’asse PD-magistratura emerse dalle intercettazioni delle chat di Palamara, sia alti funzionari del Quirinale.

GIUSTIZIA CORROTTA, MATTARELLA CIECO: Dal caso Trani al PalamaraGate pro-PD e contro Salvini. Terremoto tra le toghe rosse

«Il magistrato romano, sospeso dalle funzioni e dallo stipendio da oltre un anno, aveva chiamato a testimoniare ministri, ex presidenti della Corte costituzionale, procuratori, politici, ed anche i due più stretti collaboratori di Sergio Mattarella: il magistrato Stefano Erbani, consigliere per gli affari giuridici, e l’ex deputato del Pd Francesco Saverio Garofoli, consigliere per le questioni istituzionali. Nelle intenzioni di Palamara costoro avrebbero dovuto raccontare il modo in cui le correnti della magistratura si spartiscono a Palazzo dei Marescialli le nomine e gli incarichi. Una prassi risalente nel tempo che “giustificherebbe”, quindi, l’incontro in questione. Testimonianze scomode che il Csm ha preferito non sentire. Troppo alto il rischio che gli italiani venissero a conoscenza del fatto che l’Organo di autogoverno della magistratura, presieduto dal Capo dello Stato, sia in balia di associazioni di carattere privato. Molto meglio continuare a credere che gli incarichi vengano dati ai migliori» ha aggiunto il giornalista.

E’ davvero curioso che nell’Italietta degli intrighi tra giudici e politici emersa proprio dal trojan inocultato dalla Guardia di Finanza nel telefono cellulare di Palamara, anche in riferimento a complotti contro l’ex ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, Il Riformista sia pressochè l’unico quotidiano ad occuparsi di tali anomalie.

IL CASO DEL VICEPRESIDENTE ERMINI

Soprattutto perché, non va dimenticato, è di proprietà dell’editore Alfredo Romeo, imprenditore napoletano leader nelle forniture alla sanità pubblica finito in manette per presunte tangenti nello scandalo Consip, la centrale del Minsitero dell’economia che gestisce gli appalti miliardari per le amministrazioni pubbliche, nel quale fu coinvoto per alcune spiate “illegali” proprio il già citato Lotti, braccio destro di Matteo Renzi ex segretario del PD.

CONSIP: RIVINCITA DELLE TOGHE CONTRO L’EX MINISTRO LOTTI E RENZI SENIOR

Proprio per questo la battaglia in seno al procedimento disciplinare contro Palamara nel Consiglio Superiore della Magistratura sta diventando sempre più aspra. La sua difesa ha infatti chiesto la questione di costituzionalità contro la “tagliola” abbattutasi sui testi, tra i quali sono stati ammessi solo i militari della Guardia di Finanza che hanno indagato sull’ex presidente dell’ANM.

“Si trasmettano gli atti alle sezioni unite della Corte di Cassazione – sono le parole del difensore Stefano Giaime Guizzi davanti alla sezione disciplinare del Csm presieduta da Fulvio Gigliotti -, affinché sollevino la questione di legittimità costituzionale”.

“Su questa vicenda sono stati espressi interventi in ogni sede”, sottolinea ancora Guizzi, secondo il quale il modo in cui l’affaire Palamara è emerso ed è stato reso pubblico, e il modo in cui se ne è parlato in oltre un anno di inchiesta, “ha turbato la libertà di determinazione dell’intero organo“. L’ex pm di Roma imputato a Perugia per corruzione ha chiesto che sia lo stesso Csm a rivolgersi alla Consulta per rinviare il giudizio disciplinare al futuro Consiglio, che sarà eletto nel 2022.

PALAMARA-GATE – 2. Al PM scelto da MONTI e RENZI l’inchiesta sulle TOGHE ROSSE del “Cerchio Magico” PD. Inciucio M5S, FI e LEGA al CSM

Nella sua memoria inoltre Palamara attacca frontalmente il vicepresidente del Csm, l’ex deputato Pd David Ermini, riportando alla memoria le “dichiarazioni devastanti” menzionate dal senatore di Forza Italia citato nell’incipit di questo articolo.

“Dalla messaggistica estratta dal telefono cellulare dello scrivente, acquisita agli atti dell’inchiesta svolta a carico del sottoscritto dalla Procura di Perugia, è emerso il ruolo che il sottoscritto, e con il medesimo, anche gli onorevoli Cosimo Maria Ferri e Luca Lotti, ha avuto nell’accordo politico che portò all’elezione dell’attuale Vice-Presidente del Csm David Ermini (in particolare, all’esito di una cena presso l’abitazione dell’Avv. Giuseppe Fanfani, ex membro laico del Csm nella consiliatura 2014/2018, circostanza sulla quale la difesa dello scrivente ha articolato prova per testi, chiedendo l’escussione sia dell’On. Ermini che dell’Avv. Fanfani), se ne trae una ragione di più per dubitare dell’effettiva serenità con cui codesta Ill.ma Sezione Disciplinare potrà assumere le proprie ‘libere determinazioni giudicare i fatti per cui oggi è giudizio”.

Proprio a causa di questi intrighi e delle chat imbarazzanti la Sezione disciplinare ha avviato altri procedimenti disciplinari nei confronti di magistrati implicati nella vicenda.

ACCUSE DI CORRUZIONE MA “PROCESSO SEPPELLITO”

Nel frattempo la procura di Perugia (competente per i casi penali di magistrati di Roma ed oggi guidata dall’ex presidente dell’agenzia anti-corruzione Raffaele Cantone, magistrato di fiducia di Renzi) ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex consigliere del Csm Luca Palamara, accusato di diversi episodi di corruzione. La richiesta è stata formalizzata dal procuratore Raffaele Cantone e dai sostituti Gemma Miliani e Mario Formisano anche per l’amica dell’ex pm di Roma Adele Attisani, l’imprenditore Fabrizio Centofanti e Giancarlo Manfredonia.

PALAMARA-GATE – 4. NEL MIRINO 10 TOGHE ROSSE. Intrighi col “Cerchio Magico” Napolitano-Renzi e l’OBAMA-GATE su 007 e vaccini Gates-Soros

«Il Procuratore generale Fuzio aveva aderito all’invito di garantire la continuità delle attribuzioni assegnate all’ufficio della Procura Generale fino alla data del 20 novembre 2019 – spiega un comunicato diffuso dall’avvocato Grazia Volo, che assiste Fuzio nel procedimento che gli è stato intanto aperto a Perugia per rivelazione del segreto d’ufficio – Nella giornata dell’11 luglio 2019, avendo constatato che, nonostante la vicinanza della gran parte dei magistrati dell’Ufficio, non sussistono le condizioni interne per garantire la piena funzionalità dell’Ufficio della Procura Generale nel rispetto dei criteri organizzativi, ha modificato la precedente decorrenza e, con rammarico, ha chiesto di essere collocato a riposo anticipatamente dal 21 luglio 2019».

La richiesta di rinvio a giudizio è per corruzione per i primi due e per favoreggiamento per Manfredonia. Stralciata invece la posizione dell’ex consigliere del Csm Luigi Spina che ha chiesto la sospensione del procedimento e la messa in prova per un unico capo di imputazione per violazione del segreto. Per un altro capo di rivelazione e per il favoreggiamento è stata richiesta l’archiviazione.

«La mia funzione non l’ho venduta né a Lotti, nè a Centofanti nè a nessuno» ha però precisato il magistrato davanti all’assembea dell’ANM che ne ha decretato l’espulsione, anticipando la sua linea difensiva nel procedimento penale. Il ruolo di Centofanti e le sue relazioni pericolose con l’ex pm romano saranno oggetto di una prossima inchiesta che evoca gli spettri dei servizi segreti e della CIA sul PalamaraGate, in parte già emersi in precedenti articoli in relazione all’ObamaGate e alla Link Campus University di Roma.

LINK, UNIVERSITA’ DI ROMA PER “007”: Usata dalla CIA e da Di Maio, fondata dall’ex ministro dei fondi neri SISDE, sotto inchiesta per lauree facili ai poliziotti e affari loschi

DALLE TOGHE ROSSE ALLE TOGHE MARCE
Cercando di nascondere e in qualche modo tutelare le conseguene giudiziarie per le Toghe Marce la nomenklatura della magistratura italiana svela all’Italia ed al mondo due lapalissiane certezze: la legge non è uguale per tutti e l’influenza della sinistra nella politica della giustizia è tale da risultare uno scudo antiatomico capace di resistere ad ogni attacco.

Mentre sotto il profilo disciplinare è stato lo stesso direttore de Il Riformista, Piero Sansonetti, ad esprimere amare considerazioni sulla giustizia in Italia e sul ruolo di capro espiatorio dell’ex consigliere del CSM.

