Archivi categoria: NWO – banche

6009.- La guerra perenne. Covid 19, Ucraina e in Israele per destabilizzare il mondo.

Da Il blog di Sabino Paciolla, di Leonardo Guerra. 22 ottobre 2023

guerra esplosione

L’ideologia neoliberale usa sempre lo stesso schema di gioco in tutte le sue fasi del Great Reset, di cui la guerra al Covid 19 (non convenzionale) è stata la prima e quella convenzionale la seconda.

Si è diffusa e affermata tramite la cultura edonistica, materialista ed individualista negli ultimi 60 anni. I social dal 2000 hanno dato un contributo straordinario al piano di atomizzazione delle persone e a radicalizzare la già forte polarizzazione delle società. Rappresentano dei veri strumenti molto evoluti di manipolazione di massa che utilizzano una potentissima tecnologia persuasiva gestita dalla Intelligenza Artificiale.

Questa ideologia ha sempre dimostrato e continua a dimostrare il totale disprezzo per la vita umana.

Prima nei paesi africani e mediorientali, al solo scopo della supremazia geopolitica ed economica, e più recentemente anche nei confronti dei cittadini non allineati, appartenenti ai paesi del blocco occidentale, che non si sono piegati al pensiero unico del totalitarismo globalista.

Per il blocco Industrial- militare predatorio, cui apparteniamo, il “perseguimento di un obiettivo militare” prevede che i civili dei paesi da sottomettere e quelli non allineati, appartenenti al blocco occidentale, non siano nemmeno degni di essere considerati umani. Diventano nella loro considerazione e nel loro linguaggio l’equivalente di animali umani e/o di parassiti…semplicemente non contano nulla rispetto al compito più grande e “nobile” del raggiungimento dell’“obiettivo militare”. Se costituiscono un impedimento o uno ostacolo, vanno semplicemente spazzati via.

Attingono ad un’antica cultura che si considera superiore a tutte le altre. Negli ultimi decenni si sta creando, antropologicamente, una “nuova razza umana” quella dei “neo- liberali” che disconosce le altre, le considera e le rappresenta come “bestie” in ogni occasione, come è successo durante il covid e la guerra Ucraina a chi non si allineava ai diktat, privi di alcun fondamento del nostro governo (vedasi no vax, no mascherina, putiniani, ecc), perché si permettevano semplicemente di fare domande e sollevare quesiti e dubbi legittimi. Adesso lo stesso approccio riduzionista e disumano lo notiamo nei comunicati e nei filmati di guerra di Israele in cui i loro bersagli sono visivamente e biologicamente diventati l’equivalente di parassiti che infestano Gaza.

Dopo il cavallo di Troia del Covid 19, il clamoroso fallimento dei vaccini Covid-19 (4e e 5e dosi), quello della NATO nella guerra in Ucraina si stava esaurendo la capacità di distrazione delle menti delle masse dall’“impeachment” di Biden e dalla clamorosa origine militare del SARS CoV 2. Anche l’avvicinarsi delle elezioni USA rappresenta un bisogno impellente di una nuova iniezione di terrore e di caos globale.

Le coincidenze della vita hanno voluto che qualche giorno dopo l’annunciato disimpegno in Ucraina, anticipato dal governo Biden, ci sia stato un cruento e feroce attacco terroristico di Hamas ad Israele il 7 ottobre u.s. definito, non a caso, da Netanyahu il” 9/11” o la “Pearl Habor” di Israele. Attacco militare che non ha incontrato alcun ostacolo, nessuna difesa attiva pronta a reagire, nessuna opposizione da parte di Israele che è dotata del miglior sistema difensivo e della miglior Intelligence del mondo. L’Egitto aveva avvisato Israele almeno tre giorni prima che qualcosa di grande stava probabilmente per accadere in quei giorni da parte di Hamas. Avvertimento che non è stato preso in alcuna considerazione.

Lo schema della provocazione continua estenuante nei confronti della Russia, usato in Ucraina dal 2014, è quello che Israele usa da sempre con i palestinesi. Serve a farsi percepire dall’opinione pubblica come “vittime”, quando invece sono loro ad alimentare l’odio e la guerra. La reazione di Israele all’attacco di Hamas è stata immediata e brutale. Va detto che Hamas è una creatura di Israele, voluta, creata apposta, finanziata e sostenuta per indebolire, a suo tempo, l’OLP e Arafat. Il dubbio che Hamas sia ancora controllato dal Mossad non risulta così balengo. L’uso di gruppi terroristici, infatti, per seminare e diffondere terrore nell’opinione pubblica e giustificare, quindi, le proprie azioni non è un caso isolato. La Clinton ha, infatti, ammesso che gli USA hanno finanziato l’ISIS e i Talebani, ecc. ecc. Quindi, si tratta di un sistema collaudato per esportare democrazia. Disumanizzare le popolazioni, agli occhi dell’opinione pubblica occidentale, che non accettano il giogo del dominio assoluto e di sottomettersi totalmente, è il vero obiettivo.

Classicamente, dal punto di vista della comunicazione mediatica, le riprese delle guerre occidentali NATO, in cui abbiamo “esportato democrazia” dal 11/9/2001 in poi, sono solitamente vedute aeree. Gli obiettivi sono visibili come oggetti inanimati e si tratta solitamente di edifici. Le persone vengono accuratamente evitate, rappresentate eventualmente in bianco e nero e mantenute a una distanza tale da non poter essere percepite come persone reali. La cosa più vicina che si vede ha la dimensione di una blatta, vista dall’alto. Sembra un videogioco di guerra o un film dello stesso genere di Netflix. Credo sia proprio una tecnica di comunicazione visiva, psicologica, usata scientificamente per garantire che gli esseri umani di paesi stranieri siano percepiti dal pubblico occidentale senza alcuna empatia, con indifferenza, quella con cui guarderemmo le formiche, appunto, o oggetti inanimati.

La nostra empatia, attenzione e rettitudine civile si deve, secondo il condizionamento e il volere globalista, esercitare ed estendere eventualmente solo fino ai confini del nostro Paese, forse fino ai confini dell’Ue, del Nord America e dell’Australia, ma non certo verso i concittadini non allineati, ovviamente. Al di là di questi confini, e a chi non si conforma ai diktat, tutti questi esseri umani diventano “insetti” privi di umanità, materiale usa e getta. Ciò che conta sopra ogni cosa, quindi, è l’adesione al programma di “vaccinazione globale”, il supporto incondizionato al programma di “vendetta”, il raggiungimento degli “obiettivi militari”, l’”eccezionalismo”, le “minacce esistenziali” e così via. Ciò che non ha alcun valore, e non conta nulla, è la vita delle persone che non sono schierate a favore del totalitarismo: chi sono e cosa vogliono non ha alcun valore, poiché potrebbe essere diametralmente opposto a ciò che i globalisti hanno deciso che questi vogliano.

Per la nuova “razza neo liberale” c’è il mondo occidentale e, poi, un territorio ricco di petrolio che si estende dalla Libia all’Afghanistan e che, secondo i loro filmati di guerra, è abitato solo da “insetti”.

Ma qual è la differenza? Facile, loro, gli altri… “i malvagi” e i “non allineati” dei paesi occidentali, prendono di mira gli umani, mentre i neoliberali prendono di mira solo gli “insetti fastidiosi”. È così che la “razza neo liberale” diventa improvvisamente moralmente superiore anche quando bombarda gli ospedali e compie “stragi di innocenti”, come re Erode insegna.

Un gioco di psicologia inversa demoniaco che è, a tutti i livelli, molto più depravato e devastante del più becero razzismo che i liberali dissimulano di temere come la peste per fare leva su meccanismi e impressioni profonde indotte, irrazionali delle masse. La vera minaccia etica per la nostra società contemporanea non risiede in un ritorno alla schiavitù razziale e al razzismo, ma risiede nel relativismo morale, nella dissimulazione come regola, nel negazionismo dell’ideologia liberale occidentale riguardo agli orrori della sua “dottrina dell’eccezionalità” introdotta progressivamente e che rappresenta l’essenza distillata dell’opportunismo e dell’utilitarismo legati al mantenimento ad ogni costo del dominio demoniaco sulla vita altrui e della continua manipolazione della mente collettiva.

La guerra continua ad essere una delle loro principali leve psicologiche e finanziarie per il controllo delle popolazioni, come sempre, convenzionale, non convenzionale e/o ibrida che sia. La guerra è soprattutto uno “showbusiness”, serve a indurre la percezione e l’impressione che i potenti vogliono generare sull’opinione pubblica occidentale ed essere, quindi, legittimati in quello che hanno pianificato di fare, da tempo. La ricetta è sempre quella e noi ci cadiamo regolarmente lo stesso come dei bambini. Il bombardamento di ospedali e le stragi servono per incendiare gli animi, creare una inestinguibile sete di vendetta e a indurre la reazione voluta. Stanno cercando di spingere e di guidare, sottotraccia, l’Islam alla guerra santa contro gli europei. I primi effetti dell’innesco in casa nostra sono già stati visti in Belgio, Francia e Italia. La velocità dell’effetto prodotto mediaticamente a livello globale è impressionante e pure la conseguente polarizzazione agli estremi e contrapposta dell’opinione pubblica che prelude a scontri fra fazioni che sono portate ad odiarsi e a confrontarsi anche fisicamente. Il caos generato è la condizione ideale per la manipolazione delle masse e per garantirsi il dominio. Consente, peraltro, di riprendere e aumentare il saccheggio delle casse degli stati dell’alleanza occidentale per finanziare ufficialmente le due guerre in corso, ma anche dei risparmi dei suoi cittadini che vedranno sparire nei prossimi mesi i loro soldi dai conti bancari per l’aumento dei costi dell’energia, dell’aumento dell’inflazione e dei tassi d’interesse.

