Archivio mensile:luglio 2022

5285.- VACCINI & GRAFENE – 6. “NANOPARTICELLE TOSSICHE NEL SANGUE DEL 94 % DI 1.006 VACCINATI”. Studio Shock di 3 Chirurghi Italiani

VACCINI & GRAFENE – 6. “NANOPARTICELLE TOSSICHE NEL SANGUE DEL 94 % DI 1.006 VACCINATI”.  Studio Shock di 3 Chirurghi Italiani

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

«Caso N° 1 – Maschio 33 anni, sportivo con fisico atletico, in antecedenza esente da patologie. All’osservazione dopo un mese dall’aver ricevuto una dose di vaccino Pfizer riferisce marcata astenia, cefalea gravativa costante refrattaria ai comuni farmaci. Reuma-artralgie diffuse con dispnea da sforzo. (Fig. 1a e 1b) La foto evidenzia a sinistra la condizione ematica del Paziente prima degli inoculi, nella immagine a destra, dopo 2 mesi dall’inoculo, sono evidenti inclusioni presumibilmente grafeniche in mezzo a globuli rossi fortemente conglobati attorno alle particelle esogene, l’agglomerato è da porsi in relazione all’alterazione del potenziale Z».

A mettere nero su bianco l’ipotesi scientifica che sia stato il vituperato ossido di grafene a causare i coaguli nel sangue sono stati tre medici chirurghi italiani nella ricerca “Analisi al microscopio in campo oscuro sul sangue di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione con due tipi di vaccino a mRNA”

Lìalterazione dei globuli rossi prima e dopo il vaccino antiCovid

Si tratta del Dr. Franco Giovannini, Medico Chirurgo, Speciaslista in Agopuntura, Ossigeno- Ozonoterapia, Emodiagnostica Microscopica, Centro Medico Biodiagnostica Giovannini, Sede AMBB, Mantova, del Dr. Riccardo Benzi Cipelli, Medico Chirurgo, Specialista in Odontostomatologia, Parodontologo Studio BENZI Dental Clinic, Vigevano, e infine del Dr. Gianpaolo Pisano, Medico Chirurgo, Specialista in Otorinolaringoiatria, Master in Citologia, Ricercatore presso Univ. UNISED.

Le conclusioni del loro studio erano già state anticipate da Gospa News nel reportage Vaccini & Grafene – 4 inerente il Convegno tenutosi a Savigliano (Cuneo) in cui un’esperta microscopio elettronico aveva analizzato i rilievi presentati dal dottor Giovannini evidenziando anomale presenze di concentrazioni di carbonio, evidente traccia di nanoparticelle di ossido di grafene che è un allotropo ad estrazione sintetica di tale metallo.

L’inquietante inclusione anomala nel sangue nella figura 3

Nell’immagine 3 riferita allo stesso soggetto: «l’assemblaggio di inclusioni presumibilmente grafeniche assume connotati cristallini e di scaglie, come peraltro riportati in letteratura (5); inoltre è evidente una zona di influen- za viciniore, ad ali di farfalla, nel cui contesto avviene una organizzazione di tipo cristallino (2 mesi dall’inoculo)».

Mentre nella figura 4: «Questa immagine (a 2 mesi dall’inoculo) evidenzia la tipica strutturazione auto-aggregante in modalità fibro/tubulare delle inclusioni presumibilmente grafeniche, la sfumatura rossa è riferibile a particelle ferrose globulari spesso riscontrate nel sangue dei pazienti esaminati».

La figura 4 dello studio
LA PUBBLICAZIONE SULLA RIVISTA DI TOSSICOLOGIA

«L’utilizzo dell’analisi microscopica del sangue periferico a fresco su vetrino, in campo oscuro, è una metodologia di studio delle cellule del sangue per mezzo di un microscopio ottico cui è applicato uno speciale condensatore in grado di evidenziare particolari altrimenti non visibili, consentendo una prima valutazione dello stato di salute delle compo-nenti corpuscolate del sangue» hanno scritto i tre medici nello studio pubblicato in anteprima da Disinfection, supplemento periodico di ND rivista di di A.T.T.A., l’Associazione Tossicologi e Tecnici Ambientali presieduta da Marcello Lofrano.

Proprio Lofrano ha spiegato che l’attività di Atta è «interamente finalizzata alla “messa in sicurezza” degli ambienti chiusi, sulla scia delle devastanti problematiche che hanno contrassegnato il lungo biennio della pandemia di Covid-19».

Ed ha aggiunto di aver «ritenuto utile pubblicare il lavoro che vi accingete a leggere: non è certamente nelle nostre competenze valutarne l’impatto scientifico, ma è evidente che le osservazioni riportate dagli Autori rappresentano, quanto meno, un “sasso nello stagno” per ulteriori approfondimenti, nel contesto di quella “onestà intellettuale” che, da sempre, ha caratterizzato e caratterizza l’associazione».

https://www.gospanews.net/2022/02/02/vaccini-grafene-3-misteriose-e-pericolose-nanoparticelle-nel-siero-mrna-pfizer-tossicologia-non-studiata-a-fondo/embed/#?secret=vELhVx3Khe#?secret=ADvFStPSQb

«Nel presente studio abbiamo analizzato, con un microscopio ottico in campo oscuro, gocce di sangue periferico fresche prelevate median-te pungidito dal polpastrello di 1006 soggetti sintomatici dopo inoculazione con vaccino a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna), a par- tire dal marzo 2021» si legge nell’Abstract della ricerca di Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano.

«In 12 soggetti sono state eseguite analisi del sangue con la stessa metodica prima della vaccinazione, con quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano il sospetto che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini stessi. Vengono riportati in dettaglio 4 casi clinici, scelti come riassuntivi e rappresentativi dell’intera casistica» riferisce ancora lo studio.

https://www.gospanews.net/2022/07/28/long-covid-neurologico-come-da-sars-2-bio-arma-27-milioni-di-contagiati-senza-gusto-e-olfatto-da-mesi-studi-e-cure-dal-british-medical-journal/embed/#?secret=EbbFmQjtmV#?secret=XIl2L64Xsy

ALTERAZIONI DEI GLOBULI ROSSI NEL 94 % DEI VACCINATI

«Dei 1006 soggetti analizzati, 948 pari al 94% del totale evidenziavano, dopo inoculo di vaccini a mRNA a distanza media di un mese, varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti e la presenza nel sangue periferico di particelle di varia forma e dimensione di dubbia natura. Sono necessari ulteriori studi per definire l’esatta natura delle particelle riscontrate nel sangue per individuare possibili soluzioni».

Questa scoperta, come quella del verme attorcigliato ai globuli rossi mostrato dalla loro collaboratrice microscopica al Convegno di Savigliano, avvalora non solo le affermazioni di un magistrato argentino circa la presenza di ossido di grafene nel siero genico a base di DNA messaggero Astrazeneca ma soprattutto quelle del chimico e accademico spagnolo Pablo Campra sul vaccino Pfizer a RNA messaggero pubblicate in differenti aggiornamenti sulla rivista scientifica Research Gate.

https://www.gospanews.net/2022/05/30/vaccini-grafene-5-magistrato-scopre-nanoparticelle-nei-sieri-anticovid-ma-viene-messo-sotto-inchiesta-dal-procuratore-generale/embed/#?secret=QsYqS9WGEA#?secret=YsRifuHbEw

Non solo. Riporta alla mente lo studio sperimentale sull’ipotetico utilizzo dell’ossido di grafene nei vaccini SARS-Cov-2 condotto nell’estate del 2020 dalla dottoressa Ilaria Capua con altri ricercatori italiani all’interno degli studi sulle applicazioni biomediche di tale materiale nell’ambito del maxi-progetto della Commissione Europea Graphene Flagship.

Il derivato sintetico della grafite fu infatti sperimentato come stabilizzatore dei vettori di materiale genico che, prima dei sieri antiCovid, avevano incontrato ripetuti fallimenti nella biofarmarcologia industriale.

https://www.gospanews.net/2022/01/30/vaccini-grafene-2-le-nanoparticelle-parlano-italiano-premiato-studio-della-famosa-capua-e-della-giovane-delogu-finanziato-ue/embed/#?secret=5UiHnuCzkJ#?secret=7Qbh461VeQ

LE METICOLOSE ANALISI DEL CENTRO DI BIODIAGNOSTICA GIOVANNINI

«L’utilizzo dell’analisi microscopica del sangue a fresco su vetrino in campo oscuro consente una prima, immediata valutazione dello stato di salute delle componenti corpuscolate del sangue. Il completamento dell’analisi con la misurazione di pH, rH e rO (non mostrata nel presente studio) consente di definire precocemente eventuali alterazioni, prima che vengano rivelate dai tradizionali test coagulativi (di-dimero, PT, PTT, fibrinogeno, piastrine etc.)»

Si legge nell’introduzione allo studio in cui vengono riportati i risultati delle analisi al microscopio in campo oscuro del sangue di 1006 pazienti che si sono rivolti al “Centro Medico Biodiagnostica Giovannini” per vari disturbi dopo inoculo di vaccini a mRNA (Pfizer/BioNTech o Moderna). 12 soggetti dei 1006 analizzati avevano eseguito un esame del sangue periferico con la stessa me- todica, prima della vaccinazione (range 3 giorni – 1 anno circa). Per Materiali e Metodi vedi postilla a fondo pagina.

https://www.gospanews.net/2022/01/27/grafene-vaccini-1-nel-comirnaty-di-pfizer-biontech-trovate-8-nanoparticelle-in-spagna-smentita-sospetta-dallargentina/embed/#?secret=FIKpQXqZm1#?secret=Y0s8YKBXDI

4 di questi 12 soggetti sono stati scelti come rappresentativi dell’intera casistica e vengono riportati in dettaglio con le relative immagini fotografiche.

Nel caso 3 esemplificativo, una donna di 84 anni, godeva di buona salute potendo gestire una vita di relazione soddisfacente in completa autonomia, la figura al microscopio n. 11 della ricerca rileva che «Si intravedono ai poli della figura una iniziale configurazione lamellare a scaglie cristalline riferibili ad inclusioni presumibilmente grafeniche, in ottemperanza al fatto che il campo di forze è più energico ai contorni dello stesso. (a 5 settimane dall’inoculo)».