«La Procura generale della Cassazione è intervenuta pesantemente nel processo del Csm a Luca Palamara e ha chiesto che siano tagliati via 127 testimoni della difesa su 133. Comunque che non sia chiamato a testimoniare nemmeno un magistrato. Eppure tutta la difesa di Luca Palamara, si sa, consiste nel far raccontare ai suoi colleghi come funzionavano le nomine e il controllo della magistratura da parte delle correnti e del partito dei Pm» ha aggiunto Sanonetti.

Roma, 27 Settembre 2018 David Ermini e Sergio Mattarella durante le elezioni del nuovo vice-presidente del Consiglio superiore della Magistratura ph. © Luigi Mistrulli (, Roma – 2018-09-27) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

PALAMARA-GATE – 5. INTERCETTAZIONI VIETATE E 133 TESTI VIP A RISCHIO: Ecco perché nessuno sarà punito…

«La Procura generale ha chiesto al Csm di affermare un principio che resti saldo come il cemento. Il principio che nessuno può processare la magistratura, nemmeno la magistratura. Il Csm ha accolto la tesi del Procuratore generale e ha seppellito il processo a Palamara. Il processo non ci sarà, a nessuno interessa sapere come vanno le cose in magistratura, Palamara deve essere condannato ed espulso dalla magistratura perché solo così si salva il silenzio e l’onore».

Delle Toghe Rosse quanto di eventuali soggetti ben informati del Quirinale.

Fabio Giuseppe Carlo Carisio
© COPYRIGHT GOSPA NEWS, sola lettura.

Per la seconda volta in pochi anni nella lunga storia del Consiglio Superiore della Magistratura (1906) capita che sia il presidente di diritto, ovvero il Capo dello Stato in carica Sergio Mattarella, che il suo vicepresidente eletto provengano dal medesimo partito: per di più di quel Pd non solo uscito sconfitto dalle elezioni politiche del marzo 2018 ma anche dalle numerose inchieste giudiziarie che hanno decapitato amministrazioni locali Dem.
E siccome nella storia d’Italia ha avuto grandissimo peso la magistratura negli avvenimenti politici nazionali viene da sospettare che la duplice presenza di autorevoli militanti Pd non sia affatto un caso bensì una strategia congenita al progetto di Palmiro Togliatti di occupare i posti chiave del potere giudiziario. Con la nomina del fido renziano avvocato David Ermini, costretto a lasciare l’incarico di deputato del Partito Democratico per assumere la vicepresidenza esattamente come fece il suo collega e compagno Dem Giovanni Legnini nel 2014, ecco che il sogno togliattiano trova compimento nella creazione di una Cortina di Ferro di sovietica memoria a presidio delle toghe rosse che già hanno dato dimostrazione di iperattività ideologica bersagliando nientepocodimeno che un Ministro dell’Interno per i metodi di accoglienza di immigrati irregolari.

Il presidente della Repubblica e del Csm Sergio Mattarella plaude alla nomina di David Ermini quale suo vice. ph. © Luigi Mistrulli

Siccome la legge per tutti si applica anche in modo scrupoloso e per gli amici si interpreta ecco che l’okkupazione della vicepresidenza del Consiglio Superiore della Magistratura, l’organo che dovrebbe controllare l’operato dei magistrati e ne gestisce le carriere, assume la portata di un gesto non solo politicamente scorretto, per l’incoronazione di un finto laico in un ruolo che fu sempre riservato ad operatori di giustizia mai attivi nelle orbite dei partiti, ma anche faziosamente sfrontato per la scelta di David Ermini, amico di famiglia di Matteo Renzi e da costui promosso a responsabile della Giustizia Pd.

INTRECCI PD E MAGISTRATURA

Il magistrato Cosimo Maria Ferri con il premier Paolo Gentiloni quando fu riconfermato Sottosegretario al Ministero della Giustizia prima di essere eletto deputato Pd

Per comprendere la nomina di David Ermini bisogna sapere che essa è stata premiata da 13 voti a votazione segreta che rappresentano poco più della maggioranza visto che il Csm è composto da 16 togati scelti dai sindacati della magistratura e da 8 laici nominati dal Parlamento (3 M5s, 2 Lega, 2 Forza Italia e 1 Pd) , cui si aggiungono come membri di diritto il Presidente della Repubblica, il primo presidente ed il procuratore generale della Suprema Corte di Cassazione.
Ebbene Ermini ha avuto il merito non solo di essere il laico di minoranza ma anche colui che ha fatto spaccare il Csm tradizionalmente unanime nella scelta del vicepresidente, visto che 11 voti sono andati ad Alberto Maria Benedetti, avvocato e docente universitario eletto nel Csm in quota M5S (ma estraneo alla politica) e sostenuto dalla corrente del magistrato Piercamillo Davigo. La nomina del deputato Pd è giunta grazie ai voti dei due togati di Cassazione, da quello dello stesso eletto, dai 5 magistrati di Unità per la Costituzione e dagli altrettanti 5 della corrente di Magistratura Indipendente, un’organizzazione, quest’ultima, orientata alla moderazione, che in realtà, pur avendo annoverato illustri giudici superpartes, ha avuto dal 2011 al 2013 come segretario nazionale un togato molto attivo in politica come l’ex componente del Csm Cosimo Maria Ferri (figlio di Enrico Ferri, esponente del Psdi e magistrato, che fu ministro dei Lavori Pubblici nel Governo De Mita ed anch’egli già segretario di MI 1981-1987) già Sottosegretario alla Giustizia nei governi Dem di Letta, Renzi e Gentiloni e guarda caso eletto il 4 marzo scorso in Parlamento quale deputato del Partito Democratico.
Ecco quindi il solito intreccio tra politici di sinistra sostenuti dai magistrati e magistrati che diventano politici con la sinistra. Non guasta ricordare che Mattarella divenne componente della Corte Costituzionale non solo perché avvocato ma perché ex ministro dell’Ulivo (alla Difesa e poi vicepremier con delega ai Servizi Segreti) e deputato  Pd e da lì fu catapultato al Colle dai postumi dello scellerato accordo del Nazareno tra Renzi, espressione del Bilderberg e dei mondialisti sostenitori di Barack Obama, e un Berlusconi stracotto dalle persecuzioni giudiziarie e gli errori politici che firmò un patto col diavolo pur di non finire in galera. E infatti anche nella nomina di Ermini i voti dei laici del Csm in quota Forza Italia hanno avuto il loro peso grazie a due schede bianche. Resta inquietante il fatto che nel supremo organo costituzionale assuma una carica di tale rilievo un avvocato Pd alla luce delle ingerenze potenti esercitate dalla magistratura sulla storia politica dell’Italia che è bene ricordare…

DA MANI PULITE ALL’ASSALTO AL CAVALIERE

La prima operazione fu la cancellazione del Psi e della DC destrorsa (la sinistra democristiana si è salvata per dar vita al Pd con gli ex Ds già Pci) operata da Mani Pulite; la seconda l’epurazione parlamentare di Silvio Berlusconi per un’evasione fiscale di entità ridicola (in relazione al fatturato lo 0,3 %) e del suo braccio destro Massimo Dell’Utri per il quale è stato pure inventato il nuovo ed antigiuridico reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (o sei complice della mafia e ne ho le prove, oppure non lo sei o non posso provarlo). Da notare che mentre l’imprenditore azzurro è finito in gattabuia anche per un presunto ruolo nella trattativa Stato-Mafia nella medesima inchiesta l’ex Ministro dell’interno Nicola Mancino ha ottenuto la patente di onestà dai Tribunali e la sua famosa intercettazione sull’argomento con il poi Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fu distrutta perché ritenuta irrilevante e degna dell’eterna segretezza.

IL NEMICO DELL’INCHIESTA CONSIP

L’ex ministro Luca Lotti ad un evento a Valdarno “scortato” dall’onorevole David Ermini

Ancor più grave il fatto che la nomina del componente laico non solo cada su un avvocato penalista guarda caso militante nel Pd ma su un renziano di ferro che nel suo ruolo di parlamentare e responsabile giustizia dei Dem difese a spada tratta l’ex ministro Luca Lotti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e braccio destro di Matteo Renzi, sia il padre di quest’ultimo Tiziano, indagati rispettivamente per rivelazioni di segreti istruttori (intercettazioni con microspie) e traffico di influenza (promesse di favori) nell’inchiesta Consip. L’indagine iniziata nel 2016 dalla Procura di Napoli e poi estesa a quella di Roma aveva preso di mira presunti favoritismi nell’assegnazione delle forniture Consip, la società che seleziona fornitori ed effettua acquisto per l’amministrazione pubblica, ed aveva portato all’arresto per corruzione dell’imprenditore Alberto Romeo: finito a Regina Coeli perché accusato di aver dato 100 mila euro a Marco Gasparri, funzionario della maggiore stazione appaltante del ministero del Tesoro, perché lo facilitasse nel conseguimento degli appalti.