Il segreto anche in questi recenti fatti è sempre l’eccezionalismo e il sensazionalismo che viene usato per infiammare l’emotività dei cittadini, impedendo loro di ragionare, ottenere il consenso e l’accettazione a qualsiasi cosa venga, poi, fatta. Esattamente come successo con la manipolazione Covid 19. Lo si ottiene, come al solito, inducendo nelle masse la percezione di un grave problema vitale, vero o falso non è importante, che innesca una forte reazione emotiva (terrore) programmata nella opinione pubblica occidentale, con una impellente e conseguente richiesta di intervento/soluzione…a quel punto è fatta! Qualsiasi tipo di soluzione, già programmata, viene accettata. Così come è stato accettato il “fascismo degli antifascisti” oggi si accetta, come fosse normale, il “nazismo degli antinazisti”.

Questa volta però non sembra aver funzionato così bene sugli stessi ebrei, come invece funzionò con il Covid 19. La società israeliana è spezzata in due fazioni contrapposte. La maggioranza schiacciante degli israeliani ritiene che l’attacco di Hamas sia stato possibile e sia accaduto almeno per le gravi mancanze e responsabilità di Netanyahu e ne chiedono insistentemente le dimissioni.

La partita è sempre stata globale e lo è anche in questo caso. Il popolo palestinese viene usato come grimaldello, non dichiarato, per esasperare la polarizzazione nelle società occidentali e cercare d’innescare la guerra santa dell’Islam contro l’Europa per distruggerne la società e la civiltà.

Non rimane che sperare, quindi, nel buon senso dei musulmani d’Europa e del mondo, nella loro e nella nostra buona volontà perché non si abbocchi a questa ennesima, ma ormai nota, esca globalista, comprendendo il gioco demoniaco sottostante. Che ci si unisca fra popoli e persone di buona volontà per dire no in modo definitivo a questo governo globalista luciferino che è il vero nostro nemico comune e dell’umanità intera. 

5940.- “L’emergenza climatica” è una bufala

Certe isterie provengono da un’accolita di incapaci a comprendere i propri limiti, che riesce a imporre alla scienza e ai popoli le sue perversioni.

Da Gatestone institute, di Robert Williams  •  1 ottobre 2023

“I modelli climatici presentano molte carenze e non sono nemmeno lontanamente plausibili come strumenti politici. Essi (…) ignorano il fatto che arricchire l’atmosfera con CO 2 è benefico. (…) Non esistono prove statistiche che il riscaldamento globale stia intensificando uragani, inondazioni, siccità e simili disastri naturali, o li stia rendendo più frequenti”. – Tratto dalla dichiarazione “L’emergenza climatica non esiste”, firmata da 1.609 scienziati e professionisti. (Fonte immagine: iStock)

Più di 1.600 scienziati e professionisti, tra cui due premi Nobel, hanno firmato una dichiarazione in cui si afferma che “l’emergenza climatica non esiste”. Purtroppo, è improbabile che tale documento attiri l’attenzione dei media mainstream, ma è importante che la gente lo sappia: l’isteria climatica di massa e la distruzione dell’economia americana in nome del cambiamento climatico devono finire.

“La scienza del clima dovrebbe essere meno politica, mentre le politiche climatiche dovrebbero essere più scientifiche”, si legge nella dichiarazione firmata da 1.609 scienziati e professionisti, tra cui i premi Nobel per la fisica John F. Clauser (statunitense), e Ivar Giaever (statunitense di origine norvegese).

La dichiarazione aggiunge:

“Gli scienziati dovrebbero affrontare apertamente le incertezze e le esagerazioni nelle loro previsioni sul riscaldamento globale, mentre i politici dovrebbero prendere atto in modo imparziale dei costi reali così come dei presunti benefici delle loro misure politiche…

“L’archivio geologico rivela che il clima della Terra è variato da quando il pianeta esiste, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa nel 1850. Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento.

“Il riscaldamento è molto più lento del previsto…

“Il divario tra il mondo reale e il mondo modellato ci dice che siamo lontani dal comprendere il cambiamento climatico.

“Il clima si basa su modelli inadeguati. I modelli climatici presentano molte carenze e non sono nemmeno lontanamente plausibili come strumenti politici. Non solo esagerano l’effetto dei gas serra, ma ignorano anche il fatto che arricchire l’atmosfera con CO 2 è benefico…

“Il riscaldamento globale non ha aumentato i disastri naturali. Non ci sono prove statistiche che il riscaldamento globale stia intensificando uragani, inondazioni, siccità e simili disastri naturali, o li stia rendendo più frequenti. Tuttavia, vi sono ampie prove che le misure di mitigazione della CO2 sono tanto dannose quanto costose.

“La politica climatica deve rispettare le realtà scientifiche ed economiche. Non c’è emergenza climatica. Pertanto, non vi è motivo di panico e allarme. Ci opponiamo fermamente alla politica nociva e irrealistica di zero emissioni di CO2, proposta per il 2050. Puntare sull’adattamento invece della mitigazione; l’adattamento funziona qualunque ne siano le cause”.

Il professor Steven Koonin, ex sottosegretario alla Scienza presso il Dipartimento statunitense dell’Energia sotto l’amministrazione Obama, attualmente titolare di una cattedra alla New York University e membro della Hoover Institution, è autore del bestseller del 2021, Unsettled: What Climate Science Tells Us, What It Doesn’t, and Why It Matters. In questo libro, Koonin afferma che ciò che dicono i resoconti scientifici, in gran parte illeggibili (per i profani) e complicati, sul cambiamento climatico viene completamente distorto quando i loro contenuti vengono filtrati attraverso una lunga serie di resoconti sommari delle ricerche condotte dai media e dai politici.

“Ci sono numerose opportunità di sbagliare, sia incidentalmente che intenzionalmente, poiché le informazioni passano attraverso un filtro dietro l’altro per essere confezionate per vari tipo di pubblico. (…) Non è solo la gente ad essere male informata su ciò che la scienza dice sul clima,,,”.

E Koonin aggiunge:

“I comunicati stampa e i resoconti del governo e delle Nazioni Unite non riflettono accuratamente i rapporti stessi. (…) Illustri esperti di clima (inclusi gli stessi autori del report) sono imbarazzati da alcune rappresentazioni della scienza da parte dei media”.

In una recente intervista, Koonin ha rilevato che i suoi colleghi hanno reagito alla pubblicazione del suo libro affermando che non avrebbe dovuto dire alla gente né ai politici la verità sul cambiamento climatico.

“Mi è stato insegnato che si dice tutta la verità [come scienziato]. E si lascia che siano i politici a esprimere giudizi di valore e sulle scelte economicamente efficaci e così via dicendo”, ha detto Koonin. Ha sottolineato anche l’immoralità di chiedere al mondo in via di sviluppo di ridurre le emissioni quando tanti non hanno nemmeno accesso all’elettricità, e l’immoralità di spaventare le generazioni più giovani: l’84 per cento degli adolescenti americani riteneva nel gennaio 2022 che, se non si farà fronte al cambiamento climatico, “sarà troppo tardi per le future generazioni, rendendo invisibili alcune parti del pianeta”.

Naturalmente sarebbe utile analizzare cosa si può fare per arginare i problemi causati dall’uomo, come il “buco nello strato di ozono“, che ora si sta chiudendo, ma il cambiamento climatico non è un’emergenza apocalittica e necessita di essere affrontato. senza portare devastazione alle centinaia di milioni di persone già in estrema povertà.

L’amministrazione Biden, tuttavia, non sembra preoccuparsi della povertà dilagante e delle stragi per fame che saranno causate dalla mancata disponibilità di energia affidabile e a basso costo nei Paesi sottosviluppati o dall’inflazione provocata dai prezzi alle stelle che stanno schiacciando gli americani “a malapena in grado di permettersi un pasto al giorno”.

Si tratta di problemi causati dall’uomo, creati dall’importazione di petrolio costoso (sempre vicino ai 100 dollari al barile) – e spesso più sporco – da Paesi avversari degli Stati Uniti, come Russia e Venezuela, invece di estrarlo a un prezzo meno esoso in patria. Inoltre, l’amministrazione Biden non sembra preoccupata del fatto che, fino a quando Cina e India continueranno a bruciare carbone, il Partito Comunista Cinese autorizzerà due nuove centrali a carbone a settimana, vanificando facilmente qualsiasi beneficio che gli Stati Uniti potrebbero offrire e a quanto riportato le emissioni cinesi di carbonio supereranno “quelle di tutte le nazioni sviluppate messe insieme”.

