4413.- Un ministro molle con i violatori e le bandiere usate come manganelli.

Un interrogativo e una risposta entrambi fondamentali: Se il ministro Lamorgese sapeva dell’organizzazione e, poi, con certezza ha seguito l’arrivo dei partecipanti alla cosiddetta manifestazione musicale, Rave Party, a Viterbo e nulla ha fatto perché fosse rispettato l’Ordine Pubblico; se per l’assalto alla CGIL sapeva e senz’altro sapeva (perché se non sapeva, è peggio!) della presenza di soggetti dichiarati pericolosi per l’Ordine pubblico infiltratisi nella manifestazione pacifica dei No Green Pass e della loro intenzione di assaltare la sede Cgil, “insieme” agli agenti travestiti da fantasmi fascisti già all’interno del sindacato (armati, come si è visto), qui il problema non è lo scioglimento di Forza Nuova, dei Centri sociali, ma se può restare in carica un ministro, o palesemente colluso, oppure guida inconsapevole di frange eversive. A questo punto, le esternazioni di Sergio Mattarella e di Mario Draghi, l’abbraccio a Landini, hanno un sapore grottesco, inaccettabile. E il ministro Lamorgese non è il solo se il pasticcio Green Pass all’italiana non ha eguali in Europa; se la discriminazione ha sostituito l’eguaglianza; se i lavoratori italiani devono affidare la tutela del loro diritto ai portuali di Trieste anziché al Parlamento. Questi personaggi dell’Olimpo si preparano ad accogliere il G20 con l’esercito e i droni. Con l’animo pesante, ci chiediamo: Perché dobbiamo essere calpestati e sputtanati e qual’è l’obiettivo? Quando si palesò l’avvento di Mario Draghi, dicemmo: “Se devono farci fuori, meglio che sia un bravo!”. Stiamo aspettando che lo dimostri.

“A Castellino due calci nel sedere…”. Feltri a valanga sulla Lamorgese. E zittisce Mieli (video)

Da il Secolo d’Italia, giovedì 14 Ottobre, di Adriana De Conto

Feltri Mieli

Lamorgese è inadeguata al ruolo che le hanno dato e non è da ieri. Doveva prendere Castellitto o Castellino, dargli due calci nel sedere, sbatterlo in cella e non sarebbe successo niente”. Così Vittorio Feltri, a L’Aria che Tira in onda su La7, incalza la responsabile del Viminale dopo gli assalti alla Cgil da parte di alcuni esponenti di Forza Nuova. Col suo linguaggio colorito e diretto stigmatizza in tv l’imbarazzante intervento della ministra dell’Interno alla Camera. Il non essere inervenuta per evitare il peggio è il frutto di un’autodifesa che non sta in piedi. Il peggio rispetto a quanto accaduto sabato?

Feltri, legnate alla Lamorgese: “Castellino?…”

Per cui Feltri critica ancora l’operato della Lamorgese dalla Merlino:  “La polizia non è più abituata a fare certe operazioni in piazza. Ci vogliono uomini addestrati e in numero sufficiente e la cosa finisce. Perché in tutte le democrazie quando si è troppo tolleranti, si tollera anche la stupidità e questo è troppo e bisogna intervenire anche in tono muscolare”, conclude Feltri. Su questo aspetto la stessa confuttrice in un tweet era sulla stessa lunghezza d’onda espressa da Feltri: “È la seconda volta che il ministro #Lamorgese ci spiega che la forza pubblica “non può intervenire” per il rischio di “reazioni”, così come disse per il rave di agosto nel viterbese”, aveva scritto su twitter Myrta Merlino. “Ma la domanda di fondo rimane: perché, e come, è arrivato su quel palco #Castellino?”, terminava il cinguettio della conduttrice.

Feltri smentisce Mieli sulla strategia della tensione

Vittorio Feltri in trasmissione ha poi risposto a Paolo Mieli, sulla strategia della tensione: clima che i fatti di sabato stanno sinistramente evocando, come detto dalla Meloni. Mieli ha confutato la leader di FdI e ha fatto un excursus sulla strategia della tensione degli anni Settanta. La Lamorgese ha fatto errori ma l’accostamento della Meloni non ha senso. Ipotizzare che abbia fatto lasciare apposta Forza Nuova contro la Cgil per dare la colpa a Salvini e Meloni è troppo: e non c’è nessuna evidenza“. Gli risponde per le rime Feltri: “Ogni volta che negli anni Settanta succedeva un atto terroristico attribuito alla destra chi poi se ne giovava dal punto di vista elettorale era il partito comunista”. Il direttore di Liberorinfresca la memoria all’editorialista. “Quindi – conclude- se la destra avesse commesso questi attentati sarebbe stata autolesionista”. “I partiti dei destra sono quelli che ci rimettono. I disordini preelettorali non credo abbiano avvantaggiato i partiti del centrodestra”.

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