La scelta di premiare con la vicepresidenza del CSM un politico che censura l’autonomia dei magistrati insinuando sospetti di inchiesta manovrata laddove ci sono stati fior di riscontri e prove indiziarie gravi tali da giustificare ordinanze di custodia cautelare fa presagire un destino infausto per la stessa indagine Consip e una strada spianata per tutte le toghe rosse che attaccandosi a qualsivoglia cavillo di legge decideranno di procedere nella battaglia contro politici eletti appena divenuti ministri. Non guasta inoltre ricordare che l’ex segretario generale di Magistratura Indipendente, il neodeputato Pd Cosimo Ferri, fu colui che, in qualità di sottosegretario, collaborò con il Ministro di Giustizia Andrea Orlando per la riforma dell’ordinamento penitenziario e di alcuni articoli del Codice Penale connessi, tra cui la modifica della procedibilità per il reato di appropriazione indebita aggravata, grazie alla quale i parenti di Matteo Renzi ora non sono perseguibili d’ufficio per la distrazione dei fondi Unicef (vedi link in fondo alla pagina). La cosiddetta riforma “svuotacarceri” fu approvata dal Consiglio dei Ministri presieduto da Paolo Gentiloni con un decreto legislativo deliberato in tutta fretta il 16 marzo, sebbene il Governo fosse ormai nel periodo di ordinaria amministrazione perchè in scadenza dopo le elezioni del 4 marzo 2018 che avevano sancito la sconfitta del Pd.

A nulla servono le sperticate prese di posizioni dell’Associazione Nazionale Magistrati (dove Magistratura Indipendente e Unicost che hanno sostenuto Ermini detengono insieme la maggioranza degli eletti) che difendono la scelta interna al Csm e denunciano il rischio di una delegittimazione del Consiglio Superiore della Magistratura: tale organo, agli occhi di segue da anni la cronaca giudiziaria, si è auto-delegittimato varie volte col sostegno a magistrati politicamente schierati e col danno a veri paladini della giustizia e della legalità come Giovanni Falcone, la cui mancata nomina a giudice istruttore di Palermo operata dal Csm lo portò di fatto a dover poi lasciare il capoluogo siciliano per rifugiarsi al Ministero di Grazia e Giustizia quale direttore degli Affari Penali. Prima di essere ammazzato.

LA CENSURA DEL MINISTRO BONAFEDE

Pur I toni pacati e cauti da politico più che con quelli perentori di un Ministro di Grazia e Giustizia ha stigmatizzato la scelta del Csm anche il Guardasigilli:  “Penso che la franchezza sia un valore nelle relazioni istituzionali. I magistrati del Csm hanno deciso di affidare la vice presidenza del loro organo di autonomia ad un esponente di primo piano del Pd, unico politico eletto in questa legislatura tra i laici del Csm. Da deputato mi sono sempre battuto affinché il Parlamento individuasse membri laici non esposti politicamente. Prendo atto che all’interno del Csm, c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!”. E’ quanto ha scritto su Facebook il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede dopo l’elezione di David Ermini a vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.

Ecco quindi che la nomina del piddino Ermini che si affianca all’ex collega di partito Mattarella non è che l’ennesimo indizio grave, preciso e concordante che rende quantomai necessaria la misura cautelare della riforma della giustizia come annunciato da Salvini. Perché ogni sentenza di Corte o Tribunale deve avvenire in nome del popolo italiano e non, come sovente accaduto, di una casta che crede di poter essere sovrana nell’interpretare non solo la legge penale ma anche quella morale attraverso la quotidiana battaglia ideologica e giudiziaria contro chi sostiene posizioni politiche differenti.

3365.- Coronavirus, cos’è l’immunità di gregge e perché potrebbe non funzionare

IL DENARO CONTRO IL DIRITTO E LA CIVILTÀ. Si dimostra la malafede, quindi, l’interesse privato di quanti, non solo in Italia, hanno consentito l’evolversi di una epidemia in pandemia per imporre il vaccino contro il virus SARS-COV-2, per di più allo stato sperimentale. Contraddicendo e vanificando la loro strategia, contemporaneamente, tollerano e incrementano giorno dopo giorno la presenza sul territorio dello Stato di milioni di sconosciuti clandestini o, comunque, senza storia sanitaria e senza legge. Non si può imporre un trattamento vaccinale, insicuro, offrendo una indennità in caso di danno e, comunque, nessuna immunità di gregge, nessuna efficacia.

I delitti contro l’umanità reclamano la pena di morte!

Cos’è l’immunità di gregge e perché potrebbe non funzionare

di CRISTINA NADOTTI, Repubblica

L’epidemiologo Pregliasco: “Bestiale la decisione del governo inglese: la strategia funziona se c’è un vaccino”. L’esperto spiega perché contro il coronavirus è una misura inefficace.

“Una affermazione bestiale”, dice a Repubblica il virologo Fabrizio Pregliasco. Si riferisce a quanto detto dagli esperti del governo britannico che puntano all’immunità di gregge per arginare il coronavirus. Poco prima il direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, Giovanni Rezza, aveva bollato la strategia come “una cosa assurda” e “ridicola”.

Perché assurda, professor Pregliaso? Come funziona l’immunità di gregge?
“L’immunità di gregge si ha in quella situazione in cui un gran numero di persone sono immunizzate e / o vaccinate, nel caso appunto esista già un vaccino, contro un’infezione. A seconda di quante sono le persone immunizzate e a seconda dell’efficacia del vaccino, se c’è, queste persone che non possono ammalarsi e quindi non possono a loro volta contagiare altri fanno da barriera alla diffusione ulteriore del contagio” .

Quando è efficace affidarsi all’immunità di gregge?
“È la strategia che usiamo con le vaccinazioni universali. Per questo puntiamo ad avere il 95 per cento della popolazione vaccinata, ad esempio contro il morbillo, in modo da proteggere persone che per vari motivi non possono vaccinarsi. In ogni caso, ripeto, è una strategia che si usa quando esiste un vaccino, e per il coronavirus non c’è. Inoltre la percentuale di persone immunizzate utili a fare da barriera varia da malattia a malattia: in altre parole, ci sono malattie più contagiose, per le quali la percentuale di persone immunizzate deve essere più alta”

E nel caso del coronavirus questi valori sono alti?
“Come detto da più esperti, ci muoviamo in un terreno in gran parte inesplorato, ma dalle prime evidenze scientifiche è chiaro che la contagiosità del coronavirus è elevatissima. E ancora, il problema è la velocità con cui le persone vengono contagiate, una velocità che causa un gran numero di ammalati contemporaneamente e strutture sanitarie al collasso”.

Come commentare allora la decisione del governo britannico?
“Mi sembra che così come è stata raccontata, senza altri particolari sulle azioni che saranno attuate, una dichiarazione bestiale, generica. Davvero, sotto un certo punto di vista, incommentabile”.

C’è il rischo che le azioni intraprese dall’Italia siano vanificate dall’inazione della Gran Bretagna?
“In ogni pandemia c’è il rischio di una seconda ondata di contagi in popolazioni non vaccinate. Nella diffusione di altri virus si nota che c’è una prima diffusione tra il 30 e il 60 per cento della popolazione. C’è poi una fase di calo con l’immunità di gregge e in seguito un riprersentarsi in piccoli focolai. Osserviamo questo andamento in infezioni note come il morbillo. Per questo è così importante vaccinarsi. Quindi sì, il coronavirus si assopirà, ma dovremo aspettarci nuovi focolai”.

Professore, sul coronavirus si è scritto di tutto. Da esperto, c’è qualcosa che lei vorrebbe sempre ripetere?
“Mi ha colpito che il presidente del Consiglio abbia dovuto richiamare tutti a comportamenti responsabili. Per questo non mi stancherò mai di ripetere che indipendentemente dalla mortalità o dalle guarigioni è compito di tutti contribuire agli sforzi per non far diffondere il virus. Molti sottovalutano questa malattia perché simile a un’influenza, ma i suoi effetti vanno visti nell’insieme, per l’impatto che hanno sulla sanità pubblica”.

3364.- COVID, non COVID. Percentuali basse, ma fino a quando? Di fatto, c’è una popolazione di irregolari positivi, liberi di contagiare.

Per qualche vaccino in più.