L’amministrazione Biden non sembra nemmeno preoccupata del fatto che l’installazione di turbine eoliche offshore lungo la costa atlantica stia uccidendo la fauna selvatica, la vita marina e l’industria della pesca o che l’imposizione di veicoli elettrici distruggerà, di fatto, i posti di lavoro nell’intero settore della manutenzione automobilistica (i veicoli elettrici non necessitano di manutenzione ordinaria), o che le batterie al litio non solo esplodono, ma costano migliaia di dollari per essere sostituite. L’amministrazione vuole addirittura che le apparecchiature militari, come i carri armati, siano elettriche, come se ci fossero stazioni di ricarica in mezzo ai deserti stranieri in caso di conflitti. Inoltre, secondo NBC News, i vulcani non impressionati dai decreti esecutivi, “arrestano lo sviluppo degli esseri umani per le emissioni di CO2“.

L’amministrazione Biden non si preoccupa nemmeno di agire in base alle sue conclusioni sul cambiamento climatico: a marzo, la Casa Bianca ha pubblicato un rapporto sull’impatto del cambiamento climatico sull’economia statunitense, “Le sue conclusioni screditano qualsiasi affermazione di una crisi climatica in corso o di una catastrofe imminente”, ha scritto Koonin a luglio.

“Gli autori del report dovrebbero essere elogiati per aver inviato onestamente messaggi probabilmente sgraditi, anche se non ne hanno dato grande risonanza. Il resto dell’amministrazione Biden e i suoi alleati attivisti per il clima dovrebbero moderare la loro retorica apocalittica e annullare di conseguenza la crisi climatica. Esagerare l’entità, l’urgenza e la certezza della minaccia climatica incoraggia politiche sconsiderate che potrebbero essere più dirompenti e costose di qualsiasi effetto provocato dal cambiamento del clima stesso”.

Ma i fatti non impediranno all’amministrazione Biden di portare avanti le sue politiche radicali: “Non credo che nessuno possa più negare l’impatto della crisi climatica”, ha detto Biden ai giornalisti presenti alla Casa Bianca il 30 agosto commentando l’uragano Idalia. “Basta guardarsi intorno. Inondazioni storiche. Voglio dire, inondazioni storiche. Siccità più intense, caldo estremo e grandi incendi hanno causato danni significativi”.

Non importa che gran parte del cambiamento climatico sia apparentemente causato dalle eruzioni solari, contro le quali non possiamo fare nulla e che, a differenza delle industrie commerciali, non offrono sovvenzioni; o che i grandi incendi vengano, paradossalmente, esacerbati dagli “ambientalisti“, i quali si oppongono al taglio degli arbusti per timore che le creature siano disturbate se non da un incendio.

L’esperto di clima Bjørn Lomborg dichiara che i trilioni di dollari necessari per far fronte al cambiamento climatico potrebbero essere utilizzati meglio:

“Questa non è un’argomentazione per non fare nulla, ma solo per essere più intelligenti. Al fine di garantire la transizione dai combustibili fossili, dobbiamo intensificare la ricerca e lo sviluppo per innovare e abbassare il prezzo dell’energia rinnovabile. Dovremmo investire in tutte le opzioni, tra cui la fusione, la fissione, lo stoccaggio, i biocarburanti e altre fonti.

“Solo quando l’energia green sarà più economica dei combustibili fossili il mondo sarà in grado e disposto a compiere la transizione. Altrimenti, i prezzi attuali dell’energia sono soltanto un assaggio di quello che avverrà”.

Robert Williams è un ricercatore che vive negli Stati Uniti.

5799.- Farage insegna: le banche controlleranno le nostre idee…

Lo chiamavamo progresso…

La chiusura del conto bancario di Nigel Farage per le sue idee politiche è un segnale lanciato per colpire un personaggio politicamente esposto. Ma è solo l’inizio: le banche stanno gradatamente includendo le norme effetto dell’Agenda 2030. 

Da la Nuova Bussola Quotidiana, di Mario Iannaccone, 26_07_2023

Non va presa sottogamba la decisione della direzione della banca Coutts di Londra di sospendere il conto del deputato Nigel Farage. Egli ha rivelato di aver avuto il conto chiuso “poco gentilmente” dopo molti anni di rapporto continuativo. L’antica Banca Coutts è parte di un gruppo controllato dalla NatWest, la National Westminster, guidata dalla banchiera Alison Rose, che ieri però si è dimessa ed è stata sostituita. La ragione della chiusura? I comunicati usciti in veloce successione hanno prima affermato che la decisione era stata presa perché Farage non aveva abbastanza soldi sul conto, essendo andato sotto il milione di sterline investite, “limite di ricchezza” richiesto dalla banca di Private Equity, cioè di gestione di patrimoni consistenti.

Quando Farage è rientrato in quei limiti, la decisione di chiudere il conto non è cambiata ed è stata confermata. Nei mesi scorsi, la banca ha stilato un rapporto interno su Farage con «commenti profondamente inappropriati» per punirlo come cliente e cittadino a causa delle sue visioni definite «xenofobe, scioviniste e razziste», giudizi che paiono falsi. Il rapporto del Comitato per la Reputazione della Banca Couttsdichiarava che Farage rappresentava un rischio per l’istituto, accusandolo per i suoi commenti «sgradevoli che sembrano sempre più fuori contatto con la società in generale». La chiusura dunque è dovuta a ragioni ideologiche.

La reputazione della Gran Bretagna come terra di libertà di espressione è stata danneggiata dalla notizia. La presidente del gruppo bancario NatWest, la citata Alison Rose, ha cercato di correre ai ripari  dopo aver udito le dichiarazioni del primo ministro inglese Rishi Sunak e altri membri del gabinetto, che hanno criticato il fatto che un conto venisse chiuso per «opinioni espresse». Sunak ha avvertito che «non sarebbe giusto se i servizi finanziari fossero negati a chi esercita il proprio diritto alla libertà di parola all’interno della legge». Il ministro dell’Interno, invece, Suella Braverman, ha definito la decisione «sinistra». Per questi interventi, evidentemente volti a limitare i danni sul sistema bancario inglese che conta innumerevoli conti aperti da cittadini stranieri, arabi ad esempio, che probabilmente nutrono a loro volta sentimenti poco “inclusivi”, secondo il metro del politicamente corretto, proprio come Farage, Alison Rose si è scusata e ieri si è dimessa.

Giovedì 13 luglio, Farage ha ringraziato per le scuse, aggiungendo di aver ben compreso che queste erano arrivate soltanto per pressioni del governo, imbarazzato che una banca importante come la NatWest scrivesse dossier con osservazioni di tipo politico e ideologico. La Rose, scusandosi in modo poco convincente, ha affermato che i commenti, preparati dagli esperti per il rischio di «reputazione patrimoniale» di Coutts, «non riflettono il punto di vista della banca», cioè non della Coutts ma della controllante NatWest. E ha aggiunto: «Nessun individuo dovrebbe leggere tali commenti e mi scuso con il signor Farage per questo». 

Vere scuse? No, un tattico «controllo del danno». Soltanto chiacchiere, a cui non è seguito alcun fatto, perché la decisione è stata confermata, il conto non è stato riaperto e la presidente ha invitato Farage ad aprire un conto piuttosto presso NatWestaccettando di abbandonare Coutts. Farage ha commentato: «Nella vita è sempre bello ricevere delle scuse, quindi grazie dame Alison per essersi scusata. Quello che però mi è stato effettivamente detto, in privato, è che lei è stata costretta ad agire così perché pressata dal Ministero del Tesoro».

Farage ha inoltre affermato di aver saputo che si stanno valutando le posizioni di migliaia di altre persone. E questo ha gettato allarme ulteriore. A maggior controllo del danno Andrew Griffith, segretario economico al Tesoro, ha detto che le banche devono consentire a «tutti di esprimersi liberamente» senza timore di perdere l’accesso alle attività bancarie e che il governo valuterà di chiedere alle banche di «spiegare e ritardare» qualsiasi decisione di chiudere i conti e di avviare una revisione delle norme che disciplinano il modo in cui le banche trattano le «persone politicamente esposte» (PEP: Politically Exposed Person) come Farage.

Queste sono soltanto promesse, ma il fatto grave resta e il precedente è creato. Il governo inglese avvierà una revisione lunga per esaminare se allentare «le rigide regole ereditate dall’UE sui Pep nazionali» mantenendole sugli stranieri. Da questa frase apprendiamo che le persone politicamente esposte sono valutate allo stesso modo in tutta l’area UE.

Al di là di scuse e promesse, Farage è stato espulso dalla banca con cui aveva un rapporto da anni, pur disponendo di un deposito consistente. In questo modo questa banca – e non è l’unica – fa sapere di tenere sotto controllo le idee e le opinioni dei propri clienti. Si può sospettare che, in un prossimo futuro, rifiutare la realtà del “cambiamento di sesso” o l’indottrinamento gender nelle scuole da parte di drag queen o mettere in dubbio il cambiamento climatico antropico possa bastare per essere considerati “non inclusivi” o “non sufficientemente green” e vedersi chiudere conti o mutui.

Un’esagerazione? Mica tanto. Le banche stanno gradatamente includendo le norme e i cosiddetti principi ESG (Environmental, Social and Governance), effetto dell’Agenda 2030 e degli altri documenti dei Politburo del politicamente corretto. Questo fa temere i principi imposti su ambiente, sessualità, società, possano mettere a rischio finanziario, in un prossimo futuro, i cittadini che non si adegueranno. È chiaro che colpire un personaggio politicamente esposto come Farage è un segnale, così come è stato un segnale in Canada nel febbraio scorso il blocco dei conti dei camionisti che protestavano per l’imposizione di una misura simile al Green Pass italiano.

