5466.- Cos’è il Council on Foreign Relations…

La geopolitica non si comprende se non si può scrutare nei think tank dei poteri finanziari forti. Prendiamo ad esempio il Council of Councils, la sua mission e da chi è stato fondato. Concludiamo con le posizioni del Governo Meloni sulla guerra di USA e UK alla Russia.

«Le sfide che definiscono la politica estera del ventunesimo secolo sono di natura globale. Per aiutare a dirigere l’attenzione internazionale di alto livello e risposte politiche efficaci a queste minacce e opportunità, il Council on Foreign Relations (CFR) ha creato un Council of Councils (CoC). Il CoC è composto da ventotto importanti istituti politici di alcuni dei paesi più influenti del mondo. È progettato per facilitare il dialogo schietto, non per attribuzione e la costruzione del consenso tra influenti opinion leader delle nazioni sia consolidate che emergenti, con lo scopo finale di iniettare le conclusioni delle sue deliberazioni nei circoli di politica estera di alto livello all’interno dei paesi membri».

«Il Council on Foreign Relations (CFR) è un’organizzazione indipendente e apartitica, un think tank e un editore dedita ad essere una risorsa per i suoi membri, funzionari governativi, dirigenti aziendali, giornalisti, educatori e studenti, leader civili e religiosi e altri cittadini interessati al fine di aiutarli a comprendere meglio il mondo e le scelte di politica estera che gli Stati Uniti e altri paesi devono affrontare. Fondato nel 1921, il CFR non assume posizioni istituzionali in materia di politica».

LA MISSION DI GUERRA DEL PRESIDENTE PARTNER DI SOROS E GATES

“Non assume posizioni istituzionali in materia di politica”… Ah no? Leggendo il curriculum e un articolo del presidente CFR Richard Haass, membro del CdA di Lazard, uno dei più importanti fondi americani d’investimento. Viene da pensare al contrario…

Da gennaio 2001 a giugno 2003, il dott. Haass è stato direttore della pianificazione politica per il Dipartimento di Stato, dove ha diretto lo staff di pianificazione politica ed è stato consigliere principale del Segretario di Stato Colin Powell. Confermato dal Senato degli Stati Uniti per ricoprire il grado di ambasciatore, il dottor Haass è stato anche coordinatore degli Stati Uniti per la politica verso il futuro dell’Afghanistan e inviato degli Stati Uniti al processo di pace dell’Irlanda del Nord.

Richard Haass, a destra, ospita Joe Biden al Council on Foreign Relations, gennaio 2018 – Alex Brandon photo

Dal 1989 al 1993 è stato assistente speciale del presidente George H.W. Bush e direttore senior per gli affari del Vicino Oriente e dell’Asia meridionale nello staff del Consiglio di sicurezza nazionale. Nel 1991, il dottor Haass ha ricevuto la Presidential Citizens Medal per i suoi contributi allo sviluppo e all’articolazione della politica statunitense durante le operazioni Desert Shield e Desert Storm. In precedenza, ha prestato servizio nei Dipartimenti di Stato (1981–1985) e della Difesa (1979–1980) ed è stato assistente legislativo al Senato degli Stati Uniti.

Ed ecco l’ultimo articolo di Richard Haass sulla guerra in Ucraina che descrive «iniziata dal presidente Vladimir Putin nel 2014 e ampliata a febbraio» scordandosi del Golpe Nato a Kiev e delle persecuzioni nei confronti dei filo-russi del Donbass che sono stati vittima di un genocidio con 5mila vittime civili da parte delle forze militari ucraine dal 2014 al 2022. Gli ultimi 2 morti per bombardamento ci furono il 20 di febbraio 2022 quando Putin perse la pazienza.