Da settimane il numero dei contagi da coronavirus continua ad aumentare su tutto il territorio nazionale, con un range compreso tra i 1000 e i 2000 casi giornalieri. Un aumento lento, ma costante che miete paure e incertezze, ora, ma attendiamo di vedere, poi, quale impatto avrà avuto l’apertura delle scuole. L’Italia, ad oggi, non sembra più in grave pericolo e le 250 persone in terapia intensiva su 50mila casi significa dire che lo 0,5% del totale dei pazienti hanno una malattia leggermente più grave”, come ha detto l’infettivologo Matteo Bassetti. L’impressione è che non si voglia fare allarmismo, finché possibile, ma di contenere i contagi attraverso confinamenti localmente e temporalmente limitati, non rifuggendo dal colpevolizzare le nuove aree rosse, in particolare, già ora, la Campania.

Più della possibilità di un nuovo confinamento fino a Natale, preoccupa ancora di più la compressione dei diritti costituzionali (parleremo, poi, dell’obbligo del vaccino) e l’uso politico fatti dal Governo. Il problema che accompagna l’epidemia è la scarsa fiducia che si ripone generalmente nel recente operato delle istituzioni sanitarie e nella Pubblica Sicurezza, quest’ultima per il lassismo e il permissivismo nei confronti dell’immigrazione, rectius, invasione clandestina . Preoccupa la situazione in Francia, con 16.000 casi e con le nuove misure restrittive adottate a Parigi e a Marsiglia, ma ci preoccupa anche il vaticinio di Bill Gates:  “Per vedere la vera fine del virus, dovremo aspettare il 2022”. Il vaticinio deve essere letto insieme alle dichiarazioni della virologa cinese Li-Meng Yan che ha sostenuto di avere le prove scientifiche che dimostrano come il COVID-19 sia stato creato dall’uomo in Cina. Perché?

Di positivo c’è che stiamo tornando lentamente ma progressivamente alla normalità, ma senza abbandonare le misure precauzionali, vuoi per scaramanzia, vuoi per obbedienza e per rispetto nei confronti degli altri.

Veniamo alle vaccinazioni obbligatorie, che avrebbero lo scopo di tutelare la salute pubblica e quella del singolo cittadino. In calce, riportiamo un riassunto di cosa dicono rispettivamente la Costituzione e la consulta circa l’obbligo del trattamento vaccinale. Si deve far notare che la Consulta, evidentemente, poco autonoma, dimentica che i trattamenti vaccinali devono, comunque, poter raggiungere l’immunità di gregge per essere efficaci e questo risultato non è raggiungibile data l’impossibilità creata dai milioni di clandestini presenti nel paese, in continuo aumento. Nel caso di malattie epidemiche, la libertà di cura del singolo dovrebbe conciliarsi con il dovere delle autorità sanitarie di evitare il propagarsi di virus o batteri pericolosi per la salute della popolazione. Ebbene, questo dovere che la Consulta vorrebbe sancire contrasta platealmente con la politica dei porti aperti dei questo Governo. È il caso di dire che la mano destra non sa cosa fa la sinistra, ma c’è sicuramente, di più.

Secondo il principio della libertà di cura, la decisione ultima sull’adozione di una terapia spetta esclusivamente al paziente e al suo medico curante; a loro volta, i pazienti affetti da una malattia trasmissibile, che non adottano le cure a disposizione, e le misure necessarie a evitare il contagio di altre persone (o che non avvertono dei rischi legati alla loro malattia), assumono però una responsabilità penale nei confronti delle altre vittime del contagio. L’esecuzione di determinate vaccinazioni imposte per legge può essere imposta come precondizione per l’iscrizione di un minore nelle scuole dell’obbligo.

Un altro argomento che la Consulta non prende in considerazione è la insicurezza dei dati epidemiologici forniti relativamente alla pandemia SARS-COV19.

Prevedere un’equa indennità in caso di danno rende ridicoli la Consulta e il Governo e qualcun altro.

Di più, c’è il fattore rischio: In Italia, il Ministero della Salute, attraverso l’Ufficio VIII della Direzione della Programmazione Sanitaria, eroga gli indennizzi ai soggetti che dovessero eventualmente essere danneggiati in modo irreversibile da vaccinazioni, trasfusioni e somministrazione di emoderivati infetti, ai sensi della Legge 210/92 Legge 25 febbraio 1992, n. 210 (in Gazzetta Ufficiale, 6 marzo, n. 55) e successive modificazioni. Nello stesso senso va la Legge 229/2005.

CORONAVIRUS Italia: Ultimo Bollettino, BOOM di RICOVERI! +1.766 CONTAGIATI, +17 MORTI, +100 RICOVERIAggiornamento del 27 Settembre. Tabella dati forniti dalla Protezione Civile – coronavirus covid-19Articolo del 28/09/2020 
ore 6:46 
di Team iLMeteo.it Meteorologi e Tecnici

Tabella contagi Coronavirus protezione civile regione per regione Tabella contagi Coronavirus protezione civile regione per regione 

Coronavirus, bollettino aggiornato ad oggi:

• CONTAGIATI: 296.569 (+1.766)* di cui ancora positivi 43.161 attuali (+298)

• DECEDUTI: 35.692 (+17)

• GUARITI: 217.616 (+724)

*attenzione, sono stati effettuati 87.700 tamponi!

Il DATO più IMPORTANTE: i pazienti ricoverati con sintomi sono 2.860 (+100 rispetto a ieri) e di questi 254 sono in TERAPIA INTENSIVA ( +7 rispetto a ieri ; ieri c’era stato un +3)

I dati Regione per Regione. Tutti col segno più.

Il dato suddiviso per Regione è quello dei nuovi casi totali. La variazione indica il numero dei nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore così come comunicato dal Ministero della Salute e Protezione Civile. Oggi sono 2 su 21 le Regioni con crescita di contagi zero o prossima a zero. Da Sottolineare che oltre alla Lombardia, viene registrato un nuovo aumento Consistente in Veneto ed in Emilia Romagna; altri aumenti si verificano per focolai in Piemonte, Liguria, Toscana, Campania, Lazio, Sicilia, Puglia, Calabria, Sardegna. Laddove non è indicata la percentuale di aumento, il dato è inferiore allo 0,1%.Lombardia 106.204 (+216, +0,2%; ieri +256)
Emilia-Romagna 35.028 (+96, +0,3%; ieri +99)
Piemonte 35.038 (+132, +0,4%; ieri +107)
Veneto 26.973 (+159, +0,6%; ieri +216)
Marche 7.901 (+24, +0,3%; ieri +26)
Liguria 13.086 (+45, +0,4%; ieri +97)
Campania 11.874 (+245, +2,1%; ieri +274)
Toscana 14.566 (+101, +0,7%; ieri +110)
Sicilia 6.683 (+107*, +1,6%; ieri +110)
Lazio 15.835 (+181, +1,2%; ieri +219)
Friuli-Venezia Giulia 4.608 (+28, +0,6%; ieri +54)
Abruzzo 4.380 (+47, +1,1%; ieri +16) 
Puglia 7.521 (+76, +1%; ieri +51)
Umbria 2.374 (+21, +0,9%; ieri +35)
Bolzano 3.489 (+22, +0,6%; ieri +29)
Calabria 1.952 (+31**, +1,6%; ieri +15)
Sardegna 3.730 (+139, +3,9%; ieri +63)
Valle d’Aosta 1.299 (nessun nuovo caso, +%; ieri +11)
Trento 5.922 (+42, +0,7%; ieri +51)
Molise 644 (+7, +1,1%; ieri +5)
Basilicata 763 (+47***, +6,6%; ieri +25)

Perché l’eventuale obbligo di vaccino anti-Covid non sarebbe incostituzionale

di Enzo Boldi

  1. Lo prevede la nostra Carta fondamentale e le varie sentenze della Consulta
  2. Dopo l’annuncio dell’accordo, si discute sulla costituzionalità dell’obbligo vaccino anti-Covid
  3. Cosa dice la Costituzione e la Corte Costituzionale in merito

La notizia dell’accordo firmato e raggiunto dall’Italia (e da Francia, Olanda e Germania) con l’Università di Oxford per oltre 400 milioni di dosi del vaccino che si sta sperimentando in queste settimane ha provocato la rabbia di una folta platea di NoVax e FreeVax. Il tutto è culminato con le minacce rivolte al ministro Roberto Speranza e al rilancio di un grido social: l’obbligo vaccino anti-Covid è incostituzionale. Per il momento, però, non è ancora stato deciso nulla in questa direzione, ma – tra l’altro – è la nostra Carta Costituzionale ad aprire all’ipotesi di un’imposizione.PUBBLICITÀ

“Sullo stato d’emergenza – ha detto – il ministro, faremo una valutazione quando arriverà a scadenza, e ci teniamo pronti a ogni evenienza, abbiamo bisogno di essere pronti a misure, qualora necessarie, a livello di piccoli territori e sub-provinciale. Escludiamo al momento interventi più larghi”. Si valuta l’ipotesi di prolungarlo fino al 31 dicembre.

