Archivi categoria: Istituto Affari Internazionali, IAI

5667.- Ridefinire le relazioni UE-Tunisia

É giusto preoccuparsi del regresso democratico delle istituzioni in Tunisia, ma potremmo combattere il razzismo di Stato e il deterioramento delle condizioni economiche, politiche e sociali attraverso un istituto bancario bipartisan italiano e tunisino, che faccia da motore per lo sviluppo della società civile tunisina, altrimenti i flussi migratori dal Paese verso l’Europa aumenteranno. Sviluppo che sia da guida al dialogo con l’ortodossia islamica, al superamento delle contraddizioni fra Volere di Dio e la Civiltà dei Diritti Umani che, con i suoi fondamenti giuridici – in particolare nel diritto di Famiglia – impronta la Carta degli europei. Questa attenzione va posta in tutto il Mediterraneo allargato.

It is right to worry about the democratic decline of institutions in Tunisia, but we could fight state racism and the deterioration of economic, political and social conditions through a bipartisan Italian and Tunisian banking institution, which acts as an engine for the development of Tunisian civil society, otherwise migratory flows from the country to Europe will increase. A development that serves as a guide to dialogue with Islamic orthodoxy, to overcoming the contradictions between the Will of God and the Civilization of Human Rights which, with its legal foundations – in particular in family law – characterizes the Charter of Europeans. This attention must be placed throughout the enlarged Mediterranean.

Re-Framing EU-Tunisia Relations. IAI Webinar 874 8672 8025, 31 maggio 2023 ore 16.00 a Roma. Cod. accesso 881333

Tra la crescente preoccupazione per la stabilità finanziaria della Tunisia e le crescenti partenze di migranti verso l’Europa, le istituzioni e gli Stati membri dell’UE stanno lottando per definire nuove modalità di interazione, condizionalità o assistenza nei confronti delle autorità tunisine. In difficoltà sul modo migliore per coinvolgere la Tunisia evitando di sostenere ulteriori tendenze di consolidamento autoritario, gli stati membri chiave hanno recentemente espresso il sostegno per il sostegno economico di emergenza da parte del Fondo monetario internazionale (FMI). Sebbene questa urgenza rispecchi la priorità di lunga data dell’UE per la stabilizzazione e la gestione della migrazione, la politica dell’UE non può perdere di vista il regresso democratico del paese dal 2021 e la sua necessità di riforme socioeconomiche e politiche sostanziali.

In questo contesto, l’Istituto Affari Internazionali (IAI) è lieto di organizzare un seminario online con eminenti studiosi sulla Tunisia e la politica dell’UE in Nord Africa per discutere le dinamiche attuali e future che interessano le relazioni UE-Tunisia. Discutendo contro le soluzioni a breve termine, l’evento esaminerà gli sforzi per riformulare le attuali narrazioni dell’UE sulla Tunisia per promuovere una comprensione più completa delle molteplici sfide politiche, economiche e di governance che lo stato nordafricano deve affrontare a medio termine.

Amidst increased concern over Tunisia’s financial stability and growing migrant departures towards Europe, EU institutions and member states are struggling to define new modalities of interaction, conditionality or assistance vis a vis Tunisian authorities. Caught in a bind as to how best to engage Tunisia while avoiding to support further trends of authoritarian consolidation, key member states recently expressed backing for emergency economic support from the International Monetary Fund (IMF). While this urgency mirrors the EU’s longstanding prioritisation of stabilisation and migration management, EU policy cannot lose sight of the country’s democratic backsliding since 2021 and its need for substantial socio-economic and political reforms.

Against this backdrop, the Istituto Affari Internazionali (IAI) is pleased to organise an online seminar with leading scholars on Tunisia and EU policy in North Africa to discuss current and future dynamics affecting EU-Tunisia relations. Arguing against short-term fixes, the event will examine efforts to reframe current EU narratives on Tunisia to promote a more comprehensive understanding of the multiple political, economic and governance challenges faced by the North African state in the medium term.

5666.- L’Italia nel Mediterraneo allargato e il dominio subacqueo

Le minacce e l’attacco ai gasdotti russo-tedeschi North Stream 1 e 2 hanno messo ancor più in evidenza la valenza logistica di questa fattispecie del potere marittimo.

Conosciamo meglio i pianeti che i nostri fondali marini. Il futuro vedrà affiancate alle attività aerospaziali e alle attività di sicurezza informatica (Cybersecurity) quelle di un polo sottomarino, non solo militare.