La figura 11 dello studio riferita al caso di una donna di 84 anni

Inevitabili le reazioni avverse gravi: «Alla seconda dose di Pfizer, manifestava una eritrodermia intensa al viso ed al torace, una intensificazione drammatica della bocca urente, dolori muscolari insostenibili e refrat- tari alla terapia antalgica, che il Reumatologo identificava, in capillaroscopia, come una forma ad esordio brutale di dermatopolimiosite. Gli esami dell’auto immunità confermavano la diagnosi».

LE CONCLUSIONI DELLA RICERCA

«Nel presente studio è stato analizzato il sangue al microscopio ottico in campo oscuro e in contrasto di fase di 1006 soggetti sintomatici dopo vaccinazione anti-COVID con Pfizer/BioNTech o Moder- na. In 948 soggetti su 1006, pari al 94% del totale analizzato, si sono evidenziate varie alterazioni dello stato di aggregazione degli eritrociti ed è stata rilevata la presenza nel sangue periferico di particelle esogene puntiformi ed auto-luminescenti in campo oscuro, con una luminescenza decisamente superiore a quella della parete del globulo rosso ben ossigenato e con un aspetto caratteristico a “cielo stellato”» riportano i tre chirurghi nelle conclusioni.

https://www.gospanews.net/2022/05/26/vaccini-grafene-4-verme-attorcigliato-ai-globuli-rossi-savigliano-rilancia-sos-di-campra-studio-a-palermo-coaguli-letali-da-sieri-genici/embed/#?secret=5mw3phQGtS#?secret=CBi8gCUF9o

«I soggetti analizzati dopo un intervallo di tempo maggiore presentavano tipicamente anche formazioni tubulari/fibrose e frequentemente anche cristalline e lamellari con morfologie estremamente complesse e costanti» ovvero l’inquietante verme attorcigliato evidenziato dall’esperta dottoressa Maria Carmen Valsania, specializzata nell’uso del microscopio elettronico, in riferimento all’analisi di un gruppo di globuli rossi di una persona vaccinata.

«Le analisi del sangue di dodici soggetti, eseguite con la stessa metodologia prima della vaccinazione, evidenziavano quadri ematologici assolutamente normali. Le alterazioni trovate dopo l’inoculazione dei vaccini a mRNA rafforzano ulteriormente l’ipotesi che le modificazioni sarebbero da riferirsi in prima battuta ai vaccini a mRNA» rimarcano i medici Giovannini, Benzi Cipelli e Pisano.

Nella figura 28 «La foto è stata decontestualizzata dalle altre perché evidenzia nel modo più eclatante l’in- terfaccia di interazione tra emazie e particella presumibilmente grafenica, appartiene all’esame post inoculo del Pz. 2».

LA TOSSICITA’ VASCOLARE DELLA PROTEINA SPIKE DEI VACCINI RNA

«I 4 casi descritti nella presente serie sono rappresentativi dei 948 casi nei quali si sono trovate strutture e sostanze assolutamente anomale. Le alterazioni a carico degli eritrociti mostrano una tendenza alla aggregazione/disgregazione, impilamento a rouleaux, emolisi, condizioni suggestive per importante alterazione del potenziale Zeta. Inoltre, vi è la tendenza della fibrina a disporsi in cluster. Tali alterazioni potrebbero correlarsi con i disturbi di coagulazione dopo vaccinazione anti-COVID, causati anche dalla nota tossicità vascolare della proteina Spike [2,3], prodotta dai soggetti inoculati con vaccini a mRNA».

Tale tossicità era stata segnalata sia dal professor Luc Montagnier, vincitore del Nobel per la Medicina, che dal colonnello in pensione dell’Esercito Usa Lawrence Sellin, esperto di armi batteriologiche: entrambi erano infatti convinti che il SARS-Cov-2 fosse stato potenziato in laboratorio, come poi ritenuto probabile anche da altri autorevoli ricercatori come il presidente del Comitato Covid-19 di The Lancet, e il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

https://www.gospanews.net/2022/02/07/wuhan-gates-46-colonnello-usa-sars-2-bioarma-spike-costruita-tossica-puo-replicarsi-nei-vaccini/embed/#?secret=PvAjgD0veJ#?secret=RAMhxaXue7

«Con questi quadri ematologici è lecito attendersi la riattivazione di situazioni oncologiche o lo scompenso di una senilità fisiologica verso forme di marasma accelerate, come il Caso n. 4 sembra confermare» rilevano i tre chirughi.

«In conclusione, mai si era osservato un così brusco cambiamento del sangue periferico dopo ino- culo di vaccini, con transizione da uno stato di perfetta normalità ad uno patologico, con emolisi, impacchettamento per adesione dei globuli rossi ed impilamento degli stessi in complessi e giganteschi conglomerati».

La loro analisi è simile a quella di alcuni ricercatori dell’Università di Palermo che hanno correlato i coaguli di sangue causati dai vaccini a trombosi letali nei vaccinati.

https://www.gospanews.net/2022/07/06/wuhan-gates-54-sars-2-bio-arma-per-il-capo-covid-della-rivista-the-lancet-e-virus-artificiale-accusa-gli-usa-ma-non-lo-sponsor-gates/embed/#?secret=zzR2oNGsqN#?secret=PbwC0JMa3i

«Mai si era osservata la presenza di una così grande quantità di particelle esogene nel sangue apparentemente incompatibili con un normale flusso ematico del microcircolo e che si modificano nel tempo, con fenomeni di auto-aggregazione. Sono necessari ulteriori studi per definire la natura delle particelle riscontrate del sangue, quale sia la loro provenienza e per individuare possibili soluzioni».

Ma come aveva rivelato Gospa News già nell’inchiesta WuhanGates 49 la sperimentazione dell’utilizzo del grafene per finalità biomediche di controllo neurocerebrale fu avviata dall’agenzia militare DARPA del Pentagono americano fin dall’amministrazione Obama-Biden.

Sette anni prima che lo stesso Joseph Biden diventasse presidente USA e sponsorizzasse i sieri genici antiCovid delle Big Pharma americane, capaci di alterare pure il DNA secondo varie ricerche e anche una recente sentenza di un giudice di Firenze e ritenuti “omicidi di Stato” da alcuni magistrati tedeschi.

5284.- Trump avverte che sta arrivando qualcosa di peggio della recessione.

Former President Donald Trump attends a rally in support of Arizona GOP candidates, in Prescott Valley, Ariz., on July 22, 2022. (Mario Tama/Getty Images)
L’ex presidente Donald Trump partecipa a una manifestazione a sostegno dei candidati del GOP dell’Arizona, a Prescott Valley, in Arizona, il 22 luglio 2022. (Mario Tama/Getty Images)

Peggio andrà l’economia americana, più grande sarà il rischio di una guerra. Così, almeno per noi.

The Epoch Times, by Tom Ozimek, July 29, 2022 Updated: July 29, 2022. Traduzione libera di Mario Donnini.

L’ex presidente Donald Trump ha avvertito che l’economia americana è sulla buona strada per un disastro più grande di una recessione. Lo ha fatto con le sue osservazioni che hanno preceduto di poco le statistiche del governo che mostrano un PIL negativo per il secondo trimestre consecutivo, ciò che rappresenta una definizione pratica per una recessione .

“Dove stiamo andando ora potrebbe essere un pessimo posto”, ha detto Trump in una manifestazione in Arizona la scorsa settimana. “Dobbiamo mettere in ordine questo atto, dobbiamo far andare questo paese, o avremo un problema serio”.

L’ex presidente ha individuato il crollo dei salari reali degli americani, con un tasso di partecipazione alla forza lavoro storicamente depresso e la spinta democratica per il Green New Deal che, secondo lui, avrebbe schiacciato la crescita economica.

“Non recessione. Recessione è una bella parola. Avremo un problema molto più grande della recessione. Avremo una depressione”, ha detto l’ex presidente.

Le osservazioni di Trump sono arrivate diversi giorni prima che il Bureau of Economic Analysis (BEA) pubblicasse i dati che mostravano che il PIL reale degli Stati Uniti è diminuito dello 0,9% annualizzato nel secondo trimestre dopo una contrazione dell’1,6% nel primo trimestre.

Due trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL equivalgono a una definizione pratica, comune di recessione, sebbene le recessioni negli Stati Uniti debbano essere dichiarate ufficialmente da un comitato di economisti del National Bureau of Economic Research (NBER), utilizzando una definizione più ampia rispetto al regola dei due quarti.

Vance Ginn, capo economista presso la Texas Public Policy Foundation, ha dichiarato in un’intervista al media gemello di The Epoch Times, NTD, che, mentre ufficialmente è NBER a chiamare recessioni, la regola dei due quarti è “come viene fatto di solito è applicata secondo una regola pratica. “

“Penso che questa sia sicuramente la recessione in cui ci troviamo ora a causa di queste cattive politiche”, ha aggiunto Ginn, incolpando una serie di “politiche progressiste” provenienti dalla Casa Bianca e dalla Casa controllata dai Democratici.

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L’ex Presidente Donald Trump parla a rally in Prescott Valley, Ariz., on July 22, 2022. (Mario Tama/Getty Images)

Soffiano venti stagflazionari

Nelle sue osservazioni, Trump ha anche preso di mira la gestione dell’economia da parte del presidente Joe Biden, incolpandolo per l’aumento dell’inflazione.

“Biden ha creato la peggiore inflazione degli ultimi 47 anni. Siamo al 9,1%, ma il numero effettivo è molto, molto più alto di quello”, ha detto Trump.

Sebbene l’ex presidente non abbia fornito la propria stima circa il tasso di inflazione reale, un indicatore dell’inflazione CPI alternativo sviluppato dall’economista John Williams, calcolato secondo la stessa metodologia utilizzata dal governo degli Stati Uniti negli anni ’80, pone la cifra al 17,3 per cento , il massimo in questi 75 anni.

Trump ha anche affermato che l’inflazione persistentemente elevata combinata con un rallentamento economico ha messo il paese “sull’orlo di un devastante” periodo di stagflazione, che è una combinazione di accelerazione dei prezzi e rallentamento della crescita economica.

“L’inflazione “sta andando sempre più in alto”, ha detto Trump, aggiungendo che “costa alle famiglie quasi $ 6.000 all’anno, più grande di qualsiasi aumento delle tasse mai proposto oltre all’aumento delle tasse che vogliono proporre in questo momento”.