In molti, infatti, sostengono che l’articolo 32 della Costituzione impedisca al legislatore di formulare e approvare una normativa che vada in direzione dell’obbligo di immunizzazione. Una polemica che abbiamo già visto e ascoltato parlando dei 10 vaccini imposti per tutti gli under 16 nel corso dei precedenti governi. Ma su questa vicenda si è già espressa la Corte Costituzionale, ribadendo la legittimità del governo di approvare questa decisione.

Obbligo vaccino anti-Covid, cosa dice la Costituzione e la Consulta

I contestatori NoVax (quelli contrari ai vaccini) e FreeVax (quelli che chiedono una libera scelta da parte di ogni singolo cittadino) citano l’articolo 32 della Costituzione che recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge». Insomma, la Carta fondamentale della nostra Repubblica parla apertamente di disposizioni di legge che possono essere attuate per tutelare la cura dell’individuo e della collettività.

Molti fanno riferimento a quell’inciso: «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario». Come ha spiegato più volte la Consulta, però, tutto ciò può essere superato in caso di necessità (e, forse, la pandemia globale in corso rappresenta un tassello da cui partire per questo ragionamento).

La sentenza della Consulta nel 2017

Prendiamo, per esempio, il pronunciamento della Corte Costituzionale del novembre 2017 che arriva dopo il ricorso del Veneto contro la legge 119/2017 che impone l’obbligo di vaccini (10) per i minori di 16 anni. La sentenza della Consulta bocciava la presa di posizione della Regione, motivando così la legittima scelta del governo: «L’introduzione dell’obbligatorietà per alcune vaccinazioni chiama in causa prevalentemente i principi fondamentali in materia di tutela della salute, pure attribuiti alla potestà legislativa dello Stato ai sensi dell’art. 117, terzo comma, della Costituzione. Nel presente contesto, dunque, il legislatore ha ritenuto di dover rafforzare la cogenza degli strumenti della profilassi vaccinale, configurando un intervento non irragionevole allo stato attuale delle condizioni epidemiologiche e delle conoscenze scientifiche».

La scelta deve essere politica e scientifica

La Corte Costituzionale non fa altro che seguire altre sentenze del passato sul tema – che potrebbero tornare utili anche nel dibattito sull’obbligo vaccino anti-Covid -, sottolineando come sia la politica (motivata da pareri scientifici utili al benessere dei cittadini) a poter scegliere cosa rendere obbligatorio. Si fa riferimento, infatti, a tre principi: tre ‘se’ attorno a cui si può parlare di scelta per tutelate l’interesse della collettività: il trattamento (l’immunizzazione) deve giovare tanto al singolo quanto alla collettività per giustificare la ‘compressione dell’auto-determinazione dell’uomo’; il trattamento non deve nuocere alla salute della persona al netto di effetti di ‘scarsa entità’; deve essere prevista un’equa indennità in favore dell soggetto che può essere danneggiato. L’obbligo vaccino anti-Covid dovrà rispettare questi tre elementi per essere (eventualmente) deciso.

… ma è una scelta legittima?

3363.- Pasquale Tridico, Di Maio e Conte sapevano dell’aumento di stipendio Inps. Repubblica: “C’è la loro firma sulle carte”

Il patto PD e 5stelle per non morire.
Di Maio sapeva. E Salvini?

VOGLIAMO CHIAREZZA!

Tridico e lo stipendio? “Se l’è aumentato. Però…” era nella legge n. 26/2019 istitutiva di reddito di cittadinanza e Quota 100. Conte avvallò il patto sottoscritto dai due vice presidenti del consiglio dei ministri.

Chiede trasparenza, Luigi Di Maio, e ufficialmente prende le distanze dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico e l’aumento di stipendio deciso la scorsa estate, nel pieno del disastro di bonus, reddito di cittadinanza e casse integrazione non pagate dall’Istituto previdenziale. Ma secondo Repubblica, Di Maio sarebbe stato a conoscenza della decisione, eccome. Di più, l’avrebbe avallata lui, quando era vicepremier, ministro del Lavoro e leader del Movimento 5 Stelle.

“Si raddoppia lo stipendio, una presa in giro”. Salvini, Tridico e lo schiaffo agli italiani

Politicamente, è cosa nota, Di Maio è stato il più grande sponsor di Tridico: lo aveva indicato come possibile ministro del Lavoro in un governo tutto grillino, prima delle elezioni del 2018, e una volta nata l’alleanza con la Lega l’ha imposto alla guida dell’Inps. Stando a quanto riportato da Repubblica, che sabato ha sganciato la bomba su Tridico, “gli stipendi di oggi dei vertici di Inps, ma anche di Inail, sono frutto di un patto Lega- M5S siglato con l’altro vicepremier Matteo Salvini e avallato dal premier Conte”. L’aumento di stipendio infatti sarebbe stato fissato dalla “legge istitutiva di Reddito di cittadinanza e Quota 100, la 26 del 2019”, che “prevede che le retribuzioni siano fissate con decreto del ministro del Lavoro”. In una nota “dell’allora capogabinetto di Di Maio, Vito Cozzoli – ora presidente di Sport e Salute, spa del ministero dell’Economia – datata 12 giugno 2019”, si parla già di cifre: 150mila euro al presidente, 100mila euro al vicepresidente e 23mila euro ai tre consiglieri dei due consigli di amministrazione ancora da nominare”. “La nota era indirizzata alla Direzione generale per le politiche previdenziali dello stesso ministero del Lavoro e per conoscenza al premier, al ministro del Tesoro Giovanni Tria e al Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta -sottolinea Repubblica – e si chiedeva una ‘valutazione definitiva di congruenza degli importi’ ai fini ‘della predisposizione del decreto del ministero del Lavoro’ che doveva ratificare le cifre”. Quella disposizione non poteva ovviamente prevedere che l’aumento sarebbe arrivato nel pieno del marasma coronavirus, con l’Italia in ginocchio, ed è proprio questo il motivo della critica di Salvini e dell’opposizione. L’imbarazzo di Conte e Di Maio, che cadono dalle nuvole, non ha invece alcuna giustificazione.

3362.- Il requiem di Bertinotti: “La sinistra è morta, irrilevante, pensa solo alla sopravvivenza”

Non c’è più né sinistra, né destra. Tutta la politica si è fatta cooptare e comprare dai globalisti. Invano il cittadino vaga da un partito all’altro, tentando di attuare quell’articolo 49 scritto male e incompiuto,

di Federica Parbuoni

bertinotti sinistra
Così morta da dover “rinascere dalle sue ceneri”. Perché il giochetto della “sopravvivenza”, ormai, davvero non può più reggere. Fausto Bertinotti interviene sul risultato delle regionali e certifica che il Pd ha poco da festeggiare.

Bertinotti, la sinistra è morta

Per Bertinotti “l’importante è smetterla con la concezione della sopravvivenza. La sinistra deve rinascere dalle sue ceneri inserendosi con forza, come sta facendo in alcune realtà, nella società, cercando di capire e di passare all’azione. Deve stare dentro i fenomeni inediti e non continuare a porsi il problema della continuità. Non serve”. Dunque, l’ex segretario di Rifondazione Comunista identifica per la sinistra una crisi profonda, della quale le forze coinvolte stentato a comprendere il contesto, “il perché, che – spiega in una intervista al Quotidiano nazionale – è insieme della politica e della democrazia”. Bertinotti non salva alcuna componente della sinistra. Per lui in questa crisi “innesta la debolezza della sinistra cosiddetta rivoluzionaria, ma anche di quella cosiddetta riformista“. E allora occorre “un’analisi radicale e volutamente provocatoria. Basta con le vecchie categorie. Basta col Novecento. Ribaltiamo il nostro modo di ragionare. La sinistra politica tradizionale è morta. Non esiste più”.

Il vuoto nella rappresentanza italiana

Il giudizio è impietoso: “La sinistra – rimarca l’ex presidente della Camera – è altrove. Nella società. Confusa, frastagliata. La sinistra civile esiste. Però si basa su presupposti diversi. Le sigle che vediamo sono irrilevanti. Le novità vanno cercate altrove. Ad esempio negli Stati Uniti con le proteste degli ultimi mesi. Oppure in Francia: a Marsiglia, dopo un quarto di secolo, si è riconquistata la guida della seconda città transalpina con una formazione rosso verde tutta nuova, inedita, che si occupa di problemi veri, tangibili, reali. Un po’ come era successo con Podemos in Spagna. Ecco, la sinistra – conclude Bertinotti – si è inabissata nella società, ma non ha rappresentanza politica vera. O, se la ha, è irrilevante”.