Il trasporto delle comunicazioni e dell’energia attraverso infrastrutture subacquee e la loro dimostrata fragilità conducono la dottrina navale verso la territorializzazione dei fondali marini, con una regolamentazione delle infrastrutture e delle attività critiche, sovraintesa da un’autorità per il controllo del traffico subacqueo militare e civile. A questo controllo e alla difesa saranno deputati sistemi di sorveglianza, veicoli pilotati e droni subacquei per i quali è necessario provvedere in tempi brevi.

Il potere marittimo guarda agli abissi

Con la Marina Militare e con Fincantieri l’Italia ha intrapreso i programmi per fare fronte ai nuovi scenari della guerra subacquea. Il governo ha preventivato una spesaa di 1.332,39 milioni di euro per la costruzione di due altri sottomarini U-212 “NFS”. Le quattro unità sostituiranno i quattro “Sauro”, mantenendo il totale di otto. Non molti se consideriamo i compiti di sorveglianza marittima e se guardiamo alle venti unità iraniane, alcune classe Kilo, ma altre classe Fateh, nuovissime. La Cina ne ha 76, il Giappone 22.

L’Italia, il Mediterraneo allargato e il dominio subacqueo

30 mag 2023 16:00 Roma, ID webinar 842 4321 8220.

L’importanza geo-strategica e militare dell’ambiente subacqueo è cresciuta significativamente negli ultimi decenni. Cavi sottomarini che trasportano la grande maggioranza del traffico internet, gasdotti e oleodotti vitali per l’economia europea a causa dell’innovazione tecnologica sono oggi più vulnerabili ad operazioni subacquee come il sabotaggio di Nord Stream nel 2022.

Allo stesso tempo, la scoperta e lo sfruttamento di risorse naturali situate nei fondali marini hanno alimentato tensioni fra diversi Paesi sulla delimitazione delle rispettive zone economiche esclusive, specialmente – ma non solo – nel bacino del Mediterraneo. Il mare è legato a doppio filo alla prosperità dell’Italia in termini di import-export, approvvigionamento energetico e risorse marine, oltre a rimanere la via di comunicazione più importante in assoluto per il commercio globale.

In particolare l’ambiente subacqueo è per natura ostile all’essere umano, mentre la sua opacità rimane impervia anche alle tecnologie più avanzate. Tuttavia, i sottomarini e i veicoli a pilotaggio remoto offrono tante opportunità quante sono le potenziali minacce che possono abilitare. In tale contesto, il ritorno della deterrenza in cima alle priorità di molti Paesi NATO – e non solo – sta spingendo sempre più marine militari, dal Mediterraneo allargato all’Indo-Pacifico, a dotarsi per la prima volta di sottomarini, una volta prerogativa delle principali potenze navali.

L’ambiente subacqueo sta diventando un dominio operativo di rilievo per la Marina militare italiana, e una frontiera tecnologica per l’industria del settore e più in generale per il sistema Paese che sta dando vita ad un Polo nazionale per la dimensione subacquea.

Questi temi saranno al centro del webinar “L’Italia, il Mediterraneo allargato e il dominio subacqueo”, in programma il 30 maggio dalle 16:00 alle 18:00, durante il quale verrà presentato in anteprima uno studio dell’Istituto Affari Internazionali.

Missioni segrete underwater. Ecco il mini-sottomarino di Fincantieri

Il progetto S1000, 1.000 tonn, appunto e 1.100 in immersione, poteva operare fino a oltre 250 m. di profondità, a una velocità massima di oltre 14 nodi, con un’autonomia di 30 giorni e un raggio d’azione in pattugliamento a 4 nodi di 3.000 mn sotto snorkel e batterie. A parità di velocità, l’autonomia del battello variava a seconda della tipologia di propulsione adottata: 1.000 mn senza snort. Armamento principale di 6 siluri filoguidati da 533 mm e missili antinave. Il sistema di propulsione AIP (Air Independent Propulsion) funzionava ad idrogeno (celle a combustibile) come per la classe Salvatore Todaro (U212). (dati Fincantieri).

Il nuovo sottomarino leggero stealth S800 di Fincantieri presentato all’Idex di Abu Dhabi.

L’S800 è basato sul più grande S1000, un sistema d’arma antinave. Il progetto S1000 fu il risultato della cooperazione tra Fincantieri e il partner russo governativo Enterprise Central Design Bureau For Marine Engineering. L’S800 permetterà di condurre operazioni segrete in acque poco profonde. Il progetto ha già attirato l’attenzione di clienti del Pakistan e della regione del Golfo.