Nel primo mese intero in carica di Trump nel febbraio 2017, l’indicatore di inflazione principale dell’indice dei prezzi al consumo (CPI) è arrivato al 2,8% in termini annuali. Mentre la misura CPI ha oscillato durante il suo mandato, il massimo mai raggiunto è stato del 2,9% a luglio 2018, mentre nel suo ultimo mese in carica, gennaio 2021, l’inflazione ha raggiunto l’1,4%.

Sotto Biden, l’inflazione è aumentata costantemente, salendo del 9,1% su base annua a giugno 2022, una cifra che non si vedeva da più di 40 anni.

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President Joe Biden waves as he walks to Marine One on the South Lawn of the White House on July 20, 2022. (Drew Angerer/Getty Images)

“Guerra all’energia americana”

Secondo il Bureau of Labor Statistics, l’aumento dei prezzi dell’energia è stato uno dei fattori chiave che contribuiscono all’inflazione, rappresentando circa la metà della cifra principale dell’inflazione.

Nella sua critica alle politiche di Biden, Trump ha individuato quella che ha definito “la guerra di Biden all’energia americana” e l’ha accusata di aver spinto al rialzo i prezzi della benzina.

Da quando è entrato in carica, Biden ha intrapreso una serie di azioni esecutive rivolte all’industria petrolifera, tra cui la revoca del permesso per l’oleodotto Keystone XL, l’interruzione di nuovi contratti di locazione di perforazioni di petrolio e gas su terre e acque federali e la fine dei sussidi ai combustibili fossili da parte di alcune agenzie.

Il prezzo della benzina è circa il doppio rispetto a quando Biden è entrato in carica, con il presidente che ha dato la colpa a vari fattori, tra cui la insufficiente capacità di raffinazione, la guerra in Ucraina e l’avidità aziendale.

Nel tentativo di abbassare i prezzi alla pompa, Biden ha ordinato il rilascio delle riserve di petrolio dalla riserva strategica nazionale, ha invitato le raffinerie statunitensi a incrementare la produzione e ha spinto l’OPEC a pompare più greggio. Nel suo discorso, Trump ha affermato che ciò equivaleva a “mendicare ” altri paesi per pompare più petrolio invece di cercare di aumentare la produzione interna.

“Abbiamo più oro liquido sotto i nostri piedi di qualsiasi altro paese al mondo. Siamo una nazione consumata dal Green New Deal della sinistra radicale, eppure tutti sanno che il Green New Deal porterà alla nostra distruzione”.

“Solo due anni fa, eravamo indipendenti dal punto di vista energetico. Eravamo persino a dominanza energetica. Gli Stati Uniti ora sono un mendicante di energia”.

Tom Ozimek

5283.- Tensione alle stelle su Taiwan. La nuova diplomazia cinese.

Nancy Pelosi sbarcherà davvero sull’isola che Pechino considera territorio della Cina? Un incidente o il fraintendimento delle intenzioni dell’avversario rischiano di innescare un conflitto nello Stretto. Dopo diciassette mesi dall’insediamento di Joe Biden e cinque telefonate – l’ultima ieri – con il suo omologo cinese, Xi Jinping, i rapporti bilaterali tra Pechino e Washington sono ai minimi termini. La nuova diplomazia cinese considera, e a ragione, la teoria tradizionale delle relazioni internazionali non più adatta al perseguimento comune dello sviluppo e del progresso delle persone di tutti i paesi.

La Casa Bianca vorrebbe far passare l’iniziativa di Pelosi come personale. Ma il viaggio di Pelosi a Taipei era già previsto per lo scorso aprile, quando a fermarla era stato il Covid ed è la conseguenza dell’intensificazione delle relazioni tra Washington l’amministrazione indipendentista della presidente Tsai Ing-wen, che si avvicina di più agli Usa per non farsi schiacciare da Pechino. Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved

C’è un solo modo per disinnescare la bomba Taiwan

Da un articolo di Domani, di Michelangelo Cocco, del 28 luglio 2022. 

È altissima la tensione tra Cina e Stati Uniti per il possibile arrivo a Taiwan di Nancy Pelosi (secondo indiscrezioni Usa, previsto per il mese prossimo). Il viaggio della speaker della Camera dei rappresentanti non è stato confermato ufficialmente da Washington, ma entrambe le parti sono impegnate in uno sfoggio di muscoli che evidenzia il rischio di uno scontro militare nel Pacifico occidentale, che potrebbe essere innescato da un incidente o dal fraintendimento delle intenzioni dell’avversario (come rivelato da Bob Woodward nel suo “Peril”, già sfiorato alla fine del 2020, quando – durante il tumultuoso crepuscolo dell’amministrazione Trump – a Pechino si erano convinti che The Donald stesse per lanciare una October surprise, un attacco nel Mar cinese meridionale). Questa volta l’aereo di Pelosi sarà scortato da velivoli militari Usa, che potrebbero incrociare quelli cinesi, che potrebbero “accompagnarlo” fino ai cieli di Taiwan.

La portaerei statunitense “Ronald Reagan” e il suo gruppo di combattimento si sono mossi da Singapore lunedì 24 luglio, diretti verso il mar Cinese meridionale, con probabile destinazione Taiwan. Fonti del ministero della Difesa Usa hanno spiegato alla Associated press che se Pelosi sbarcherà a Taipei, le forze armate statunitensi aumenteranno lo spostamento di uomini e mezzi nell’area. Lunedì 24 luglio, il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ha ricordato che Pechino ha espresso ripetutamente la sua «posizione solenne» ed è pronta a «prendere misure decise e forti per difendere la sovranità nazionale e l’integrità territoriale». 

Joe Biden ha rivelato ai giornalisti che il dipartimento della Difesa giudica la visita «non una buona idea». Ma il presidente, il dipartimento di stato e il Pentagono riusciranno a convincere Pelosi a tornare sui suoi passi, con un confronto (Pelosi è molto impegnata nella difesa dei diritti umani ed è un’amica di Taiwan) che potrebbe sfociare in un conflitto istituzionale, e alla vigilia delle elezioni di medio termine, con i repubblicani pronti ad accusare i democratici di arrendevolezza alle ragioni di Pechino?

A Washington comunque ritengono “non ipotizzabile” una rappresaglia militare cinese contro Taiwan. Alla vigilia del XX congresso del partito comunista al quale chiederà un inedito terzo mandato a guidare il paese, Xi Jinping non ha alcun interesse a ficcarsi in quella che sarebbe la IV crisi dello Stretto. Da Pechino negli ultimi giorni sono filtrate indiscrezioni sulle risposte che la leadership cinese starebbe approntando: sanzioni contro Pelosi, sospensione ufficiale della cooperazione Cina-Usa sui cambiamenti climatici, intensificazione dei sorvoli dei caccia dell’esercito popolare di liberazione nelle zone d’identificazione di difesa aerea taiwanesi.

Il rischio più grave (dopo quello di un incidente che inneschi uno scontro militare) è che la comunicazione tra Pechino e Washington – già ai minimi termini – possa interrompersi. Al contrario, è necessario che, su Taiwan in particolare, la Cina e gli Stati Uniti riprendano a dialogare, per chiarirsi i rispettivi obiettivi. La Cina di Xi Jinping dovrebbe spiegare agli Usa se davvero non ha alcuna intenzione di riprendersi l’isola con la forza (Xi ha sempre parlato di “riunificazione” pacifica) e gli Stati Uniti dovrebbero rassicurare Pechino che la loro politica – finora ancorata alla “ambiguità strategica” (armare Taiwan per permetterle di difendersi, senza schierarsi apertamente con Taipei) e al principio “una sola Cina” (gli Usa “prendono atto” che per Pechino esiste una sola Cina della quale Taiwan è parte integrante) – non è mutata. In mancanza di tale chiarimento, l’Isola rimarrà una bomba a orologeria e lo scontro nello Stretto tra Cina e Stati Uniti sarà soltanto rimandato. 

Questa è la quarta crisi di Taiwan

Cina e Stati Uniti hanno sfiorato lo scontro su Taiwan già tre volte sempre evitato dalla minaccia di intervento degli Stati Uniti, che mantenevano una supremazia militare assoluta nel Pacifico occidentale. Finché potrà essere mantenuta questa supremazia, la presidente Tsai potrà contare sulla protezione Usa e sul crescente ruolo internazionale per emancipare il suo paese dalla tutela di Pechino.

  • Perché nella politica di Washington c’è un rischio

Per gli Usa e per l’Ue, che, senza sovranità, gli va a rimorchio, Taiwan non sarà un’altra Hong Kong. Intanto, grazie alla volontà angloamericana di escludere la Federazione Russa dall’Occidente, la Russia è più vicina alla Cina e, a giugno, il pattugliamento congiunto di Cina e Russia sul mar del Giappone ha lanciato a Washington un segnale inequivocabile: la collaborazione tra Pechino e Mosca è destinata a intensificarsi.  La struttura di comando dell’Esercito Popolare di Liberazione cinese, modellata sull’esercito dell’Urss degli anni Cinquanta, è stata sostituita da una più moderna, simile al sistema di comando unificato degli Usa e, con la riduzione operata di 300.000 effettivi, l’Epi va trasformandosi da esercito di massa a esercito di qualità.

DOPO IL XX CONGRESSO, UNA CINA PIÙ ASSERTIVA

Una potenza “benevolente” ma, allo stesso tempo, decisa nel difendere quelli che considera diritti irrinunciabili, a partire dalla “riunificazione” pacifica di Taiwan e dalla sovranità sull’80 per cento del mar Cinese meridionale. Così Wang Yi ha riassunto la nuova diplomazia di Pechino che – ha spiegato il ministro degli Esteri – è stata aggiornata in seguito agli sconvolgimenti provocati nel quadro internazionale dalla pandemia di SARS-CoV-2 e dai conflitti geopolitici. Secondo Wang, «che si tratti dell’epidemia globale o dell’escalation dei conflitti geopolitici, è chiaro al mondo che la teoria tradizionale delle relazioni internazionali non è più adatta al perseguimento comune dello sviluppo e del progresso delle persone di tutti i paesi».

