3992.-L’ENIGMA del VACCINO italiano di REITHERA Srl, controllata da Soci Occulti all’ombra di Gates

“Hanno creato dei re che io non ho designati; hanno scelto capi a mia insaputa. Con il loro argento e il loro oro si sono fatti idoli, ma per loro rovina. E poiché hanno seminato vento, raccoglieranno tempesta.”.
Libro del Profeta Osea – Sacra Bibbia (Os. 8,4)

Il Piano pandemico 2006, al punto 7.2.3., voleva che l’Italia producesse il suo vaccino, ma il diritto alla salute è ostaggio della finanza e dell’incapacità di chi la sostiene.

Il Ministro della Salute si è fatto vanto di aver da un importante contributo statale allo sviluppo dell’antidoto contro il Covid-19 prodotto interamente nel nostro paese. 

Le inchieste di Gospa News.

Si chiama ReiThera, è il fiore all’occhiello della campagna di immunizzazione del Ministro della Salute Roberto Speranza nella lotta contro la pandemia scatenata dal virus SARS-Cov-2. Per il semplice motivo che, appena avrà terminato l’iter dei trails clinici necessari per l’approvazione dalle agenzie del farmaco europea ed italiana, sarà il primo vaccino definito “italiano”. In realtà, nella precedente inchiesta WuhanGates 29, abbiamo dimostrato che su questo nuovo siero un po’ misterioso (e più avanti spiegheremo perché) aleggia già l’ombra dell’imperatore mondiale dei vaccini, alias Bill Gates.

Incrociando le informazioni da noi raccolte con quelle dell’autorevole trasmissione Report condotta da Sigfrido Ranucci su RAI3, abbiamo infatti svelato che non solo tale società fu fondata dalla Big Pharma londinese GlaxoSmithKline (di cui è ceo una direttrice di Microsoft Corporation) ma due vicepresidenti di GSK vaccines risultano soci della finanziaria svizzera che la controlla al 100 %.

E qui ci si imbatte nel primo enorme enigma. Bisogna ricordare che ReiThera srl, con sede a Castle Romano (Roma), è controllata dalla Keires AG di Basilea (Svizzera). La sigla AG sta per Aktiengesellschaft, il termine tedesco che indica società anonima che, proprio in virtù di tale qualificazione societaria vietata dal 1942 in Italia, può mantenere occulti i nomi dei suoi azionisti. I soci, infatti, non sono identificabili, né dai pubblici registri, né tantomeno da un atto costitutivo. Possono essere identificati solo nel caso di un’inchiesta della magistratura elvetica o di una rogatoria internazionale di quella italiana giustificata da fondate ipotesi di gravi reati finanziari.

Chi nasce tondo, non muore quadro

Domenico Arcuri, è ancora amministratore delegato di Invitalia ed è l’ex commissario per l’emergenza Covid. Ora, è indagato per peculato. Quanto dipendono da lui il disastro di ReiThera, la bocciatura dei finanziamenti, il mistero sulla “Fase 2” della sperimentazione, a cui lo Spallanzani nega di aver preso parte? Il Cda di Invitalia a approvato il contratto di sviluppo presentato dalla biotech di Castel Romano, 20 chilometri a sud di Roma. Il vaccino ha iniziato a febbraio la fase due delle sperimentazioni, dopo aver presentato il 5 gennaio dei buoni dati per la fase uno». Così scrisse la giornalista Elena Dosi.

“Speriamo di poter somministrare al più presto il primo vaccino italiano anti-Covid” dichiarò Domenico Arcuri, allora commissario per l’emergenza Covid e amministratore delegato di Invitalia, che entrerà nel capitale di ReiThera con il 30%. “Gran parte dell’investimento, cioè 69,3 milioni – fa sapere ReiThera in una nota – sarà destinato alle attività di ricerca e sviluppo per la validazione e la produzione del vaccino anti-covid”. “La restante quota (11,7 milioni) – a detta dell’azienda – sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Castel Romano, dove sarà prodotto l’antidoto”. I lavori nella sede di ReiThera sono già in corso da alcuni mesi, per aggiungere una nuova ala nello stabilimento e costruire la nuova officina farmaceutica.

E’ lecito immaginare, al di là della superficialità dimostrata dallo stesso Arcuri nella gestione delle forniture dei dispositivi individuali di protezione (da cui sono scaturiti arresti e varie inchieste giudiziarie), che le verifiche sull’assetto societario della srl siano state condotte con maggiore attenzione. Ma il nodo cruciale del problema non è questo. Grazie ai soldi dello stato italiano ReiThera potrà produrre vaccini che certamente matureranno enormi utili anche se il costo delle fiale fosse tenuto calmierato. Allo Stato restituirà i 7,8 milioni di prestito agevolato.

