6210.- President Xi Jinping Meets with U.S. Secretary of State Antony Blinken

La Cina di Xi Jinping vuole il libero passaggio per la Via della Seta verso l’Europa attraverso la costa mediterranea orientale, quindi, stabilizzare quell’area e gli Stati Uniti, che sia Joe Biden o Donald Trump il presidente, non vogliono un asse russo – cinese e spingono alla loro collaborazione con l’India, competitor della Cina.

Da nova – project

Gianluca Napolitano, 28 aprile 2024

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La folle sfida degli USA al percorso storico tipico di ogni impero

Ascesa, sviluppo e declino. O magari, caduta. Anthony Blinken – segretario di stato del governo degli Stati Uniti – ha concluso ieri sera la sua visita ufficiale a Pechino. Sostanzialmente Blinken è andato fino a Pechino per minacciare la Cina. “Gli Stati Uniti sono pronti ad adottare nuove misure e imporre sanzioni contro la Cina alla luce della situazione in Ucraina”, ha detto ieri il Segretario di Stato statunitense a Pechino. “La Cina è il principale fornitore di macchinari, microelettronica e nitrocellulosa. E la Russia utilizza prodotti cinesi per sviluppare la propria industria militare”. Secondo Blinken la Cina deve interrompere il suo sostegno alla Russia. Infatti il segretario di stato americano ha informato i cinesi che “Pechino non sarà in grado di migliorare le relazioni con l’Europa se continua a sostenere la più grande minaccia che molti europei avvertono visceralmente che la Russia rappresenta per loro”. (cioè voi non lo sapevate, ma avete sempre “visceralmente” temuto la Russia e ci voleva un americano per illuminarvi in proposito, da quanto coglioni che siete) Avvertite qualcosa di “viscerale” voi? Beh, io sì. Ha aggiunto che “se Pechino non adotta misure per risolvere” il problema del sostegno che sta dando all’industria della difesa russa e non solo per la situazione in Ucraina”, sarà costretta a farlo Washington”. Per non lasciare troppi dubbi, il Segretario di Stato americano ha detto che gli Stati Uniti sono pronti a imporre ulteriori sanzioni a Pechino. Dopo l’incontro , in conferenza stampa, ha ricordato che gli Stati Uniti hanno già imposto sanzioni contro più di 100 enti e aziende cinesi e sono “pienamente preparati ad agire” e “adottare misure aggiuntive”. Infine, per stemperare gli animi e rilassare le tensioni ha detto che “la Cina sta cercando di interferire nelle elezioni USA”. No, decisamente non sembra essere andata benissimo.

https://novaproject.quora.com/la-folle-sfida-degli-usa-al-percorso-storico-di-ogni-impero

Da lì ha avuto un cordiale colloquio telefonico con il premier israeliano.

Questa volta, a differenza delle precedenti, Blinken non era affatto nella predisposizone d’animo di sentirsi trattare come una merda – come di solito fa Netanyahu con lui, da ebreo a ebreo – e sentirsi dire che al congresso americano conta più quello che dice Israele che quello che dice Biden

Il problema – come leggete nel post sopra – è che sostanzialmente i cinesi hanno mandato gentilissimamente ma indubitabilmente a fare in culo Blinken insieme alle sue minacce di sanzioni economiche e sfracelli tariffari se la Cina non si allinea alle decisioni – ordini – di Washington.

L’amministrazione Biden (ma anche con quella Trump sarebbe uguale) vuole che la Cina tagli praticamente i ponti con la Russia, “altrimenti ci arrabbiamo”.

Netanyahu non poteva scegliere un momento peggiore per annunciare che Israele – che lo segue compatto, almeno finora – ha deciso di attaccare ciò che rimane di Gaza e i suoi due milioni di sopravvissuti stipati nell’ultima città rimasta più o meno in piedi. Decisone irrevocabile, si comincia a maggio.

in-cre-di-bil-men-te Blinken gli ha risposto molto diplomaticamente “col cazzo!”.

Ok. La frase ufficiale è stata effettivamente più civile: “se solo ci provi ti tagliamo i fondi (12 miliardi) già stanziati”

Naturalmente la notizia è stata poi sottoposta ad un trattamento di bellezza e da cazzotto nei denti è diventata un applauso a Netanyahau, così gentile da “ascoltare” le raccomandazioni americane.

Trovarsi impegnati su tre fonti contemporaneamente per gli USA non è sostenibile, e persino i neocon lo sanno.

L’Ucraina è sull’orlo del collasso. E lo sanno (siete voi che non sapete mai niente).

Siccome un esito negativo di “Project Ukraine” non costerebbe solo la rielezione di Biden, ma probabilmente anche la libertà a tutti i protagonisti di questi 4 anni, ai quali verrebbe presentato sicuramente il conto per le tante malefatte e gli affari opachi (a partire dalla famiglia Biden) la proprità assoluta adesso è “evitare terremoti prima di novembre”.

Al momento “calmare le acque” è la priorità assoluta.

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