«La terapia con il plasma costa poco, funziona benissimo, non fa miliardari. E io sono un medico di campagna, non un azionista di Big Pharma.» (Dott. De Donno – La Verità, 15 giugno 2020).
Sono trascorsi 5 giorni dalla morte e non mi do pace. Un credente e uno che non si fa travolgere. Un cristiano animato da vera fede, un uomo lontano da giochi di potere, può ben essere suicidato se il frutto del suo impegno sconvolge i piani finanziari di chi si è assicurato la sperimentazione per il plasma iperimmune, di chi ha fatto della pandemia un business miliardario, di chi deve rinnovare le autorizzazioni condizionate alla commercializzazione dei vaccini sperimentali, che valgono miliardi. Sono illazioni che cercano una spiegazione. Non sono vere? Probabilmente. Per come l’ho conosciuto, non crederò mai al suicidio, e meno che meno all’impiccagione. MAI! Dove stiamo andando?
Ricordiamo Tina Anselmi ministro della salute che cancellò le autorizzazioni di 1000 farmaci inutili o dannosi. Giorni dopo, un uomo delle società colpite gli propose di ritirare il decreto in cambio di 35 miliardi, non milioni. Lo disse pubblicamente e a Castelfranco la sua auto saltò in aria. Salva per miracolo. Ricordiamo Sergio Castellari, direttore delle Partecipazioni Statali, Gabriele Cagliari, Presidente dell’Eni, e Raul Gardini, il più importante industriale della chimica italiana, suicida – dissero – con la pistola nella mano destra, lui, mancino. E, poi, il caso David Rossi. Il suicidio imperfetto del manager capo della comunicazione di Mps Monte dei Paschi di Siena. Ancora una volta, oggi, i nostri principi, i diritti si perdono tra verità e menzogna e il bene cede di fronte al male.
Non lo hanno suicidato? Qualcuno ha detto che «l’hanno ucciso» ma, non serve trasformare il suicidio in omicidio. È sufficiente il clima di isolamento in cui De Donno era stato confinato da chi, malgrado i confortanti risultati ottenuti, aveva accolto la sua cura, come una soluzione semplice, naturale e di basso costo, ma un ostacolo al business dei vaccini.
Giuseppe De Donno era fortificato dalla fede. Non si sarebbe mai arreso. Stava raccogliendo finanziamenti per aprire una clinica per curare con il Plasma iperimmune i malati da SARS-Cov-2 ….. Ha dedicato tutta una vita alla Passione della Vita, salvando tante persone… in nome di questa Passione, e in buona fede, in poco tempo ha trovato una soluzione per curare i malati di questo virus, e lo ha dimostrato salvando molte vite quando con le altre ” cure” tutti gli altri sono morti. Ci sono molti dubbi sulla sua morte…lo hanno ammazzato o lo hanno suicidato? Il suicidio non è compatibile con la sua massima rappresentazione della Vita. Questo Grande Uomo, questa Grande Anima deve essere motivo di molte riflessioni e cambio di paradigma. Questa è nostra responsabilità, adesso, affinché la sua Vita possa essere eterna.
Non dimenticheremo
“Lei è Beatrice Vittoria, alla nascita pesava 2 chili e 300 grammi: è nata verso le 23 di sabato 25 luglio 2020 la figlia della prima donna che in Occidente ha ricevuto infusioni di plasma iperimmune essendo stata contagiata dal Covid-19. Il primario di Pneumologia del Poma, Giuseppe De Donno piuttosto che somministrarle farmaci che potevano essere dannosi per la nascitura aveva optato per la soluzione plasma. Dopo due trasfusioni Pamela, la madre di Beatrice, si era sentita «rinata», come ha raccontato lei stessa: «Nel giro di un’ora mi è passata la tosse, la febbre si è abbassata e i sintomi sono scomparsi». Nel giro di alcuni giorni era stata dimessa. Questo è l’Uomo. Questo è il Medico non asservito a big pharma. Il dott. De Donno siamo tutti noi che lotteremo fino alla fine perché la Verità sia proclamata ai quattro venti. Avete ucciso il corpo, ma non ucciderete mai lo Spirito. NOI TUTTI SIAMO DE DONNO e non ci fate paura. La Vita vince sempre.“
Ciao Giuseppe. Ciao caro.