Federica Parbuoni

Basta con le vecchie categorie, destra e sinistra. Basta col Novecento. Ribaltiamo il nostro modo di ragionare. La sinistra politica tradizionale è morta. Non esiste più”. Se lo dice lui!

Lella e Fausto Bertinotti

3361.- Patti Lateranensi, è ora di rivedere il Concordato tra Stato e Chiesa. Tre proposte.

Tre proposte per superarlo sempre valide

Carlo Troilo 2019

Anche quest’anno l’anniversario del Concordato – pur essendo particolarmente importante perché è il 90esimo – rischiava di passare pressoché inosservato: un Concordato che andrebbe abrogato o quanto meno profondamente modificato, come in parte era avvenuto con la revisione Craxi-Casaroli: invano, perché lo stesso governo Craxi – ed ancor più i governi successivi – hanno di fatto annullato, con una serie di leggi pro-Vaticano, i progressi fatti con quella revisione.
Per questo, mi sono fatto promotore di un “appello” – firmato fino ad oggi da 150 esponenti della cultura o militanti per i diritti civili – in cui si chiedono tre cose:
1. Abolizione dell’ora di religione;
2. Revisione degli attuali criteri per la ripartizione della quota (circa il 50%) dell’8 per mille “non destinato”, che privilegiano nettamente la Chiesa Cattolica;
3. Revisione delle norme relative all’Imu sui beni immobili della Chiesa e azione determinata per dare attuazione alla recente sentenza della Corte europea, recuperando nella misura del possibile l’Ici non pagata in passato (4-5 miliardi di euro).
“Tre provvedimenti ‘facili’ – conclude l’appello – in attesa di trovare le soluzioni giuridiche e le condizioni politiche per rimettere profondamente in discussione il Concordato, così da ridurre l’ingerenza del Vaticano nella politica italiana, volta a impedire la conquista di nuovi diritti civili”.
Per aprire il discorso sulla necessità di rimettere mano al Concordato, penso sia più utile ricordare in breve alcuni dei giudizi negativi sul Concordato e sullo stato dei rapporti Stato italiano – Chiesa Cattolica espressi da personaggi illustri fin dalla firma degli storici Patti Lateranensi.
Alcide De Gasperi: “Il pericolo è nella politica concordataria. Ne verrà una compromissione della Chiesa come in Spagna con de Rivera, o peggio! Io spero che le esperienze di Pio IX col liberalismo freneranno al giusto certi entusiasmi di fronte al fascismo, in modo che il popolo distingua fra cattolicesimo e fascismo”.
Benedetto Croce: “La ragione che ci vieta di approvare questo disegno di legge non è nell’idea della Conciliazione, ma unicamente nel modo in cui è stata attuata, nelle particolari convenzioni che l’hanno accompagnata, e che formano parte del disegno di legge”.
Giovanni Gentile: “La verità è che la famosa Conciliazione, tanto vagheggiata da Cavour e da Crispi e dopo, è un’utopia; e se come notava Manzoni, ci sono utopie belle e utopie brutte, questa della conciliazione non è da mettersi tra le prime”.
Alessandro Galante Garrone: “La costrizione di studenti, ragazzi e anche bambini, i quali non seguono, i quali non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica, e che vengono confinati, imprigionati direi, nelle ore in cui tale lezione viene impartita, ebbene tale costrizione in classe, a scuola, è per me una soperchieria, una violazione vera e propria del principio di libertà e laicità”.
Ernesto Rossi: “Sono contrario al Concordato perché il Vaticano è il più pericoloso centro della reazione mondiale”.
Infine, ricordo un principio molto importante affermato nell’incipit dell’articolo 7 della Costituzione, che “recepisce” il Concordato: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”. Questo – ha scritto Sergio Romano nel settembre del 2010 – “significa che nessuno dei due ha il diritto d’interferire nei meccanismi istituzionali dell’altro. Può affermare e argomentare pubblicamente i propri principi e valori, ma non può entrare nella stanza dei bottoni e scegliere il manovratore che più gli conviene”.
E lo stesso Romano, rispondendo sul Corriere della Sera a una mia lettera, era ancora più esplicito: “L’Italia – scriveva – non è soltanto un Paese cattolico; è anche un Paese ‘clericale’, dove il clero può in molti casi interloquire con le istituzioni su un piede di parità. L’Italia non è uno Stato laico; è uno Stato concordatario, dove la Chiesa di Roma è in molte circostanze una sorta di condomino”.
Il quesito che pongo è il seguente: viste le continue e pesanti interferenze del Vaticano negli affari italiani, l’articolo 7 della Costituzione non consentirebbe la denuncia unilaterale del Concordato?

3360.- Libia, pescatori italiani tenuti in ostaggio da 24 giorni.

Ha vinto il “Sì”, quindi, ha vinto il governo PD. Con la fine dei 5 stelle, restano Mattarella e il PD a sostenere Conte fino al 2023 e, con il governo Conte, i pescatori possono trasferire la loro residenza a Bengasi, altrimenti, lui e Di Maio si sveglino. Gli equipaggi furono sequestrati la sera del primo settembre a 38 miglia dalle coste libiche, all’indomani di una visita in Libia fatta dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, per suggellare l’accordo tra il presidente del consiglio riconosciuto dall’Onu, Fayed Al Sarraj e il presidente del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh. Come leggiamo da Il Fatto Quotidiano, alcuni account social legati alle gerarchie dei militari del generale libico, ripresi anche dalla marineria di Mazara del Vallo, sostengono che il vero obiettivo dei libici sia la liberazione dei quattro trafficanti condannati in Cassazione a 30 anni di carcere per aver causato la morte di 49 migranti, nel 2015. Comunque vadano le questioni libiche, Haftar deve essere ricondotto a giuste dimensioni.

Le parole del sindaco di Mazara del Vallo
Il sequestro dei pescherecci italiani è avvenuto in un’area dove erano presenti 9 o 10 imbarcazioni. Lo dice il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci. “Non ho elementi per suffragare la mia ipotesi – aggiunge – ma penso che la tempistica non sia casuale: il sequestro è avvenuto mentre il nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio era in Libia ed è stato effettuato da autorità marittime che fanno capo all’autoproclamato governo dell’est del Paese”. “Inutile dire che la marineria di Mazara del Vallo è molto preoccupata e lo siamo tutti. Ma nutro fiducia nella nostra ambasciata che in situazioni simili ha avuto comportamenti ineccepibili”, conclude.

“Roma, 25 set – Più di tre settimane, tanto è passato dal sequestro di 18 pescatori italiani. Arrestati e reclusi a Bengasi, in Libia, dai militari del generale Khalifa Haftar. Ma dal primo settembre non c’è stata alcuna svolta, soltanto qualche labile rimostranza da parte del ministero degli Esteri guidato da un sempre più ingessato Luigi Di Maio. Ad alzare la voce ci hanno pensato più che altro colleghi e familiari dei rapiti, in particolare due giorni fa quando da Mazara del Vallo sono giunti a Roma e sono stati ricevuti dal consigliere diplomatico del premier Conte a Palazzo Chigi e poi dal capo dell’Unità di Crisi del ministero alla Farnesina. “Ci hanno dato mille rassicurazioni, ci hanno spiegato di quanto sia difficile questo negoziato con i libici”, ha dichiarato Marco Marrone, l’armatore di uno dei due pescherecci, come riportato da Repubblica. “Noi siamo sicuri dell’impegno del governo, ma sono trascorsi già 22 giorni dal momento di questo arresto: bisogna accelerare, non è possibile che i nostri uomini rimangano ancora bloccati in Libia“.

Nessun alibi

Ora, per l’esattezza, di giorni ne sono passati 24 e purtroppo i pescatori italiani sono ancora nelle mani del leader militare della Cirenaica. L’impegno del governo dunque non è stato affatto proficuo e da questa vicenda emerge tutta l’inconsistenza in politica estera di un esecutivo che è riuscito a dilapidare quella flebile voce in capitolo che ci era rimasta in Libia. Siamo ora costretti ad affidarci alla benevolenza turca in Tripolitania (ed è tutto dire) e degli Emirati Arabi Uniti, il più attivo sostenitore di Haftar, in Cirenaica (ed è tutto ribadire). “Adesso che il referendum e le elezioni si sono svolti il governo italiano non ha più alibi: deve mettere più forza nel chiedere ai libici di rilasciare immediatamente i nostri uomini“, hanno tuonato i familiari dei pescatori sequestrati.