In quel caso, la Royal Canadian Mounted Police ha congelato in automatico 206 fra conti bancari e aziendali di singoli o società. La misura, resa possibile da una legge canadese, la Emergencies Act, ha avuto – per quanto se ne sa – un tempo limitato. Ma sono segnali che si moltiplicano e il caso di Farage non è l’unico. Tutto ciò ci fa capire quanto sia pericoloso dipendere totalmente da circuiti digitali unificati e, nel futuro prossimo, dalla sola moneta digitale. La pressione esercitata in questo caso su singoli e famiglie può risultare intollerabile soprattutto se prodotta da una non conformità ideologica a temi come gender, sessualità e religione, che dovrebbero attenere, in un mondo normale, alla più intima e libera sfera privata. Anche il congelamento di decine di migliaia di conti di incolpevoli cittadini russi e bielorussi, – persino studenti, studentesse, pianisti, professori – in tutta l’area UE, è un precedente gravissimo. Le ritorsioni possono abbattersi su chiunque in ogni momento a causa delle tensioni internazionali.  

Le banche hanno sempre avuto il diritto di chiudere un conto corrente nel caso emergano possibili reati finanziari ed elevati livelli di rischio, secondo le disposizioni delle Banche centrali. Anche le indagini condotte dalla magistratura possono essere la base per questa decisione. Così era anche in Inghilterra, così è in Italia e nei paesi UE, ma l’adesione di norme ESG che vincolano a comportamenti ed espressione di idee i dipendenti delle banche, ma che evidentemente possono essere estese ai clienti, come dimostra il caso Farage, rende le acque che stiamo navigando estremamente rischiose.

Del resto, il mondo bancario fa chiaramente sapere in tutti i modi che è ormai poco interessato al risparmio privato. Vive di derivati, di speculazioni, di bond future, un mondo completamente staccato dall’industria, dal lavoro e dalla realtà. Per recenti decisioni, in Francia, ad esempio, un correntista straniero con conto aperto per pagare utenze di una sua proprietà in quel paese si vede chiudere il conto stesso a meno che non domicili pensioni o stipendi. Dove sta andando a finire la tanto sbandierata utilità dell’Unione Europea a protezione dei cittadini? E le banche, ormai istituti speculativi-finanziari, si scoprono del tutto disinteressati ai rapporti con singoli clienti e al benessere delle società in cui operano.

5763.- L’Onu mira al super-Stato globale, con la scusa delle emergenze

Lo Stato di sorveglianza procede. Un paso dopo l’altro. Questo lo chiamano “piattaforma di emergenza”. Siamo galline da pollaio, senza dignità.

L’anno prossimo si voterà una proposta che, se approvata, conferirebbe poteri pressoché assoluti al segretario generale e alle agenzie dell’Onu, a danno della sovranità dei singoli Stati e della libertà dei cittadini. La parola chiave: emergenza.

Da La Nuova Bussola Quotidiana, di Luca Volontè,  07_07_2023

La proposta dell’Onu che si metterà in votazione il prossimo anno e di cui già si discute a livello diplomatico, se approvata, istituzionalizzerebbe il conferimento di poteri assoluti e antidemocratici al segretario generale e alle agenzie delle Nazioni Unite in caso di ogni emergenza, dichiarata sempre dalla stessa Onu. Ciò porterebbe al progressivo svilimento dei poteri dei singoli Stati e allo svuotamento dei diritti e delle libertà dei cittadini: un neocentralismo di stampo sovietico e plutocratico.

Nel settembre 2024, meno di due mesi prima delle prossime elezioni presidenziali statunitensi e pochi mesi dopo le elezioni del prossimo Parlamento Europeo, le Nazioni Unite ospiteranno un fondamentale Summit of the Future, in cui gli Stati membri potrebbero adottare un «Patto per il futuro».

Il progetto di un governo del mondo parte da lontano, dalla definizione nel 2015 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; ma l’accordo del prossimo settembre consoliderebbe numerose riforme dell’ampia piattaforma globalista «Our Common Agenda», proposta dall’Onu nel 2022. Tra le molte proposte radicali incluse nell’Agenda, forse nessuna è più importante del piano delle Nazioni Unite per una nuova “piattaforma di emergenza”, una proposta che lascia esterrefatti per la volontà di usurpare i poteri democratici dei singoli Paesi e sbalordisce per il silenzio di cui sinora è stata circondata, visto che si vogliono dare alle Nazioni Unite poteri significativi in caso di futuri «shock globali».

Molti dei dettagli della “piattaforma di emergenza” delle Nazioni Unite sono stati esposti in un documento politico del marzo scorso intitolato Rafforzare la risposta internazionale agli shock globali complessi: una piattaforma di emergenza. Nel documento, il segretario generale delle Nazioni Unite scrive: «Propongo che l’Assemblea generale fornisca al Segretario generale e al sistema delle Nazioni Unite un’autorità permanente per convocare e rendere operativa automaticamente una piattaforma di emergenza nel caso di un futuro complesso shock globale di scala, severità e portata sufficienti».

Per capire gli effetti dei poteri assoluti nelle mani del segretario generale, ovvero del novello “Padrone del mondo”, si deve sapere che, una volta attivata, la “piattaforma di emergenza” darebbe alle Nazioni Unite la capacità di «promuovere e guidare attivamente una risposta internazionale che ponga i principi di equità e solidarietà al centro del proprio lavoro».

Le Nazioni Unite riunirebbero gli stakeholder del mondo, inclusi accademici, governi, fondazioni e lobby del settore privato (Soros, Gates, Rockefeller, eccetera) e «istituzioni finanziarie internazionali» (grandi banche, fondi di investimento e corporation finanziarie globali etc.) per garantire una risposta unificata e globale alla crisi. Inoltre, le Nazioni Unite e il suo segretario generale avrebbero il potere di «assicurare che tutti gli attori partecipanti prendano impegni che possano contribuire in modo significativo alla risposta e che siano tenuti a rendere conto del rispetto di tali impegni».

Nel nuovo governo mondiale globalista i governi nazionali risulterebbero marginali rispetto alle lobby filantropiche, la finanza plutocratica e gli stessi funzionari delle Nazioni Unite. Alla marginalità dei governi si aggiungerebbe l’annullamento di ogni controllo e volontà dei cittadini dei singoli Paesi. Tutto da parte di un’organizzazione internazionale che era nata come strumento di emergenza e lotta permanente contro i regimi totalitari del ‘900. La stessa idea di conferire all’Onu un’autorità senza precedenti sui settori pubblico e privato di vaste aree del mondo, tutto in nome della lotta a crisi sconosciute, dimostra il livello di arroganza che regna negli uffici dei burocrati a New York e Ginevra.

Attenzione, il peggio deve ancora venire. Nella descrizione dei poteri e compiti della “piattaforma” infatti si legge che, sebbene la durata della piattaforma di emergenza sarebbe inizialmente fissata per «un periodo definito», «alla fine di tale periodo, il Segretario generale potrebbe estendere il lavoro di una piattaforma di emergenza, se necessario», secondo la politica e le proposte delle stesse Nazioni Unite. Dunque, al prossimo segretario generale si concederebbe l’autorità di mantenere ogni piattaforma di emergenza a tempo indeterminato, il tutto senza una nuova autorizzazione da parte dei Paesi membri dell’Onu, da lui stessi coinvolti. Inoltre, «il Segretario generale deciderà quando convocare una piattaforma di emergenza in risposta a un complesso shock globale».

Che tipo di emergenza globale potrebbe spingere l’Onu a chiedere e ottenere i pieni poteri? L’Onu fornisce diversi possibili esempi nella sua proposta formale, tra cui un «grande evento climatico», non solo pandemia ma anche e solo «futuri rischi di pandemia», una «interruzione della connettività digitale globale» e… «rischi imprevisti». La cosiddetta “omofobia” delle religioni, i divieti verso la “salute riproduttiva”, le pillole abortive per posta, sono solo alcune delle emergenze sostenute dall’Onu e che abbiamo descritto recentemente sulla Nuova Bussola.

La nuova “piattaforma di emergenza” centralizzerebbe un’immensa quantità di potere e influenza, dando alle Nazioni Unite, al suo segretario e alle lobby, che già ne condizionano le decisioni, un controllo sulle vite, le libertà e i diritti dei cittadini dell’intero pianeta. I governi italiano ed europeo devono difenderci ora, prima che sia troppo tardi.

5687.- Dittatura Politica del Sistema Mafioso del Nuovo Ordine Mondiale

Scandalo C.S.M./Palamara archiviato, ex ministro Speranza e Conte graziati dal Tribunale dei Ministri, lo psicoterapeuta di Bibbiano Claudio Foti accusato, in concorso con il sindaco di Bibbiano, PD, assolto in appello; ma, per contro, il medico chirurgo Silvana De Mari radiata dall’Ordine dei medici (sospesa nel 2021 per non essersi vaccinata)! il giudice Susanna Zanda (Seconda Sezione Civile del Tribunale di Firenze), che denuncio’ le morti dopo vaccini covid, è nel mirino. Per citarne alcuni! Intanto, da oggi, in Francia viene reintegrato il personale sanitario non vaccinato.

COVID: EX MINISTRO SPERANZA GRAZIATO, CHIRURGA DE MARI RADIATA (video)! Dittatura Politica del Sistema Mafioso del Nuovo Ordine Mondiale

Ridi, ridi!

