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5911.- La guerriglia dei Tuareg nel Mali

Sembrava che la firma del nuovo quadro strategico permanente per la Pace, la sicurezza e lo sviluppo (Csp-Psd), avrebbe costituito un passo avanti verso la pace nel nord del mali, dando cosi seguito agli impegni presi con la firma dell’Accordo di Principio di Roma, sancito nel febbraio 2022 con la mediazione di Ara Pacis Iniatiatives for Peace“. Ara Pacis Initiatives for Peace è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro con sede a Roma dedicata alla dimensione umana della Pace. Non si esclude che la nascita di quella che è stata chiamata la NATO africana o del Sahel, fra Niger, Mali e Burkina Faso, abbia riacceso le dispute.

Quattro giorni or sono, un comunicato diffuso sui social network, autenticato da un portavoce degli ex ribelli all’agenzia France Presse, aveva dichiarato di essere in “tempo di guerra” con la giunta golpista al potere a Bamako e invitato “tutti gli abitanti di Azawad a scendere in campo per contribuire allo sforzo bellico”. Gli ex ribelli, si riconoscono nel Coordinamento dei movimenti Azawad(Cma), un’alleanza composta principalmente da gruppi tuareg.

Aree dove vivono i Tuareg

È dal 2012 che i tuareg rivendicano questi territori del Nord del Mali. I ribelli tuareg del Coordinamento dei Movimenti Azawad, hanno combattuto lo Stato centrale prima di firmare un accordo di pace nel 2015, rivendicando l’indipendenza di quel territorio. Gli scontri si moltiplicano e da mesi le tensioni tra la Cma e la giunta militare continuano a crescere, facendo temere la fine del cosiddetto accordo di pace di Algeri e la ripresa delle ostilità iniziate nel 2012. “La situazione della sicurezza ha portato a una crisi umanitaria senza precedenti e non sono garantite la sicurezza delle persone e dei loro beni che sono stati vittime della barbarie senza precedenti delle forze del male“.

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Soldati in Mali

L’escalation di attacchi armati nella regione aveva spinto le autorità di Timbuctù, nel nord del Paese, a dichiarare un coprifuoco notturno (dalle 20 alle 6 del mattino), come misura di sicurezza

Bamako, 18 Settembre 2023. Da Agenzia Nova – Riproduzione riservata

I combattenti Tuareg si sono ritirati dalla città di Leré, nel Mali centrale..

I combattenti del Quadro strategico permanente (Csp), l’alleanza tuareg maliana in guerra con le Forze armate maliane (Fama), si sono ritirati dalla città di Leré, nel Mali centrale, dopo averne preso il controllo per alcune ore. Lo riferiscono fonti vicine ai tuareg citate dall’emittente “Rfi”, secondo cui il ritiro è avvenuto tra le 2 e le 3 di questa mattina allo scopo di evitare possibili bombardamenti da parte dell’esercito maliano.

Il ritiro dei combattenti del Csp dalla città di Leré è confermato da diverse fonti civili locali. Nessuna conferma è per ora giunta né dal Csp né dall’esercito maliano. Ieri pomeriggio la coalizione di gruppi armati dell’Azawad (la regione settentrionale del Mali, rivendicata dai tuareg) ha attaccato Leré, situata nella regione di Timbuctu, e ha preso il controllo dell’accampamento militare della città dopo due ore di combattimento, rivendicando anche l’abbattimento di un aereo dell’aeronautica maliana. Lo scorso 12 settembre i tuareg hanno strappato alle Forze armate maliane (Fama) il controllo di Bourem, città dove le Forze armate maliane sono affiancate dai contractor russi del gruppo paramilitare Wagner.

La località è situata fra Gao e Timbuctu e ritenuta strategica perché all’intersezione di strade che portano – oltre che verso la capitale Bamako – da un lato verso il Niger, dall’altro all’Algeria. L’esercito ha tuttavia annunciato solo poche ore dopo di aver ripreso il controllo della città grazie all’intervento aereo dell’aeronautica maliana. In una dichiarazione, lo Stato maggiore delle Fama ha rivendicato l’uccisione di 46 combattenti tuareg e ha ammesso l’uccisione di dieci suoi militari nella battaglia per il controllo di Bourem. Il Cma, da parte sua, ha dichiarato di aver perso nove combattenti e di aver ucciso 97 soldati maliani, oltre ad aver requisito veicoli, armi e munizioni.

Poco prima dell’offensiva su Bourem, lo stesso Cma aveva dichiarato in un comunicato di essere ormai “in tempo di guerra” con la giunta militare al potere a Bamako. In un comunicato diffuso sui social nella tarda serata di lunedì 11 settembre, il Cma aveva inoltre esortato “tutti gli abitanti dell’Azawad” a “scendere in campo per contribuire allo sforzo bellico con l’obiettivo di difendere e proteggere la patria e riprendere così il controllo dell’intero territorio nazionale azawadiano”. Il Cma aveva quindi invitato i civili a stare lontani dalle posizioni dei “terroristi Fama/Wagner”. Il Cma, a ben vedere, si era guardato bene dal parlare di una dichiarazione di guerra da parte sua, evocando piuttosto una “risposta di legittima difesa” a quella che è stata ritenuta “un’aggressione” dell’esercito nazionale maliano e dei mercenari Wagner. La coalizione tuareg – che dal dicembre scorso è riunita nel Quadro strategico permanente per la pace, la sicurezza e lo sviluppo (Csp-Psd), nata con il dichiarato obiettivo di difendere il territorio dell’Azawad dalla crescente minaccia jihadista – è impegnata da tempo nel contrasto ai gruppi affiliati allo Stato islamico e ad al Qaeda che da un anno a questa parte si stanno spartendo le zone del Paese rimaste scoperte dopo il ritiro delle forze internazionali voluto dalla giunta golpista, completato a giugno del 2022.

L’escalation di attacchi armati nella regione aveva spinto le autorità di Timbuctù, nel nord del Mali, a dichiarare un coprifuoco notturno (dalle 20 alle 6 del mattino), come misura di sicurezza. Rivolgendosi ai media locali, il governatore della città, Bakoun Kanté, aveva precisato che la misura resterà in vigore per un mese – fino al 9 ottobre – su tutta la regione omonima e potrà essere rinnovata. La decisione segue quella, analoga, annunciata in precedenza dalle autorità della regione centrale di Gao: qui, oltre al coprifuoco notturno, il governatore militare Moussa Traoré ha vietato la circolazione nella zona di veicoli Land Cruiser, di frequente usati dai jihadisti per effettuare sanguinosi attacchi armati. Timbuctù è stata conquistata dai jihadisti del Gruppo di sostegno all’Islam e ai musulmani (Jnim) – affiliato ad al Qaeda – a fine agosto, dopo che il comandante dello Jnim per la regione, Talha Abou Hind, ha dichiarato “guerra totale” allo Stato maliano. I miliziani dello Jnim hanno imposto un blocco alla città e hanno di fatto “sequestrato” gli abitanti, vietando inoltre l’ingresso in città – considerata la “perla del deserto” saheliana – ai camion merci provenienti dall’Algeria, dalla Mauritania e dalla regione meridionale maliana di Mema. Nei giorni scorsi, inoltre, due razzi sono stati lanciati verso l’aeroporto della città mentre stava per atterrare un volo della compagnia di bandiera SkyMali.