  • Perché è importante

Wang è intervenuto domenica 24 luglio durante un simposio sul “pensiero di Xi Jinping sulla diplomazia” (uno dei tanti eventi dedicati a elevare la statura politico-teoretica del leader alla vigilia del XX congresso), riassumendo le linee guida indicate negli ultimi anni dal presidente cinese, alla vigilia dell’assise quinquennale del prossimo autunno che potrebbe indicare una linea più intransigente nei confronti degli Stati Uniti. Wang ha infatti aggiunto che la Cina «ha il coraggio per combattere una grande battaglia» e che «lotteremo fino alla fine contro tutte le forze che stanno provando a sovvertire il nostro sistema socialista guidato dal partito comunista e a fermare il grandioso risveglio della nazione cinese». 

  • Il contesto

Wang ha aggiunto che il modello di relazioni internazionali proposto dalla Cina di Xi Jinping trascende i limiti storici dei valori universali dell’occidente. La Cina dunque –forte della sua leadership politica indiscussa, delle debolezze dell’occidente, e di un esercito che si sta rinnovando profondamente – porterà avanti con sempre maggiore determinazione le sue rivendicazioni. Come quelle sul mar Cinese meridionale rispetto al quale, lunedì 25 luglio, lo stesso Wang ha accusato «alcune forze esterne di espandere deliberatamente i conflitti e provocare tensioni, mettendo a repentaglio i diritti legittimi e gli interessi dei paesi costieri e dell’ordine marittimo». Alla libertà di navigazione difesa dagli Usa Wang ha contrapposto la Dichiarazione sulla condotta delle parti nel mar Cinese meridionale accettata (Doc) dalla Cina e dai dieci paesi dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean), che rappresenterebbe i valori e «la cultura asiatica». 

La Cina e l’Asean hanno discusso un codice di condotta legalmente vincolante per attuare i principi del Doc. Hanno redatto un testo negoziale nel 2018 e terminato un primo riesame nel 2019. Tuttavia da allora le trattative hanno fatto pochi progressi, mancando il termine di finalizzazione inizialmente proposto della fine del 2021.

5282.- Biden risulta nuovamente positivo al COVID-19 e torna in isolamento.

Dopo essere risultato negativo al test del Covid diverse volte da martedì a ieri, il presidente Usa Joe Biden sabato è stato trovato di nuovo è positivo al test Covid.

President Joe Biden meets with CEOs about the economy in the South Court Auditorium of the Eisenhower Executive Office Building, next to the White House, in Washington, on July 28, 2022. (Mandel Ngan/AFP via Getty Images)

President Joe Biden meets with CEOs about the economy in the South Court Auditorium of the Eisenhower Executive Office Building, next to the White House, in Washington, on July 28, 2022. (Mandel Ngan/AFP via Getty Images)

Continuano a usare la scusa del covid per impedire a questo uomo inetto di incasinare ancor più le cose nelle sue apparizioni pubbliche. “Ciò indica la forte possibilità che i dem. non vogliano candidarlo per un altro mandato. Non che molti lo voterebbero. Secondo The Epoch Times, sono molti gli americani che gli augurano un imminente pensionamento che lo sollevi dalle cure del suo ufficio, quindi, l’arresto e il perseguimento, da parte di una corte marziale generale, con l’accusa di “cospirazione allo scopo di commettere (44bc: le Idi di marzo) tradimento e usurpazione della catena di comando. Dopo essere stato dichiarato colpevole, dovrebbe essere giustiziato pubblicamente a mezzogiorno come avvertimento per qualsiasi altro traditore che volesse pensare di avere il diritto di commettere tradimento tramite un burattino.
Tutti i “co-cospiratori di 44” dovrebbero ricevere l’ergastolo senza condizionale. Questo include in particolare Nancy Pelosi, Chuck Schumer e Kamala Harris.
Vogliamo tutti un leader dell’Occidente e non un burattino della finanza.

Gaffe di Biden: durante la conferenza stampa nella quale ha annunciato la firma di un ordine esecutivo a sostegno del diritto all’aborto, ha letto anche il ‘suggerimento’ che i suoi collaboratori avevano scritto sul ‘gobbo’ per rendere più efficace le sue dichiarazioni: “Fine della citazione, ripeti la frase“.

Da The Epoch Times, di Allen Zhong, 30 luglio 2022 Aggiornato: 30 luglio 2022. Traduzione libera di Mario Donnini.

Sabato mattina il presidente Joe Biden è risultato positivo al COVID-19, ha detto il medico del presidente.

Il dottor Kevin O’Connor, il medico della Casa Bianca, ha affermato in una lettera che si tratta di un raro caso di “rimbalzo” che di solito si osserva in una piccola percentuale di pazienti trattati con Paxlovid.

Biden non ha riscontrato riemergere di sintomi e “continua a sentirsi abbastanza bene”, ha detto O’Connor nella lettera.

Tuttavia, il presidente è tornato in isolamento.

Paxlovid and ‘Rebound’ COVID-19

Paxlovid è raccomandato dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) per il trattamento in fase iniziale di COVID-19 da lieve a moderato tra i pazienti ad alto rischio.

“È stato segnalato che il ritorno del COVID-19 si verifica tra due e otto giorni dopo il recupero iniziale ed è caratterizzato da una ricorrenza dei sintomi del COVID-19 o da un nuovo test virale positivo dopo essere risultato negativo”, ha affermato il CDC in un avviso sanitario a maggio.

Nessuna prova mostra che sia necessario un trattamento aggiuntivo nei cosiddetti casi di ritorno del COVID-19.

I ricercatori della University of California-San Diego School of Medicine hanno affermato che il rimbalzo potrebbe essere causato da un’esposizione insufficiente al farmaco.

Tuttavia, i ricercatori hanno affermato che è necessario acquisire ulteriori informazioni per decidere se sono necessari adeguamenti per i piani di trattamento con Paxlovid.

Paxlovid è la risposta di Pfizer a Ivermectin che costa pochi centesimi per compressa. Entrambi sono inibitori della proteasi, solo l’ivermectina è efficace al 100% mentre Paxlovid ha effetti collaterali negativi ed è efficace solo per il 35% circa e ha bisogno di un altro farmaco Pfizer per prolungare la sua efficacia abbastanza a lungo da forse uccidere il virus. Costa anche un braccio e una gamba.

Biden viene usato come banco di prova per un vecchio pazzo.

Violazione dei protocolli CDC

Il test positivo di Word of Biden è arrivato appena due ore dopo che la Casa Bianca ha annunciato una visita presidenziale in Michigan il prossimo martedì per evidenziare l’approvazione di un disegno di legge per promuovere la produzione high-tech domestica. Biden doveva anche visitare la sua casa a Wilmington, nel Delaware, domenica mattina, dove la First Lady Jill Biden si trovava mentre il presidente era positivo.

Entrambi i viaggi sono stati cancellati poiché Biden è tornato in isolamento.

Biden, 79 anni, è stato curato con il farmaco antivirale Paxlovid ed è risultato negativo al test del virus martedì e mercoledì. È stato quindi autorizzato a lasciare l’isolamento mentre indossava una maschera al chiuso. Il suo test positivo lo ha messo tra la minoranza di coloro a cui è stato prescritto il farmaco per sperimentare un caso di rimbalzo del virus.

Mentre Biden era risultato negativo, è tornato a tenere eventi al chiuso di persona e incontri con il personale della Casa Bianca e indossava una maschera, in conformità con le linee guida del CDC.

Ma il presidente si è tolto la maschera all’interno quando ha pronunciato le sue osservazioni giovedì e durante un incontro con gli amministratori delegati nel complesso della Casa Bianca.

Alla domanda sul motivo per cui Biden sembrava violare i protocolli CDC, l’addetta stampa Karine Jean-Pierre ha detto: “Erano socialmente distanziati. Erano abbastanza distanti. Quindi abbiamo reso sicuro che stessero insieme, che fossero su quel palco”.

La lettera completa del medico della Casa Bianca tradotta:

PHYSICIAN TO THE PRESIDENT “THE WHITE HOUSE

IL MEDICO ADDETTO AL PRESIDENTE “LA CASA BIANCA 

30 July 2022

MEMORANDUM FOR:

KARINE JEAN-PIERRE ASSISTANT TO THE PRESIDENT AND WHITE HOUSE PRESS SECRETARY

FROM:

KEVIN C. O’CONNOR, D.O., FAAFP PHYSICIAN TO THE PRESIDENT

SUBJECT:

President Biden SARS-CoV-2 Update

Come descritto la scorsa settimana, riconoscendo il potenziale di positività COVID cosiddetta di “rimbalzo” osservato in 2 piccole percentuali di pazienti trattati con PAXLOVID, il Presidente ha aumentato la cadenza dei test, sia per proteggere le persone intorno a lui sia per assicurare il rilevamento carly di un eventuale ritorno di replicazione virale .

Dopo essere risultato negativo martedì sera, mercoledì mattina, giovedì mattina e venerdì mattina, il presidente è risultato positivo nella tarda mattinata di sabato, mediante test antigenico. Questo infatti rappresenta la positività del “rimbalzo”. Il Presidente non ha sperimentato il riemergere di sintomi e continua a sentirsi abbastanza bene. Stando così le cose, non vi è alcun motivo per riprendere il trattamento in questo momento, ma, ovviamente, continueremo a osservarlo da vicino. Tuttavia, dato questo suo nuovo test antigenico positivo, si riavvieranno le procedure di isolamento stretto. Come ho affermato in precedenza, il Presidente continua ad essere molto e specificamente coscienzioso nel proteggere qualsiasi membro della Residenza Esecutiva, della Casa Bianca, dei Servizi Segreti e di altro personale i cui doveri richiedono una vicinanza (sebbene socialmente distanziata) a lui. ‘Come promesso, manterrà aggiornata la sorveglianza, con eventuali cambiamenti nelle sue condizioni o nel piano di trattamento.

Presentato rispettosamente, Kevin C. O’Connor, D.0., medico FAAFP al Presidente Professore Associato della Casa Bianca, Scuola di Medicina e Scienze della Salute della George Washington University.

5281.- Un’altra epica impresa del Vespucci: la risalita a vela del Tamigi durante la crociera del 1968

Un’altra epica impresa del Vespucci: la risalita a vela del Tamigi durante la crociera del 1968

Pubblicato da alessandro il 14 feb 2021 in Blog-GenesiLa grande epopea della vela.