Le caratteristiche dell’S800

“Con i suoi 51 metri di lunghezza e dieci di altezza, l’S800 è stato realizzato sull’esempio del più grande S1000 (56,20 m) e, sebbene di dimensioni inferiori rispetto a quest’ultimo, dispone di capacità simili ed ha in dotazione di molte delle tecnologie del fratello maggiore. L’S800 è in grado di ospitare 18 membri dell’equipaggio, operare a profondità fino a 250 metri e ha una resistenza in immersione fino a sette giorni senza bisogno di emergere. L’S800 ha cinque siluri (anziché i sei dell’S1000). È dotato di un sistema di controllo automatizzato della piattaforma con quattro timoni di poppa a X, configurati in modo da aumentare l’efficienza delle eliche e garantire una maggiore manovrabilità. Il funzionamento silenzioso del sistema di celle a combustibile consente, inoltre, di mantenere al minimo l’impronta acustica del sottomarino, una caratteristica fondamentale per il tipo di missioni che è destinato a svolgere.

La sperimentazione del nuovo prodotto

Il contrammiraglio Corsi ha anche dichiarato che la costruzione dell’S800 richiederà circa un anno, al contrario dell’S1000 che richiede due anni e mezzo per essere assemblato. La sperimentazione, che solitamente viene riservata alla Marina militare per i prodotti cantieristici nazionali, nel caso dell’S800 verrà effettuata dal primo acquirente per l’esportazione. Condizione possibile grazie al fatto che la nostra Forza armata navale non possiede requisiti specifici relativi a questo tipo di battelli dalle dimensioni contenute.

L’interesse del Pakistan e del Golfo

Secondo Fincantieri, il Pakistan e i Paesi del Golfo hanno già mostrato un serio interesse per la piattaforma. Ciò si inserisce in una tendenza regionale emersa negli ultimi anni, con gli Stati arabi che cercano di espandere progressivamente le proprie capacità navali, soprattutto a seguito dell’aumento delle tensioni con l’Iran. In un recente rapporto della Nuclear threat initiative, infatti, a partire dal febbraio 2023 la Marina della repubblica islamica avrà una forza di sottomarini che potrebbe superare la ventina di unità. Le capacità underwater di Teheran preoccupano di conseguenza i vicini regionali. Per questo, anche il Pakistan ha già avviato un processo di ammodernamento per aumentare la propria flotta sottomarina, e nel 1988 aveva acquistato dall’Italia diversi mini-sottomarini MG110 della classe Cosmo”.

Ecco come funzionerà il polo nazionale della subacquea con Leonardo, Fincantieri, Eni e Sparkle

  • 31 Maggio 2023
Leonardo Subacqueo

di Chiara Rossi

Ecco come funzionerà il polo nazionale della subacquea con Leonardo, Fincantieri, Eni e Sparkle

Il ruolo delle grandi imprese italiane come Leonardo, Fincantieri, Eni e Telecom Italia Sparkle nel polo nazionale per la subacquea. Che cosa è emerso dal webinar “L’Italia, il Mediterraneo allargato e il dominio subacqueo” organizzato dall’Istituto affari internazionali (Iai)

“Quello subacqueo è un settore d’importanza strategica per l’Italia, che vede nel Mediterraneo allargato e la sua stabilità un’area prioritaria per la sua azione internazionale”-

È quanto ha sostenuto il capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, intervenendo al webinar“L’Italia, il Mediterraneo allargato e il dominio subacqueo” organizzato dall’Istituto affari internazionali (Iai) per presentare in anteprima uno studio sul tema.

L’importanza geo-strategica e militare dell’ambiente subacqueo è cresciuta significativamente negli ultimi decenni. Cavi sottomarini che trasportano la grande maggioranza del traffico internet, gasdotti e oleodotti vitali per l’economia europea a causa dell’innovazione tecnologica sono oggi più vulnerabili ad operazioni subacquee come il sabotaggio di Nord Stream nel 2022, nota lo Iai.

L’ambiente subacqueo sta diventando un dominio operativo di rilievo per la Marina militare italiana, e una frontiera tecnologica per l’industria del settore e più in generale per il sistema Paese che sta dando vita ad un Polo nazionale per la dimensione subacquea. Prossimamente sarà inaugurato a La Spezia il polo della subacquea, un incubatore sotto l’egida della Marina militare italiana per riunire e far collaborare tutti i player nel mondo della subacquea: dalle piccole e medie imprese, alle micro imprese, oltre che dai grandi gruppi industriali (Leonardo e Fincantieri in primis ma anche Eni e Sparkle) oltre al mondo dell’università e della ricerca.

