438.- Notte degli orrori a Colonia, ma a Torino, Verona non va meglio.

Oltre 400 donne hanno denunciato alla polizia tedesca di essere state stuprate o molestate presso la stazione centrale della città durante la notte di Capodanno.

violenza_sessuale_0-600x264Gli esecutori sono sempre gli stessi: un gruppo di circa 40 – 50 persone di origine nordafricana, che ha per ore preso il controllo di una parte della Hauptbahnhof e si sono lasciati andare a furti, scippi e stupri. Ai danni di donne che, in un primo, momento hanno esitato a presentare denuncia, ma che in seguito hanno deciso di rendere noto alla polizia quanto vissuto, anche grazie agli incoraggiamenti ricevuti dalle decine di testimoni che hanno assistito alle violenze. “Siamo state violentate ripetutamente”. Secondo quanto riportato nei verbali della polizia, le modalità dei vari stupri sono state sempre analoghe. Le singole vittime sono state avvicinate da gruppi di più uomini dall’aspetto magrebino, schernite, insultate, violentate e infine derubate. “È stato un orrore” racconta una vittima. “Camminavo per la stazione, quando ho sentito una mano toccarmi il sedere. Non ho fatto in tempo a girarmi che un’altra persona mi si è piazzata davanti allungando le mani. Ero circondata e nonostante abbia urlato più forte che mai questi hanno continuato per diverso tempo, senza che nessuno mi venisse incontro”.

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Scene, queste, che si sono ripetute decine di volte nella sola notte di Capodanno e che hanno trasformato parte della città in una no-go-zone fuori dal controllo delle autorità. In cui è successo di tutto. “Non sono stata solo fermata e aggredita da più persone” racconta un’altra vittima “ma mi hanno anche derubata e insultata, gridandomi che sono una puttana e che mi meritavo quel che stavo subendo” Alcune testimonianze sono state raccolte dal quotidiano tedesco Spiegel Online, tra queste una giovane donna ha raccontato l’arrivo nel piazzale della stazione in compagnia del fidanzato: “Poco tempo dopo essere arrivata in piazza avevo già la prima mano sul sedere”. Dopo averla palpeggiata, lo sconosciuto si sarebbe dileguato tra la folla per accendere un razzo. “La gente fuggiva perché i petardi esplodevano tra le gambe. Ho chiuso gli occhi fino a quando un mio amico mi ha portata via, lontana della folla”, racconta una testimone al quotidiano tedesco.

I media locali riportano i timori della polizia: si sospetta, infatti, che le violenze siano state organizzate. I testimoni raccontano di branchi di uomini ubriachi “a caccia” di donne. “Il sindaco della città annuncia Il nuovo pacchetto sicurezza e prevede anche l’introduzione di un codice di comportamento al quale le donne e le bambine si devono attenere. Esso verrà presto reso disponibile su internet e le esorterà a mantenersi a “distanza di sicurezza da persone dall’aspetto straniero, di non girare per le strade da sole ma sempre in gruppo, di chiedere aiuto ai passanti in caso di difficoltà, di informare immediatamente la polizia in caso notino persone sospette e di non assumere in pubblico atteggiamenti che possano essere fraintesi da persone di culture altre (andere Kulturkreise)”. Il sindaco ha sottolineato che le misure introdotte non hanno alcuno sfondo razzista o xenofobo. “Non tutti gli aggressori sono dei rifugiati giunti da poco in Germania. Alcuni di loro erano già da tempo conosciuti alle forze dell’ordine. Se alcuni richiedenti di asilo sono colpevoli verranno presi provvedimenti, ma ciò non deve indurre a reazioni discriminatorie nei loro confronti”.

Heriette Beck è da sempre un’attiva sostenitrice e fautrice delle politiche di accoglienza dei migranti. Per questo lo scorso ottobre era stata gravemente ferita da un estremista di destra, che l’aveva accoltellata alla gola lasciandola in fin di vita per diverso tempo.

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Torino come Colonia, cronista di La Stampa molestata da islamici: testimonianza choc

Non ci sono solo Colonia, Zurigo, Salisburgo ed Helsinki. Le violenze degli immigrati contro le donne europee non si fermano ai fatti di Capodanno nel Nord Europa.

Anche in Italia, ogni giorno, succedono le stesse cose. Letizia Tortello, cronista della Stampa, ha provato l’esperienza di camminare in tarda serata per Torino, città martoriata dalla presenza di immigrati lasciati a loro stesse nelle strade.

“Fiorellino! Ma dove vai? Vieni, hey, ti ho detto vieni qua, dai vieni qua che ti facciamo la festa”, le dicono durante la passeggiata. Poi, racconta la Tortello, gli immigrati hanno continuato le loro molestie: “Fischio, rifischio, insiste: “Psssss, dove vai tutta sola?””. “Se ti avventuri in quel quadrilatero di strade che una ragazza torinese sola sa che è meglio non frequentare – racconta la cronista – ciò che porti a casa, oltre a una montagna di complimenti più o meno insistenti, più o meno smaccati e invasivi, è un misto di vergogna, fastidio, sì anche paura che non basti dire di no. ‘Non ci vengo con te a fare la festa, non voglio fare un giro o bere qualcosa, non voglio conoscerti e se smetti di seguirmi è anche meglio’”.