La Crociera del Corso ANTARES

Nella crociera estiva del 1968 a comandare il Vespucci era il C.V. Ugo Foschini, un velista che era già noto al tempo per essere stato comandante del Corsaro II, con il quale, tre anni prima aveva vinto la regata  d’altura Lisbona-Bermuda.

La nave , partita da Livorno il sabato 20 Luglio per la sua crociera con gli allievi della prima classe, ha in programma di toccare i seguenti porti: Tangeri, Dublino, Goteborg, Londra, Lisbona (1), Algeri, Tunisi, Portoferraio, Livorno.

Il racconto dettagliato di questa bella crociera è reperibile sul sito del corso Antares, (2) , nello stesso sito sono stati caricate foto e brevi filmati  girati sulle tappe salienti, e i momenti più importanti della crociera le manovre della nave, la vita dei porti visitati, le varie esercitazioni con le lance, sia a vela, sia a remi cercando di trainare la nave in bonaccia.

Mattino del 10/09/1968

Per documentare il momento più importante della crociera, cioè la risalita del Tamigi a Vela, ho recuperato tre importanti testimonianze: quella del Comandante Foschini che racconta l’episodio a distanza di anni ad un suo amico, Quella dell’Ufficiale di Guardia in plancia che seguì tutta la manovra, e quella di due cadetti , che raccontano  la vicenda dal loro  punto di vista; poi ci sono i racconti della stampa, che fecero da cassa di risonanza all’impresa.

Il racconto del Comandante CV Ugo Foschini

Disse il Comandante che: ” la decisione di issare le vele fu improvvisamente presa sulla plancia di comando del Vespucci dove, come era naturale che avvenisse  (data la simpatica indole di Foschini, commentiamo noi)  si chiacchierava allegramente con il Pilota portuale inglese regolarmente imbarcato per la navigazione sul Tamigi. Si parlava della navigazione a vela e fu per entrambi una spontanea intuizione, vedendo la favorevole direzione del vento, di issare le vele ed offrire lo stupendo spettacolo  del quale ancora oggi a quanto pare se ne parla”. (3)

L’ammiraglio Foschini è scomparso nel 2012 e la stampa lo aveva ricordato, anche per questa impresa con le sue parole:

“Avevamo un bel vento di poppa – spiegò all’epoca Foschini – così esclusi l’idea dei motori e feci tirare su le vele, lasciando ammainate quelle basse per permettermi di vedere meglio davanti, e feci anche posizionare le ancore in maniera da calarle subito in caso di necessità di arresto.

Ovviamente, resomi conto del successo della manovra e della folla sulle rive, feci issare il tricolore più grande che avevamo a bordo”.

L’Amerigo Vespucci’, risalì e ridiscese a vela il Tamigi fino a Londra mandando in visibilio i londinesi e regalando loro uno spettacolo che non si vedeva dai tempi di Nelson. “Quel comandante o è un pazzo, o è un grande marinaio”, titolarono i giornali inglesi che, ovviamente, optarono entusiasticamente per la seconda ipotesi.

“Fumo di Londra” il Vespucci nella Swinging London degli anni ’60, risale il Tamigi a Vela . Acquerello DI SANDRO FERUGLIO – Pittore di Marina cm. 26×36

La testimonianza dell’Ufficiale di  rotta , di guardia in plancia Giorgio de Strobel di Campocigno

In quell’anno il TV TLC Giorgio de Strobel di Campocigno era Ufficiale di rotta del Vespucci, anche lui si era fatto le ossa sul CorsaroII nella crociera del 1962, che sotto il comando del CF Macchiavelli e TV Basile aveva vinto la regata d’altura Newport-Bermude . Racconta:

“L’imbarco sul Vespucci è stato forse il più bello della mia vita. il c.te Foschini era uomo eccezionale , quando dava la sua fiducia a qualcuno essa era totale. Dopo il primo periodo di valutazione il C.te mi nominava di fatto Ufficiale di manovra ed in tale veste mi trovavo in plancia quel giorno, avevamo imbarcato il pilota un CF della R.N. e l’addetto navale. Issate le vele , con un leggero vento di poppa ci siamo affacciati nel Tamigi. Il Comandante era occupato con  l’Addetto Navale ed io mi ritrovai a tu per tu con il pilota, che mi dava le indicazioni di rotta che io modificavo man mano in funzione delle caratteristiche evolutive del Vespucci. Ero consapevole della responsabilità della manovra e me la cavai in modo ottimo tanto che all’arrivo dis Greenwich, al ricevimento della R.N.venivo chiamato in un gruppo di ufficiali dove il Pilota mi presentava come quel matto che aveva guidato il Vespucci a vela. Ancora oggi a tanti anni di distanza ricordo quel giorno e ringrazio l’Ammiraglio Ugo Foschini per avermene dato l’occasione”.

Il racconto di Roberto Visco, all’epoca cadetto del primo anno, nel suo diario pubblicato sul sito del Corso Antares:

10 settembre 1968 ( riporto alcuni stralci del dettagliato diario pubblicato sul sito)

“Siamo alla fonda in prossimità della costa presso il Foulness, a circa 15 miglia dall’imboccatura del grande fiume.

La marea è quasi in stanca, fra non molto, quando avrà raggiunto il minimo riprenderà a salire generando così la corrente ascendente verso Londra.

Per risalire il Tamigi ci sono delle regole stringenti da seguire.

I fondali sono riportati sulle carte, ma essi sono riferiti all’ultima rilevazione, dobbiamo tenere presente che ci troviamo alla foce di un fiume e che è quindi buona norma tenere l’ecoscandaglio in funzione.

La bandiera golf è a riva, poi quando imbarcato il pilota si issa la bandiera hotel.

Lasciamo l’ancoraggio alle 08,00

Dirigiamo per imboccare il canale. Sono in sala nautica, gli allievi hanno il compito di seguire la navigazione riconoscendo e smarcando sulla carta nautica le boe che s’incontrano. Le uniche difficoltà sono da attribuire esclusivamente alla densa e persistente foschia, quasi una nebbia.

Ecco il Tamigi, il fiume più importante della Gran Bretagna. La larghezza delle sue rive al London Bridge (in città) è di 240 metri che salgono a 450 a Woolwich ed a 1.300 a Gravesend, nei pressi dell’estuario.

Il fiume è navigabile con facilità fino a 15 miglia oltre il Tower Bridge, tenendo comunque in debito conto le maree in quanto lo stesso è attraversato da 27 ponti fissi.

Si cambia il pilota e si continua a risalire il fiume.

Viene chiamato il posto di manovra generale alla vela ed iniziamo così un’epica avventura: risalire il Tamigi a vele spiegate.

La corrente di marea è ora decisamente in entrata (2,5 nodi) e ci aiuta nella nostra navigazione anche se è necessario manovrare le vele in continuazione a causa delle numerose anse che il fiume presenta anche se il vento spira sempre dai settori poppieri.

Consapevoli dell’importanza dell’evento non si bada alla fatica che questa prolungata manovra procura.

Passiamo dalle chiuse, che vengono azionate in casi di maree eccezionali, e continuiamo la nostra navigazione alla volta di Greenwich, il posto che ci hanno assegnato come ormeggio.

Sulle sponde del fiume si notano gli ingressi ai “docks”, utilizzati dalle navi mercantili per i loro traffici.

Greenwich si trova a longitudine 0°00’ ed il meridiano corrispondente prende appunto il nome dal quartiere londinese.Il precitato meridiano passa attraverso l’Old Royal Obsevatory, che è elevato di 44 m.slm, nel più alto sito di Grenwich Park.

Greenwich, situato sulla sponda sud del fiume, ospita numerose infrastrutture della Royal Navy. Fra queste quella di maggior importanza è il Royal Naval College, strutturato su quattro costruzioni aperte su un’ampia piazza e situate nelle vicinanze del molo sul fiume. Poi abbiamo il National Maritime Museum, dove sono raccolte numerose epiche pagine della Marineria Inglese, fra cui tutte le scoperte del famoso Capitan Cook, l’esploratore del Pacifico.

Alle 1530Z s’imbrogliano tutte le vele e ammainiamo fiocchi e stralli. Si sale a riva, si serrano le vele e si rimane lassù per rendere gli onori, con il saluto alla voce, al Royal Naval College che ormai appare in lontananza.

Ecco il College, siamo a longitudine 0°00’,  proseguiamo di alcune centinaia di metri, si viene girati da due rimorchiatori e ci ormeggiamo tra due boe di fianco al canale dragato sul fiume. Siamo ormeggiati in longitudine 0°02’.0 W. Il centro della città dista circa otto chilometri.” Sono le 16,00. La navigazione sul grande fiume è durata 8 ore!

Raggiunto l’ormeggio l’equipaggio serra le vele, tributando un saluto al Royal Naval Gollege ( foto dal sito del corso Antares)

Racconta Antonello Gamaleri, cadetto della prima classe addetto alle gabbie di maestra, in un articolo sulla rivista “Marinai d’Italia”

Il comandante Foschini voleva entrare a vela e voleva fare anche il saluto alla voce sui pennoni. Entrammo a vela dalla foce del Tamigi. Così poi alla fine andammo a riva per serrare le vele prima dell’ansa di East India Basin Dock. Arrivammo all’ormeggio a Greenwich Pier davanti al Naval College con tutta la gente a riva. Un quasi saluto alla voce. Nelle ultime anse eravamo già a riva e le gabbie ancora portavano un po’ con già il motore in funzione. Le gabbie ancora non imbrogliate in qualche tratto andarono a collo, ma lontano dalla vista dei giornalisti e il pezzo sul Times della risalita a vela del Tamigi uscì il giorno dopo, 11 settembre del 1968. Non sono più riuscito a ritrovarlo.(5)

 Gli echi sulla stampa (6)

La crociera prosegue

Il 18 Settembre 1968, la nave riparte da Londra , riscendendo il fiume  con la stessa modalità con cui lo aveva risalito: cioè a vela. Anche in questo caso ci viene in aiuto il diario di Roberto Visco:

“Ultimi preparativi ed ecco infine i due rimorchiatori che si vincolano rispettivamente a prora ed a poppa. Alle 0800Z, mollati gli ormeggi,i rimorchiatori iniziano a vogare spostando il Vespucci verso il centro del fiume, raggiunto il quale vengono lasciati liberi.