Darsi una mossa

La foto che il generale Haftar fa circolare per ottenere la liberazione di quattro scafisti in cambio del via libera al rientro dei marittimi di Mazara del Vallo

La foto che il generale Haftar fa circolare per ottenere la liberazione di quattro scafisti in cambio del via libera al rientro dei marittimi di Mazara del Vallo, mostra 10 pacchi gialli, dicono, di droga. La Nave porterebbe il nome di Medinea. Comunque, prendiamo atto che la droga partirebbe dalla Libia di Haftar.

A dirla tutta di alibi il governo non ce ne aveva neppure prima della tornata elettorale. Eppure la sensazione generale, inevitabile visti gli esiti delle trattative, è proprio questa: l’esecutivo giallofucsia è concentrato nel compiere errori interni e barcolla fuori dai confini nazionali. In tutto questo, dopo l’incredibile e al contempo inaccettabile richiesta di scambio avanzata da Haftar – i nostri pescatori in cambio di 4 scafisti/calciatori libici – a Bengasi hanno provato pure ad accusare gli italiani sequestrati di essere dei trafficanti di droga. Un’accusa grottesca per tentare dunque di aumentare la posta del negoziato con l’Italia, che deve accelerare i tempi per riportare a casa 18 cittadini incarcerati ingiustamente in Libia”.

Eugenio Palazzini

La politica del volemose bene.

Il «Comandante per la guida morale» dell’Esercito nazionale libico, il Maggior generale Khaled Al-Mahjoub, ha dichiarato alla stampa che nei loro confronti finora è stata mossa solo l’accusa di sconfinamento in acque libiche
Il Medinea. Due pescherecci della marineria di Mazara del Vallo, l’Antartide e il Medinea, sono stati sequestrati dalle autorità libiche a circa 35-38 miglia a Nord di Bengasi. … I militari libici hanno fermato quattro motopesca siciliani: oltre ai due poi sequestrati, anche l’Anna madre di Mazara del Vallo e il Natalino di Pozzallo.

La caduta di stile di Khalifa Haftar, il ricattatore, che si diceva  l’uomo di cui la Libia ha bisogno.

“La proposta di uno “scambio di prigionieri” complica il rilascio degli equipaggi dei due pescherecci nelle mani delle forze militari fedeli al generale della Cirenaica Khalifa Haftar. L’ipotesi è emersa al margine dei tavoli di mediazione operativi da una settimana, per ottenere il dissequestro dei due motopesca ‘Antartide’ e ‘Medinea’ e la liberazione dei 18 pescatori trattenuti a Bengasi un giorno dopo il viaggio a Tripoli del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. In cambio del rilascio dei marittimi, l’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) ha chiesto l’estradizione di quattro scafisti, detenuti in Italia perché condannati per la cosiddetta ‘Strage di Ferragosto’ che nell’estate del 2015 portò alla morte di 49 persone, raccontata nel film documentario Fuocoammare di Gianfranco Rosi.

L’Anna madre, di Mazara del Vallo, che è riuscito a sfuggire ai gommoni libici. A bordo del motopesca Antartide., che al momento del sequestro si trovava a 45 miglia dalle coste libiche, ci sono 10 membri dell’equipaggio di nazionalità italiana, tunisina e indonesiana. Sul Medinea, invece, ci sono 6 marinai.

La notizia, non confermata dalla Farnesina, riguarda Joma Tarek Laamami, di 24 anni, Abdel-Monsef, di 23 anni, Mohannad Jarkess, di 25 anni, Abd Arahman Abd Al Monsiff di 23 anni, condannati a 30 anni dalla Corte d’Assise di Catania per la morte dei migranti, alla quale avrebbero contribuito con “calci, bastonate e cinghiate”, sentenza confermata lo scorso giugno dai giudici di Appello etnei. In Libia sono conosciuti come dei “giovani calciatori” e sin dal loro arresto i familiari hanno sostenuto che “il loro obbiettivo era emigrare per diventare professionisti in un club europeo”, tanto che già in altre occasioni l’ambasciata libica in Italia ha chiesto l’estradizione dei quattro in Libia.

Anche le pulci hanno la tosse. Alla sfida lanciata da Khalifa Haftar l’Italia deve rispondere, finalmente, con il blocco navale delle coste libiche.

L’agguato dell’LNA è avvenuto la nel corso di un pattugliamento, durante il quale la Marina libica aveva segnalato la presenza di nove pescherecci in “acque libiche”, che dal 2005 vengono estese da 12 miglia ad oltre 74, in base alla convenzione di Montego Bay del 1982, adottata unilateralmente dall’allora governo di Muhammar Gheddafi. Ieri il leader della Lega, Matteo Salvini è intervenuto per attaccare “il governo Conte-Pd-5Stelle” che “spalanca i porti a migliaia di clandestini e non fiata dopo il sequestro”. In serata la Farnesina ha precisato di essere “in costante contatto con la nostra ambasciata a Tripoli e con la nostra intelligence. Dispiace che ci sia qualcuno tra le opposizioni pronto ad attaccare su un caso che richiede invece il massimo riserbo affinché si giunga quanto prima a una soluzione positiva”.”

Il 2 Aprile, era stato diramato un Avviso della Marina e della Guardia costiera libica di Tripoli alle ONG: “Non entrate nelle nostre acque territoriali e non intervenite vicino alle nostre coste”. Tripoli citava il dirottamento del mercantile dello scorso 27 marzo da parte di alcuni migranti”, che avebbe potuto indurre “gruppi armati, in futuro, a fingere di essere migranti e a compiere lo stesso atto di pirateria una volta soccorsi”.

Oggi, l’Italia, pur di sostenere l’immigrazione clandestina, rectius, il traffico di esseri umani tollera la pirateria con cui la Libia e la Turchia con la Libia si appropriano delle acque internazionali e, mentre contiamo una flotta militare di tutto rispetto, gli equipaggi dei nostri pescherecci, per lavorare, sono esposti a questi atti di pirateria e di terrorismo. La situazione è peggiorata da quando la mezza Libia di qua ha istituito la sua zona Sar che per i non addetti ai lavori significa letteralmente “ricerca e soccorso in mare”? E cosa c’entra il Golfo di Sirte?

Beatrice Gornati a VITA:

Beatrice Gornati, dottore di ricerca in diritto internazionale all’Università degli studi di Milano esperta in traffico di migranti nel Mediterraneo spiega a VITA: «Bisogna tenere presente che nel 1973 la Libia dichiarò che il Golfo di Sirte fosse parte delle sue acque interne: il Golfo fu annesso attraverso una linea di circa 300 miglia, lungo il 32°30’ parallelo di latitudine nord. Tuttavia, tale rivendicazione fu respinta da un gran numero di Stati, inclusi i principali membri dell’Unione europea (Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito). A seguito di questo episodio, nel febbraio 2005, la Libia stabilì inoltre, tramite una decisione del Libyan General People’s Committee, una zona di protezione della pesca, nel rispetto della General People’s Committee Decision No. 37 del 2005. Anche in questo caso, la delimitazione stabilita dalla Libia incontrò le proteste di diversi Stati e della Presidenza dell’Unione europea: considerando infatti che la Libia aveva rivendicato il Golfo di Sirte quale parte delle sue acque interne, le 62 miglia di zona di pesca da essa reclamate sarebbero state contate a partire dalle 12 miglia dalla linea di chiusura del golfo. Peraltro, nel 2009, la Libia dichiarò una ZEE (zona economica esclusiva) “adjacent to and extending as far beyond its territorial waters as permitted under international law” ,il cui limite esterno, ad oggi, non è ancora stato tracciato».

Dei profili di illegittimità dell’allargamento in mare dello pseudo governo di Tripoli ne scrive anche l’analista Fabio Caffio nell’articolo pubblicato il 15 novembre 2018 su Analisi Difesa “Quale protezione per la pesca italiana in acque libiche”

Il 28 giugno 2018 l’IMO (Organizzazione Marittima internazionale) ufficializza quello che in passato appariva come un’utopia e registra su comunicazione delle autorità libiche la zona Sar (Search and Rescue) libica con un proprio centro di coordinamento di soccorsi (JRCC). Registrandosi sul sito è possibile consultare alcuni dati, visionare la mappa e conoscere altitudine e longitudine dell’area in questione. Muniti di carta nautica, abbiamo calcolato queste distanze. Dalla costa di Tripoli alla linea rossa di confine le miglia sono circa 116,25. É chiaro quindi perché i pescatori siciliani hanno tutto il diritto di dire oggi che da un anno a questa parte i libici «si sono presi mezzo Mar Mediterraneo». Raimondo aggiunge: «E questo avviene anche grazie all’Italia che dà alla guardia costiera libica i mezzi di sostentamento per fare la Guerra a noi italiani che andiamo a lavorare onestamente. I libici si sono ora fatti anche furbi, oltre che con le motovedette vengono a fare gli abbordaggi in mare con le barche da pesca e subito dopo arrivano i loro gommoni e non hai neanche il tempo di chiamare le autorità italiane che vieni sequestrato con tutto il pescato e trattato come un terrorista».