«L’Occidente, da parte sua, dovrebbe continuare a fornire all’Ucraina la qualità e la quantità di sostegno militare ed economico di cui ha bisogno. Ci sono forti ragioni strategiche per farlo, incluso per scoraggiare future aggressioni da parte di Russia, Cina o chiunque altro. Inoltre, Putin e altri in Russia dovrebbero capire il prezzo che pagherebbero per espandere la guerra geograficamente o introducendo armi di distruzione di massa. I piani per attuare tali risposte devono essere preparati se la deterrenza fallisce».

L’articolo è stato publicato in origine su Project Syndicate, un media online che ovviamente ha ricevuto supporto dalla Open Society Foundations di George Soros, dalla Bill & Melinda Gates Foundation, dalla Google Digital News Initiative, e dal McKinsey Global Institute. Tutti nomi già comparsi quali occulti registi del golpe NATO in Ucraina e dietro gli intrighi su pandemia e vaccini…

Per fortuna che CFR non fa politica. Sembrano le parole di un Signore della Guerra come l’italiano Guido Crosetto…

O come i Rockefeller, senza i quali la Standard Oil non avrebbe costruito le rotaie per i treni dell’olocausto che portavano al campo di concentramento di Auschwitz, nella Polonia occupata dai Nazisti del Terzo Reich che si fecero aiutare dai loro collaboratori in Ucraina per sterminare gli Ebrei polacchi e russi che lì si erano rifugiati per sfuggire alla Shoah.

Costa cara agli Italiani la guerra in Ucraina

Da quegli estremisti amici delle SS sono nati i filo-nasisti del Battaglione Azov che, prima della colossale difatti a Mariupol durante l’avanzata primaverile dell’esercito russo nel Donbass, era la forza paramilitare più esaltata dal Regime di Kiev del presidente Volodymyr Zelensky armato con spese militari folli dall’Italia e con il totale consenso di Meloni e ovviamente della Lobby delle Armi con cui “opera (ndr)” Crosetto.

Scusate la divagazione. Ma cosa c’entra il Council on Foreign Relations con i Rockefeller? Semplicissima la risposta…

LA MISSION DEI ROCKEFELLER NEL COUNCIL ON FOREIGN RELATIONS

Sul sito di CFR alla voce Research & Analysis si legge quanto segue:

«Il David Rockefeller Studies Program, il think tank del CFR, analizza le sfide globali urgenti e offre misure attuabili che i responsabili politici ei cittadini possono intraprendere per affrontarle. Gli oltre settanta borsisti a tempo pieno e aggiunti in Studi coprono tutte le principali regioni del mondo e importanti questioni di politica estera. Oltre a produrre libri, articoli, editoriali, blog, podcast e contenuti interattivi, il programma di studi gestisce undici programmi di borse di studio».

Non poteva infatti mancare un tributo ad uno dei primissimi soci del Consiglio sulle Relazioni Internazionali  Alla fine degli anni ’30, la Fondazione Ford e la Fondazione Rockefeller iniziarono a contribuire ingenti somme di denaro al CFR in cui entrarono John D. Rockefeller III nello stesso anno e David Rockefeller 11 anni dopo.

A partire dal 1939 e durando cinque anni, il Consiglio ottenne un’importanza molto maggiore all’interno del governo e del Dipartimento di Stato, quando istituì gli studi strettamente riservati sulla guerra e sulla pace, finanziati interamente dalla Fondazione Rockefeller. 

Anche questo permise a David Rockefeller di diventare presidente del CDA del think-tank CFR per ben 15 anni: dal 1970 al 1985. Mentre Nelson Aldrich Rockefeller, ifratello di John D. III, divenne vicepresidente degli USA dopo essere passato alla storia come il primo Governatore americano a legalizzare l’aborto quando era alla guida dello stato di New York.

Oggi sono ben 7 gli esponenti della nota dinastia all’interno del CFR; David Rockefeller Jr., John D. Rockefeller IV (entrambi figli dei primi aderenti), Nicholas Rockefeller, Sharon P. Rockefeller, Steven C. Rockefeller, Susan Cohn Rockefeller, Valerie Rockefeller.