Scendiamo il fiume con la marea a favore.“Posto di manovra generale alla vela” Subito saliamo a riva per rendere gli onori, con il saluto alla voce, al Royal Naval College. In piedi sui pennoni salutiamo Greenwich che si allontana. Si mollano e si bordano le vele e passiamo la mattinata a ridiscendere il grande fiume.

5280.- Due anni fa, l’Italia comprava uno stormo di aerei spia hi-tech

Il Gulfstream CAEW G550 è il risultato delle modifiche apportate, in parte dalla stessa ditta costruttrice stessa (Type A modification) ed, in parte, dalla Elta Systems Ltd ad Ashdod, Israele, con l’allestimento ed il montaggio dei sistemi di missione (Type B modification) tra i quali il radar di sorveglianza.charset=Ascii. Così, Fabio Gigante.

L’Italia si è dotata della più grande flotta di aerei per lo spionaggio elettronico d’Europa. Dieci aerei spia equipaggiati con i sistemi più avanzati e costosi, in grado di individuare, analizzare e disturbare qualunque impulso, dai telefonini ai radar. Sono un sistema multi-sensore con funzioni di sorveglianza aerea, comando, controllo e comunicazioni, per garantire la supremazia aerea e il supporto alle forze di terra e di mare. Questa flotta è determinante per il controllo del Mediterraneo e sta operando sull’Ucraina e sul Mar Nero dalla Romania. È evidente che questo assetto travalica le necessità della, più modesta, politica estera italiana e che è, invece, ben funzionale a quella degli Stati Uniti e della NATO. È, altrettanto, evidente che il governo italiano che uscirà dalle prossime elezioni dovrà essere funzionale alle politiche di Washington, in una parola, Atlantista.

Tratto da un articolo di Gianluca Di Feo

A dicembre 2020, il governo italiano accolse l’invito di aggiungere altri otto Gulfstream CAEW G550 ai due già in dotazione al 71° Gruppo del 14° Stormo di Pratica di Mare, per il controllo del Mediterraneo. Il sistema d’intelligence elettronica si basa su una cellula commerciale ed è stato realizzato in Israele dalla IAI. Ciascun aereo costa circa mezzo miliardo e l’acquisto dà luogo a compensazioni. Quando sono stati acquistati i primi due Gulfstream Caew, ad esempio, Israele firmò un contratto di pari importo per i jet d’addestramento Aermacchi M-346.

Il 71° Gruppo sta conducendo missioni di pattugliamento marittimo sulla flotta navale russa e di gestione del campo di battaglia (Bm – Battlefield Management), grazie alla compatibilità con i sistemi Rover basati a terra sull’aeroporto di Pratica di Mare e sulle unità navali della NATO in missione nel Mediterraneo centrale (può trasmettere anche video di immagini utili all’interpretazione dell’ambiente in cui si sta operando). “Le informazioni ottenute dai singoli sensori vengono analizzate e “fuse” in modo automatico, permettendo una rapida ed accurata acquisizione ed identificazione dei bersagli.” “Questa integrazione nei sistemi di comunicazione della Difesa italiana avviene attraverso il sistema di comunicazione Link 16, lo stesso utilizzato dalle piattaforme di ultima generazione come il cacciabombardiere Stealth F-35, che proprio grazie ai suoi potenti sensori è in grado di coadiuvare il lavoro svolto dal G550 e da altre piattaforme, navali o terrestri, in modo da fornire un quadro completo ed in tempo reale, della situazione di combattimento: quella che, in gergo militare, si definisce situational awareness e che permette la “supremazia informativa”, come detto anche dal capo di Stato maggiore della Difesa generale Enzo Vecciarelli.”

Operatori a bordo G 550. foto AMI. La Rasp (Recognized Air Surface Picture) ottenuta dal sistema e validata dagli operatori di missione, viene visualizzata tramite sei postazioni di bordo e può essere disseminata in maniera sicura e tempestiva ai centri di comando a terra grazie a un potente sistema datalink.

Questa squadra di aerei spia è la più potente d’Europa e, nella NATO, l’Aeronautica militare è l’unica ad averla. Imbarca i sistemi più avanzati e costosi disponibili, ed è in grado di individuare, analizzare e disturbare qualunque impulso, a partire dai telefonini, fino ai radar. Il vanto, tuttavia, si ferma all’aeroplano e al Gruppo che lo possiede perché è evidente che il sistema d’arma è al servizio, sopratutto, della NATO e dell’US:NAVY.

In febbraio, i due Gulfstream CAEW G 550 operativi del 71° Stormo dell’AMI, perlustrarono tutto il Mediterraneo centrale a “caccia” delle sei grandi navi d’assalto anfibie della flotta navale Russa, salpate il 15 gennaio dal Baltico e dal mare di Barents per il porto siriano di Tartus.  
I G550 italiani operano insieme ad altri velivoli NATO (fonte Flight Radar 24) e tutto fa capo al Pentagono.

Un programma ambizioso che decreta l’acquisto di altri otto 007 alati da Stati Uniti e da Israele, in aggiunta ai due già in servizio. Difficile stimare il costo finale dell’operazione, che dovrebbe essere vicino ai cinque miliardi di euro: solo per la nuova tranche sono stati stanziati 1.223 milioni.

“Questi aerei sono letteralmente delle “spugne” di dati, capaci di intercettare qualunque emissione su un’area vastissima, analizzarla in tempo reale con l’intelligenza artificiale e distribuire i risultati ai comandi di Esercito, Marina e Aeronautica. Diventeranno gli snodi volanti di una rete di sorveglianza globale, scambiando informazioni direttamente con i satelliti, con i caccia, con le navi o con i reparti di fanteria. In più possono compiere operazioni mirate per la lotta al terrorismo: cercare la voce di un singolo ricercato attraverso milioni di conversazioni telefoniche e quando la trovano, localizzarne la posizione e seguirne i movimenti. Macchine con tecnologia eccezionale a un prezzo straordinario: ogni velivolo costa circa mezzo miliardo di euro.”

Il G550 CAEW è in grado di restare in volo per ore e di “spazzare” un’area di 300 chilometri di raggio a 360 gradi, oppure di “focalizzarsi” su un unico punto della superficie terrestre per osservarlo meglio, arrivando, perfino a distinguere un’autovettura o un piccolo Uas (Unmanned Air System), il tutto in tempo reale.binary comment

“Queste centrali di intelligence già oggi sono protagoniste di duelli elettronici nei cieli più caldi del globo. A largo di Cipro, si sfidano Embraer greci e Boeing turchi mentre davanti a Taiwan si confrontano jet-radar cinesi e statunitensi.” Ma nessun Paese europeo ha deciso un potenziamento pari a quello approvato dal governo italiano: la Gran Bretagna ha tre aerei di questa specialità, i più grandi Boeing RC-135; la Francia ha scelto di acquistarne tre e persino Israele ne schiera otto. L’Italia invece ne avrà dieci.

Il Boeing RC-135 R/V Rivet Joint, da 32 anni al servizio degli Stati Uniti.

Il programma supera di anni luce l’impegno della nostra politica estera, che, finora e in futuro, si è tenuta e si terrà lontana da posizioni assertive nelle crisi del Mediterraneo, sopratutto in quelle originate dalle politiche espansive della Turchia in Libia o o per i giacimenti petroliferi dell’Egeo. Più che di un investimento massiccio per prevenire i pericoli degli anni venturi, si può parlare di un contributo poco visibile, ma di grande valore e determinante, all’incremento dell’impegno finanziario richiesto dalla NATO. È evidente che questo assetto travalica le necessità della politica estera italiana e che è, invece, ben funzionale a quella degli Stati Uniti e della NATO. È, altrettanto, evidente che il governo italiano che uscirà dalle prossime elezioni dovrà essere funzionale alle politiche di Washington, in una parola, Atlantista.

La spia volante dell’U.S. Navy Lockheed EP-3E

In queste ore ci sono dozzine di aerei spia della Nato impegnati nel controllo dell’evoluzione bellica e nella protezione dei confini orientali dell’Alleanza. Dopo quello italiano nella stessa zona è comparso un Boeing RC135 britannico, specializzato nel captare le emissioni di radar e radio, e un Lockheed EP3 statunitense, con apparati per la sorveglianza navale. Ma le capacità del velivolo dell’Aeronautica sono ritenute superiori a quelle di qualsiasi altro sistema occidentale

La struttura del piano, però, ha caratteristiche che trova un precedente nell’acquisto dei primi 125 F-104 dello scandalo Lockheed, furbescamente addebitato all’acquisto dei primi 12 Lockheed C-130 Hercules: invece, il miglior acquisto del dopoguerra. All’epoca, era prevista una regalia per ognuno dei 100 F-104 Starfighter del contratto, ragion per cui i 100 divennero 125, ma per non variare il budget, furono acquistati vuoti, cioè, senza elettronica, radar e missili. “Si è deciso infatti di acquistare subito otto aerei, anche senza disporre dei fondi per attrezzarli. Soltanto due riceveranno le apparecchiature elettroniche; gli altri sei resteranno in attesa di trovare le risorse per equipaggiarli. Una procedura che, di fatto, vincola gli stanziamenti per i prossimi decenni, giustificata con una motivazione tecnica: il velivolo Gulfstream scelto da Israele sta per uscire dalla produzione e per adattare un altro modello bisognerebbe affrontare spese ancora più consistenti. Il costo dell’aereo infatti si aggira sui 60 milioni di euro, mentre quello dei sistemi di spionaggio supera, attualmente, i 400 milioni per ogni esemplare. Quindi, i 1.223 milioni stanziati hanno riguardato solo due velivoli completi e sei “vuoti”.

Stando alla rivista specializzata Rid, alcuni Gulfstream saranno dotati di sistemi elettronici forniti dall’azienda statunitense L-3 Harris attraverso un accordo con il governo di Washington: una scelta imposta dalla necessità di avere apparati integrati nella rete della Nato. Per altri, invece, si ipotizza di ricorrere a strumentazione israeliana simile a quella dei due velivoli già in servizio con l’Aeronautica: è una versione chiamata Caew dedicata al monitoraggio dello spazio aereo, che funziona anche da radar volante pur mantenendo potenti capacità di intelligence.