Le strade di Torino, così come quelle di tante altre città, sono un enorme campo “profughi” dove immigrati senza lavoro passano le loro giornate. “Non capisci – continua la Tortello – cosa ci facciano tanti uomini assiepati tutto il giorno in strada. Se ci passi in mezzo ti guardano come un corpo estraneo. Occhiate. Tentano di schedarti. Si avvicinano. ‘Sei uno splendore, complimenti, se vuoi ti accompagno. Dai vieni con me, dove vai?’. Uno di loro si fa più insistente. Scende dalla fermata del bus che sta aspettando e ci segue. ‘Non andare via, ooh, torna indietro. Ti pago dai. Quanto vuoi, 70 euro?’. La cronista non si lascia avvicinare: “‘Non voglio niente, sto aspettando delle mie amiche”. È un ragazzo sulla quarantina – continua la giornalista – di origini marocchine, l’unica cosa che gli chiediamo è ‘cosa ci fai qui?’, non si fa problemi a dirci che spaccia. Poi ritorna alla carica: ‘Dai, andiamo da me, sono a due fermate di pullman’. A lui si aggiungono in cinque. Altri commentano, poco più in là. Branchi di maschi. Divisi per gruppi di etnie, i cinesi che non ti danno confidenza, gli africani e qualche italiano che fanno affari, perché come dice Mounir, 21 anni in libertà vigilata dopo un mese di carcere perché ha guidato delle auto rubate, ‘qui a Porta Palazzo compri di tutto, armi, droga, donne, basta pagare e sapere a chi chiedere’, e poi ci sono i marocchini che fanno gruppo per i fatti loro.

Non serve l’oscurità della notte inoltrata per “liberare” le voglie degli immigrati. Basta una passeggiata di pomeriggio tardo. “Yassin da Marrakech – aggiunge la cronista – ci approccia con un ‘ciaaaao principessa, vuoi un po’ di compagnia’». Anche lui non molla l’osso. Ci propone di andare a bere, prima una birra, pur ammettendo di essere musulmano: ‘Io sono un bravo ragazzo, giuro su mia madre’. Poi un caffè. Ci chiede il numero, vuole presentarci gli amici. Al secco no, si volta offeso”.

Poi anche i ragazzi nigeriani. Uno di loro mi “propone – racconta la Tortello – di andare in uno degli hotel lì intorno”. Ordinaria follia, che racconta di come gli immigrati non abbiano rispetto delle nostre donne. Nel nostro Paese.

“tutte le informazioni dettagliate riguardanti la presenza di “profughi” sul nostro territorio provinciale, in quanto nessun dato e nessuna informazione è reperibile presso il sito della prefettura di Massa Carrara”.

2363795-15243418E QUI SIAMO A VERONA, IN ITALIA, COLONIA NON È ALLORA COSÌ DISTANTE.

Molestie sessuali a due ragazzine, arrestato un richiedente asilo nigeriano. Il fatto è accaduto il 2 dicembre scorso, l’arresto è stato effettuato qualche giorno fa e si è tenuta oggi, 9 gennaio, come riporta L’Arena, l’udienza di convalida dell’arresto di un nigeriano accusato di violenza sessuale aggravata.

Il reato si è consumato sull’autobus tra Garda e Verona, dove viaggiavano un gruppo di profughi e due ragazze diciassettenni dirette a scuola. Il gruppo, ospitato in una struttura del Basso Lago, ha accerchiato le minori e due uomini hanno cominciato a palpeggiarle, nonostante l’opposizione delle studentesse.

La violenza è durata fino alla fermata successiva, quella di Bussolengo, dove le due sono riuscite a divincolarsi e a scendere dal bus per andare dai carabinieri e fare la denuncia. Le indagini sono durate un mese e hanno permesso ai militari di identificare uno dei molestatori, che è stato arrestato e cui è stata revocata la richiesta di asilo.

Un caso che, anche se in piccolo, fa pensare ai fatti di Colonia. Il reato infatti è stato commesso solo da due profughi, ma gli altri hanno assistito alla scena e si sono chiusi attorno alle minorenni, impedendo così ogni loro spostamento.

Presidente Mattarella, ci faccia votare!

 

5 pensieri su “438.- Notte degli orrori a Colonia, ma a Torino, Verona non va meglio.

  1. Nemmeno il numero elevato di donne violentate nella loro intimità, nemmeno l’indignazione della pubblica opinione, niente di quello che è successo a Colonia è riuscito a scalfire il muro dell’incoerenza delle femministe nostrane.

