Archivi categoria: Etiopia

5843.- Gianni Alemanno: «Governo Meloni troppo liberista e appiattito sulle politiche Usa»

Tempo quasi scaduto, inutilmente, malgrado anche buone intenzioni di Meloni, come il Nuovo Piano Mattei. Ai primi contatti dovevano e devono seguire fatti, ma Russia, Cina e Turchia stanno occupando gli scranni e vedremo soltanto il loro nuovo colonialismo. Ho visto bandiere russe in Niger, in Senegal. Non ho visto e non vedo nascere nuove aziende africane a partecipazione italiana. Saremmo contenti se riprendessimo l’epopea del lavoro italiano in Etiopia e in Libia. Dal Dolo di Venezia: Siamo in attesa di una politica del fare, più volte annunciata e non di nuovi candidati, che son già troppi. Auguri, intanto. Mario Donnini e tanti veneti.

L’ex sindaco di Roma e ministro Gianni Alemanno spiega le sue critiche al governo Meloni e il suo nuovo progetto politico nell’intervista ai microfoni del DiariodelWeb.it

Da Diariodel Web.it. Pubblicato il 18 Agosto 2023, da Fabrizio Corgnati

Gianni Alemanno (© Fotogramma)

Gianni Alemanno è tornato in campo. A dieci anni esatti dalla conclusione del suo mandato in Campidoglio, l’ex sindaco di Roma e ministro lancia il suo nuovo progetto politico. Per ora è un manifesto, presentato alla convention del Forum dell’indipendenza italiana il mese scorso a Orvieto, ma presto, già in autunno, potrebbe diventare un vero e proprio movimento. Che parte da destra, la sua storica collocazione, ma intende spingersi oltre le politiche dell’attuale governo Meloni, che bolla come deludenti sia sul fronte sociale che su quello geopolitico. Ecco come Alemanno racconta le sue posizioni e le prossime iniziative che ha in programma in quest’intervista che ha rilasciato ai microfoni del DiariodelWeb.it.

5563.- Perché Etiopia e Somalia sono strategiche per l’Italia. Il piano del governo

La visita della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in Etiopia. Sul tavolo due grandi temi: energia e questione migranti. video di Leonardo Possati

Da formiche net, di Francesco De Palo | 15/04/2023 – 

Perché Etiopia e Somalia sono strategiche per l’Italia. Il piano del governo

Migranti, investimenti, energia: in una sola parola, Piano Mattei. Nella nuova conformazione geopolitica del continente, la stabilità è principale obiettivo dell’occidente. Le reazioni positive dei due interlocutori possono rappresentare un buon viatico verso l’appuntamento di ottobre quando si terrà il summit intergovernativo Italia-Africa

Giorgia Meloni, Hassan Sheikh Mohamud e Abiy Ahmed. Ovvero i leader di tre paesi che hanno in piedi un progetto che si chiama Corno d’Africa. Il premier italiano gioca la carta del trilaterale con il presidente della Somalia e con il premier etiope, nella consapevolezza che le ramificazioni del Piano Mattei prevedono sì sforzi e progettualità, ma in una cornice del tutto nuova per l’Italia. E le reazioni positive dei due interlocutori possono rappresentare un buon viatico verso l’appuntamento di ottobre quando si terrà il summit intergovernativo Italia-Africa.

Perché Etiopia e Somalia sono strategiche per l’Italia? In primis perché nella nuova conformazione geopolitica del continente la stabilità è principale obiettivo dell’occidente, passaggio sottolineato più volte in questa sua visita ad Addis Abeba da Giorgia Meloni (“La Somalia troverà sempre nell’Italia un partner privilegiato e solido nel sostenere gli sforzi volti a rafforzare le istituzioni somale e la stabilità dell’intero Corno d’Africa“) anche in un’ottica di sicurezza, scambio commerciale e investimenti. In secondo luogo perché lo strapotere di Cina e Russia, accanto alle passate titubanze dell’Ue, consegna un quadro d’insieme in cui due macro temi connessi, come migranti ed energia, devono essere meglio gestiti.

Sul primo punto è stata la stessa Meloni a sottolineare che una migrazione regolare “è fondamentale, ed è il segnale che abbiamo tentato di dare nel decreto flussi”. Le nazioni africane, è la tesi spiegata dal premier, devono coadiuvare Roma e l’Ue nel contrastare la rete di trafficanti, in questo modo sarà poi possibile amministrare anche i flussi regolari, con percorsi formativi e con corridoi gestiti e non usati dagli scafisti con i rischi anche per la vita di chi paga per migrare. Nell’area ci sono al momento 823mila rifugiati e 4,2 milioni di sfollati, gli stessi che usano Sudan e Libia come trampolino di lancio per arrivare in Italia.

“Noi crediamo di poter contribuire molto allo sviluppo, alla sicurezza, alla stabilità delle nazioni africane – ha osservato – sottolineando che in Africa “c’è una grande voglia di Italia, una grande attenzione per la nostra capacità di cooperare in modo non predatorio. E noi vogliamo lavorare sulle infrastrutture, sull’agricoltura, sul turismo”.

Il presidente del Consiglio, accompagnata dal viceministro agli Esteri Edmondo Cirielli, ha effettuato anche una tappa alla scuola italiana statale ‘Galileo Galilei’ di Addis Abeba, e ha toccato con insistenza il tasto delle opportunità per le aziende private italiane nella regione. Di successo del vertice ha parlato il presidente somalo, secondo cui il governo di Mogadiscio punta a “ricostruire la sicurezza, una componente cruciale della prosperità della Somalia e della stabilità regionale e internazionale”. Circostanza in cui il supporto italiano non mancherà, senza dimenticare la grande questione della crisi alimentare, tema che sarà al centro dello stocktaking moment, ospitato alla Fao il prossimo luglio.

La presenza del presidente dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, è significativa in questa direzione, come a voler chiudere un cerchio ‘politico’ dopo la visita un mese fa in Kenya del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a dimostrazione di una grande attenzione dell’Italia a questo versante.