Indice dei contenuti

Nell’immagine di copertina l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza prosciolto a Brescia e la chirurga Silvana De Mari radiata dall’Ordine dei Medici di Torino

di Fabio Giuseppe Carlo Carisio

Le disgrazie non giungono mai sole, si dice…

Purtroppo la giornata del 7 giugno è stata foriera di nefaste notizie nel campo della lotta per la libertà democratica contro l’asfissiante piano di Bill Gates dell’immunizzazione globale proiettata verso il folle disegno transumanista di quella “immunità a progetto” che è già stata finanziata dalla Commissione Europea all’interno delle ricerche del Graphene Flagship.

Per brevità non approfondiamo tali argomenti sviluppati in varie inchieste esclusive di Gospa News di cui riportiamo i links sopra e in calce all’articolo.

Ecco in sintesi le news: l’ex Ministro della Salute Roberto Speranza e l’ex premier Giuseppe Conte sono stati prosciolti da ogni accusa dal Tribunale dei Ministri come richiesto dalla Procura della Repubblica di Brescia al termine di un processo che avevamo già definito “farsa” da mesi e di cui abbiamo “profetizzato” l’esito pochi giorni fa… 

La blogger e scrittrice dottoressa Silvana De Mari, esimia medica chirurga specializzata in endoscopia dell’apparato digerente e in psicologia cognitiva, è stata radiata dall’Ordine dei Medici di Torino per cavilli afferenti la sua campagna di denuncia delle cure domiciliari ignorate contro il Covid e sulla pericolosità e letalità dei sieri genici Covid.

Palamara senza galera come Speranza. La magistratura italiana a Perugia e a Bergamo non sa punire i crimini in atti giudiziari e sanitari.

ALTRI VERGOGNOSI ATTI GIUDIZIARI SUI VACCINI COVID-19

Ciò accade pochi giorni dopo l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti della giudice Susanna Zanda che non solo ha sostenuto i medesimi rischi sulla base di ricerche mediche pubblicate sulle più autorevoli riviste scientifiche dopo accurata revisione paritaria (verifica della fondatezza epistemologica del processo e dei metodi di studio) ma ha pure osato trasmettere gli atti alla Procura della Repubblica di Roma affinché indagasse sui danni permanenti causati dalle reazioni avverse ai vaccini sperimentali (fino alla pronuncia EMA del 24 settembre 2022) e sui vaccinati deceduti dopo le inoculazioni. 

Ciò accade dopo che la Corte Costituzionale, politicizzata dagli stessi partiti che hanno imposto le vaccinazioni obbligatorie a varie categorie professionali (operatori sanitari in primis) e over 50, ha rigettato i ricorsi contro l’obbligo vaccinale ritenuti anti-costituzionali in violazione dell’articolo 32, come previsto sempre da Gospa News.

La Consulta si è pronunciata facendo di fatto un “copia incolla” della sentenza già emessa dalla giudice costituzionale Marta Cartabia nel 2018 in risposta ai ricorsi contro il Decreto Lorenzin che impose i 10 vaccini obbligatori in età scolare. Cartabia fu poi premiata dal suo ex collega della Consulta Sergio Mattarella, presidente della Repubblica Italiana, con la nomina a Ministro di Giustizia che aiutò il premier Mario Draghi a scrivere il D.L. 44/2021 sull’obbligo vaccinale.

LA DITTATURA POLITICA DELLA CULTURA MAFIOSA NWO DIVENTA “SISTEMA”

Ecco quindi compiersi tutto quanto già annunciato nel nostro dirompente articolo dal titolo “NWO contro l’Italia – 7: la Dittatura Politica della Cultura Mafiosa” che oggi si conferma “sistema” alla luce di questi pronunciamenti in ambito giudiziario e disciplinare.

Tutto ciò potrebbe anche apparire casuale se un dossier della Commissione Salute del Senato USAnon avesse appena confermato l’origine da laboratorio del SARS-Cov-2 e se l’esperto di brevetti americano David Martin non avesse accusato gli Stati Uniti d’America di aver «rilasciato intenzionalmente» il virus costruito insieme alla Cina (e all’UE aggiungiamo noi) come rivelato in anteprima dalla ricerca di Luc Montagnier ripetutamente censurata secondo quanto denunciato dal suo amico scienziato e collaboratore Jean-Claude Perez in una recente intervista esclusiva. 

IL SARS COV-2 DA LABORATORIO PER VACCINI OBBLIGATORI

E potrebbe sembrare casuale se il virologo Giorgio Palù non avesse confermato in uno studio internazionale che il SARS-Cov-2 ha un codice genomico pressoché identico a quello di un gene umano artificiale costruito da Moderna nel 2016 grazie ai finanziamenti del Pentagono e alla consulenza di Anthony Fauci che, nonostante le inchieste per i depistaggi sull’emergenza Covid e sui vaccini aperte nei suoi confronti negli USA, è stato chiamato a collaborare al Biotecnopolo di Siena dove lo stesso Palù ha ottenuto il “premio” di entrare nella Commissione Scientifica.

wuhan-gates-71-verita-censure-sul-sars-cov-2-da-laboratorio-scoperto-con-montagnier-intervista-esclusiva-allo-scienziato-perez-fraterno-amico-del-nobel

In un’altra breve sintesi abbiamo evidenziato il macroscopico conflitto d’interessi tra le Big Pharma dei vaccini e i politici, peraltro svelato dall’inchiesta giornalistica internazionale sul lobbying attuato dalle ONG di Gates con 8,3 milioni di dollari destinati a politic e funzionari pubblici di USA e UE. 

Ora che abbiamo ripassato tutto questo mefitico e diabolico scenario, nel quale s’innesta l’accordo tra OMS e Commissione Europea per un Green Pass mondiale che precorre il già sperimentato microchip sotto pelle per gestire anche scambi finanziari brevettato dalla Microsoft di Gates con numero 666 del Marchio della Bestia, potete leggere i desolati commenti delle vittime dei provvedimenti su Speranza e su De Mari.

“PASSAPORTO VACCINALE OMS-UE: CONDANNA A MORTE PER MILIONI DI EUROPEI”. Agghiacciante Previsione di Esperto USA sul Piano degli “Amici di Gates”

I PARENTI DELLE VITTIME SUL CASO SPERANZA: “UNO SCHIAFFO ALL’ITALIA”

«Il Tribunale dei Ministri – come recentemente pubblicato dalle agenzie di stampa – ha archiviato la posizione dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza nell’indagine sulla gestione della prima fase della pandemia nella provincia di Bergamo. È stata dunque accolta la richiesta della Procura di Brescia. Conte e Speranza erano accusati di omicidio colposo ed epidemia colposa. Delusi e e amareggiati i familiari della vittime del Covid19 dell’Associazione #Sereniesempreuniti che da oltre 3 anni si battono per la verità» si legge nel comunicato ufficiale del sodalizio.

Farsa-giudiziaria-sui-morti-di-covid-a-bergamo-accuse-a-conte-e-speranza-per-cavilli-burocratici-non-per-le-cure-domiciliari-negate-denunciate-da-trinca. I GIUDICI PRO SPERANZA: NEGANO EFFICACIA DELLE CURE DOMICILIARI! Vitamina D e Cortisone “Bocciati’ dal Consiglio di Stato.

«Ancora una volta ci è stato negato di poter conoscere la verità sulla morte dei nostri cari e di migliaia di persone che, come emerso dalle risultanze della coraggiosa indagine della Procura di Bergamo, si sarebbero potute salvareQuesta archiviazione è uno schiaffo in faccia a tutti noi e all’Italia intera che si merita un sistema politico e di giustizia più trasparente. Siamo intransigenti con quanto fatto dalla Procura di Brescia e dal Tribunale dei Ministri: l’archiviazione è un vilipendio alla memoria dei nostri familiari, un bavaglio, l’ennesimo in un’Italia corrosa dall’omertà contro cui ci siamo sempre battuti e continueremo a farlo nelle sedi che ci restano, come quella civile».

«Siamo amareggiati per la decisione che va in senso opposto alle risultanze cui era pervenuta la Procura di Bergamo dopo tre anni di indagini – aggiunge Consuelo Locati, del team legale dei familiari -. Attendiamo di conoscere le motivazioni addotte a fondamento della richiesta».

SILVANA DE MARI PUNITA PER LE DENUNCE SUI RISCHI CANCRO DEI VACCINI

«Con infinita fierezza comunico che in data 6 giugno mi è arrivata la comunicazione della decisione della commissione per gli iscritti all’Albo dei Medici Chirurghi della provincia di Torino sulla trattazione del mio procedimento disciplinare: radiazione dall’Ordine dei Medici. Per tutto il tempo della cosiddetta pandemia ho fatto affermazioni, anzi esternazioni come scrivono i colleghi, che hanno salvato migliaia o forse decine di migliaia di persone» scrive la dottoressa Silvana De Mari che, oggi, merita tutta la solidarietà di Gospa News nonostante sia stata tra i poveri elettori illusi che hanno votato l’attuale premier Giorgia Meloni sperando in un cambiamento che c’è stato ma verso il peggio con la nomina del rettore universitario Orazio Schillaci a Ministro della Salute del suo governo. 