L’ultima arrivata Valerie Rockefeller è stata in passato presidente del consiglio di amministrazione del Rockefeller Brothers Fund. Ha lavorato come assistente confidenziale del Segretario Richard Riley presso il Dipartimento dell’Istruzione degli Stati Uniti durante la prima amministrazione Clinton. È anche amministratore fiduciario di Achievement First, Asian Cultural Council, Columbia University Teachers College, Greenwich Academy, Gilder Lehrman Institute of American History, Rockefeller Philanthropy Advisors e The Trust for Mutual Understanding. E’ membro della Aspen K12 Climate Action Commission. 

Finanziato un progetto per psicanalizzare i non vaccinati. 

Mentre Sharon Percy Rockefeller è moglie del senatore del West Virginia John D. “Jay” Rockefeller IV, dal 1989 è presidente e CEO di WETA, Washington, DC, le stazioni radiofoniche e televisive pubbliche di punta di WETA. Mentre dal 2017 è l’unico componente della famiglia all’interno del Board of Trustees (Consiglio di Fondazione) che governa la Rockefeller Foundation, finita di recente al centro delle polemiche per aver finanziato un progetto per psicanalizzare i non vaccinati. 

NEL CFR BIG PHARMA DEI VACCINI, BANCHE E INDUSTRIE DELLE ARMI

Interessantissimo è anche leggere la lista dei fondatori della Corporate Members, una sezione speciale riservata ai grandi gruppi di Big Economy e Big Tech, tra cui non potevano mancare BlackRock (il cui presidente Larry Fink è membro del CdA CFR), Goldman Sachs, Morgan J Stanley che speculano sulla Lobby delle Armi, come evidenziato nel nostro dettagliato dossier sulle corporations belliche internazionali. Ma ci sono ovviamente anche Google e Meta di Mark Zuckerberg, di recente accusato da alcune inchieste giornalistiche di arruolare ex agenti CIA per censurare l’informazione anti mainstream su Facebook.

«Il programma aziendale del CFR offre un forum unico per i leader del settore privato per interagire con i decisori del governo, dei media, delle organizzazioni non governative e del mondo accademico per discutere le questioni all’intersezione tra affari e politica estera. Fondato nel 1953 con venticinque membri aziendali, da allora il Corporate Program si è ampliato fino a includere più di 120 aziende di vari settori e regioni del mondo» si legge sul sito.

Nella lista degli affiliati ci sono nomi altrettanto significativi. Riportiamo solo i più noti come Amazon Web Services, Deloitte., FedEx Corporation
Mitsubishi Corporation (Americas), Microsoft Corporation, Nike, Inc., TotalEnergies Washington DC Representative Office, LLC, Toyota Motor North America, Inc., e Unipol Gruppo S.p.A.

Ma potevano forse mancare le Big Pharma americane dei vaccini antiCovid come Pfizer Inc., Johnson & Johnson, e Merck & Co., Inc., o quelli di due industrie delle armi come Lockheed Martin Corporation e Northrop Grumman.

Nell’elitario President’s Cyrcle del Council on Foreign Relations ecco altri marchi di spicco come Bayer, Bloomberg Philanthropies, Deutsche Bank AG, Eni, KPMG, LLP, Lazard, McKinsey & Company, PayPal, Shell, Terna, e Thomson Reuters, il cui ex presidente è nel CdA della Pfizer.

Insomma. Per farla breve: l’Istituto Affari Internazionali di cui Crosetto è membro del direttivo è uno degli enti satelliti della più grande ammucchiata di speculatori mondiali sulla pandemiacausata da un SARS-Cov-2 costruito in laboratorio in un affare USA-Cina-UE, e sull’evitabilissima guerra in Ucraina. 

Mala Tempora currunt in Italica paeninsula!