Come ricorda il portale d’inchiesta StartMag, infatti, «Dal contratto stipulato tra ReiThera e l’Istituto Lazzaro Spallanzani emerge che qualsiasi diritto di proprietà intellettuale di una parte resterà nella piena titolarità della stessa. Nel contratto ReiThera si impegna solo a concordare con successivi atti modalità per garantire un acceso al vaccino che possa soddisfare le esigenze nazionali. Il brevetto del vaccino è e resterà della stessa società».

VACCINO REITHERA IN PANNE. La Corte dei Conti blocca i Fondi Pubblici di Arcuri per Anomalie. Lega e FDI contro Zingaretti per i soldi dal Lazio

  • di Fabio Giuseppe e Carlo Carisio,
VACCINO REITHERA IN PANNE. La Corte dei Conti blocca i Fondi Pubblici di Arcuri per Anomalie. Lega e FDI contro Zingaretti per i soldi dal Lazio
Domenico Arcuri e Nicola Zingaretti, due dei finanziatori del vaccino Reithera.

Ancora una volta le inchieste di Gospa News hanno colpito nel segno. C’è qualcosa di anomalo nell’operazione finanziaria con cui il governo italiano ha voluto contribuire al vaccino della scoietà ReiTHera. Il 13 gennaio 2021 il reportage n. 29 del ciclo WuhanGates mise in luce le “zone d’ombra” dell’azienda di bioricerca di Castel Romano (Roma), unica Srl, società a responsabilità limitata che pertanto risponde per eventuali danni solo col capitale versato, a cimentarsi nella sfida per la produzione di un vaccino.

Anche la trasmissione Report, alcune settimane prima, aveva puntato i riflettori sul nuovo antidoto dimostrando un conflitto d’interessi internazionale perché ReiTHera, operativa come compagine italiana, è in realtà controllata da una finanziaria svizzera in cui avrebbe manifesti interessi la multinazionale farmaceutica di Londra, GlaxoSmithKline.

GSK, infatti, è anche socio di maggioranza della rete commerciale Pfizer (al 68 % in Italia) e sta quindi lucrando sulla terapia genica antiCovid a RNA messaggero prodotta da quest’ultima con la tedesca BioNTech, nel progetto per il siero Comirnaty orchestrato grazie a una speculazione dell’imperatore mondiale dei vaccini Bill Gates.

Ora è la Corte dei Conti ha sentenziare che c’è qualcosa di anomalo nel contributo statale deciso a gennaio dall’allora premier Giuseppe Conte e diventato “fiore all’occhiello” nel piano di immunizzazione del Ministro della Salute Roberto Speranza.

«La Corte dei Conti ferma il decreto che attivava i fondi per la biontech romana ReiThera, che non riceverà quindi gli 81 milioni promessi da Invitalia lo scorso gennaio. Uno stop preventivo che di fatto blocca il provvedimento. “Attendiamo ancora la motivazione”, spiegano fonti del ministero dello Sviluppo, sottolineando che nel frattempo il piano per la produzione va avanti» scrive l’agenzia di stampa ANSA.

“Il piano per la produzione dei vaccini va avanti, non dipende da questo evento. Il Mise attende le motivazioni della decisione della Corte dei Conti,  arrivata l’11 maggio scorso su un decreto interministeriale del 25 gennaio 2021″. Lo si apprende da fonti del ministero dopo la decisione dei giudici contabili di non registrare il decreto per la produzione del vaccino italiano ReiThera, secondo quanto riferito da RAI News. Ma l’azienda non è dello stesso avviso.

«Tecnicamente, una volta compreso il nodo da sciogliere potrà essere ripresentato un nuovo decreto attuativo. “Prendiamo atto della decisione della Corte dei Conti, che blocca di fatto l’impegno preso a suo tempo dalle parti governative. Aspettiamo di conoscerne i rilievi per valutare gli impatti che questa avrà sull’operatività di ReiThera”, afferma l’azienda» come riporta ancora l’ANSA.

In una nota, la Corte dei Conti ha comunicato oggi di aver deliberato “di ricusare il visto sul decreto relativo all’approvazione dell’Accordo di sviluppo sottoscritto in data 17 febbraio 2021 dal ministero dello Sviluppo economico, da Invitalia spa e dalla Società ReiThera srl, volto a sostenere il programma di sviluppo industriale da realizzare presso lo stabilimento produttivo sito in Castel Romano”.