Poiché non si tratta di prodotti nazionali, il governo prevede di ottenere il coinvolgimento di ditte italiane nella costruzione di componenti o di negoziare contropartite con i Paesi fornitori, come fu per l’aereo da addestramento Macchi M-346.

Mocchi M-346 Lavi

sviluppare ulteriormente gli ambiti di cooperazione nel settore militare, una collaborazione che contribuisce sia alla rispettiva sicurezza dei paesi che a ulteriori positive ricadute in termini industriali”. Anche l’accordo con gli Stati Uniti prevede compensazioni per le aziende italiane pari al 93% del valore. A beneficiarne dovrebbe essere soprattutto il gruppo Leonardo. In più, l’aeroporto di Pratica di Mare, a pochi chilometri da Roma, ospita il centro di manutenzione specializzato con duecento dipendenti che deve occuparsi dei velivoli in servizio con altre nazioni.

Si tratta di un assetto strategico, a favore della politica USA e, infatti, il decreto ministeriale che ha disposto l’esborso ha un titolo lunghissimo e di difficile comprensione:

Senato della Repubblica – Procedura: Parere su atti del Governo

XVIII Legislatura

Schema di decreto ministeriale di approvazione del programma pluriennale di A/R n. SMD 03/2020, relativo all’acquisizione, funzionamento e supporto di una piattaforma aerea multi-missione e multi-sensore per la condotta di attività di caratterizzazione, sorveglianza e monitoraggio della situazione tattico-operativa, di supporto decisionale di livello strategico e operativo, di comando e controllo (C2) multi-dominio e di protezione elettronica (n. 223).

5279.- CHI HA VOTATO PRO O CONTRO IL GREEN PASS: NOMI, DATI E STATISTICHE

Avete fatto 140.000 morti, ci avete tirato in una guerra, avete distrutto l’economia e ci chiedete il voto!

Da Byoblu, 29 Luglio 2022, di Arianna Graziato

Le elezioni del 25 settembre si avvicinano ed è giunto il momento di portare tutti i nodi al pettine. Primo fra tutti: la questione green pass.

I parlamentari devono rispondere del proprio voto e i cittadini devono poter conoscere nomi e cognomi di chi ha approvato il lasciapassare.

Pubblichiamo allora l’elenco completo dei deputati che hanno votato a favore o contro lo strumento di controllo sociale e le percentuali dei partiti che hanno sostenuto o meno tali decreti.

I dati sono forniti da Openpolis, piattaforma di democrazia diretta che permette di consultare banche dati pubbliche e liberamente fruibili sulle attività degli eletti, le loro dichiarazioni, programmi ed iniziative effettivamente realizzate.

I dati qui sotto riguardano: green pass, green pass sul lavoro, super green pass e obbligo vaccinale per gli over 50. Per ogni parlamentare scoprirete se il deputato è favorevole, contrario o assente.

Consulta-lelenco-dei-deputati-1Download

● Green pass 09/09/2021:

Parlamentari ribelli che hanno espresso un voto diverso da quello del partito (contrario al green pass): De Martini Guido (Lega) e Giannone Veronica (Fratelli d’Italia).

● Green pass sul lavoro 17/11/2021:

Parlamentari ribelli che hanno espresso un voto diverso da quello del partito: De Martini Guido (Lega), Claudio Borghi (Lega) e Giannone Veronica (Fratelli d’Italia)

● Super green pass 20/01/2022:

Parlamentari ribelli che hanno espresso un voto diverso da quello del partito: Claudio Borghi (Lega), Loss Martina (Lega), Giannone Veronica (Fratelli d’Italia), Flati Francesca (Movimento 5 stelle) e Lorenzoni Gabriele (M5S).

● Obbligo vaccinale over 50 24/02/2022:

Parlamentari ribelli che hanno espresso un voto diverso da quello del partito: Tomasi Maura (Lega), Cestari Emanuale (Lega), De Martini Guido (Lega), Sani Luca (PD), Zangrillo Paolo (Fratelli d’Italia), Pella Roberto (FI), Giannone Veronica (FI), Lorenzini Gabriele (Movimento cinque stelle), Fraccaro Riccardi (M5S).

5278.- Le mascherine sono nocive?

Nelle mascherine, come è naturale, si sviluppano colonie batteriche all’interno e all’esterno eppure c’è una minoranza di gente ostinata che resiste pensando di proteggersi, complici il ministero della salute e il suo degno ministro, che continuano a raccomandarne l’uso. Nessuno li avverte che le persone con un sistema immunitario indebolito non dovrebbero indossare la stessa mascherina due volte. L’Italia è l’unico Paese in Europa, dove esiste l’obbligo della mascherina per gli studenti e gli insegnanti. C’è chi dice che dobbiamo smaltire le scorte accumulate.

Di Sabino Paciolla|Luglio 29th, 2022

Un nuovo studio trova prove inquietanti. Vi propongo un articolo scritto da Michael Simmons e pubblicato su The Spectator. Ve lo segnalo nella mia traduzione. 

mascherine-coronavirus

Le mascherine potrebbero farci ammalare? È quanto suggerisce uno studio giapponese, pubblicato questa settimana sulla rivista Nature’s Scientific Report, che ha analizzato la crescita di batteri e funghi sulle mascherine indossate durante la pandemia. I risultati potrebbero farvi passare la voglia del tè.

Lo studio ha esaminato le maschere di 109 persone e ha dimostrato che i batteri crescono in colonie più grandi all’interno della mascherina rispetto all’esterno. L’opposto era vero per i funghi. Indossare la stessa mascherina per un lungo periodo di tempo ha aumentato “significativamente” la quantità di funghi che crescono sulla mascherina, ma non ha avuto alcun effetto sulla quantità di batteri.

Tutte le mascherine, tranne una (il 99% di quelle esaminate), contenevano colonie batteriche all’interno e il 94% all’esterno. Il tipo di mascherina indossata – di stoffa o monouso – non ha fatto alcuna differenza nella diffusione dei batteri. D’altra parte, i funghi sono stati trovati all’esterno del 95% delle mascherine e all’interno del 79%. Un dato interessante è che la conta batterica era più bassa all’interno delle mascherine indossate dalle donne. L’indagine ha suggerito che ciò potrebbe essere dovuto al fatto che le donne si truccano e si prendono più cura della loro pelle.

Anche il cibo può essere un fattore determinante. I giapponesi sono ghiotti di un piatto chiamato Natto, ovvero fagioli di soia fermentati. Forse non sorprende che i partecipanti allo studio che consumavano regolarmente questo piatto avessero un numero quasi tre volte superiore di batteri B. subtilis sulle loro mascherine, lo stesso batterio usato per preparare i fagioli.

Sebbene molti di noi abbiano ormai abbandonato le mascherine, c’è una minoranza ostinata che resiste. Forse hanno un falso senso di sicurezza, dato che i benefici più convincenti delle mascherine in termini di trasmissione si sono verificati quando una grande percentuale della popolazione le indossava, proteggendo gli altri dalla trasmissione piuttosto che se stessi. Questa contropartita semplicemente non funziona se solo un terzo di noi indossa la mascherina.

Tuttavia, questo non impedisce la persistenza di alcune organizzazioni nell’incoraggiare l’uso della mascherina. Alcuni enti del Servizio Sanitario Nazionale hanno ripristinato l’obbligo di indossare la mascherina. Inoltre, non c’è bisogno di passare molto tempo in una stazione della metropolitana di Londra per sentirsi dire “per favore, indossi una mascherina se si sente a suo agio”.

La maggior parte degli agenti patogeni e dei germi trovati sulle mascherine non erano pericolosi per l’uomo, ma ne sono stati trovati diversi che possono causare gravi danni. Il Bacillus cereus, ad esempio, può causare vomito e diarrea, mentre lo Staphylococcus saprophyticus può causare infezioni alla vescica e l’Aspergillus è una muffa che può causare problemi respiratori.

I ricercatori hanno chiarito che molti di questi rischi possono essere evitati cambiando regolarmente le mascherine. Questi rischi sono abbastanza preoccupanti da indurre gli autori a modificare i consigli ufficiali: le persone con un sistema immunitario indebolito non dovrebbero indossare la stessa mascherina due volte. Con l’arrivo e la scomparsa di nuove varianti e con il picco e il declino dei casi, il dibattito sulle mascherine continua. Queste nuove prove, relative all’igiene della copertura del viso, possono solo aiutare queste discussioni e le decisioni che prendiamo.

5277.- “La caduta di Mario Draghi è un trionfo della democrazia, non una minaccia”.

Se ne sono accorti anche gli americani.

Dal NEW YORK TIMES, July 27, 2022: Mario Draghi’s Fall Is a Triumph of Democracy, Not a Threat to It. Traduzione libera di Mario Donnini.

Christopher Caldwell

By Christopher Caldwell

Mr. Caldwell è un opinionista e l’autore di “Riflessioni sulla rivoluzione in Europa: immigrazione, Islam e Occidente”.

Mario Draghi, che la scorsa settimana ha rassegnato le dimissioni da presidente del Consiglio dei Ministri italiano, ha un curriculum straordinario per uno statista contemporaneo: direttore esecutivo della Banca Mondiale negli anni ’80; direttore generale del Tesoro italiano negli anni ’90; governatore della Banca d’Italia negli anni 2000; e presidente della Banca centrale europea nella crisi finanziaria degli anni 2010, durante la quale gli viene attribuito il merito di aver salvato l’euro.

Per i partigiani del governo Draghi, dell’Unione Europea e dell’economia globale, è diventato un simbolo di continuità democratica di fronte agli sconvolgimenti economici e all’estremismo partigiano. In questa prospettiva, la dipartita di Draghi, frutto del boicottaggio di un voto di fiducia da parte di tre partiti nel suo governo, fa presagire una catastrofe. Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, lo ha definito un “capitolo oscuro per l’Italia”.

Per ora, il Sig. Draghi continua come presidente del Consiglio dei Ministri ad interim. La prima in lista per sostituirlo dopo le elezioni di settembre è la politica nazionalista-populista Giorgia Meloni. In una delle sue newsletter, JPMorgan ha descritto le manovre parlamentari che hanno portato alla cacciata di Draghi come un “colpo di stato populista”. Dal momento che Draghi ha appoggiato le sanzioni alla Russia per l’invasione dell’Ucraina, i giornalisti italiani condannano i suoi oppositori definendoli “filoputiniani” o “amanti di Putin”.

