…ma Biden vuole la guerra!.. in Europa, fra le case degli europei. Sta facendo di tutto per impedire l’accordo fra Mosca e Kiev. Quanto ci deve costare la riconquista del ruolo di prima potenza mondiale degli Stati Uniti? Se, poi, ci riusciranno, perché a pagare deve essere l’Europa? Bruxelles tace e Roma tace.
Il responsabile Esteri di Mosca cita la revoca delle sanzioni. Ma poi torna ad attaccare l’Occidente: sta facendo di tutto per impedire un accordo con Kiev.
Da Quotidiano Nazionale, 30 aprile 2022
Guerra in Ucraina, il giorno 66. L’esercito di Putin aumenta la sua pressione ad est, nella regione di Kharkiv, rallentando l’avanzata nel Donbass, mentre continua la resistenza ucraina nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, dove è in corso un tentativo di evacuazione dei civili, tra cui 600 feriti. E il ministro degli Esteri, Lavrov, detta le condizioni per la pace. Citando la revoca delle sanzioni.
Diplomazia ko
Sulla diplomazia è stallo, anzi le dichiarazioni sono incendiarie. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov torna ad attaccare i paesi della Nato. “Stanno facendo di tutto per impedire il completamento dell’operazione speciale russa in Ucraina mediante accordi politici”, ha dichiarato Lavrov in una intervista all’agenzia di stampa Xinhua, ripresa dalla Tass. “Stiamo assistendo alla manifestazione del classico doppio standard e dell’ipocrisia dell’establishment occidentale in questo momento. Esprimendo pubblicamente sostegno al regime di Kiev, i paesi della Nato stanno facendo di tutto per impedire il completamento dell’operazione attraverso il raggiungimento di accordi politici”, ha insistito. Lavrov ha poi dichiarato che circa 16.000 cittadini di Paesi terzi, compreso il personale delle missioni Onu e Osce, hanno chiesto aiuto alla Russia per l’evacuazione dall’inizio dell’operazione militare.
Mentre l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov, bolla come “offensive e inaccettabili” le dichiarazioni del portavoce del Pentagono, John Kirby, che ieri ha parlato di “brutalità più depravata” a proposito delle azioni russe in Ucraina.
“Revoca delle sanzioni”
La revoca delle sanzioni imposte alla Russia fa parte dei negoziati di pace tra Mosca e Ucraina, che “non stanno andando bene” ma continuano in videoconferenza su base giornaliera, ha poi aggiunto Lavrov. Kiev ha avvertito venerdì che i colloqui per porre fine all’invasione russa, giunta al terzo mese, sono a rischio fallimento. “Attualmente, le delegazioni russa e ucraina stanno discutendo quotidianamente in videoconferenza una bozza di un eventuale trattato”, ha spiegato Lavrov. “Questo documento dovrebbe fissare elementi dello stato di cose postbellico come la neutralità permanente, lo status non nucleare, smilitarizzato e non Nato dell’
Ucraina , nonché le garanzie della sua sicurezza”, ha aggiunto. Secondo Lavrov, “l’agenda dei colloqui comprende anche le questioni della denazificazione, il riconoscimento di nuove realtà geopolitiche, la revoca delle sanzioni, lo status della lingua russa e altro”.
Dal campo di battaglia
A Kharkiv l’esercito ucraino annuncia alcune vittorie “tattiche” tra cui la liberazione di un villaggio dei dintorni, mentre non esita a definire la situazione all’acciaieria “peggio di una catastrofe umanitaria”. Violente esplosioni sono state udite durante la notte nella seconda città più grande del Paese, martellata da settimane dall’artiglieria russa. Ieri, secondo l’amministrazione militare regionale, i bombardamenti a Kharkiv hanno provocato almeno un morto e diversi feriti. Zelensky ammette che qui la situazione al momento è “difficile”. Zelensky si dice ancora pronto a parlare con Vladimir Putin nonostante le atrocità compiute dai russi a Bucha, Mariupol e in altre città. Parlando ai media polacchi precisa, però, che il rischio che i negoziati con Mosca falliscano è “alto”.
Caso G20
Si è aperto intanto un caso G20: l’Indonesia, che lo ospiterà a novembre, ha ufficializzato l’invito alla Russia e all’Ucraina, suscitando la reazione della Casa Bianca, nonostante lo stesso Cremlino non abbia ancora deciso se Putin parteciperà all’appuntamento e se in presenza. Gli Usa accusano il presidente russo di “depravazione” e chiedono all’Indonesia che sia escluso dall’incontro.
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Putin porge la mano, ma non disarma
Giorno 65 della guerra in Ucraina. Per la prima volta l’esercito russo ha utilizzato un sottomarino per lanciare missili verso obiettivi militari ucraini. Lo ha affermato il ministero della Difesa russo. “L’equipaggio di un sottomarino della flotta del Mar Nero ha sparato una salva con missili da crociera Kalibr su obiettivi di terra precedentemente identificati dal Mar Nero”, riferisce il ministero. Finora aveva riferito solo di operazioni condotte con fregate, aerei e sistemi missilistici, compresi quelli a terra.
Di ieri l’avvertimento dell’intelligence britannica: “Nonostante le imbarazzanti perdite della nave da sbarco Saratov e dell’incrociatore lanciamissili Moskva, la flotta russa sul Mar Nero mantiene la capacità di colpire obiettivi in Ucraina e sulla costa“. Attualmente nel nella zona operativa del Mar Nero – evidenziavano gli 007 – ci sono circa 20 imbarcazioni della Marina russa, compresi sottomarini. Lo Stretto del Bosforo – veniva aggiunto – resta chiuso a tutte le navi da guerra non turche, rendendo alla Russia impossibile rimpiazzare la perdita dell’incrociatore Moskva nel Mar Nero.