Quello che è incappato nelle maglie dei magistrati contabili è il decreto per la produzione del vaccino italiano, che prevedeva un finanziamento di 50 milioni su un totale di 81 milioni previsti dal decreto rilancio. Ma il confronto con l’ufficio di controllo della Corte ha portato alla richiesta di chiarimenti e i magistrati contabili “ritenendo che le risposte fornite dall’Amministrazione non fossero idonee a superare le osservazioni formulate nel rilievo, hanno deferito la questione all’esame del Collegio della Sezione centrale controllo di legittimità”. Il decreto è stato “ricusato e l’atto non è stato quindi ammesso alla registrazione”.

GLI ENIGMI SUL FINANZIAMENTO PUBBLICO

Solo quando sarà depositata la sentenza si saprà se lo stop al finanziamento sia avvenuto per motivi formali o sostanziali. Nell’ultima inchiesta WuhanGates 37, pubblicata due giorni prima della decisione della Corte dei Conti, abbiamo evidenziato le molteplici anomalie di questa operazione finanziaria a causa di tre enigmi degni della sfinge egiziana.

Il primo riferito al fatto che la società ReiTHera, fondata nel 2013 proprio da GSK, è controllata da Keires AG di Basilea (Svizzera), una società anonima (AG è la sigla in tedesco) in cui i soci possono rimanere occulti in base al diritto elvetico: tra questi ci sarebbero due manager di GSK di cui è CEO una direttrice della Microsoft Corporation di Gates.

Il secondo riguarda il fatto che il vaccino GRAdCoV2, fermo nella fase 2 proprio in attesa dei fondi statali per iniziare i trials clinici di fase 3, è stato sviluppato insieme all’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma ma il brevetto sarebbe in mano ai privati.

Il terzo deriva dalla circostanza per cui le verifiche sulla società, necessarie per l’erogazione di un finanziamento pubblico, sono state effettuate da Invitalia di cui è amministratore delegato Domenico Arcuri, ex commissario per l’emergenza pandemia silurato dal governo Draghi pochi giorni prima che diventasse di dominio pubblico la sua iscrizione al registro degli indagati della Procura della Repubblica di Roma per peculato (l’appropriazione indebita commessa da pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni) in relazione allo scandalo delle forniture di mascherine.

 LE POLEMICHE POLITICHE SUI FONDI A REITHERA

Il progetto finora è arrivato alla fase due della sperimentazione, che si è conclusa in 25 ospedali italiani con mille volontari, e i finanziamenti servono per procedere alla fase tre. Ma con lo stop della Corte, si apre comunque una fase di incertezza sulla produzione del vaccino italiano che ha già scatenato una ridda di polemiche politiche.

«I dubbi sulla sperimentazione del vaccino Reithera inseriti in una mia interrogazione protocollata nei giorni scorsi in Regione Lazio, indirizzata al presidente Zingaretti e all’assessore alla Salute D’Amato, trovano riscontro nelle motivazioni della Corte dei Conti. Siamo quindi in attesa di chiarimenti per capire, ancora una volta, che fine abbiano fatto i cinque milioni di euro stanziati al fine di realizzare il nuovo vaccino». Così in una nota Laura Corrotti, consigliere Lega alla Regione Lazio.

Il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli

«La bocciatura da parte della Corte dei Conti sul vaccino Reithera conferma una volta ancora la totale incapacità della gestione Conte-Arcuri-Speranza. Un trio che ha determinato ritardi nel reperimento dei vaccini, campagne multimilionarie con archistar poi ritirate e infine investimenti sbagliati che oggi ricadono soprattutto sul governatore Zingaretti. Un altro scandalo, dopo le mascherine cinesi e la concorsopoli piddina, sul quale il gruppo regionale di Fdi con il capogruppo Ghera e il consigliere Maselli hanno fatto un’interrogazione che depositerò anche io. Ci sono tutti gli elementi per una bella inchiesta della magistratura a tutti i livelli amministrativi. Se solo fosse più attenta». E’ quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia.

Il ruolo di Zingaretti, ex segretario nazionale del Partito Democratico, nella vicenda di ReiTHera, come in quella della società Advent srl che ha prodotto il vettore di adenovirus dello scimpanzè per il vaccino AstraZeneca, era stato evidenziato proprio da Gospa News in tempi non sospetti: nell’inchiesta WuhanGates – 15 pubblica l’8 luglio 2020… Un intrigo che scorre sulla scia della sinergia Dem tra Italia e Usa, avviata da entrambe le organizzazioni politiche grazie agli investimenti finanziari di Gates, megadonor dell’amministrazione Obama-Biden, fin dagli esperimenti sui virus SARS infettati con l’HIV al Wuhan Institute of Virology (piano EPISARS della Commissione Europea presieduta da Romano Prodi, poi premier italiano PD) per arrivare al vaccino della Pfizer, la Big Pharma sponsor della campagna elettorale vincente del presidente Joseph Biden.

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