Ma c’è un qualcosa di strano nel ruolo di Draghi come simbolo di democrazia: nessun elettore da nessuna parte ha mai votato per lui. È stato insediato per rompere un’impasse politica all’inizio del 2021 su richiesta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lui stesso non eletto direttamente. Per quanto onorevole e capace possa essere il signor Draghi, le sue dimissioni sono un trionfo della democrazia, almeno per come è stata tradizionalmente intesa la parola democrazia.

Il problema dell’Italia è che i suoi governi, ora, servono due padroni: l’elettorato e i mercati finanziari globali. Forse questo è vero per tutti i paesi dell’economia globale. Ma non è così che dovrebbe funzionare la democrazia, e l’Italia si trova a subire un vincolo particolare. Con il debito pubblico al di sopra del 150 per cento del prodotto interno lordo, la popolazione in calo e i tassi di interesse in aumento, l’Italia è intrappolata in una moneta europea comune che non può svalutare.

Più volte, negli ultimi decenni, la politica ordinaria in Italia è stata sospesa e governi “tecnici” come quello di Draghi sono stati chiamati a imporre misure di emergenza. Ciò significa che il governo italiano ascolta meno di quanto si dovrebbe i cittadini, anche se li invita a fare grandi sacrifici e a soggiacere ad adeguamenti.

L’elettorato italiano sembra essere diventato populista in pianta stabile. Le elezioni italiane del 2018 sono state il terzo grande sconvolgimento antisistemico della metà dell’ultimo decennio, dopo la Brexit e l’elezione di Donald Trump nel 2016. Il Movimento 5 stelle populista di sinistra, fondato dal comico Beppe Grillo, ha ottenuto un terzo dei voti. Quel partito si oppose alla corruzione e all’inquinamento e chiese programmi sociali redistributivi, approvando persino una versione del reddito di base. Ha governato in coalizione con la Lega, un partito populista di destra guidato da Matteo Salvini, che si è concentrato sulla chiusura delle coste italiane del Mediterraneo all’immigrazione africana. Il governo, guidato da Giuseppe Conte, ebbe una base molto popolare.

Quando il Covid ha colpito nel 2020, la Banca Centrale Europea ha promesso all’Italia 200 miliardi di euro in aiuti per la pandemia. Il primo ministro Conte, che in quel momento guidava un governo progressista più tradizionale, in coalizione con una politica di stile socialdemocratico, era ancora molto popolare. Ma né l’Unione Europea né l’establishment romano si fidavano della sua capacità di saper spendere tutti quei soldi. Quando l’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, disponibile agli affari, tolse i suoi alleati dalla coalizione, si disse che Draghi godeva della “credibilità” necessaria per calmare i mercati.

Ma in cosa consiste la credibilità di Draghi? In una democrazia, la credibilità deriva da un mandato popolare. In un “governo tecnico”, la credibilità deriva dai collegamenti con banchieri, autorità di regolamentazione e altri addetti ai lavori. Quando una persona nella posizione di Draghi prende il potere, può non apparire chiaro se sia la democrazia che sta sollecitando l’aiuto delle istituzioni finanziarie o se, invece, siano le istituzioni finanziarie ad aver messo la democrazia in un angolo.

La scorsa settimana, sulla scia delle dimissioni di Draghi, un consulente della banca italiana UniCredit ha posto un’ipotetica domanda alla Banca centrale europea: “E se i candidati di destra facessero bene e il mercato obbligazionario vendesse – la Bce interverrebbe, allora?” Il “pericolo” che i gestori tecnocratici del rischio stanno gestendo potrebbe riguardare la democrazia stessa.

Il piano di soccorso Covid dell’Unione Europea aveva lo scopo di spingere l’Italia verso le riforme del libero mercato. In cambio di un aiuto, Bruxelles ha avuto più voce in capitolo, almeno per come è governata l’Italia. L’Italia ha ricevuto solo 46 miliardi di euro delle somme promesse; saranno necessarie dozzine di riforme prima che l’Unione europea distribuisca il resto.

Queste riforme sono diventate odiose per molti elettori. Ad esempio, l’Unione Europea voleva che le spiagge italiane fossero aperte alla concorrenza del mercato. La costa italiana è di proprietà pubblica. Lo Stato concede concessioni alle piccole imprese che gestiscono le spiagge. Tali attività, spesso mantenute nella stessa famiglia per generazioni, danno lavoro a circa 100.000 italiani.

I partigiani delle riforme, sostenuti dal Sig. Draghi, chiamano “monopolisti” le famiglie che gestiscono quelle antiche concessioni balneari che traggono profitto dalla proprietà pubblica. Gli oppositori delle riforme, il più loquace dei quali è stato Salvini, direbbero che l’epiteto “monopolista” era più adatto alle catene alberghiere internazionali che avrebbero spazzato via quelle piccole imprese.

L’Unione Europea voleva anche che l’Italia cambiasse le sue leggi sul trasporto automobilistico. Esiste in Italia un accordo di licenza speciale per gli operatori automobilistici, distinto da quello per i taxi. Le licenze sono costose. È difficile formare consorzi in cui un imprenditore possa gestire una scuderia di gig-lavoratori (lavoratori a chiamata) che guidano i taxi. Finora Uber ha operato in Italia solo nel modo più limitato.

Uber è un’azienda con sede a San Francisco che fornisce servizi di trasporto automobilistico privato attraverso un’applicazione mobile che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti. Uber è uno dei maggiori rappresentanti della cosiddetta economia collaborativa.

I sostenitori della riforma del mercato probabilmente considerano un grande furto che un taxi dal centro di Milano al lontano aeroporto di Malpensa debba costare 100 euro e probabilmente vedono la concorrenza di Uber come un modo per risolverlo. Per gli avversari, Uber è un problema, non una soluzione.

Molte di queste riforme avrebbero dovuto essere attuate entro la fine dell’anno. Il momento delle dimissioni di Draghi non è quindi casuale. Quando è comparso davanti al Senato la scorsa settimana per sostenere la causa per andare avanti, molti italiani erano irritati per gli affronti alla loro democrazia, affronti che non erano realmente giustificati dall’interesse dell’Unione Europea per la stabilità macroeconomica.

Questo è un interesse legittimo. Il debito dell’Italia potrebbe ancora avere ripercussioni per i suoi cittadini e per l’Europa. Ma nessuno è ancora arrivato a un modo soddisfacente per affrontare il problema del debito in un paese fortemente indebitato. Risolvere tali problemi può richiedere l’immissione di denaro esterno in un sistema politico, e questo risulta essere difficile da fare in modo imparziale.

Puoi avere i soldi per salvare il tuo paese solo se il signor Draghi è il tuo presidente del Consiglio dei Ministri , è stato essenzialmente detto agli italiani, altrimenti no. Date le circostanze, non c’è proprio nulla di “populista” o di “amante di Putin” o di irragionevole nel preoccuparsi delle conseguenze per la democrazia.

5276.- L’Italia? Di fatto è commissariata. Ecco perchè

Gli italiani sono al mare. Quando torneranno, provate a farglielo capire …

WSI, 28 Luglio 2022, di Leopoldo Gasbarro

Nei giorni scorsi ho ironizzato moltissimo sulla coalizione che vincerà le elezioni del prossimo 25 settembre: quella tra Bce e Ue, con Christine Lagardenel ruolo di presidente del Consiglio imposto. Il mio non era un gioco, bensì un’analisi del Tpi (Transmission protection instrument) ossia lo scudo anti-spread della Bce. Che pare essere il “parente cattivo” del Mes (Meccanismo europeo di stabilità). L’Italia è di fatto commissariata. A chi non se ne fosse accorto, consiglio di dare una lettura alla stampa internazionale. Comprenderebbe subito che le mie riflessioni non sono molto lontane dalla verità. Anzi.

L’Italia vista dalla stampa estera

Ieri l’agenzia di stampa Reuters ha pubblicato un articolo che dovrebbe far riflettere non poco sulle ingerenza di Europa, Usa e Russia nella politica interna italiana. Ecco qualche stralcio particolarmente significativo:

“La Banca centrale europea sembra quasi certa di frenare i rendimenti obbligazionari eccessivi nelle prossime settimane mentre il maggior debitore dell’eurozona, l’Italia, si avvicinerà alle elezioni.  Il premio d’interesse che i creditori chiedono all’Italia torna a crescere. Il paese che soffre di un declassamento delle prospettive del debito da S&P, rischia davvero di avere la necessità di un’azione della Bce. Tali possibilità sembrano destinate a crescere, mentre la campagna elettorale si riscalda e gli investitori danno un prezzo alle promesse economiche dei partiti radicali”.

Elezioni, debito, interventi per contenere lo spread. La Bce sarebbe pronta ad agire, ma quali sacrifici ci chiederebbe in cambio? Reuters nel prosieguo dell’articolo illustra meglio a cosa stia andando incontro l’Italia.

“La banca (Bce) ha anche affermato che acquisterà il debito di un paese solo per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate e se quel paese rispetterà i protocolli economici dell’Ue, incluso uno per tenere sotto controllo il debito pubblico. Ciò stabilisce il margine di manovra che la presidente della Bce Christine Lagarde e i suoi colleghi del consiglio direttivo hanno deliberatamente lasciato a se stessi”.

Il Tpi, lo strumento finanziario esecutivo, lascia poco spazio di manovra all’Italia e ai suoi politici: saranno infatti Ue e Bce a decidere se e come utilizzarlo, oltre a gestire parametri e aiuti. Ecco perché Reuters non dimentica di ricordarci che:

“L’agenzia di rating S&P Global ha declassato le prospettive dell’Italia a causa delle preoccupazioni sulla capacità del paese di soddisfare le condizioni dell’Unione Europea. La Bce intanto ha chiarito che manterrà l’ultima parola su qualsiasi intervento sul mercato Tpi, una differenza sostanziale rispetto al precedente schema di emergenza della Bce, noto come Outright Monetary Transactions”

Questi stralci dell’articolo di Reuters ci dovrebbero aprire gli occhi. L’articolo inoltre contiene un forte attacco alla coalizione di centrodestra, la cui eventuale vittoria è prefigurata come elemento di forte squilibrio in Europa. Se non è ingerenza questa….