Ritornando alle famose 12+62 miglia che prima non andavano bene a nessuno e che ora sono inglobate all’interno della vasta area Sar (che non coincide né con la zona adibita alla pesca né con la zona economica esclusiva) sono gli stessi pescatori a spiegarci cosa è mutato nell’ultimo periodo: «Prima la nostra Marina Militare ci sosteneva, adesso non appena ci troviamo a 50, 60 miglia dalla costa libica ci dice di andare via. Non capiamo perché lo Stato non ci difende più e invece ci intima di allontanarci: questo è avvenuto anche pochi giorni fa»spiegano i due pescatori che come tanti colleghi si sentono oggi cacciati da quello che è stato sempre un po’ il loro mare: «questa storia delle 74 miglia va avanti dai tempi di Gheddafi, ma prima, rispettando sempre le 25 miglia dalla costa, lì ci lavoravamo tranquillamente. É inutile che la Marina ci ripete di allontanarci dalle 74 miglia perché dove siamo confinati adesso non c’è fondo per poter lavorare», aggiunge Figuccia. E rimane in sospeso la questione del Golfo di Sirte considerato acqua interna: «Con il Golfo di Sirte i libici hanno un’area di 300 metri quadrati, non appena lasciamo i confini maltesi noi siamo praticamente dentro le acque libiche, ma non c’è scritto da nessuna parte che loro hanno 74 miglia di acque territoriali», aggiunge Sodano.

La zona Sar libica è quindi una pretesa o una finzione? O un semplice modo per eliminare qualsiasi testimone e impedire di conseguenza ai pescatori di fare il proprio lavoro? Tra sequestri e soccorsi in mare, capitan Raimondo e capitan Roberto, sperano oggi che il Mediterraneo possa tornare un mare di pesca.

Roberto Figuccia per ben due volte ha vissuto l’esperienza del sequestro. Il primo nel 2015: «Eravamo in acque internazionali quando siamo stati abbordati da un grosso rimorchiatore di altura che era più armato di una nave da Guerra, mi intimava di recuperare l’attrezzatura e proseguire verso Misurata, in quel sequestro un mio uomo è stato ferito gravemente a una gamba, ma con l’aiuto del buon Dio siamo riusciti a portare a casa la pelle. L’ultimo sequestro è stato ad ottobre 2018, ad affiancarci è stata una motovedetta libica che per me era una nave dello Stato Italiano regalata alla Libia. Siamo stati quattro giorni sotto sequestro, hanno preso il nostro pescato di un mese e rischiavamo di finire in un carcere libicobunker privi di igiene e in assenza di condizioni umane. Poi abbiamo dovuto sorridere per far vedere che andava tutto bene. Sono stati i quattro giorni più brutti della mia vita», aggiunge Roberto Figuccia che oltre alle terribili esperienze dei sequestri ricorda il soccorso nel 2002 a 162 migranti in un barcone in difficoltà: «Erano in pericolo di vita, in piena notte li abbiamo recuperati, si lanciavano sulla nostra imbarcazione e alcuni cadevano in mare. Quando li abbiamo tratti in salvo gli abbiamo chiesto quanti erano e grazie a Dio c’erano tutti. Li abbiamo portati a Lampedusa e siamo tornati a fare il nostro lavoro. Ogni tanto penso che si può fare in maniera diversa per salvare tante vite umane».

3359.- Referendum Vittorio Feltri: “Vince il Sì, Sergio Mattarella obbligato a sciogliere le Camere. Addio Giuseppe Conte”

“Mi scuso con i lettori, ma è una cosa da balordi”: Vittorio Feltri, l’amara verità sul referendum grillino

Mentre scrivo queste note ignoro gli ultimi dati riguardanti l’affluenza di coloro che votano il referendum sul taglio dei parlamentari. Alle 12 di ieri si era recato ai seggi la miseria dell’undici per cento degli aventi diritto al suffragio. Mettiamo che da qui a domani la percentuale si quadruplichi: si arriverebbe al massimo a quota quaranta, il che dimostrerebbe il generale disinteresse per codesto plebiscito. Ciò non stupirebbe e confermerebbe quello che vado dicendo da vari giorni: le questioni costituzionali non generano emozioni nell’elettorato. Anzi, lo annoiano e, anche se in alcuni casi cerca di informarsi, esso non riesce ad afferrare il senso di determinate riforme. Coloro che si sono dati da fare al fine di promuovere il no alla decimazione di senatori e deputati, a mio modesto giudizio, hanno perso tempo e sprecato energie.

La casta, a forza di essere dileggiata dai grillini e non solamente da loro, si è resa antipatica alla gente, che le attribuisce ogni genere di misfatti politici. Pertanto la massa è incline a gradire lo sfoltimento dei Palazzi. Sono certo che a spoglio avvenuto non ci troveremo davanti ad alcuna sorpresa. Azzardo una previsione: 30 no e 70 sì. Un esito di queste proporzioni imporrebbe elezioni nazionali immediate finalizzate a rendere compatibili le Camere col nuovo dettato della Carta. Vero che sarebbe indispensabile una legge elettorale conforme ai cambiamenti imposti dal referendum, ma è altrettanto vero che la approvazione di regole adeguate non richiede tempi biblici. Basta che la politica si renda conto di una evidenza semplice: se gli italiani hanno deciso di ridurre il numero dei propri rappresentanti, serve un provvedimento urgente che consenta di eleggere assemblee che rispondano alle norme di recente conio.

Susanna Ceccardi, una signora in gamba. Ma...: Vittorio Feltri, una scomoda verità a poche ore dal voto

“Susanna Ceccardi, una signora in gamba. Ma…”: Vittorio Feltri, una scomoda verità a poche ore dal voto

Di conseguenza Mattarella sarebbe obbligato a sciogliere subito le Camere e ad avviare le procedure volte a fornirne due alla patria che corrispondano alla subentrata realtà costituzionale. Rammento che nel 1993 l’allora presidente Scalfaro, dopo il referendum Segni, che vinse, fu costretto a indire i comizi in base allo stesso ragionamento che ho compiuto io. Dunque la metà dei grillini ora in Parlamento volgerà all’ovile entro l’inverno. E addio Conte. 

FINALMENTE!!!

3358.- Chi comanda le Forze Armate ?

18 settembre 2020. Da Italian Revolution

È ignorata da tutti la notizia delle dimissioni di Samantha Cristoforetti dalle forze armate. Un scelta personale si è detto. Beh, in parte è vero, ma in questo c’è una causa tipicamente italica. Questa straordinaria donna è un mito mondiale, uno dei personaggi più rappresentativi della scienza italiana: le sono stati intitolati un asteroide, una bambola Barbie ed un fiore. Ambasciatrice UNICEF, Cavaliere e Commendatore, ha una laurea specifica e due ad honorem. Pilota di caccia è stata scelta per le missioni spaziali al termine di una selezione massacrante fra 8.500 candidati, e ha un record di permanenza in orbita di 199 giorni.Vola come astronauta ESA, portando i colori italiani sulla tuta in quanto appartenente all’aviazione militare, È anche ufficiale Medico, e parla con certificazione massima inglese, francese, tedesco, russo e cinese. Ha scritto libri di divulgazione in tre diverse lingue.Beh, pare che per ragioni politiche in Italia le preferiscano un altro astronauta, che pur essendo costato al contribuente una dozzina di milioni in preparazione non ha passato gli esami ed i test, venendo comunque promosso ad un grado militare superiore alla Nostra, senza aver fatto un giorno in orbita. Non riuscendo a farlo volare con la ESA, che accetta solo i migliori al mondo, finirà per andare in orbita a pagamento di 60 milioni (nostri) con i russi.Così la Cristoforetti si è dimessa, con molto garbo come suo stile. Il prossimo volo lo farà sempre con la ESA, ma senza la bandierina italiana. In futuro probabilmente sarà astronauta in Cina, dove è già una star in TV per i suoi programmi di divulgazione, che tiene in cinese. Sempre senza bandiera italiana, of course.Manco ci si vergogna più, anni fa il portavoce dell’Agenzia Spaziale Italiana era un parrucchiere ( mestiere notevolissimo tra l’altro) promosso all’incarico per motivi politici. Quando si alzava per parlare i rappresentanti degli altri paesi uscivano tutti come protesta silenziosa. Siamo davvero messi male, e ormai non c’è da stupirsi più di nulla. Una eccellenza assoluta ancora una volta preferita ad un raccomandato che non ha passato …nemmeno gli esami. Amen.