“L’Italia ha una forte tradizione in questo dominio e ha anche un settore industriale con grandi capacità, in alcuni casi capacità che lo collocano in posizione di leader mondiale” ha evidenziato Ferdinando Nelli Feroci, Presidente dello Iai.

Tutti i dettagli.

SETTORE SUBACQUEO STRATEGICO

“Il dominio subacqueo non è un orizzonte nuovo per la nostra civiltà, nemmeno per il nostro paese, anche se si differenzia dagli altri domini fisici per la sua opacità” ha ricordato Elio Calcagno, analista Iai che ha curato il paper insieme a Marrone.

“La guerra in Ucraina ha accentuato le responsabilità di difesa e dell’Italia per la stabilità del Mediterraneo, responsabilità che si estendono alla rete e alle infrastrutture strategiche”, ha riconosciuto l’ammiraglio Cavo Dragone, ricordando come quello subacqueo sia un ambiente ancora poco conosciuto e, per certi versi, ostile all’esercizio della sovranità dello Stato.

NECESSARIO ISTITUIRE AUTORITÀ NAZIONALE èER IL TRAFFICO SUBACQUEO

Proprio alla luce della complessità del settore è necessario “costruire un’autorità nazionale per il traffico subacqueo” secondo Luciano Violante, presidente della Fondazione Leonardo.

La necessità della creazione dell’Autorità nazionale per il traffico subacqueo era già al centro del Rapporto globale sul mondo subacqueo realizzato da fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine e Marina Militare Italiana in collaborazione con Cnr e La Sapienza presentato lo scorso marzo presso l’Accademia Navale di Livorno.

“Oggi non siamo ancora in grado di assicurare un’adeguata tutela degli interessi nazionali coinvolti in questo settore. La costituzione di un’autorità nazionale per il traffico subacqueo consentirebbe alle aziende che operano nel settore di avere un unico punto di riferimento, oltre che strutture in grado di garantire la massima protezione delle infrastrutture critiche subacquee. Credo sia utile lavorare nella direzione di questa autorità”, ha detto Violante, sottolineando che la dispersione dei centri decisionali del settore renda “particolarmente urgente una riflessione e una proposta in questo campo sempre più complesso”.

LA PARTECIPAZIONE DEL SISTEMA PAESE

Inoltre “lo sviluppo tecnologico e gli investimenti nel settore ci devono spingere con determinazione verso la consapevolezza che la dimensione subacquea sia diventata un dominio a se stante. La rilevanza strategica delle infrastrutture subacquee impone alla difesa la protezione delle stesse, garantendo risorse destinate ad altre infrastrutture critiche” ha aggiunto il capo di Stato maggiore della Difesa.

“La posta in gioco richiede la partecipazione del Sistema Paese, realismo, collaborazione anche sul piano della ricerca, dello sviluppo e della cooperazione internazionale. Intendiamo perseguire un approccio multidisciplinare, valorizzando il dialogo con le eccellenze nazionali ed internazionali nel quadro di una visione coerente ed efficace” ha concluso l’ammiraglio Cavo Dragone.

NECESSARIA COOPERAZIONE TRA ATTORI CIVILI E MILITARI PER FINCANTIERI

Oltre a quella internazionale, è necessaria anche la cooperazione tra attori civili e militari per una protezione efficace delle infrastrutture critiche. Ne è convinto l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero. “Fincantieri è la prova lampante dell’osmosi del civile e militare” ha illustrato Folgiero spiegando che “la prospettiva della società è quella di creare un volano positivo attraverso una collaborazione storica con la Marina militare per validare queste tecnologie ed esportarle per l’applicazione civile. La Marina è un abilitatore naturale delle nuove tecnologie, Fincantieri vede anche la possibilità di esportarle”.

POLO NAZIONALE DELLA SUBACQUEA COME UN SEATECH

“C’è un aumento della rilevanza dei sottomarini e dei droni subacquei a livello mondiale, c’è un aumento della domanda ma c’è anche una volontà delle potenze navali di aumentare l’offerta, quindi di investire, innovare e competere. Questo va tenuto presente nel sistema paese italiano” ha evidenziato Alessandro Marrone, responsabile del programma Difesa dello Iai e curatore dello studio.

“Se è vero che l’innovazione va accelerato e la marina è partner industriale che ha capacità e leadership per guidare la validazione di nuove tecnologie è anche vero che in un luogo fisico si può concentrare il capitale dal mondo privato e i requisiti che provengono dal mondo privato” ha sostenuto l’ad di Fincantieri. “Penso a Saipem, Sparkle e Prysmian e tutte le grandi istanze da chi ha esperienze ed esigenze di natura diversa ma non per questo non ha capacità e capitali per indirizzarle”.