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  2. Luca Zaia

    ++ SONO PIU’ DI 510 LE DONNE VIOLENTATE IN GERMANIA DA STRANIERI, TRA CUI RICHIEDENTI ASILO ++
    Io dico che quando scappi davvero da guerra e fame, hai in mente solo riscatto, lavoro, e gratitudine per chi ti ospita; non ti viene in mente di organizzare un’aggressione a centinaia di donne. Quando si aprono le porte indiscriminatamente, non si può esser certi che chi entra sia onesto.
    E aggiungo anche che qui abbiamo già i nostri “profughi” di cui preoccuparci: sono i cittadini italiani che hanno bisogno di aiuto, gli anziani, i disabili, i padri separati, i disoccupati: pensiamo prima a loro. Su questa vicenda non si venga a farmi prediche. Per me la precedenza restano i miei cittadini in difficoltà.

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  3. COLONIA: LA TESTIMONIANZA CHOC DI UN DIRETTORE DI HOTEL
    Parla uno dei testimoni delle violenze di Capodanno dei migranti a Colonia. Quella sera lavorava in un hotel proprio davanti la Cattedrale – Colonia è una bellissima città storica – dove la maggior parte delle violenze sono avvenute.
    – Tutto è iniziato tra le 9 e le 10, nell’area vicina l’hotel. Prima un accoltellamento e l’arrivo di un’ambulanza per il ferito grave, poi si è scatenato il caos.
    – Questa gente che abbiamo accolto solo 3 mesi fa, con palloncini, orsacchiotti e bottiglie d’acqua alla stazione di Monaco, ha iniziato a sparare contro la Cattedrale, la polizia e la gente (presumiamo bombe carte e fuochi di artificio).
    – I poliziotti più esperti mi hanno confessato dopo, che non avevano mai visto nulla di simile. Hanno definito il tutto come una ‘guerra civile’. Ma nessun media ne ha parlato (la testimonianza del ragazzo è precedente alla fine dell’embargo mediatico imposto dal governo sugli stupri e i disordini).
    – Durante tutta la sera, di continuo arrivavano ragazze e donne che chiedevano di poter rimanere qui dentro l’hotel con me. All’inizio io non capivo, e ci hanno spiegato che le stavano molestano e ‘cacciando’.
    – Poi, quelli che stavano inseguendo le ragazze hanno aggredito anche me. Ovviamente ho reagito con violenza.
    – Io non ho mai testimoniato roba del genere. Ti confesso: pensavo la pericolosità dei profughi e dei migranti fosse tutta propaganda dei razzisti. E invece è reale.
    – Più tardi, la notte, i disordini sono peggiorati. Un ragazzo è stato pestato a sangue, gli sono saliti sulla testa. E’ arrivata la polizia anti-sommossa e noi abbiamo reagito. Per oltre un’ora i più violenti sono stati bloccati e raccolti, ma non c’erano mezzi disponibili e le celle erano piene. Così i poliziotti sono stati costretti a liberarli!
    Poi spiega di avere sempre avuto poca dimestichezza con i movimenti di destra. Parla proprio di ‘diffidenza’.
    – Hanno attaccato gli ospiti dell’hotel. Hanno sputato addosso a loro e ai poliziotti. Pestavano le persone e gli saltavano in testa.

    Il giovane uomo che appare nel video si chiama Ivan Jurcevic.

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  4. Giulietto Chiesa e gli abusi di Capodanno a Colonia, ovvero il trionfo del complottismo.

    Un scrittrice dubbiosa su quanto accaduto in piazza nella città tedesca scrive al sito Alganews e chiede proprio a Chiesa perché siano note solo interviste di ragazze “per altro senza manco un graffio!”, senza materiale-video dei disordini. “Ci dicono poco per non scatenare reazioni xenofobe o è tutta una montatura?”. Il buon Giulietto, ospite fisso di Michele Santoro ai tempi della guerra in Afghanistan e in Iraq, sfodera una risposta-capolavoro: “Una montatura mediatica, che dice con chiarezza (a chi ha gli strumenti per capire) che c’è chi vuole far salire l’isteria della gente”. Chiesa è sicuro: tutto è stato orchestrato “per abituare il cittadino a un clima xenofobo. Poi, gradualmente, una volta che il pubblico sarà pavlovianamente abituato, arriveranno misure di limitazione delle libertà civili”. Ignora bellamente che Angela Merkel, un giorno sì e l’altro pure, vada ripetendo di non confondere immigrati e profughi con i balordi (islamici) di Colonia, perché lo sguardo del giornalista extraparlamentare vola molto più in alto (anzi, in basso): “Guardi cosa è successo a Parigi. Un giovane di 20 anni viene ammazzato come un cane in strada”. Il giovane, per la cronaca, è l’attentatore del commissariato, ma anche qui c’è puzza di bruciato: “La notizia della polizia dice che aveva un coltello (testimoni del fatto smentiscono); che ha gridato Allah u akhbar (testimoni del fatto smentiscono); che aveva una cintura esplosiva (la polizia si smentisce da sola: non aveva nessuna cintura esplosiva). Del resto come facevano a saperlo?”. L’hanno ucciso, sentenzia Chiesa, “probabilmente perché un poliziotto con i nervi tesi ha sparato. Il resto serve per terrorizzare i parigini”. Che di materiale per essere terrorizzati, onestamente, n

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