CROSETTO, MINISTRO PER LE GUERRE DI NATO & GATES. Dalla Lobby delle Armi Private ai Prossimi Missili di Stato per Kiev

Il Generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Militare e della Difesa, attualmente responsabile Difesa di Azione, è intervenuto su Formiche alla vigilia della prossima visita a Kiev del Presidente del Consiglio, commentando lo squarcio aperto da Repubblica sul segreto che avvolgeva le forniture di armi dell’Italia all’Ucraina. A Repubblica è stato concesso di pubblicare gli elenchi completi di armi e munizioni. In primo piano, il generale Camporini ha posto il tema della difesa dello spazio aereo ucraino dalle incursioni degli sciami di droni che, di per se, non sarebbero difficili da intercettare, ma quando sono impiegati in gran numero riescono a bucare le difese. Kiev è costretta a rafforzare la difesa aerea. L’Italia non può dire di possedere una esuberanza per quanto riguarda le batterie di missili Spada e Samp/T, ma, in un ottica di aggiornamento, potrebbe privarsi degli Spada, datati – è vero -, ma efficaci. Quindi, conclude Camporini, “direi che questa è la novità degli ultimi giorni: ovvero l’ipotesi che l’Italia contribuisca a rafforzare il sistema della difesa aerea ucraina”.

Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto, in un colloquio in video conferenza con il suo omologo ucraino, Oleksij Reznikov.
    “L’Italia – ha detto Crosetto – continuerà a sostenere con convinzione e determinazione l’Ucraina e le sue Forze Armate. 
    Siamo e saremo pronti a proseguire il nostro sforzo. Non vi lasceremo soli di fronte a un’aggressione inaccettabile. Siamo e resteremo al vostro fianco a difesa dei valori di democrazia e libertà”. (ANSA). Che, se è la migliore posizione politica, non si discute.

L’Ambasciatore russo Sergej Razov ospite della trasmissione Porta a Porta Roma, 06 ottobre 2022 ANSA/FABIO CIMAGLIA

Ma non solo armi. “Non escludo” che l’Italia, oltre alle armi, abbia mandato in Ucraina anche uomini, ha detto l’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, rispondendo ad una domanda sul Donbass, in un’intervista a Oval media, a margine del Verona Eurasian Economic Forum che si è tenuto il 27-28 ottobre 2022 a Baku.

L’intervista è stata rilanciata sui canali social dell’ambasciata russa a Roma. (ANSA).

Più da pensare danno, invece, le parole del ministro Tajani, che, rispondendo a una domanda durante un’intervista al Tg5, ha detto: “Sia chiaro che non c’è  pace senza giustizia, e la giustizia corrisponde alla difesa dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Come dire che la Serbia potrà riprendersi il Kosovo. Meloni, forse anticipando l’obiettivo della sua prossima visita a Kiev, auspica la pace, Chissà che la nostra donna non riesca dove, finora, nessuno è riuscito. Siamo ottimisti! ma l’impressione è che i “mala tempora” corrano più di quanto possiamo immaginare!

1 pensiero su “5466.- Cos’è il Council on Foreign Relations…

  1. Per la Russia la “priorità assoluta” è evitare uno scontro tra le potenze nucleari che potrebbe avere “conseguenze catastrofiche”. Lo ha riferito il ministero degli Esteri di Mosca in una nota in cui si sottolinea che “siamo fermamente convinti che nell’attuale situazione difficile e turbolenta – conseguenza di azioni irresponsabili e spudorate volte a minare la nostra sicurezza nazionale – la priorità assoluta sia prevenire qualsiasi scontro militare tra potenze nucleari”. Mosca ha quindi esortato le altre potenze nucleari ad “abbandonare i pericolosi tentativi di violare i reciproci interessi vitali”, ribadendo che “la Russia è rigorosamente e costantemente guidata dal principio che una guerra nucleare non può essere vinta e non deve mai essere combattuta”

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