COVID: “STOP VACCINI GENICI mRNA E mDNA! CAUSANO MIOCARDITI, DANNI IMMUNITARI E TUMORI”. Allarmante Studio dall’Istituto Superiore della Sanità

«Ho consigliato l’olio di fegato di merluzzo: pochi mesi fa è stata confermata dall’università di Oslo la sua azione prodigiosa nel prevenire l’infezione Covid 19 o almeno nel diminuire la gravità. Ho affermato che è sbagliato iniettare farmaci sul cui foglietto illustrativo è scritto: non si conoscono gli effetti a distanza e non si conoscono gli effetti della cancerogenicità» ha aggiunto al chirurga segnalando quanto confermato persino dallo studio di una ricercatrice dell’Istituto Superiore della Sanità.

RAPIDE MORTI PER CANCRO AI TESTICOLI TRA SPORTIVI. Oncologo USA: “Colpa della ProteIna SPIKE dei Vaccini? Pfizer-BionTech hanno già la Cura”

«In questo momento in cui il popolo italiano è flagellato da strane nuove epidemie di malore improvviso, e mortale, di miocarditi e pericarditi, di cancri e di cancri talmente violenti che è stato coniato il termine turbo cancro, è un onore essere radiata dagli Ordini che hanno imposto questi farmaci – prosegue Silvana De Mari – Grazie alle mie parole migliaia di persone hanno rifiutato l’inoculazione dei farmaci in questione. Ne sono infinitamente fiera. Nei prossimi giorni discuteremo tutti i punti delle 14 pagine di motivazione».

La dottoressa parlerà della sua radiazione lunedì 12 giugno alle 21. Sotto il video del suo primo commento a caldo e dell’annuncio della diretta streaming. 

Fabio Giuseppe Carlo Carisio

5685.- Come funzionerà e a cosa servirà il green pass mondiale

Siamo stati educati alla democrazia e l’abbiamo permeata così profondamente che certe notizie non sono nemmeno lontanamente accettate come possibili.

  • Start Magazine, 6 Giugno 2023
Green Pass Mondiale

di Giulia Alfieri

L’Ue e l’Organizzazione mondiale della sanità hanno stretto un accordo che rende il green pass ideato per il Covid uno strumento di certificazione digitale con valore globale. Ma si tratta solo del primo passo verso il futuro della sanità digitale. Tutti i dettagli

Quando pensavamo che non avremmo mai più sentito le parole “green pass” è arrivato il “green pass mondiale”. Ieri infatti la Commissione europea e l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) hanno siglato un accordo per la salute digitale, che mira a istituire un sistema di certificazione che “contribuirà a facilitare la mobilità globale e a proteggere i cittadini di tutto il mondo dalle minacce sanitarie attuali e future”, pandemie comprese.

L’Oms, nell’ambito di una strategia più ampia, adotterà dunque nel corso del mese di giugno il sistema di certificazione digitale dell’Unione europea elaborato durante il Covid.

PUBBLICITÀ

L’EVOLUZIONE DEL GREEN PASS

Nato prima di tutto per uniformare i diversi certificati che ogni Paese avrebbe avuto e per superare il problema del mancato riconoscimento transfrontaliero dei test, che complicava i viaggi all’interno dell’Ue, il green pass ora diventa un “passaporto” sanitario mondiale che facilita la mobilità non solo nell’Unione ma anche oltre i suoi confini.

Così come l’Ue ha rapidamente istituito certificati Covid interoperabili – denominati “Certificato Covid digitale Ue” o “Dcc Ue” – per semplificare e far riprendere dopo mesi di chiusura la libera circolazione all’interno dei suoi confini, l’intesa con l’Oms ha l’obiettivo di garantire la stessa libertà e sicurezza, ma a livello mondiale.

UN PRIMO PASSO VERSO LA SANITÀ DIGITALE

Fondato sulla strategia dell’Ue per la salute globale e sulla strategia globale degli Stati membri dell’Oms per la salute digitale, il partenariato su un green pass mondiale è il primo passo della Rete globale di certificazione digitale della salute (Gdhcn) dell’Oms, che svilupperà un’ampia gamma di prodotti digitali per garantire una salute migliore per tutti.

“Basandosi sulla rete di certificazione digitale di grande successo dell’Ue, l’Oms mira a offrire a tutti gli Stati membri dell’Oms l’accesso a uno strumento sanitario digitale open-source, che si basa sui principi di equità, innovazione, trasparenza, protezione dei dati e privacy”, ha affermato Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms.

L’iniziativa fa seguito all’accordo firmato il 2 dicembre scorso dalla commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides, e Ghebreyesus per rafforzare la cooperazione strategica sulle questioni di salute globale.

“La partnership è un passo importante per il piano d’azione digitale della strategia sanitaria globale dell’Ue. Utilizzando le migliori pratiche europee, contribuiamo agli standard sanitari digitali e all’interoperabilità a livello globale, a vantaggio dei più bisognosi”, ha aggiunto Kyriakides.

“È anche un potente esempio di come l’allineamento tra l’Ue e l’Oms possa garantire una salute migliore per tutti, nell’Ue e nel mondo. In qualità di autorità di direzione e coordinamento del lavoro sanitario internazionale – ha proseguito la commissaria -, non esiste partner migliore dell’Oms per portare avanti il lavoro che abbiamo avviato nell’Ue e sviluppare ulteriormente soluzioni sanitarie digitali globali”.

QUESTIONE DI PRIVACY

La collaborazione, che ha tra l’altro l’obiettivo di consentire al mondo di beneficiare della convergenza dei certificati digitali, include anche la definizione degli standard e la convalida delle firme digitali, per prevenire le frodi.

Come precisato nella nota stampa della Commissione Ue, “in questo modo, l’Oms non avrà accesso ai dati personali sottostanti, che continueranno a essere di dominio esclusivo dei governi”.

La partnership Ue-Oms lavorerà allo sviluppo tecnico del sistema con un approccio graduale che arrivi a coprire ulteriori casi d’uso, che possono includere, per esempio, la digitalizzazione del certificato internazionale di vaccinazione o profilassi.

“La cooperazione – afferma il comunicato – si basa su valori e principi condivisi di trasparenza e apertura, inclusione, responsabilità, protezione dei dati e privacy, sicurezza, scalabilità a livello globale ed equità”.

Soddisfazione anche da parte del commissario per il Mercato interno, Thierry Breton: “Con 80 paesi e territori collegati al certificato Covid-19 digitale dell’Ue, l’Unione europea ha fissato uno standard globale. Il certificato Ue non solo è stato uno strumento importante nella nostra lotta contro la pandemia, ma ha anche facilitato i viaggi e il turismo internazionali. Sono lieto che l’Oms si baserà sui principi di tutela della privacy e sulla tecnologia all’avanguardia del certificato Ue per creare uno strumento globale contro future pandemie”.

5684.- In quali Paesi ci sono sempre più laboratori ad alti livelli di biosicurezza

  • Start Magazine, 27 Marzo 2023
Laboratori Biosicurezza

di Giulia Alfieri

In Europa si concentra il maggior numero di laboratori ad alti livelli di biosicurezza, come quello di Wuhan, e nel mondo continuano ad aumentare. Ecco dove

I laboratori ad alti livelli di biosicurezza, come quello di Wuhan, che studiano patogeni che potrebbero essere causa di epidemie o pandemie, sono in aumento. Ad affermarlo è una ricerca del King’s College London, secondo cui il loro numero cresce quando il rischio di attacchi di bioterrorismo o di pandemie è maggiore.

La notizia di per sé non dovrebbe allarmare perché studiare e prevenire non può essere negativo ma il fatto che questo stia avvenendo senza un rafforzamento generale della supervisione della gestione del rischio biologico e in Paesi con punteggi relativamente bassi in termini di governance e stabilità, per gli esperti, è motivo di preoccupazione.

Altro discorso è rappresentato dalla gain of function, cioè quelle tecniche che in virologia prevedono la modifica di virus, rendendo più pericolosi gli agenti patogeni.

I LIVELLI DEI LABORATORI

I livelli di biosicurezza dei laboratori sono quattro, che in ordine crescente indicano l’entità del rischio, ovvero più l’agente patogeno che si maneggia è pericoloso, in termini di trasmissibilità e infettività, più alto è il livello di biosicurezza del laboratorio e maggiori sono le misure di protezione e biocontenimento da mettere in campo.

QUANTI SONO I LABORATORI BSL4

Nel 2021, i BSL4 in funzione, in costruzione o in progetto erano 59 in 23 Paesi. All’inizio di quest’anno, afferma il report, il numero era aumentato di dieci unità, passando a 69 laboratori. Attualmente ci sono 51 laboratori BSL4 in funzione, 3 in costruzione e 15 in progetto, tutti distribuiti in 27 Paesi.

Il 75% di quelli operativi esistenti si trova in città, dove la densità di popolazione potrebbe esacerbare l’impatto di un rilascio accidentale (lab leak).

Dall’inizio della pandemia, 9 Paesi hanno annunciato l’intenzione di costruire 12 nuovi laboratori BSL4 e gli esperti hanno osservato come questo numero generalmente aumenti in concomitanza di particolari eventi. Per esempio, era capitato con l’epidemia di SARS in Asia nel 2003 e con il fenomeno delle lettere all’antrace negli Stati Uniti nel 2001.

DOVE SORGERANNO I NUOVI LABORATORI

La maggior parte dei nuovi laboratori BSL4 sarà costruita in Asia e per cinque di questi Paesi sarà una prima volta. Tra gli Stati che hanno annunciato la volontà di procedere ci sono Kazakistan, Filippine, Singapore e India, che da sola ne ha in programma 4, da aggiungere ai 2 già esistenti.