Ecco perché secondo il numero uno di Fincantieri il Polo della dimensione subacquea deve essere ” acceleratore e validatore delle tecnologia” ma anche centro di convergenza “di requisiti e capitali”. “Se pensiamo al mondo delle banche c’è l’esempio del fintech, oggi un luogo in cui si incontrano operatori finanziari ed esperti tecnologici, pensiamo a un seatech, martech nuove definizioni di luogo fisico dove si portino capitali e requisiti da aziende sia del settore difesa sia dei settori adiacenti” ha aggiunto Folgiero.

OBIETTIVO ATTRARRE CAPITALI

“A questo polo hanno aderito tutti gli stakeholder, gli italiani sono molto bravi a inventare e a scrivere leggi, ma siamo meno bravi a metterci d’accordo e lavorare insieme. Invece in questo caso tutti insieme per sviluppare una nuova frontiera” ha illustrato Giuseppe Cossiga, Presidente di Aiad, la Federazione aziende italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza.

A proposito del polo nazionale della dimensione subacqueo, è “la prima volta che c’è un luogo virtuale in cui tutti hanno deciso di collaborare e dobbiamo impegnarci affinché ci siano veramente tutti. Ci sono tutte le istituzioni, tutti i ministeri potenzialmente interessati e sappiamo quanto questo sia complicato” ha spiegato Cossiga aggiungendo che “poi ci sono le aziende, dalle grandi alle piccole e tutto il mondo complesso delle startup”.

Ma “uno degli obiettivi del polo è attrarre capitali” ha evidenziato Cossiga precisando che “il polo non camperà delle risorse che gli verranno assegnate” perché “non possiamo pensare che questo paese sia in grado, attraverso la Pubblica amministrazione, di finanziare il polo per la dimensione subacquea, dobbiamo essere tutti noi (piccole e grandi aziende insieme alle istituzioni) a lavorare tutti all’unisono” per far sì che il nostro paese diventi leader “anche nel settore della subacquea”.

RISORSE IMPORTANTI

“Quello subacqueo è un ambiente in buona parte inesplorato, nel quale sono in gioco interessi molto forti e sul quale occorre investire risorse importanti” ha ribadito il capo di Stato maggiore della Marina, Enrico Credendino.

“È difficile arrivare a una definizione di dominio a se stante, ma il destino è questo. Si deve parlare di una nuova dimensione fisica. Servono risorse importanti, se è vero che il 97% dei fondali sono ancora inesplorati e che il cibo del prossimo secolo proverrà per il 40% da lì. Poi c’è la questione energetica”, ha sottolineato Credendino, parlando di un “mondo che va esplorato e controllato” attraverso grandi investimenti, in modo da non restare indietro rispetto ad altri Paesi. “Si tratta di mettere a sistema tutti gli attori che si occupano di questo mondo: civili, militari, aziende, start up, università, centri di ricerca. Abbiamo un’opportunità molto importante che non possiamo perdere. Lavoriamo tutti insieme per avere un’azione unificata dello Stato”, ha aggiunto l’ammiraglio Credendino.

NON PERDERE TEMPO PER L’ATTUAZIONE DI UN POLO SUBACQUEO

Infine, “Occorre accelerare per sfruttare appieno il vantaggio competitivo dell’Italia nel settore subacqueo, che deve essere il nostro dominio” ha dichiarato il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago, nell’intervento conclusivo al webinar “L’Italia, il Mediterraneo allargato e il dominio subacqueo”.

“Mi fa specie che si investano miliardi per andare su Marte quando poi c’è l’80% dei fondali marini ancora inesplorati. Questo deve essere un messaggio di consapevolezza sull’importanza di fare sistema e di guardare uniti al valore del polo subacqueo, che interseca il mondo dell’energia e delle terre rare”, ha detto il sottosegretario alla Difesa.

“Anche quando si parla di innovazione tecnologica bisogna stare attenti. È pacifico che vi siano ricadute anche di carattere etico, però è anche vero che una regolamentazione troppo rallenta l’innovazione. In questo senso la capacità di fare sistema Paese è fondamentale. Non dobbiamo perdere tempo nello scrivere decreti per l’attuazione di un polo subacqueo ma bisogna correre per sfruttare un vantaggio competitivo di quello che deve essere il nostro dominio”, ha concluso Perego.