LA DISTRIBUZIONE DEI BSL4 NEL MONDO

Considerando, dunque, i laboratori BSL4 in funzione, in costruzione o in progetto si apprende che con 26 laboratori BSL4, di cui uno in costruzione nel Regno Unito e uno in progetto in Spagna, la maggiore concentrazione si trova in Europa.

L’Asia ne conta 20, di cui 11 sono previsti in Cina, India, Kazakistan, Taiwan, Filippine, Arabia Saudita, Singapore e Giappone.

In Nord America ce ne sono 15, di cui uno in costruzione negli Stati Uniti e 2 in progetto in Canada e negli Stati Uniti. L’Oceania ha 4 laboratori BSL4, tutti operativi e situati in Australia.

L’Africa ne ha 3, di cui 2 operativi in Gabon e Sudafrica e uno in costruzione in Costa d’Avorio. In Sud America è previsto un laboratorio BSL4 in Brasile.

I PUNTI DEBOLI DEI PAESI CHE OSPITANO BSL4

Lo studio ha infine misurato la capacità di gestione del rischio biologico dei vari paesi in cui sono o saranno presenti queste strutture. Per farlo hanno valutato criteri come la legislazione in materia, i piani di risposta a eventuali incidenti o le modalità di formazione del personale.

In generale, i Paesi sono risultati più pronti dal punto di vista della biosicurezza, cioè nel prevenire l’esposizione o il rilascio accidentale di agenti patogeni, rispetto alla bioprotezione, ovvero nel prevenire un cattivo utilizzo di agenti pericolosi.

In particolare, Australia, Canada e Francia sono in cima alla classifica sulla biosicurezza, a cui si aggiungono gli Stati Uniti in quella sulla bioprotezione.

5601.- Lo squallido teatrino dei potenti

Dal blog di Sabino Paciolla, di Leonardo Guerra| Maggio 5th, 2023

il grande fratello regime tirannia elite élite

L’intera faccenda Covid-19 non ha mai avuto nulla a che fare con la difesa della salute pubblica, anzi. Ha sempre e solo puntato, invece, a contribuire alla trasformazione delle persone e della società, indebolendole su tutti i piani. L’essere umano secondo i potenti del mondo deve diventare un “cespite tracciabile” in modalità digitale, un QR code, e la società una massa controllabile e malleabile. 

Per raggiungere tale scopo, la quasi totalità dei politici, dei giornalisti e molti scienziati, dottori, professori, giudici ecc. si sono allineati, hanno mentito e continueranno a farlo, interessati esclusivamente al loro personale tornaconto, alla carriera, ai vantaggi materiali, a scapito della vita delle altre persone. 

Il bene è stato trasformato in male, e il male è stato trasformato in bene. Sono arrivati al punto di chiederci di: “non credere ai nostri stessi occhi, ma solo a loro…”

Con la guerra al virus, ai Russi, al climate change ci vogliono abituare ad avere sempre un nemico da combattere in modo eterodiretto e a rinunciare costantemente alla verità.

Siamo di fronte ad una trasformazione antropologica della nostra società e civiltà, programmata. 

Il senso di comunità, in cui tutti contribuivano al benessere di tutti, è stato sradicato. Siamo precipitati in un “tecno-feudalesimo” imbevuto d’individualismo tecnocratico e materialismo nichilista. 

Le persone progressivamente svuotate dall’interno della consistenza, della struttura e dell’identità costitutive dell’essere umano. Hanno tramato alle nostre spalle per decenni per recidere le nostre radici socio-culturali (greco-romane) e religiose (cristiane). Cancellare Dio nel cuore degli uomini, il significato e lo scopo della vita su questa terra. Il conseguente vuoto generato nelle persone è stato prontamente riempito dai valori dell’individualismo, del materialismo e del consumismo nichilista.  

Per molti di questi potenti italiani si tratta di un meccanismo subconscio guidato da una mente e una ragione rese totalmente materiali, con una consapevolezza e una coscienza ancorate e confinate stabilmente nel tronco encefalico (parte ancestrale del nostro cervello, che governa gli istinti più bassi e primordiali: avidità, paura, competizione per la sopravvivenza, ecc. ecc.). Così si sono trasformati da subito in complici di questa élite globalista, i nostri carnefici. Adesso accusano e accuseranno sempre fino all’ultimo (anche di fronte a fatti oggettivi inconfutabili) tutti coloro che dicono e diranno la verità di essere “truffatori” per coprire la loro vera cifra morale ed etica, quando esposti al confronto e al controllo pubblico. 

Con che sfrontatezza hanno potuto e possono continuare a farlo? Sono purtroppo legittimati dall’immobilismo e dalla mancanza di coraggio nella maggioranza della popolazione italiana. 

Cosa serve quindi per far cambiare rapidamente una situazione così complessa ed in apparenza irrisolvibile? 

Serve un recupero urgente di consapevolezza e di ragione umana sul piano individuale, in tutte le persone di buona volontà. Il risveglio del coraggio e dell’agire per ciò che è giusto fino a raggiungere una quota nella popolazione tale da opporsi in modo efficace ai loro piani disumani e far capire loro chiaramente che “l’incantesimo malefico” è finito e che devono prepararsi a rispondere dei loro comportamenti, non solo davanti a Dio.

5439.- Germania e Nato lanciano lo scudo aereo europeo: coprirà 15 Paesi, ma non l’Italia

Si scrive Germania e Nato, ma si legge USA. “Gli Stati Uniti, lanciano lo scudo aereo europeo: coprirà 15 Paesi, ma non l’Italia”. Sappiamo che queste frasi: “La minaccia di Mosca”, secondo Stoltenberg e “La retorica irresponsabile della Russia”, secondo il rappresentante del governo Usa Lloyd J. Austin, sono due esempi dell’attività di disseminazione di idee e informazioni pseudo-false con cui la Casa Bianca intende consolidare intorno a essa il più vasto consenso possibile in questa guerra pericolosa contro l’Europa e contro la Federazione Russa. Sappiamo bene che, a febbraio, Putin ha colto l’occasione sia per liberarsi dalla colonizzazione finanziaria della famiglia Rothschild, vietandole l’accesso al territorio della Federazione, sia per liberarsi dal cappio che le basi Nato stavano stringendo intorno ai suoi confini e sappiamo che la guerra contro i cittadini ucraini di lingua russa è datata ed è stata stimolata a Kiev dagli Stati Uniti, come vantato dal  Sottosegretario di Stato per gli affari politici nell’amministrazione Biden, Victoria Nuland, cifre alla mano (9 miliardi di dollari). Anzi, Nuland, al telefono con l’ambasciatore americano in Ucraina, concluse con il famoso:“Fuck the Europe”. Austin, oggi, ipocritamente, afferma anche: “Questa è una guerra voluta da un uomo solo: Putin. Rivolgo un appello proprio a lui affinché cambi le sue decisioni e fermi le sue azioni volte a terrorizzare e assassinare civili innocenti”. Ebbene, stiamo seguendo l’alleato americano su questa strada di morte, di sacrifici per noi e di guadagni per lui, ma non lo seguiremo fino al punto di veder scomparire la nostra civiltà sotto le sue dannate bombe.

Mario Donnini

Firmata l’intesa sulla European Sky Shield Initiative a margine della riunione dei ministri della Difesa. L’alleanza ribadisce il suo sostegno a Kiev “finché sarà necessario”. Appello Usa a Putin

Germania e Nato lanciano lo scudo aereo europeo: coprirà 15 Paesi, ma non l'Italia
Bombardieri nucleari sull’Europa!

La Germania ha raggiunto l’accordo con altri 14 Paesi europei della Nato (o candidati all’ingresso come la Finlandia) per creare uno scudo aereo antimissili per proteggersi da eventuali attacchi e rispondere alle minacce della Russia, compresa quella nucleare. Nella European Sky Shield Initiative, questo il nome del progetto lanciato da Berlino all’indomani dello scoppio della guerra in Ucraina, non ci saranno Francia e Italia. 

Il nuovo scudo

L’intesa è arrivata a margine della due giorni di riunioni dei ministri della Difesa dell’Alleanza atlantica. Oltre alla Germania, hanno aderito all’iniziativa Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Norvegia, Slovacchia, Slovenia, Romania e Regno Unito. “Questo impegno oggi è ancora più importante, poiché assistiamo agli attacchi missilistici spietati e indiscriminati della Russia in Ucraina che uccidono civili e distruggono infrastrutture critiche”, ha affermato il vicesegretario generale della Nato, Mircea Geoana. “Le nuove risorse, completamente interoperabili e perfettamente integrate nella difesa aerea e missilistica della Nato, miglioreranno significativamente la nostra capacità di difendere l’alleanza da tutte le minacce aeree e missilistiche”, ha aggiunto il numero due dell’Alleanza.

Non sono ancora noti i dettagli del nuovo scudo. Attualmente, la Germania ha 12 lanciatori Patriot, che non sono sufficienti a coprire l’intero paese. All’inizio di questa settimana, Berlino ha trasferito i sistemi di difesa aerea Iris-T all’Ucraina. Nel nuovo scudo dovrebbero esserci entrambi questi sistemi, ha spiegato la ministra della Difesa Christine Lambrecht. A essi dovrebbe aggiungersi Arrow 3, il sistema di difesa aerea sviluppato da Israele con gli Usa e che Berlino sta valutando di acquistare al costo, si dice, di 2 miliardi di euro. 

Perché l’Italia non ha aderito

L’Italia, come dicevamo, non ha aderito all’iniziativa al pari della Francia. Parigi ha infatti da tempo sviluppato un sistema di difesa terra-aria a medio raggio (Samp/T, alias “Mamba”) che è già completamente integrato nella catena di controllo del comando aereo alleato della Nato. Di questo sistema fa parte anche il nostro Paese, che ha sviluppato altri programmi simili di difesa antimissili in partnership con la stessa Francia e il Regno Unito. Tali forme di difesa, però, non sarebbero sufficienti a far fronte alle nuove sfide della sicurezza. Da qui, l’avvio del progetto Twister, acronimo per Timely warning and Interception with space-based theater surveillance, che è finanziato dal fondo europeo per la difesa (l’ultimo appalto ammonta a circa 100 milioni di euro). Dietro Twister ci sono Italia, Germania, Spagna, Olanda e Finlandia. La Francia, inizialmente partner del progetto, sembra aver mostrato di recente delle perplessità sulla sua partecipazione. Il progetto mira a costruire “un intercettore endo-atmosferico europeo per affrontare minacce aeree emergenti e complesse (missili cruise ipersonici, veicoli di volo ipersonici, missili balistici di manovra)”, dice la Mbda, gruppo europeo che si sta occupando dello sviluppo del progetto e che è partecipato al 25% dall’italiana Leonardo. Lo scudo dovrebbe essere pronto nel 2030, e dovrebbe integrarsi in quello Nato. 

Le balle di Stoltenberg, sono il prezzo per il vicino governatorato della Banca di Norvegia; le altalene di Erdogan e di Macron rappresentano il suggello alla fine della alleanza difensiva, che difensiva non è e alleanza neppure. La Russia si sta battendo con una mano sola contro tutta la Nato. Dove vogliamo arrivare?

La minaccia di Mosca

La European Sky Shield Initiative arriva in un momento di altissima tensione sul fronte orientale dell’Europa. E fa parte del quadro di contromisure a cui sta lavorando la Nato per rispondere a distanza alle mosse del Cremlino. Alle ultime sconfitte subite dalla Russia, ha fatto notare il segretario generale dell’Alleanza, Jens Stoltenberg, “Putin ha risposto con le annessioni illegali, i bombardamenti sui civili e un’irresponsabile retorica sul nucleare”. Ad ogni modo, ha aggiunto Stoltenberg “le circostanze in cui la Nato potrebbe dover usare le armi nucleari sono estremamente remote”.

Tra le altre mosse dell’Alleanza atlantica, diversi giornali hanno dato ampio spazio all’esercitazione “Steadfast Noon”, con alcuni osservatori che ne hanno collegato lo svolgimento la settimana prossima alle recenti minacce di Putin sull’uso di armi nucleari strategiche. “Si tratta di un’esercitazione annuale di routine per garantire che la capacità nucleare della Nato rimanga sicura ed efficace”, ha commentato Stoltenberg smentendo che si tratti di una reazione al Cremlino. 

“La retorica irresponsabile della Russia è pericolosa. La Nato non pone alcuna minaccia e questa guerra è stata scelta da Mosca”, ha dichiarato Lloyd J. Austin, segretario della Difesa Usa, ribadendo la linea unitaria della Nato. “Non faccio previsioni su quanto durerà la guerra, di certo non vogliamo che prosegua per sempre”, ha aggiunto il rappresentante del governo Usa rispondendo alle domande dei giornalisti. “Questa è una guerra voluta da un uomo solo: Putin. Rivolgo un appello proprio a lui affinché cambi le sue decisioni e fermi le sue azioni volte a terrorizzare e assassinare civili innocenti”, ha concluso Austin.

5386.- Secondo Harari, il WEF e l’OMS spingeranno il pianeta verso una dittatura tecnocratica e medica globale.

Lo scagnozzo del World Economic Forum Yuval Noah Harari (in ebraico: יובל נח הררי‎; Kiryat Ata) venerdì ha avvertito l’umanità che se si rifiutano di consegnare la propria sovranità all’élite, dovranno affrontare lo sterminio. Parlando al Warwick Economic Summit nel 2022, Harari ha iniziato distruggendo i soliti punti di discussione di estrema sinistra sui cambiamenti climatici e esortando le nazioni di tutto il mondo a pagare un 2% in più del loro PIL all’anno per evitare un evento meteorologico catastrofico.

Yuval Noah Harari è stato membro della Giovane Accademia israeliana delle scienze; attualmente insegna World History e processi macrostorici all’Università Ebraica di Gerusalemme.

Infowars.com riferisce: una critica che Harari ha espresso è stata che i politici spesso spostano grandi quantità di denaro dei loro paesi verso l’esercito durante la guerra, sostenendo che potrebbero fare lo stesso per combattere il cambiamento climatico.

Più avanti nel vertice, Harari ha promosso l’idea che le persone non hanno bisogno di viaggiare in isole lontane in vacanza per essere felici e che non hanno bisogno di spendere soldi in prodotti di bellezza che danneggiano l’ambiente per sentirsi belli.

In sostanza, sta suggerendo alla persona media di rinunciare alle cose di base che le piacciono in cambio di alternative che l’establishment ha ritenuto più “ecocompatibili”.

Naturalmente, i  Brad Pitt , Leonardo DiCaprios e Yuval Noah Hararis del mondo continueranno a volare su jet privati ​​mentre i lemming sono costretti a rimanere a casa per aiutare a “salvare la Terra”.

Il consulente del WEF ha anche affermato che le nazioni più potenti e ricche del mondo sono le principali responsabili della presunta crisi climatica, non riuscendo ad affrontare l’inquinamento creato da molti dei paesi più poveri del pianeta e dai cittadini ricchi.

Per quanto riguarda l’America, Harari ha affermato che gli Stati Uniti hanno già rinunciato al loro posto di leader globale, aggiungendo che “nessuno si sta davvero facendo avanti per riempire quel vuoto”.

Approfittando della presunta rimozione dell’America dalla carica di leader mondiale sotto la “leadership” di Joe Biden, organizzazioni come il WEF e l’OMS interverranno per spingere il pianeta verso una dittatura tecnocratica e medica globale, secondo Harari.

“Non abbiamo davvero bisogno di un solo Paese per essere il leader. Idealmente, molti paesi, molte organizzazioni a livello di base dovrebbero contribuire ciascuno con le proprie idee, la propria motivazione verso un progetto comune”, ha affermato.

Ad ospitare la discussione è stato Bill Weir della CNN, che ha chiesto ad Harari se la nuova tecnologia aiuterà l’umanità a prosperare senza danneggiare la Terra.

Il servitore di Klaus Schwab ha risposto a Weir ammettendo che la tecnologia è una “spada a doppio taglio” che può essere utilizzata per ferire o aiutare le persone.

Ha anche avvertito che l’élite non dovrebbe fare affidamento su una tecnologia di tipo “Arca di Noè” per salvarli da un evento globale catastrofico.

Harari ha sostanzialmente ammesso che l’élite accumulerà la tecnologia per salvarsi mentre la stragrande maggioranza delle persone soffre.

“C’è un pericolo molto grande che con il cambiamento climatico, quando le persone parlano di come sarà il nostro futuro, non ci siamo ‘noi’. Non esiste il “nostro futuro”. L’umanità potrebbe dividersi in una maggioranza – forse – di persone che soffrirebbero tremendamente, e una minoranza che avrà le risorse, la ricchezza [e] la tecnologia per proteggersi e persino fiorire in una sorta di arco di Noè tecnologico. Questo è estremamente pericoloso”, ha detto a Weir.

Più tardi, durante la discussione, Harari ha attribuito “l’ascesa dei populisti e dei partiti ultranazionalisti in diverse parti del mondo” ai politici che spaventano le persone con “fantasie che in un paio di decenni sarai sostituito da immigrati e stranieri”.

“Anche se questo  probabilmente  non è vero, e anche se sono passati quaranta o cinquant’anni e anche se si basa su dati demografici complicati, è abbastanza potente da catapultare al potere tutti i tipi di ultranazionalisti e populisti”, ha spiegato.

Sebbene abbia notato che non gli piace quel “tipo di politica”, Harari ha suggerito che l’establishment globale utilizzi strategie populiste per “mobilitare le persone attorno a un progetto nebuloso a lungo termine”, nella lotta al cambiamento climatico.

Uno spettatore del vertice ha chiesto ad Harari cosa possono fare i globalisti contro dittatori come Xi Jinping in Cina che potrebbero non essere d’accordo con il movimento verde di sinistra.

Rispondendo, il consulente del WEF ha suggerito che i cittadini hanno ancora la capacità di creare cambiamenti anche in nazioni come la Cina.

In chiusura, Harari ha detto all’umanità “non abbiamo molto tempo” per riallineare le nostre priorità in modo che tutti gli abitanti del mondo possano avere “qualsiasi tipo di futuro”, invece che solo l’élite.

Naturalmente, la sua soluzione è consolidare il potere globale nelle mani della stessa élite che desidera ridurre la popolazione mondiale per creare una classe servile.

Sean Adl-Tabatabai